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Autore: sony_97    31/05/2016    2 recensioni
L`amore è amore, ma cosa succede quando colpisce le persone sbagliate? Cosa succede se due persone che non dovrebbero mai amarsi, si innamorano? È corretto ignorare ogni impedimento e lasciarsi guidare dai sentimenti, o bisogna reprimere il proprio amore? Evidentemente non esiste risposta. Bisogna però prendere una decisione. Chissà quale sarà quella dei gemelli Kaulitz...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incest
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CAPITOLO 4

 

-un giorno...avevamo 13 anni, e stavamo giocando a nascondino. Eravamo un po' grandi per quel gioco forse, ma a noi piaceva. Eravamo da soli in casa, come spesso capitava. Nostra madre doveva lavorare e noi non avevamo molti amici, quindi stavamo spesso soli. Io ero nascosto nel nostro armadio e avevo lasciato l'anta socchiusa nella speranza che Bill mi trovasse.-

Si interruppe un secondo per meravigliarsi di quanto stesse parlando con sincerità. Decise di continuare, pensando che magari gli avrebbe fatto bene.

-infatti mi trovò molto presto. Ridemmo insieme e Bill entrò nell'armadio con me. Giocammo un po' con i vestiti, ci facemmo qualche scherzo e poi... Volevo darli un bacio sulla guancia, ma lui si girò proprio in quell'istante e... Beh, ha capito insomma. Rimanemmo entrambi turbati. Dopotutto eravamo giovani, non sapevamo se potevamo, tanto meno se ci era piaciuto. Ci guardammo in silenzio per un attimo e poi tornammo a ridere insieme, facendo finta di niente.-

Tom sospirò, come affaticato dal peso di quelle parole.

-da quel giorno però qualcosa cambiò. Quando giocavamo o ci salutavamo...-

Esitò un secondo.

-ecco...per noi era diventato normale salutarci con un bacio.-

Disse tutto d'un fiato. Nascose la testa tra le mani.

-e mi piaceva, io...gli volevo bene e…volevo sentirlo vicino. Pensavo che fosse…normale, o una semplice fase. Andando avanti però ho avuto bisogno di sentirlo sempre più vicino a me, sempre di più...-

Sospirò.

-nessuno vi ha mai detto niente quando vi baciavate?-

-nessuno ci ha mai visti, suppongo. Non si è mai posto il problema.-

Rispose Tom, sbrigativo.

-quindi se lo nascondevate agli altri, vuol dire che pensavate che c'era qualcosa da nascondere.-

Tom sospirò e cambiò posizione sulla sedia.

-si. Io, per lo meno. Ma non ci ho mai voluto pensare gran ché. Come ho detto credevo che fosse una fase, o qualcosa del genere…-

-quindi non pensavate che fosse normale, non tutti e due per lo meno.-

-non pensavamo!-

Esclamò Tom, con tono leggermente adirato.

-non pensavamo e basta…-

-capisco.-

Ripeté lo psicologo.

-quando avete avuto il primo rapporto?-

Domandò il dottore. Tom cominciò a stringere i pugni.

-a 16 anni.-

-e fino a quel momento come è stata la vostra relazione?-

-si è...evoluta, fino ad arrivare a quello. Non è stato da un giorno all'altro evidentemente, è stato un processo graduale di baci e...manifestazioni d'affetto che adagio adagio diventavano normali per noi. Ma non avevamo mai pensato di star avendo una storia fino a quel momento. A noi piaceva, e non ci importava altro.-

-e fino a quando non vi è importato altro?-

Chiese.

-scusi?-

-quando ti sei reso conto della direzione che stava prendendo la vostra relazione?-

Insistette il dottore.

-a 16 anni, quando...beh, lo sa.-

-io lo so, voglio che lo sappia tu.-

Tom rimase basito davanti a quelle parole. Aveva capito quindi, aveva notato che lui aveva difficoltà a mostrare a sé stesso la realtà.

-quando abbiamo avuto il primo rapporto sessuale, contento adesso?-

Esclamò, irritato. Iniziava a sentirsi stanco, quasi demoralizzato, oltre che imbarazzato, evidentemente. Sospettava di essere diventato tutto rosso, dato che sentiva caldo sul volto.

-e com`erano i ruoli nel rapporto?-

Tom sgranò gli occhi a quella domanda. Si lasciò sfuggire una risata nervosa e riprese a muoversi sulla sedia.

-sta cercando di farmi innervosire?-

Domandò, palesemente infastidito.

-è solo una domanda. Penso che potrei capire qualcosa in più riguardo alla tua personalità se sapessi…-

-sono fatti miei, okay! Adesso sta esagerando!-

Esclamò, alzandosi. Ciondolò per un po’ davanti alla poltrona, coprendosi il viso con le mani. Questo è troppo. Pensò.

-sai che niente di quello che mi dici uscirà da questa stanza, non è vero?-

-non è questo il problema! Tanto immagino che l`unica persona a cui potrebbe importare qualcosa è Serena e con lei non ho molti segreti.-

-allora qual è il problema? Pensi che sia ingiusto verso tuo fratello?-

Tom chiuse gli occhi, rimandando indietro le lacrime. Ecco, era quello il problema, quella piccola parola che dentro di sé racchiudeva una consapevolezza straziante: fratello. È tuo fratello, cazzo! Gridò a sé stesso.

-Tom, puoi anche non dirmelo se non te la senti, non intendo forzarti.-

Tom annuì, calmandosi un po’. Però non poteva ignorare la curiosità.

-che cosa le direbbe sulla mia personalità?-

Chiese. Il dottore accennò un sorriso.

-beh, da come ne parli sembri quello passivo in questa relazione, dal punto di vista emotivo, dato che sei quello più razionale, quello che, come mi hai detto, cercava di nascondersi. Tuo fratello invece sembra quello attivo, che ti sprona a fare qualcosa che tu riconosci come sbagliato e che quindi probabilmente non faresti se non ci fosse lui a proportelo. Ecco, volevo solo sapere se i ruoli che ho evidenziato sono gli stessi anche durante il rapporto.-

Tom abbassò lo sguardo, studiando disinteressatamente i lacci delle sue scarpe. Come cavolo faceva a parlare di quelle cose senza imbarazzarsi minimamente? Tom era diventato tutto rosso, ed era determinato a non rivelare dettagli, però era ancora curioso.

-e se non lo fossero? Cosa significherebbe?-

Domandò, senza alzare lo sguardo.

-in quel caso penso che dovresti riconoscere di non essere molto più razionale di tuo fratello.-

-la smetta!-

Gridò Tom a denti stretti. Non aveva saputo trattenersi, e adesso avrebbe dovuto spiegare.

-di fare cosa?-

-di ricordarmi che è mio fratello.-

Ammise.

-ma è quello che è. È tuo fratello.-

Tom scosse la testa, sempre più spaventato da quella consapevolezza.

-anche tu hai qualche problema con la realtà. Magari sei quello più razionale nel senso che ti preoccupi che nessuno vi veda, ma certamente non sei stato trasportato in questa relazione, al contrario la dirigi.-

-ma di che diavolo sta parlando?! Nessuno dirige niente, è reciproco! Pensavo l`avesse capito… Non sto cercando di dare la colpa a Bill, assolutamente. So di non essere passivo…ma neanche lui lo è. È reciproco.-

Concluse con tono basso, quasi sussurrando. Si risedette sulla poltrona e sospirò.

-a questo punto hai risposto alla domanda che tanto ti imbarazzava.-

Tom alzò lo sguardo, incuriosito.

-ah si? E quindi?-

-attivo.-

Concluse il dottore, e Tom non poté negare. Rivolse nuovamente lo sguardo alla finestra, sconsolato. Ebbene, era questa la sua realtà: tanto felice quando era solo con Bill quanto triste quando doveva confrontarsi col mondo. Una condanna ingiusta, per entrambi.

-tu come definisci la vostra relazione adesso?-

Esordì il dottore, dopo un eloquente silenzio.

-complicata, impossibile e… sbagliata.-

Ammise Tom.

-e pensi che si potrebbe fare qualcosa per renderla "giusta"?-

-che vuole dire?-

Domandò, corrugando la fronte.

-ti sto ripetendo la domanda che ti ho fatto all'inizio: perché sei qui? Cosa speri di ottenere? Vuoi una pozione magica che spenga l'amore che hai per Bill o vuoi riuscire ad accettare questa relazione?-

Tom si alzò di nuovo e cominciò a girare per la stanza. Cominciava ad innervosirsi, di nuovo.

-cosa speri di ottenere, Tom? Quale credi che sia la soluzione a questa relazione incestuosa? Cos'è che vuoi?-

-nulla, perché tanto non si può fare niente.-

-ma non è questo che pensi.-

-invece si!-

Insistette.

-cos'è che vorresti davvero? Tom, cosa vorresti cambiare della vostra realtà?-

Ogni domanda faceva crescere la rabbia dentro di lui. Prese a camminare più svelto su e giù per la stanza, prendendosi la testa tra le mani.

-cos'è che vuoi? In che modo potresti smettere di odiarti per quello che provi? Tom, cos`è che vorresti?-

-vorrei che non fossimo fratelli!-

Gridò Tom. E finalmente aveva smesso di mentire a sé stesso. Finalmente aveva detto la verità alla persona che più di tutto l`aveva da sempre rifiutata: sé stesso. Lui non voleva smettere di amare Bill o porre fine alla loro relazione, come invece aveva ripetuto più volte, bensì voleva sciogliere il loro legame di sangue per poter concedere a sé stesso di amarlo; poiché la sua morale non poteva convivere con l'amore per suo fratello, ma solo con l'amore per Bill.

 

Nulla di più impossibile…

 

   
 
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