Ultimo
capitolo breve
e dal prossimo, gettata la trama, si comincia a fare sul serio.
Ps. Da
sherlockiano
sfegatato, ho inserito una citazione di Holmes, palese e al limite del
plagio
(spero che questo non mi crei problemi, se si avvertitemi senza
cancellare il
lavoro o bannarmi e provvederò a modificare il tutto)
Ps.ps. Ci
sono
citazioni come si piovesse.
Ps.ps.ps. Le
idee
espresse in questa opera appartengono all’epoca in cui sono
collocate e ai
personaggi, io non sostengo in alcun modo le idee espresse. (Come
diceva Oscar
Wilde- l’autore non deve essere ritenuto colpevole
dell’agire dei suoi
personaggi.)
La casa correzionale Pie Vergini
Assassine, che sorgeva sul
i resti del vecchio Arkham Asylum, era niente più che una
grossa serie di umidi
e sbozzati cuboni di pietra grezza, connessi fra loro da una lunga
serie di
corridoi angusti; l’unica struttura che si staccava dalle
altre era la Casa del
Custode.
La Casa del Custode era una
“simpatica” struttura in stile
vittoriano, che serviva da sala di cura, leggasi meglio di tortura, per
le
pazienti.
Infatti le donne sono troppo stupide
e passionali per poter
pianificare un assassinio che non abbia altra ragione che la follia
amorosa e
quindi piuttosto che condannarle alla prigione, le si dichiarava
isteriche e le
si mandava in questa casa correzionale.
Sulla stupidità e la
passionalità delle donne aveva dubbi, e
anzi contestava questa faciloneria di giudizio Ichabod Crane (ma anche l’autore alza le mani e si
dichiara non solo estraneo, ma anche contrario al giudizio espresso
poc’anzi).
Non che lui avesse una qualche
attrazione verso le donne, la
sua mente fredda e puntigliosa, ma mirabilmente equilibrata, aborriva
tutti i
sentimenti, soprattutto l’innamoramento.
Lui era, devo ammetterlo, la
più perfetta macchina dotata di
capacità di ragionamento e osservazione, eppure quando
arrivò lì, anche lui
cominciò ad avvertire una certa tensione, che lo ghermiva,
ma si fece coraggio.
Sapeva di essersi giocato, per via
dei suoi metodi e delle
sue scelte, molte amicizie importanti e di essersi fatti altrettanto
potenti
nemici, che non avrebbero aspettato un minuto per farlo a pezzi, al
minimo
passo falso.
E questo, più che un passo
falso, sembrava una lunga
camminata di passi falsi: far evadere una condannata, reo confessa per
giunta,
sfruttando un falso lascia passare.
Comunque era lì,
perché un suo vecchio amico, a cui doveva
molto, aveva fatto questa richiesta e non poteva in alcun modo venir
meno, ne
sarebbe andato del suo onore.
Intanto nella sua stanza/cella Wendy
era in attesa che
arrivasse il suo primo turno di terapia: elettroshock, immersioni in
acqua
gelida e altre “amorevoli” cure, dello stesso
stampo delle citate; inoltre sapeva
che, tanto gli infermieri, quanto i, così detti, dottori, si
prendevano pesanti
libertà nei confronti delle pazienti.
Ma quando si aprì la porta
rimase sorpresa: la figura che
era dinnanzi non era un medico, né un infermiere.
“Chi siete?”
Chiese
“Il vostro
avvocato.” Rispose, con un sorriso cortese.
Wendy lo squadrò e poi
rispose:” Avete una faccia troppo
onesta e pulita, per essere un avvocato.”
“Touché”
Rispose questi, affabilmente, e poi riprese:” Io
sono Ichabod Crane e le assicuro che non ho cattive
intenzioni.”
“Oh, di questo ne sono
sicura.” Rispose sicura, ma poi
rimase perplessa da quello che lo sconosciuto si era messo a fare:
aveva tirato
il suo taccuino e si era messo a scribacchiare.
“Che stai
facendo?” Chiese incuriosita.
“Ti sto
catalogando.” Rispose lui, riprendendo: Wendy Moira
Angela Darling. Esemplare di femmina umana di età, mmh,
circa 27/ 28 anni.
Condannata per l’omicidio del Capitan Jim Hawkins.
“Che vuol dire
“esemplare di femmina umana” Chiese stupita
lei:” Perché tu non lo sei?”
“Ah, scusami, certe volte
lo scordo.” Rispose lui divertito,
per poi spostare i suoi capelli, rivelando due lunghe orecchie a
punta:” Sono
un vulcaniano e sono amico di Jim Hawkins, mi manda lui.”
“Il mio Jim, come
sta?” Chiese lei con un tono fra la gioia
e l’ansia.
“Come potrebbe stare uno
che si è preso un colpo di
fulminatore in pieno petto.” Rispose impassibile.
“Ah” Fu il suo
commento.
“Ora, però, mi
duole darle fretta, ma tempus fuggit.” Disse,
leggermente allertato e poi si rivolse alla guardia:” Porto
la prigioniera
24601 a Pequod Place, perché il suo caso venga
esaminato.”
La guardia non fece motto e li
lasciò passare, ma quando
furono fuori dalla sua portata, i due, svicolarono per altra via e
salirono su
di una carrozza, dalle finestre oscurate
“Tempo tiranno e io ho da
darle informazioni importanti, quindi
mi ascolti e mi segua.”
Wendy non rispose, ma sapeva di
potersi fidare di quello
strano personaggio, glielo leggeva negli occhi: due palle nere
strabordanti di
curiosità e ingegno, ma anche di bontà e
lealtà.
“Allora mi manda Jim, deve
venire con me a Sottomondo, forse
lo conosce come Paese delle Meraviglie, perché Londinium non
è più sicura per
lei, a meno che non ritorni in vita Jim, ma anche in questo caso le
probabilità
sono del 0,75 %. Per arrivare a Sottomondo sono necessari dei portali,
che qui
a Londinium sono posti in quasi tutti i punti nevralgici. Ora stiamo
andando
verso una vecchia fabbrica di cioccolato abbandonata. Li troveremo un
conoscente, che la porterà e mi porterà,
cioè ci porterà lì dove dobbiamo
andare. Il perché è presto detto: io non
appartengo a Sottomondo e pur conoscendo
alcuni accessi, non ho le “chiavi” per
aprirli.”
Parlò per tutto il tempo,
anche di altre cose, mentre Wendy,
col gomito appoggiato, era immersa nei suoi tristi pensieri.
Quando arrivarono però si
accorsero della brutta sorpresa.
“C’è
qualcuno laggiù e suppongo che sia ferito. Urge aiuto,
buonuomo?” Chiese Crane, avvicinandosi al ferito.
“Non credo che
resterò ancora un po' qui a sanguinare.”
Rispose l’altro.
“Gradisce del tè
per caso?” Richiese di nuovo Crane
“Pasticcini, non lingue di
gatto. E un velo di latte.” Fu la
risposta dell’altro.
“Ma siete pazzi?”
Intervenne allarmata Wendy.
“Lui leggermente, io del
tutto,” Rispose il ferito, per poi
scattare in piedi:” Sono il Cappellaio Matto, della famiglia
degli Alti
Cilindri.”
Si rimise però la mano sul
fianco:” Crane, la ferita non è
guarita del tutto, ma ci sono altri problemi ancor più
gravi.”
“Cosa?” Chiese
“Todd e Sparrow, sono
tornati. Qualcuno che non è del tutto
morto ha squarciato il velo della realtà, rischiamo il
tracollo.” Disse lui con
una calma raggelante.
“E questo sarebbe il tono
di dare le notizie.” Intervenne
sbigottita Wendy.
Ma fu zittita da Crane:” Se
Todd è tornato, allora anche
Turpin…” - “Buon dio. Mi scusi,
miss.” Disse rivolto a Wendy:” Ma non posso
più
accompagnarla a Sottomondo. Ho fatto quanto mi è stato
chiesto e il mio debito
d’onore è stato pagato, ora però qui
stanno sorgendo problemi che richiedono la
mia presenza. La lascio nelle sicure mani di Alto Cilindro.”
E detto ciò disparve nella
carrozza, lasciando li, un’allibita
Wendy.