Note: A distanza di
una settimana dall’inizio di questa divertente challenge
eccomi nuovamente con
un nuovo capitolo di questa raccolta. Se le cose vanno come dovrebbero
dovrei
aggiornare una volta a settimana, ma comunque non vi prometto nulla.
Come potete ver intuito dalla prima minishot di questa
raccolta, i racconti partecipano alla challenge “Chi,
con chi, che cosa
facevano” indetta da Kukiness sul forum di EFP, per
il regolamento vi rimando
al primo capitolo di questa raccolta o al bando della challenge.
Piccolo appunto: questa minishot è un po’
più cupa rispetto
ai toni scanzonati e da commedia del primo capitolo, questa seconda
shot non è
collegata alla prima in alcun modo, quindi si possono leggere in
maniera
totalmente separata. Qualcosa del canon cambia in questa piccola
storia: visto
il plot suggerito e il personaggio capitato (che vi giuro non
l’ho fatto di
proposito) la situazione di Lydia e del suo essere banshee cambia
lievemente. In
questa storia, per poter usufruire del suo potere Lydia paga un prezzo
e perde
uno dei cinque sensi.
E niente, spero vi piaccia.
Plot: 4 (Lydia Martin) perde uno dei cinque sensi ma ne acquista un sesto
- Derek Hale
- Scott McAll
- Stiles Stilinski
- Lydia Martin
- Allison Argent
- Isaac Lahey
- Malia Tate
- Liam Dunbar
- Kira Yukimura
- Peter Hale
IL
RUMORE DELLA
MORTE
Quando succede nessuno se
l’era aspettato e Lydia non
capisce bene di cosa si tratta.
Sto
impazzendo,
sussurra piano
tra le lacrime, sul cuscino. Pensa di perdere la ragione, che quello non è normale.
Proprio per nulla.
Allison cerca di aiutarla dicendole quel che sta loro intorno,
mentre sono a scuola.
Jackson nemmeno la guarda, ma quello non è una
novità per
come si è evoluta la situazione.
Stiles continua a starle accanto in maniera tanto goffa e
melensa da farle venire la nausea.
Persino Scott, che non l’aveva mai guardata, le gira intorno
più insistentemente del previsto, immagina che abbia quegli
occhi da cucciolo
bisognoso d’affetto che lei ha tanto detestato nel corso
della sua esistenza.
Odia
sentirsi
anormale,
lo odia con tutto il cuore e tutti loro sono lì per
ricordarglielo e di
riflesso odia pure loro e la loro maledetta voglia di sentirsi utili.
Cosa è successo quella notte lei non lo ha ancora capito,
era sul campo di Lacrosse e qualcosa l’ha morsa, poi si
è svegliata cieca in
una stanza d’ospedale. I dottori dicono che sia stata
un’infezione, ma lei di
un’infezione del genere non ne ha mai sentito parlare.
Quale che sia la causa della cecità, comunque, resta il
fatto che lei adesso non ci vede e imparare di nuovo come è
posizionato tutto
nella sua vita la rende triste e frustrata. Sbatte continuamente contro
ante e
porte, non riesce a farsi i capelli e per truccarsi aspetta ogni
mattina
Allison che suona alla sua porta, e lei
non può nemmeno aprirle, perché ogni volta ci
mette quindici dannati minuti a
capire anche solo dove è posizionato alla parete il citofono.
Lydia dall’incidente non ride più, ma non
è nemmeno acida o
polemica, sta semplicemente zitta, con un’espressione
insofferente e apatica
sul viso.
Quando però spezza il silenzio urlando, una sera in cui si
trova con Allison, l’amica capisce che l’urlo non
è solo un maledetto residuo
di quello che qualcuno chiamerebbe disturbo
post traumatico da stress.
Allora Allison fa delle ricerche, scopre qualcosa, ma come
può dirle che i mostri esistono e che lei è uno
di quelli, adesso? Allora parla
con Stiles e Scott, chiede loro di aiutarla e salvaguardarla,
perché presto o
tardi capiterà: Lydia vedrà i morti e lei non
dovrà essere da sola.
La prima volta che succede Lydia è negli spogliatoi, prima
dell’urlo che le nasce spontaneo e che cerca di trattenere
tra le corde vocali,
sente un brusio alle orecchie, un voce acuta e lontana, un insieme
inarticolato
di mormorii che sembrano invaderle il cervello. Allison
l’abbraccia e le poggia
le labbra sulle tempie sudate, le sussurra qualcosa e lei non
può far altro che
gridare, in maniera disperata, quanto male facciano quelle voci.
La seconda volta che succede Lydia è in mezzo al cortile
della scuola, con Stiles che la stordisce di chiacchiere, da minuti
interi
ormai non lo ascolta più, annuisce solamente mentre un
sussurro improvviso e
caldo le perfora i timpani e una voce stavolta si fa strada in maniera
distinta
e chiara «Eloise»
dice di continuo.
Lydia non sa perché ma sente il bisogno di buttarlo fuori
quel nome, anche se
non sa chi diavolo è questa ragazza.
Stiles grida con quanto fiato in gola mentre lei si lascia
andare al richiamo delle voci.
«Urla Lydia. Urla»
E lei urla. Non sa nemmeno quale dolore, ma lo urla.
La terza volta che succede, dopo aver superato l‘urlo e il
tremore che le lascia ogni attacco del genere, dopo aver sentito tutte
le voci
che nella sua testa urlano in contemporanea, li guarda con astio, vuole
sapere
cosa sta succedendo e Allison la porta in silenzio di fronte a Deaton.
A cosa serva un veterinario al momento le sfugge.
Una sola frase e il suo mondo cambia.
«Hai perso la vista per imparare a sentire la morte»
E le voci tornano, più prorompenti che mai.
Le
sentirà
sempre.
Note 2.0: E nulla, ecco qui la piccolissima storiella su Lydia. Che dire, Lydia con quel plot è capitata a fagiolo, come si suol dire. Allison con il bestiario degli Argent trova più informazioni di quante ne avessero nel canon. Finite le differenze con il canon. spero vi piaccia.