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Autore: Hudders_Umbrella    01/06/2016    2 recensioni
Sherlock ha sempre adorato stare al centro dell'attenzione e sminuire il prossimo. Stavolta, tuttavia, ha veramente superato il limite e Mycroft ne ha avuto abbastanza: è giunto il momento di ricordare al suo fratellino che non è il solo a saper giocare. Londra si prepari, la battaglia ha inizio.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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* Nota: Salve a tutti. In primo luogo mi scuso per il ritardo nella pubblicazione. Fino ad ora avevamo sempre mantenuto un ritmo di circa un capitolo a settimana, salvo ritardi di un paio di giorni, ma questa volta non ce l'ho fatta, principalmente a causa esami. Chiedo scusa e spero che sia valsa la pena di aspettare per farvi una risata alle spalle del povero Mycroft. Buona lettura e grazie a tutti quelli che continuano a seguirci e a recensire!
-Hudders *  


24 dicembre, ore 23: 57.
I signori Holmes sedevano sul divano. Dal lettore cd si diffondevano per tutta la stanza le note di "Hark, the herald angel sing".
Ancora un minuto e sarebbe seguito "Carol of the Bells". Lo stesso cd stava proseguendo da tutta la sera, ormai.
Gregory stava spiegando a Siger Holmes che il dottor Watson era a passare il Natale con la sorella, Harry.

Un vero e proprio miracolo, c'era da ammetterlo.

I due fratelli cresciuti in quella casa bisbigliavano animatamente, attenti però a non farsi sentire.

"Ormai è passato un mese, Sherlock. Ti sei deciso a riconoscere chi è il migliore?"
"Chiudi il becco, Mycroft. Per colpa della tua trovata non sono riuscito a lavorare in pace per giorni. Settimane, anzi. E nemmeno a farmi preparare un tea."
"Cosa c'entra il tea, adesso?"

Mycroft non poteva sapere che perfino la signora Hudson, la dolce proprietaria del 221B di Baker Street, si era lasciata prendere la mano dalla caccia che lui aveva organizzato ai danni del fratello.
"Non starete litigando, spero!" Li interruppe la madre, con un'occhiataccia.
"Assolutamente no!"

La rassicurò Mycroft con un sorriso educato.

"Molto bene, allora direi di iniziare ad aprire i regali, è già mezzanotte ormai."
Mycroft aveva spiegato a Gregory che nella loro famiglia era sempre stata tradizione scambiarsi i regali allo scoccare della mezzanotte .
Seguì pertanto un breve scambio di pacchetti accompagnato da ringraziamenti relativamente sinceri. Il Natale era forse l'unico periodo dell'anno in cui gli Holmes assomigliavano ad una famiglia normale. Gregory, sorridendo curioso, inizio a scartare il pacchetto che Mycroft aveva preparato per lui. Era particolarmente emozionato: il politico gli aveva anticipato che avrebbero potuto utilizzare quel regalo insieme e la cosa l'aveva portato ad elucubrare a lungo su cosa potesse essere.
Tutto si sarebbe aspettato, però, tranne quello che vide quando tolse il coperchio.
Fissò il contenuto della scatola senza osare tirarlo fuori, conscio che Mycroft lo stava osservando per dedurre la sua reazione. Pertanto si decise ad alzare lo sguardo verso di lui, un sorriso non troppo convinto abbozzato sul volto.
"Non ti piace, Gregory?"
Chiese l'uomo, sorpreso nel vedere una reazione così inaspettata sul volto dell'altro. Aveva scelto con cura l'Hotel migliore della località più bella che era riuscito a trovare, aveva prenotato un fine settimana di totale riposo per entrambi (certo, avrebbe potuto tranquillamente restare in contatto con Anthea e risolvere qualche pratica dal cellulare...) ed aveva fatto stampare su carta fotografica un elegante buono con tutte le informazioni relative, il tutto incorniciato da un portafoto in argento.
Eppure, Gregory sembrava totalmente destabilizzato. Continuava a spostare lo sguardo dal contenuto della scatola al volto del fidanzato, indeciso su cosa dire.

"È... non me l'aspettavo. Proprio no, davvero."
Disse alla fine, in un tentativo di salvare la situazione. Mise una mano dentro alla scatola, toccando il contenuto.
"Cristo," pensava. "Sono di peluche. Sono davvero ricoperte di peluche. Rosso."
Mycroft continuava a non capire il perché di quella reazione.
Se solo si fosse voltato ed avesse visto il ghigno soddisfatto con cui suo fratello stava osservando la scena...
"Ho pensato, come ti avevo già anticipato, che potremmo goderceli insieme."
Spiegò, riferendosi ai due giorni di vacanza. Grgeory parve decisamente a disagio, adesso, tanto che Mycroft pensò fosse preoccupato per il lavoro.

"Se temi di non averne il tempo, ho già provveduto. Ho chiamato il tuo capo e gli ho spiegato la situazione."
Stavolta l'ispettore andò visibilmente nel panico.
"In che senso, scusa?"
"Nel senso che gli ho spiegato cosa avevo intenzione di regalarti e che avresti avuto bisogno di un paio di giorni per farne buon uso. Si è detto del tutto d'accordo nell'idea che un po' di svago sia più che meritato da un lavoratore assiduo come te... Gregory, ti vedo pallido. Stai bene?"
Lo yarder aveva adesso lo sguardo fisso dentro la scatola. Boccheggiava, quasi.
Nel frattempo, nonostante la musica che copriva appena le loro parole, tutte quelle scene sembravano aver attirato l'attenzione. La signora Holmes, infatti, intervenne sorridente.

"Avanti, Gregory, cos'hai ricevuto? Siamo curiosi!"
"Ah.. diciamo che è un pensiero piuttosto personale."
Balbettò lui, arrossendo (per lo sgomento di Mycroft: arrossire per una cosa simile? Non erano due ragazzini!).
"Penso che... dovrebbe restare tra noi. Lei capisce, Violet... non si offenderà, spero?"
"Oh, non dirlo nemmeno per scherzo. Ma certo che capisco-"
La donna fu interrotta dal figlio maggiore, evento piuttosto raro.
"Gregory, permettimi di farti notare che la tua reazione è un po'eccessiva."
"Penso solo che sarebbe meglio non sbandierarlo ai quattro venti! L'hai detto al mio capo,vuoi dirlo perfino ai tuoi genitori?"
"Non vedo cosa ci sarebbe di male!"
Lo yarder aprì e richiuse la bocca diverse volte, sotto shock.
Mycroft, invece, ignorando la voce della madre che gli diceva qualcosa sul lasciar perdere e rispettare il desiderio di privacy espresso da Gregory, afferrò la scatola e vi infilò la mano, lo sguardo fisso su Gregory.
"Mi vorresti spiegare cosa ti imbarazza tanto in questo?"
Disse, afferrando l'oggetto rettangolare all'interno e sollevandolo in aria.
Il silenzio piombò nella stanza.

L'ispettore aveva la faccia di chi avrebbe desiderato sotterrarsi.
I coniugi Holmes erano paonazzi, e sembravano improvvisamente interessatissimi a qualunque cosa che non fosse ciò che Mycroft teneva in mano.
Solo Sherlock, ancora seduto in poltrona, pareva enormemente soddisfatto.
Fu nell'incrociare lo sguardo del fratellino, infatti, che il politico fu colto da un terribile dubbio e sollevò lo sguardo.
In mano non aveva alcuna cornice. C'era una scatola di plastica trasparente, tenuta chiusa da un nastrino rosso.
All'interno erano chiaramente visibili un paio di manette rivestite di peluche (anch'esso rosso), una confezione di lubrificante alla fragola e quello che a prima vista somigliava tremendamente a un frustino arrotolato.
Sul lato frontale, alcune fessure permettevano di toccare i vari materiali.
Un cartoncino in basso a destra recava la dicitura: "confezione regalo!" in vistosi caratteri rosa.
"Oh."

Commentò Mycroft dopo qualche secondo.
Lanciò un'occhiataccia a Sherlock, che se ne stava tranquillamente seduto a godersi la scena.
"Capisco il disagio, adesso. Non era questo quello che avevo intenzione di regalarti, ovviamente."
Proseguì, costringendosi a rimanere calmo.
"Avevo preso tutt'altro, ma evidentemente Sherlock..."
Fu interrotto dal padre, in quel momento. Quell'accenno di spiegazione era stato sufficiente a far capire qualcosa a Gregory, ma lo stesso non poteva evidentemente dirsi per i padroni di casa.

"Figliolo, non devi giustificare a noi quello che.. umh, sono affari vostri e..."
Sia Mycroft che Gregory sembravano voler sprofondare, ed iniziarono a tentare di spiegarsi.
"No, vi assicuro che c'è un malinteso."
"Non è il tipo di cose che lui..."
"Non sarebbe da me."
"E in ogni caso non certo in casa vostra.."
"Sherlock, lui..."
Furono interrotti dalla voce della signora Holmes. Quasi un grido, ad essere sinceri.
"Mycroft Holmes!"
Tutti si voltarono verso di lei, sorpresi dal tono stizzito con cui si era rivolta al figlio.
"Mamma?"

Ormai il Governo Inglese  aveva mangiato la foglia, pertanto sbirciò con la coda dell'occhio suo fratello.
Ovviamente, Sherlock aveva tutta l'aria di divertirsi come, per l'appunto, un bambino a Natale.
"Non posso credere che proprio tu abbia pensato di essere così.... di cattivo gusto!"
L'uomo sospirò. Era ormai certo che nel pacchetto mezzo scartato tra la mani della donna non ci fosse la collana di coralli che le aveva preso.
"Non ho più vent'anni! Alla mia età è normale avere un girovita più morbido."
"Non credo di aver mai detto il contrario."
"Mi sembra un messaggio abbastanza chiaro."
Ribattè lei, mostrandogli una confezione di pastiglie dimagranti e un tagliandino che Mycroft dedusse essere un abbonamento in palestra.
"Credo tu mi conosca abbastanza bene. Ti sembra il genere di regalo che potrei farti?"
"No, non me lo sarei certo aspettata da te!"
La donna, prima stizzita, sembrava adesso mortificata.
"Probabilmente hai fatto bene. Si vede che ne ho davvero più bisogno di quanto credessi. Forse dovrei essertene grata, invece di offendermi."
Cominciò a mormorare, con lo stesso tono che avrebbe usato in un dramma shakespeariano.
"Mamma, sono certo che Mycroft fosse solo preoccupato per la tua salute."
Intervenne Sherlock, ben sapendo che quell’affermazione avrebbe solo peggiorato il senso di disagio generale.
Fu il signor Holmes ad arginare la situazione prima che degenerasse, sorridendo alla moglie e dandole un bacio. Lei parve tranquillizzarsi a sufficienza da far desistere Mycroft dall'intenzione di dare spiegazioni, almeno per il momento.

Gregory colse la palla al balzo e ne approfittò per scartare rapidamente il regalo che i due gli avevano fatto.
"È davvero bellissima!"
Disse rivolto a loro mentre reggeva in mano la cravatta firmata più elegante che avesse mai visto.
Il politico si appuntò mentalmente di ringraziare il suo compagno, intento a distrarli, e si diresse verso Sherlock con uno sguardo dei più torvi.
"Passi il fatto che tu abbia coinvolto di nuovo Gregory, ma dovevi davvero mettere a disagio nostra madre?"
Lo rimproverò. L'altro sbuffò, agitando una mano come per scacciare una mosca.
"Noioso. A disagio, addirittura. È solo uno scherzo innocente."
"Abbiamo sfiorato la tragedia familiare!"
"Tragedia? Oh, ma smettila. Per un volta ho dato un po' di movimento a questa festa. John si divertirà quando vedrà le registrazioni. Penso che farò vedere alla signora Hudson la parte della confezione regalo del sexy shop, così non ti aprirà più la porta per l'imbarazzo."
".....di quali registrazioni parli?"
Fu la voce di Gregory a interromperlo, stavolta.
"Mycroft, tuo padre sta aprendo il tuo regalo. Perché non vieni a vedere?"
Lo invitò, consapevole che probabilmente anche quel pacchetto era stato manomesso.

Il sorriso sul volto di Sherlock si era allargato, per la disperazione di Mycroft che nuovamente si avvicinò ai genitori.
La scatola che Siger teneva sulle ginocchia avrebbe dovuto contenere un costoso dopobarba. Vi erano invece un bigliettino e quella che, a prima vista, sembrava una maglietta bianca ben piegata.
"Che c'è scritto, tesoro? Leggi ad alta voce!"
Esclamò Violet, apparentemente dimentica dell'onta subita poco prima.
"Allora... dice: questo regalo è frutto di tanto affetto. So che lo indosserai con orgoglio domani, quando andremo tutti insieme a Messa. Ci tengo, mi raccomando. Con profondo amore filiale, Mycroft. "

Il presunto autore del biglietto era sconvolto.
Che diavolo si era inventato Sherlock? Non solo avrebbe dovuto accompagnarli in chiesa il giorno successivo, ma quelle frasi lo facevano sembrare un perfetto idiota. I suoi genitori, però,  non sembravano pensarla così.
"È davvero un bel pensiero, Mycroft. Pensavo di mettere una camicia, domani, ma sono certo che anche questa andrà benissimo."
Beh, non era andata troppo male.
Almeno,così credeva finchè suo padre non aprì la maglietta.
Non era del tutto bianca: c'era una stampa molto particolare davanti.
Una rappresentazione estremamente infantile di un bambino. Testa ovale, righe verticali al posto dei capelli, un sorrisone in faccia, corpo costituito da una triangolo verde dalla cui base spuntavano due righette per le caviglie a cui erano attaccati due piedi quasi tondi.
Le braccia, anch'esse stilizzate, erano innaturalmente lunghe e tese verso l'esterno, come se il bambino del disegno volesse dare un enorme abbraccio o indicare le dimensioni spropositate di qualcosa.
Sotto campeggiava la scritta:
 "Papà, ti voglio bene tanto così."
Mycroft era letteralmente pietrificato, nemmeno sentiva i gridolini di gioia di sua madre.
"Sei così dolce, a fare un regalo del genere a papà!"
Ripeteva, per poi alzarsi e andare ad abbracciarlo.
"Il mio bambino, sei così caro!"
Lui cercò di trattenere la stizza e di ricambiare educatamente la stretta della madre. Quasi la preferiva quando faceva l'offesa.
"Papà, non c'è bisogno che la indossi..."
"Non dirlo nemmeno per scherzo! Se ci tieni la metterò domani in chiesa, e se qualcuno dovesse stupirsi spiegherò che figlio affettuoso sei. Tanto sarai lì con me!"
Certo. Si sarebbe rovinato la reputazione per sempre.
Peggio di così proprio non poteva andare.
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"Non essere così tragico."
Mycroft sembrava averla presa davvero male, tanto che nemmeno rispose a Sherlock. Finalmente la serata era giunta al termine, ma era stata la più lunga della sua vita.
Il più giovane dei fratelli Holmes si alzò e si diresse verso la libreria, dove era ben nascosta un videocamera. Sherlock estrasse il cd e lo avvolse con un pezzo di carta per pacchetti usato e rimasto in un angolo. Poi,  tornando dal fratello, glielo porse.
"Cosa sarebbe?"
"Non ti ho ancora dato il mio regalo."
"Pensavo semplicemente che non me ne avessi preso uno quest'anno."
Mycroft aprì la carta, squadrando il cd.
"Credevo volessi mostrarlo a John,  alla signora Hudson e a mezza Baker Street."
"Credevi male."
Il politico rimase di sasso. Sherlock rinunciava a umiliarlo ulteriormente? Era... piacevole. Commovente, quasi.
"Perchè?"
"Buon Natale, Mycroft. "
Un sorriso.
"Buon Natale, Sherlock."
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"Hai registrato le parti importanti con il cellulare, dico bene?"
"Dovevi proprio rovinare il momento?"

   
 
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