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Autore: rowiel    01/06/2016    0 recensioni
Cosa sareste disposte a fare per incontrare l'uomo dei vostri sogni? Ma soprattutto quale cifra sareste disposte a spendere per trovarlo?
In fondo anche l'amore ha il suo prezzo e se non potete permettervelo, potete sempre prenderlo in affitto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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domenica 2 parte
Domenica 14 Febbraio – Parte II

Un'ultima occhiata allo specchio. Ok, sono a posto.
Bé, magari non proprio a posto, ma visto com'ero ridotta direi che è già un bel miglioramento. E in fondo mi ci sono solo volute due docce, una confezione di balsamo ed una guerra all'ultimo sangue con i miei capelli per riuscirci.
Riflettendoci meglio, sono davvero soddisfatta. Devo ricordarmi di ringraziare Julie per avermi convinta a prendere questa camicetta. È vero, è un po' trasparente e scollata, ma sta da Dio con la gonna anni '50 che morivo dalla voglia di mettere.
Ora non mi rimane che prendere l'ultima dolorosa scelta: ballerine o tacco alto? Le ballerine sono comode, ma il tacco slancia. Guardo indecisa le due paia di scarpe che ho davanti come se da quella scelta dipendesse la mia vita.
L'istinto grida tacchi, ma la testa vuole le ballerine. Il mio equilibrio è già abbastanza precario senza l'aiuto dei trampoli e alla fine è il desiderio ad evitare ulteriore figure di merda a far pendere l'ago della bilancia. E ballerine siano.
Un'occhiata distratta all'orologio mi informa che è già passata più di un'ora e venti da quando ho chiuso la porta in faccia a Mr Meraviglia prima di correre in bagno a vomitare anche l'anima.
Un vago senso di colpa mi si agita dentro. Io non sono mai in ritardo. Più o meno, insomma.
Stavolta però non è colpa mia. Voglio dire sono stati i postumi a parlare, o il panico, o lo shock o magari un mix di tutti e tre, perché io non avrei mai pensato di potermi preparare in 30 miseri minuti. Già in condizioni normali mi ci vuole un'ora prima di poter uscire di casa!
Io non volevo dirlo, ma mi è uscito prima di potermi fermare. Bé come si dice, in quel momento non ero nel pieno delle mie facoltà, non ero capace di intendere e di volere.
Il tic tac dell'orologio rintocca amplificato di dieci volte aumentando il mio nervosismo.
Ora vado. E poi non sarà la morte di nessuno se l'ho fatto aspettare un po', no? In fondo non sono io ad averlo cercato senza preavviso, giusto? Non gli ho detto io di venire.
Una vocina nella testa mi ricorda che in realtà non lo posso sapere, visto che i ricordi della scorsa notte sono piuttosto... ehm nebulosi.
Ho provato a chiamare Julie, ma credo sia entrata in coma visto che non mi ha risposto. Ho provato anche a convincermi che sia tutto uno scherzo o un increscioso malinteso, ma ho una pessima sensazione che mi attanaglia lo stomaco, come il presentimento di aver fatto una grande, un'enorme cazzata.
Torno a concentrarmi sull'orologio. Sono passati altri dieci minuti. Perfetto! Adesso sono in ritardo di un'ora, mi ricorda quella fastidiosa vocina.
Che vuoi che sia, mezz'ora, un'ora e mezza e quasi la stessa cosa, no? E poi non è stato Einstein a dire che il tempo è relativo? Un'ora e mezza è solo mezz'ora moltiplicata per tre.
Quasi vedo il mio stesso riflesso scuotere la testa, ma a chi voglio darla a bere? Così mi rassegno ad uscire. Forza, prima esco, prima chiarirò questa assurda situazione.
Afferro giacca e borsa, infilo gli occhiali da sole e sono fuori.

Il McGinty's a quest'ora è semi deserto per cui non ho difficoltà a individuare Mr Meraviglia. Ok, sono abbastanza sincera da poter ammettere che, anche se il pub fosse stato pieno fino a scoppiare, lo avrei trovato subito comunque, un uomo come lui si noterebbe anche al buio.
Lo guardo mentre se ne sta seduto al tavolo all'angolo, il più lontano dal bancone, baciato da un leggero raggio di sole. Un brivido, di natura ignota, mi risale la schiena. Forse mi sto ammalando.
Sono sicura che non può essere così bello come mi è sembrato. Voglio dire l'alcol fa sembrare tutti più affascinanti, è per questo che il 90% delle persone che vanno a letto con qualcuno da ubriachi se ne pentono il mattino dopo.
Mi concedo un momento per guardarlo prima di entrare mentre mi continuo a ripetere che andrà tutto bene. Mr Meraviglia sta tamburellando con le dita sul tavolo, mentre digita qualcosa sul telefonino. Ha le sopracciglia aggrottate e lo sguardo cupo. Sembra leggermente seccato.
Bene, odio gli uomini che si innervosiscono per un lieve ritardo. In più si vede da lontano che è un tipo insofferente. Non è decisamente il mio tipo. Voglio dire a chi piacciono gli uomini con spalle larghe, braccia forti e pettorali scolpiti?
Ad un certo punto mi rendo conto di essere rimasta lì a fissarlo con la bocca aperta e sento le guance imporporarsi. Ok, anche da sobria lo trovo vagamente attraente e allora? Ma questo non significa che lo trovi meno odioso, anzi.
Prendo un respiro profondo ed entro dirigendomi verso di lui con passi sicuri, contenta di aver optato per le ballerine. Adesso lo saluto, ci sediamo, chiariamo questo equivoco da persone civili e poi me ne vado. Semplice. Liscio come l'olio.
Sono a metà strada quando Mr Meraviglia alza lo sguardo e lo punta proprio verso di me. Mi blocco all'istante e istintivamente sorrido. Lui fa una smorfia e torna a concentrarsi sul suo dannato aggeggio.
Prendo un respiro profondo. Ci siamo. mi avvicino ancora e mi piazzo davanti a lui, ma prima che riesca ad aprir bocca è lui a parlare. “Tesoro scusa ma non sono interessato.”
Mi ha liquidata senza neanche degnarsi di alzare lo sguardo. Ma, cosa ancora più importante, non mi ha riconosciuta.
Non ci credo. Non so se ridere o piangere. Cioè, sul serio?
Da una parte è una situazione talmente ridicola che vorrei scoppiare a ridere, ma dall'altra devo concentrarmi per impedirmi di picchiarlo con la borsa? E poi è possibile che sia così arrogante da dare per scontato che ogni donna che gli si avvicini voglia provarci con lui?
Presuntuoso. Egocentrico. Stronzo!
Certo parte dell'incazzatura scema quando noto che il tessuto leggero della maglietta gli si appoggia al torace come una seconda pelle, ma mi do subito uno schiaffo mentale per essermi fatta distrarre. Al mondo c'è molto di più di un bel fisico scolpito. Al momento non mi viene in mente niente, ma sono sicura che c'è. E poi non mi importa se Mr Meraviglia si crede Big Jim, non può trattare le donne così. Non può trattare me così.
Avrebbe bisogno di un corso accelerato di buone maniere e tanto per fargli capire con chi ha a che fare lo fulmino con uno sguardo inceneritore.“Guarda che sei stato tu a venirmi a cercare. Razza di presuntuoso arrogante!” 
Ho le mani sui fianchi in una posa che mi ricorda troppo quella che assumeva mia madre quando mi sgridava da piccola.
Mr Meraviglia stacca finalmente lo sguardo dal telefono e mi fissa per un lungo, lunghissimo istante. Mi studia attentamente poi aggrotta un sopracciglio come non fosse convinto di avere davanti la stessa persona.
Perché glielo sto lasciando fare? Devo togliermi di lì, mettermi seduta e piantarla di comportarmi come un'adolescente in piena tempesta ormonale, eppure non mi sposto di un centimetro.
Le labbra gli si inarcano in un mezzo sorriso e poi, senza un minimo di vergogna, inclina leggermente la testa di lato e fa scivolare lo sguardo giù lungo le gambe e poi lentamente di nuovo su.
Un brivido caldo mi scuote da capo a piedi. Porca paletta, perché mi sembra che mi guardi come se non avessi niente addosso? A stento riesco a reprimere l'impulso di coprirmi il seno con le mani. Mi sbaglio o qua dentro ha iniziato a fare un caldo infernale?
Quando torna a guardarmi in faccia, ha l'aria di uno che ha davanti una miracolata ed io, invece di arrabbiarmi come sarebbe logico e giusto, me ne sto lì come uno stoccafisso mordendomi il labbro a sangue. Maledizione, perché diamine sono così nervosa, non è mica un appuntamento!
Non arrossire. Non arrossire. Non arrossire.
Le sue labbra si inarcano in un sorriso. «Dove hai lasciato quel grazioso cappellino?»
Io. Lo. Uccido.
Sapevo che dovevo mettere i tacchi, perché ora avrei saputo io dove infilarglieli per farlo smettere di sorridere.
«Che vuoi che ti dica, non si abbinava alle scarpe.» gli rispondo invece senza scompormi e con un sorriso radioso, tipica manifestazione femminile di ira funesta.
Mr Meravglia torna a fare la panoramica delle mie gambe. Non so perché mi fa questo effetto. Non è la prima volta che un uomo mi guarda, però il suo sguardo è diverso. Mi sembra quasi di sentirlo sulla pelle.
Alice, basta! Riprendi il controllo. Ok è un uomo bello e affascinante e forse ha ragione Julie a dire che ho bisogno di fare più sesso, ma non ora e soprattutto non con lui. Sei già abbastanza nei guai!
Sono una donna adulta e ho il pieno sui miei ormoni, cerco di ripetermi come un mantra.
Riprenditi. «È molto che aspetti?», gli chiedo con finta innocenza.
Per un attimo vedo tutti i suoi muscoli tendersi. A quanto pare non ha più tanta voglia di ridere. Peccato, penso ridacchiando tra me e me.
I suoi occhi gelidi come il ghiaccio gridano “Voglio bere il tuo sangue”, ma invece riesce a sibilare «No, figurati.», ma neanche il tempo di gustarmi la vittoria che aggiunge,«Sei stata carina a metterti in tiro per me.»
Per poco la mascella non mi si stacca per lo shock. Per lui? È questo che pensa, che mi sia vestita così per lui? Ma chi diavolo si crede di essere? Borioso coglione.
Se c'è una cosa che non sopporto, sono gli uomini che pensano che le donne vivano solo in funzione delle loro attenzioni. È una convinzione misogina e stupida.
«Per te?!», dico scoppiando a ridere come se avesse fatto la battuta del secolo, prendendolo in evidente contropiede.
Ecco fatto. Incassa e porta a casa brutto ego maniaco.
Non ci credo che pensasse davvero una cosa del genere, ma che genere di donne frequenta? Bé non mi importa, io non sono una di loro. Io non mi vesto per gli uomini ed è una mera coincidenza se invece del solito jeans e maglione informe ho indossato una gonna e una camicetta scollata. È una coccola per la mia autostima ammaccata, non per il suo ego esaltato.
Rialzo lo guardo giusto per beccarlo mentre mi guarda nella scollatura. Mi irrigidisco all'istante. Quegli occhi. Quegli occhi sembrano capaci di entrami sotto la pelle. In più deve essermi venuta la febbre perché non riesco a smettere di rabbrividire.
Ci metto un po' ad accorgermi che sta sorridendo, realizzando al tempo stesso che sto andando a fuoco. Sicuramente mi è venuta la febbre.
Mr Meraviglia abbozza un sorriso e scuote la testa. Non so perché ma mi fa venire una voglia matta di fargli la linguaccia, dargli un calcio in uno stinco correre via, ma cerco di darmi un tono e mi siedo.
Non ho neanche fatto in tempo a posare la borsa che mi sbatte davanti agli occhi un plico di fogli. «Questo è una copia del contratto che hai firmato ieri sera», annuncia indifferente come se stesse parlando del tempo.
Se mi avesse dato un ceffone, mi avrebbe fatto meno male.
Sto per morire. Adesso mi viene un infarto. Lo so. Ho il cuore a mille, le orecchie mi fischiano e sento il sangue pompare troppo velocemente al cervello annebbiandolo. Forse se mi viene un colpo riesco a tirarmi fuori d questa situazione, o forse il colpo mi è già venuto e tutto questo è frutto di una crudele allucinazione.
Quando devo essere patetica per trovare consolante l'idea di aver avuto un colpo apoplettico?
Ma non sono così fortunata, purtroppo. È tutto vero. È tutto drammaticamente reale, sento la carta ruvida sotto i polpastrelli, la sento appiccicarsi al palmo velato di sudore.
Non è uno scherzo. L'ho fatto sul serio.
Porca miseria tremo peggio di un malato di Parkinson e sudo. Tanto. Dio non sudo così da quella volta che con Julie abbiamo fatto una lezione di spinning.
La morsa allo stomaco si fa più forte. Ho voglia di vomitare.
Trattenendo il respiro alzo il primo foglio di un celestino chiaro e poi abbasso lo sguardo quel tanto che basta a leggere l'intestazione “Love4Rent” e il mio nome. La calligrafia, anche se malferma, è di sicuro la mia.
Oh Dio!
Merda. Merda. Merda.
Mi manca l'aria e ho la testa leggera. Non svenire, non svenire, continuo a ripetermi.
Le lacrime mi appannano la vista. Non scoppierò a piangere davanti a lui. Non mi umilierò più di quanto io non abbia già fatto. Devo restare calma. Magari non è così terribile come sembra. Magari è solo un abbonamento ad una rivista o roba simile. E poi non è così grave. I contratti si possono rescindere, è la legge.
Questo pensiero riesce a farmi rilassare almeno un po'. Posso rimediare. Non ho mica ucciso qualcuno in fondo.
Prendo tre respiri profondi e inizio a scorrere velocemente le pagine giusto per farmi un'idea del mare di guai in cui sto annegando. Non ci capisco niente, ho la testa che scoppia e quegli occhi di ghiaccio mi attraversano la pelle togliendomi quel poco di lucidità che mi resta.
«Ok. Dimmi di che si tratta.», mi arrendo infine allontanando l'infausto documento.
Non vorrei dargliela vinta, ma mi sento come se mi avesse appena investita un auto. Qualsiasi cosa Mr Meraviglia venda, io ho già fatto l'errore di impegnarmi a comprarla, ora devo solo capire quanto mi costerà questo stupido errore.
Contro ogni previsione però lui non ha l'aria del venditore che ha appena concluso un buon affare. Continua a tamburellare con le dita sul tavolo in un incomprensibile stato di tensione.
Ok è ufficiale, io non ci sto capendo niente.
«Che c'è non sai leggere?», sbuffa risistemandosi sulla sedia.
Strano. Decisamente troppo strano.
Incrocio le braccia sul petto piccata. «Non ho gli occhiali. Hai detto che volevi parlare. Parla.»
Dio quanto assomiglio a mia madre.
Prima di rispondermi si guarda un attimo attorno. «Diciamo che hai acquistato uno dei pacchetti di prova.»
Ma dai?! Adesso sì che è tutto chiaro!
Ma che fa, mi prende in giro? Ha per caso voglio di giocare a fare Mr Mistero? Perché io non ho nessuna voglia di tirare ad indovinare.
«Ma che razza di riposta è?», sbraito più forte di quanto avrei voluto. John, il barista, si gira e lo saluto velocemente con un cenno prima che si avvicini. «Dimmi di cosa si occupa la Love 4 Rent.»
In realtà in testa ho già un'idea. In fondo Love 4 Rent non mi sembra il nome di un negozio di giocattoli, o almeno di giocattoli per bambini.
Al solo pensiero mi si secca la bocca. Non ci posso pensare. Non ci voglio pensare.
Lui si protende verso di me sempre più a disagio. «Interazioni umani», mi risponde dopo un po' come se fosse colpa mia se non so di cosa stiamo parlando.
Interazioni umane? Che cazzo significa?
Sbuffo ormai con la pazienza agli sgoccioli. «Ovvero?»
Capisco dal suo sguardo che, se ancora aveva qualche dubbio, ora è certo che sono stupida. «Incontri... appuntamenti... lo sai, no?»
No, no che non lo so!
Appuntamenti.
Non voglio nemmeno pensare alla faccia che sto facendo. Dentro mi sento come l'urlo di Munch, ma molto, molto più shockato.
Guardo allucinata il contratto, poi Mr Meraviglia. Di nuovo il contratto e poi di nuovo lui, mentre nella testa in loop si rincorrono le parole Love 4 Rent... contratto... appuntamento... Guardo di nuovo l'uomo che mi sta davanti. È bello. È troppo bello. E di colpo arriva la mazzata.
Ho capito qual'è l'oggetto del contratto. Ora so chi è Mr Meraviglia.
Merda! Ho affittato un gigolò.

Oh Dio mi manca l'aria.
Se c'è un Dio giusto adesso farà in modo che io venga inghiottita da una voragine. Non mi può far questo.
Oppure... oppure adesso usciranno tutti i miei amici e si rivelerà tutto una stupida candid camera, perché questo non può essere reale.
No, non sta succedendo. Non a me. Non ora.
«Tu... t-tu vuoi d-irmi che...», farfuglio nel panico.
Mr Meraviglia, il gigolò che ho assunto e con cui forse ho fatto Dio-solo-sa-cosa, annuisce serio.
No, non è uno scherzo.
«Quindi tu... tu saresti...», non ce la posso fare. Non riesco proprio a pronunciare quella parola. «Ed io avrei...»
Non ho un solo pensiero di senso compiuto in testa. Eppure devo farlo. Devo sapere, devo chiedergli cosa è successo e come. Cosa ho fatto? Cosa abbiamo fatto? L'ho pagato per fare sesso con me oggi? L'ho già fatto ieri sera? Quanti soldi ho buttato? Ma soprattutto come ne esco?
Apro e chiudo la bocca più volte senza emettere un solo suono.
Non ce la faccio.
«I-io...», inizio a farfugliare, ma lo squillo del suo telefono mi interrompe.
«Che c'è?»
Registro mentalmente che non ha salutato. Non che in questa situazione sia una cosa importante, però chi risponde al telefono sbraitando in quel modo?
Gli vedo aggrottare la fronte e poi massaggiarsela con la mano.
«Senti... no, adesso non posso. Sto risolvendo una situazione.»
E questo che sarei? Una situazione da risolvere? È così che si dice? Immagino che sono con una cliente, suoni male.
Cliente. Solo a pensarla questa parola mi fa rabbrividire. Tra tutte le cazzate da ubriaca che ho fatto in vita mia, questa giuro che le batte tutte.
«Maledizione. Ho capito. Ok, dille che sto arrivando.». Riattacca senza salutare e si alza di scatto. «Devo andare.»
Non me lo sta chiedendo. Me lo dice e basta.
Mi prende il panico. Ma davvero pensa di poter sganciare una bomba del genere e poi mollarmi?
Lo incenerisco. «Tu non vai da nessuna parte. Noi dobbiamo parlare.»
«Se avessi evitato si sprecare un'ora e mezzo della mia vita a quest'ora avremmo già risolto.», mi ricorda senza degnarmi della minima considerazione.
Mi alzo anche io così da poterlo guardare negli occhi, più o meno visto che è dieci centimetri abbondanti più alto di me. «Tu adesso rimetti il culo sulla sedia e resti qui finché io non ci avrò capito qualcosa, ci siamo capiti?», sibilo furiosa.
Lui mi fulmina con lo sguardo, come se lo avessi appena preso a schiaffi, cosa che per altro muoio dalla voglia di fare.«Devo andare a lavoro.»
Alla parola lavoro le gambe mi cedono e crollo sulla sedia. In mente ho l'immagine di una signora attempata che lo aspetta su un letto a baldacchino indossando un improponibile negligé. Devo sforzarmi di reprimere un conato.
Accidenti a me, la devo smettere di leggere romanzi erotici.
«Non me ne frega un cazzo. Non puoi andartene. Io voglio capire cosa sta succedendo.»
Porca miseria ho la voce stridula da Chipmunk che più che incazzata, mi fa sembrare isterica.
Senza prestarmi la minima attenzione, Mr Meraviglia si infila il giaccone di pelle e mi porge un biglietto da visita. Sopra, scarabocchiato con una calligrafia orribile, c'è un nome, un numero ed un'ora.
«Domani vieni a quest'indirizzo e vedi di essere puntuale. Ho già perso troppo tempo per colpa di questo stupidissimo errore.» e senza degnarsi di salutare si mette il casco e, con falcate lunghe e decise, raggiunge la porta.
Ed in tutta questa confusione, dopo tutto quello che è successo in testa ho solo un pensiero; lo stronzo ovviamente ha la moto.
   
 
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