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Autore: pandafiore    01/06/2016    5 recensioni
[Post-Epilogo] {Per il momento incompleta.}
Capitol City si è ribellata.
La Paylor è morta, e, con essa, ogni speranza di un futuro felice per i distretti.
Gli anni sono passati, le cose sono tutte cambiate, il mondo è di nuovo sottosopra; tutto è diverso, tutto è come prima, ma in particolare una cosa è tornata: gli Hunger Games.
Chi vi parteciperà?
Beh, per la prima volta vedrete degli Hunger Games con personaggi che non vi aspettate, perché, a partecipare a questa nuova Edizione saranno proprio loro: i figli dei tributi sopravissuti.
I figli di Peeta e Katniss.
I figli di Johanna, Finnick, e molti, molti altri.
Chi vincerà?
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimba Mellark, Bimbo Mellark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4.

 

Dodici.





Oggi è la giornata definitiva, quella in cui gli strateghi ci giudicheranno come carne da macello; carne buona o carne di scarto.
Gira voce che Plutarch, lo stratega che ha salvato i miei genitori, lo stratega buono - così viene definito nel Dodici -, si sia suicidato dopo la caduta della Paylor, ma il suo corpo non è stato rinvenuto da nessuna parte. Può darsi che lo abbiano ucciso e scaraventato in qualche bosco, dissanguato. Ma nessuno sa effettivamente niente.

Il fratello di Ambra mi osserva con diffidenza, seduto di fronte a me; si chiama Rage ed è identico a suo padre, Gale. Ha diciotto anni come me, ma è difficile farci una conversazione, in quanto è più solitario e cupo persino di mia madre.
Ambra mi ha detto che hanno anche un altro fratello, molto simile a Johanna, proprio come lei, che era stato estratto, ma Rage si è offerto al suo posto. Questo era infatti suo fratello gemello, e mentre me ne parlava vedevo i suoi occhi brillare di nostalgia e dolore, nel doverlo abbandonare al 7. Johanna Mason non aveva nessuno da perdere, nei suoi Giochi, e questo l'ha resa incredibilmente forte, questa ragazza invece perderà almeno un fratello.
-Ryan, è il mio turno.- Mi sorride pacata mia sorella, con i suoi occhioni blu che si sforzano di rimanere sereni, ma celano una tristezza antica e al contempo nuova.
-Buona fortuna.- Le do un bacio sulla guancia e le lascio la mano che mi rendo conto stavo stritolando; l'ultima cosa che vedo è il suo esile corpo che mi dà le spalle aggraziato, poi la cella si chiude, e rimango solo in questa stanza che sa di chiuso e di plastica.
Dopo quindici minuti chiamano il mio nome; mi passo una mano tra i capelli ondulati, e mi avvio.
Alzo lo sguardo e noto gli strateghi tutti fermamente attenti su di me, con un cocktail colorato tra le mani, ma rigidi e seri. Mamma mi ha raccontato cosa aveva fatto - e tutt'ora la stimo per quella freccia ben scagliata -, e controllo immediatamente se c'è un campo di forza. Inizialmente non vedo nulla, ma poi, proprio vicino al volto del capo degli strateghi, scorgo una leggerissima vibrazione; il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Continueranno a creare campi di forza imprecisi, da bravi fessi quali sono. Non capiscono che costituiscono un'arma contro loro stessi?

Ignoro momentaneamente tutto ciò, e mi soffermo per qualche secondo sul volto del presidente Cruel, che so che ha insistito molto per essere presente oggi.
Le due piccole cicatrici che gli marcano il profilo del naso mi incuriosiscono non poco, così come il fatto che porti sempre i guanti, ma tralascio i miei pensieri e mi dirigo verso la postazione degli archi. Sto per prendere il più pesante, quando mi viene un'idea; non li stupirò mai lanciando una freccia, giusto? Anche se questa colpirà esattamente il cuore del manichino, mi daranno al massimo un sei; per questo prendo un manichino abbastanza robusto e faccio uno di quei nodi scorsoi che mi ha insegnato Finch.
Glielo infilo dalla testa e stringo sul collo; prendo velocemente le tempere e dipingo le ciocche biondiccio cenere che cadevano sulla fronte di Plutarch quando lo si vedeva ancora, per poi disegnare quel sorriso spezzato che lo caratterizzava.
Infine, con il nero ed il rosso assieme, scrivo sulla plastica del torace: Morto?

So che li provocherà, non potrebbe far altro, e so anche che così vado a cercare guai, ma non mi importa; le voci su di lui tra noi tributi sono forti e ripetitive, ma non c'è alcuna risposta ai nostri quesiti.
Appendo al soffitto il pezzo morto, come fosse impiccato e me ne vado senza badare al fatto che Cruel si sia alzato in piedi con il volto inorridito, per quanto quel silicone che ha sugli zigomi glielo permetta.

So che mia madre ha fatto qualcosa di simile per Seneca Crane, ma non me lo ha mai raccontato lei, quanto invece i vecchi del Distretto, ostinati ad elogiarla ogni singolo giorno.
Prendo uno straccio e mi strofino via il colore dalle dita, un gesto che ho fatto tante volte, a casa, di fronte ad una tela che rappresentava farfalle blu e argento come i begli occhi di Daisy.

Arrivo a casa che Effie, Haymitch, i miei genitori e Daisy sono già a tavola, che mi aspettano per cenare.
-Non ho molta fame, mangiate pure.- Li congedo con un sorriso educato, andando in camera.
Mi butto sul letto e faccio a malapena in tempo a prendere il cuscino e strapazzarlo tra le mani, che qualcuno bussa alla porta; non ho voglia di rispondere, tanto, qualunque cosa dica, questa persona irromperà nella stanza, con o senza consenso.
E così accade, infatti. Solo che credevo che l'ultima persona che mi potesse raggiungere in questa camera ombrosa fosse mia madre.
Il suo passo felpato mi affascina da sempre e vorrei essere leggero come lei, almeno quando caccio, ma è quasi impossibile.
Si siede in silenzio sul bordo del letto che le lascio come spazio e mi dà le spalle, mentre mi tiro su a sedere anch'io.
-Che c'è?- Le domando, dopo una manciata di minuti di puro silenzio.
Scrolla la testa e si volta verso di me su questo materasso morbidissimo.
Occhi grigi negli occhi grigi, metallo che fonde dell'altro metallo, laghi d'acciaio liquido che si tuffano l'uno nell'altro vicendevolmente; porta una sua mano ghiacciata a lato del mio volto, e intravedo una lacrima abbandonare i suoi occhi e scorrere sullo zigomo sinistro con fatica e rammarico. Un'unica lacrima è quella che mia madre si concede, troppo forte per lasciarsi andare. Chiudo gli occhi e abbandono il volto su quella mano così fredda, così morbida; un gesto così materno e così raro che mi prende il cuore e me lo grattugia.
-Ti voglio bene.- Le dico, dopo almeno dieci anni che non lo facevo, e prendo il suo esile corpo, stringendolo a me con quanto più forza possiedo.
Sento una sua lacrima bagnarmi la spalla, ma presto lei si ritrae silenziosa e mi guarda con quei suoi occhioni profondi, annuendo muta.
E, come è venuta, altrettanto soave se ne va, lasciandomi solo in questa stanza, che profuma di lei, e affondo con delizia il naso nelle lenzuola che si sono subito impregnate del suo profumo di spigo.
Mi addormento con il pensiero dei suoi occhi grigi lampanti, che lotteranno per noi, e mi risveglio con esso, quando Effie viene ad annunciarmi che stanno per dare i voti a noi tributi.
Sarà una giornata molto molto importante, a suo dire.

Mi vesto ed esco dalla stanza dopo poco, entrando in sala e sedendomi di fronte alle brioches al cioccolato e al caffelatte. Ammetto che le brioches le facevo meglio io in panificio...
La voce di Caesar Flickerman - ma non era morto? - riempe la stanza e Daisy mi stringe una mano in modo estremo, bloccandomi la circolazione. La guardo per qualche istante e la ritrovo terrorizzata, che fissa lo schermo, in cui Caesar dagli eccentrici capelli viola - con l'aggiunta qua e là di qualche piuma variopinta - inizia ad introdurre i tributi.

Prima appare una foto del tributo, poi esce, in sovrimpressione, il punteggio che ha ottenuto. I Tributi Favoriti naturalmente ottengono voti che vanno dall'otto all'undici; ma anche Ambra e suo fratello Rage, che sono del Sette, ottengono un ottimo dieci.
In realtà la maggior parte dei ragazzi riceve una media molto alta.
-Daisy Mellark...- Alziamo tutti la testa. -...otto!- Mia sorella mi guarda raggiante con gli occhi che letteralmente brillano e la abbraccio subito, per staccarmi soltanto quando mi sento chiamare e vedo una mia foto sullo schermo.
-Ed infine Ryan Mellark...- Il cuore pulsa, sento le vene vibrare a contatto con la mano di Daisy a destra, e con quella di Effie a sinistra. Mi mordo la lingua saggiandone il sapore di sangue, e attendo il peggio. -Wow! Ryan Mellark, distretto 12: Punteggio massimo! 12 punti!-
Papà ed Haymitch si alzano in piedi e mi guardano ridendo, mentre mamma soffoca un sorriso a sguardo basso e Daisy mi abbraccia forte. Effie, invece, mi osserva sconvolta, con la bocca aperta.
Tutti mi danno pacche sulla schiena, applaudono, si congratulano, ma credo sia impossibile aver davvero preso un dodici. Più dei favoriti? E quali tecniche ho dimostrato io, con la mia sfacciataggine?
-Dev'essere un errore.- Dico a papà.
-Non credo... che cosa hai fatto?- Mi chiede, portandomi in disparte assieme alla mamma, lasciando gli zii e Daisy a ciarlare tra loro.
-Io... io ho impiccato un manichino che rappresentava Plutarch e ci ho scritto sopra Morto?. Quando sono uscito, Cruel si è alzato in piedi e aveva una faccia strana.-
I miei sorridono e si scambiano un sguardo complice, prima che papà dica:-Hai avuto un cattivo esempio.- Indicando mia madre, che mi scruta imperterrita con i suoi occhi cupi, ma brillanti.
-Sei stato bravissimo!- Daisy mi salta sulle spalle contenta, ma io mi domando se solo io penso che questo voto rappresenti una minaccia per me...

***

Questa sera c'è la sfilata. Dopo quel punteggio avremo gli occhi di tutti puntati addosso, ma non possediamo nemmeno uno stilista.
Eppure papà e mamma ci sorprendono, ancora una volta, arrivando in camera con due divise nere.
-Voi indossatele.- Ci dicono. -Fatevi fare i ritocchi e il trucco da Effie, ci vediamo questa sera sul carro.- Annuiamo rapiti dal sorriso furbo di mamma, e ci rifugiamo nelle nostre stanze a vestirci.

Effie arriva dopo mezz'ora a prepararmi; mi sistema i capelli biondi con cura e maestria, come se avesse sempre maneggiato pettini in vita sua, e poi mi trucca, dando ulteriore risalto alle mie somiglianze con mio padre; se non fosse per questi occhi grigi, mi chiamerebbero Peeta Mellark.
Un piccolo ritocco alla divisa, in quanto io sia un po' più alto di papà, e sono pronto.
-Sei splendido.- È l'ultimo commento di mia zia, prima che mi lasci un buffetto sulla guancia e se ne vada sui suoi tacchetti fini e rumorosi.
Alle otto in punto, quando ormai il cielo fuori è nero come la pece, arrivo al mio carro, dopo aver girovagato fra i vari tributi, che mi guardano come un leone guarda una succulenta gazzella.
Ignoro gli occhi che mi fissano e mi ricongiungo con mia sorella, sulla quale Effie ha fatto un lavoro da maestra; i capelli corvini intrecciati in vari modi sulle spalle, e alcuni lasciati sciolti e liberi al vento.
Salgo sul carro nero trainato da cavalli altrettanto scuri, e noto che con queste divise incutiamo abbastanza timore.
-Allora...- Esordisce la mamma, venendoci vicina per non dover gridare. -Questi sono i costumi infiammabili che Cinna aveva cucito per noi. Vi daremo fuoco.- Gli occhi che brillano commossi al ricordo di quello stilista che lei tanto amava.
-Tranquilli, è fuoco finto, ma sembra vero.- Aggiunge papà, leggendo la paura negli occhi di Daisy.
-Siete sicuri?- Domanda quest'ultima. -È molto rischioso, potrebbe sembrare un affronto a Capitol.- La voce che le trema.
-È proprio questo che vogliamo.- Risponde mamma, decisa, con un sorrisetto sulle labbra e gli occhi di metallo che lampano fiamme ardenti, come quelle che tra poco ci circonderanno. È lei, è questa la ragazza di fuoco.

Le porte dorate si aprono, la folla acclama, guardo Daisy, le prendo la mano, e sento questo strano calore alle nostre spalle; mi volto e mi rispecchio in fiamme più belle che mai.
Stringo forte la mano di mia sorella, mentre tengo nell'altra il pulsantino che mi permetterà di fermare il fuoco quando saremo arrivati, e spero che vada tutto bene, mentre il mio cuore impazza.





____________________

Buongiorno!
Tanto per iniziare: il nome del figlio di Gale è Rage; in inglese significa rabbia, collera, ira, furore.... un come po' il caratterino del padre insomma.^^
Sto cercando, come potete notare in ogni capitolo, di dare significato ai nomi, così magari sono un po' più facili da ricordare:)

Bene, non aggiungo altro, sono curiosa di sapere cosa avete recepito voi!;) Corro a scrivere allora!
Baci

   
 
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