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Autore: cioco_93    01/06/2016    1 recensioni
New York è un punto di svolta per chiunque vi approdi, ed è proprio questo che Elena sta cercando: una vita diversa da quella da cui è scappata, una vita felice e senza problemi.
Damon invece è il classico cattivo ragazzo, che i problemi ama crearseli, e scappa da tutto quello che potrebbe dargli stabilità.
Due vite diverse, che però per destino si incontreranno e scontreranno, nel tentativo di viversi senza paura.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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22. Decidere

Poco più di una settimana più tardi ero rasente la pazzia.
Avevo passato il capodanno a inventare le più svariate scuse per non bere, sempre più spesso mi capitavano i giramenti di testa, che a causa del mio stato e dello stress non accennavano a diminuire, non ero riuscita ancora a trovare il coraggio per parlare con Damon, portandolo così ad allontanarsi da me, e ciliegina sulla torta, esattamente prima dell’epifania mi ritrovai a fronteggiare mio padre.
- Passato bene il resto delle feste.?? – domandò una volta che ci sedemmo su un’anonima panchina nel mezzo di Central Park.
- Si grazie… - affermai fievole.
- So che non ne vuoi parlare con me, ma quel ragazzo.. Quello che era con noi al bar qualche tempo fa che ti teneva d’occhio e si fa fotografare in giro con te sui giornali…- iniziò a domandare titubante, cosa che però non era che una vecchia abitudine di quando si trattava delle mie relazioni, fin dai tempi del liceo.
- Si, è il mio ragazzo – risposi secca provocando un lunghissimo minuto di silenzio – papà ascolta… questa settimana ho avuto determinate notizie, che mi hanno sconvolto un po’ le giornate, e adesso io non so cosa fare, non ne ho idea, ma a secondo della scelta….Dio è tutto così complicato – tornai a parlare poi nervosamente e in modo sconnesso più a me stessa che all’uomo accanto a me che mi guardava spaesato.
- Elena non sto capendo assolutamente niente di quello che stai dicendo – mi fece notare mio padre preoccupato.
- Sono incinta papà. E se decidessi di tenere il bambino non ti potrei più donare il mio fegato – sentenziai cupa fissando il vuoto.

Quella sera andai direttamente all’appartamento di Damon. Il ragazzo era partito per lavoro per qualche giorno, sarebbe tornato quella notte e io necessitavo assolutamente di vederlo.
Poco prima che partisse aveva notato palesemente il mio strano comportamento, tanto che arrivai ingiustamente ad accusarlo di quanto fosse paranoico ed oppressivo. Fui cattiva, me ne uscì con frasi come “non sono Rose che mi devi tenere d’occhio”, e ovviamente litigammo come non ci capitava da tempo. Il nervosismo di quei giorni aveva prevalso su di me, e volevo farmi perdonare al meglio, ma soprattutto rifugiarmi tra le sue braccia dopo la lunga giornata. La cosa peggiore e che conoscendo Damon, non sarebbe stata una passeggiata, contando poi che da quando era partito per orgoglio, nessuno dei due aveva scritto all’altro.
In quei giorni tra l'altro, tutti avevano finito le ferie da un pezzo, e io mi ritrovai con una pausa lavorativa più lunga del previsto, ma purtroppo nessuno con cui condividerla, e soprattutto nessuno con cui sfogarmi in quel mio totale momento di crisi.
Mandai un messaggio a Caroline con scritto di non aspettarmi che dormivo da Damon, e dopo di che mi buttai sul suo letto e senza accorgermi mi addormentai.
Venni svegliata dal rumore delle chiavi nella serratura, ma prima che riprendessi totalmente conoscenza per andare in salotto, fu il proprietario di casa a palesarsi in camera, stupendosi ovviamente della mia presenza, ma comunque con il suo fare ancora arrabbiato e strafottente.
- Ciao – disse freddo buttando il suo borsone sul pavimento.
- Hej – risposi timidamente io sedendomi a gambe incrociate sul letto – Andato bene il viaggio.?? – cercai di domandare per sciogliere il ghiaccio.
- Si. Città del Messico ha sempre il suo fascino, e poi faceva decisamente più caldo che qui – affermò iniziando a cambiarsi in abiti più comodi – te com’è andata in questi giorni.?? – chiese poi lui nel tentativo di far conversazione. Tutti e due eravamo ancora sull’attenti e poco intenti a cedere per primi.
- Mi sono parecchio annoiata – risposi in modo vago. Stavo cercando un modo per abbattere quel muro che si era creato, in modo da prendere coraggio per parlare, ma non avevo ancora capito il modo migliore – Sei ancora arrabbiato.?? – domandai poi d’un tratto totalmente spoglia di orgoglio. Il ragazzo mi fissò con fare esasperato, e dopo aver raccolto le parole giuste, iniziò a rispondermi come un fiume in piena.
- Certo che sono ancora arrabbiato. Ma non riesco a dirti di uscire da questa stanza perché starti vicino al momento mi fa impazzire, ma anche non starti vicino mi fa impazzire. Ho cercato di ignorarti per tre giorni, ma stavo diventando matto tanto che, per quanto sia arrabbiato, trovarti qui sul mio letto, la reputo la miglior cosa della giornata, per quanto vorrei ancora evitarti. Questo è quanto potere tu hai su di me. Io non sono razionale con te. Sarei capace di buttarmi da un burrone se solo me lo chiedessi, ma tu… tu sei così distante. Non so cosa sia successo, ma ti prego parlamene, o fa qualsiasi cosa, non lasciarmi star male per qualcosa che non so cosa sia. Perché Elena ti conosco, qualcosa c’è…- disse tutto d’un fiato afflitto il ragazzo.
Non so quanto rimasi lì silenziosa a fissarlo, ma ogni secondo che passava vedevo il suo fervore affievolirsi a causa del dolore.
- Aspetto un bambino – risposi d’un tratto secca e terrorizzata dall’averlo detto ad alta voce, e la sua reazione fu indecifrabile inizialmente, come al suo solito. Non si mosse di un centimetro, non aprì bocca, rimase solo lì a fissarmi, come se avesse davanti un fantasma – Damon ti prego di qualcosa – aggiunsi poi alzandomi dal letto e avvicinandomi cautamente a lui. Ero pronta a sentirmi dire che lui se ne tirava fuori, che non ne voleva sapere, o meglio ancora, ero pronta a vederlo scappare dalla porta, ma come al solito mi spiazzò con qualcosa che mai mi sarei aspettata.
- Sposami – affermò dal nulla tornano finalmente a guardarmi negli occhi e io quasi non scoppiai a ridere per l’assurdità delle sue parole.
- Cosa.?? No.!! – risposi poi di getto incredula alla serietà che vedevo nei suoi occhi.
- Perché.?? – domandò imperterrito lui.
- Perché sei solo sconvolta dal fatto che ti appena detto di esser incinta, perché non so nemmeno cosa fare, perché io te ci conosciamo da pochi mesi e siamo già così complicati e tu mi parli di matrimonio…e questa conversazione è fuorviante.!!! – risposi allibita da quello che ci stavamo urlando contro.
Damon non replicò più però alle mie ultime parole, e nonostante fosse oramai in tuta, uscì dalla camera per mettere scarpe e cappotto e se ne andò di casa lasciandomi di nuovo da sola.

Aspettai tutta notte, dormì poco e niente, ma di Damon non si vide nemmeno l’ombra. Decisi solo verso le 8 del mattino di tornare nel mio appartamento per sfogarmi almeno con Caroline.
La giornata precedente era stata straziante, e la speranza di riconciliarmi con Damon, se già prima sembrava lontana, al momento mi sembrò davvero impossibile.
- Wo, come siamo mattiniere – esordì la mia bionda coinquilina stranita della mia presenza, ma non ebbi forze di risponderle: le corsi solo incontro per abbracciarla e scoppiai a piangere sulla sua spalla.
- L’ho perso… - iniziai a farfugliare.
- Ma di chi parli.?? – domandò preoccupata lei staccandosi da quel morboso abbraccio.
- .. Damon …- risposi tra un singhiozzo e l’altro, mentre Caroline perplessa mi accompagnava sul divano.
- Vedo che gli ormoni della gravidanza danno già i loro effetti – ribatté lei sarcastica.
- Care ho fatto un casino… stavamo litigando e gli ho detto del bambino – ammisi.
- Oh… e lui è scappato.?? Non è da lui, non capisco credevo che…- cercò di ragionar ad alta voce la ragazza, ma ovviamente la interruppi.
- No, non è scappato. Mi ha chiesto di sposarlo.!! – le dissi esasperata.
- CHE COSA HA FATTO.?? – domandò lei 3 toni sopra la media.
- E io gli ho detto di no. A quel punto se ne è andato – continuai ignorando la sua reazione.
- CHE COSA HAI FATTO.?? – strillò nuovamente questa volta nei miei confronti.
- Care dovevi vederlo, è impazzito. Si è rivestito e se n’è andato. L’ho aspettato fino adesso ma non si è fatto vivo, non risponde ne ai miei messaggi ne alle chiamate…l’ho perso – le spiegai con il terrore negli occhi.
- Calmati Elena. Damon ti ama troppo per perderti. Sarà andato da Stefan o Ric. Fidati di me, andrà tutto bene – aggiunse poi riabbracciandomi.

La stanchezza della nottata passata in bianco ovviamente a una certa si fece sentire. Crollai vestita sul mio letto dove mi ero rifugiata come una bambina, e mi addormentai in men che non si dica, nel mentre che accarezzavo la mia pancia.
Era una situazione surreale. Erano oramai 2 mesi che qualcuno cresceva dentro di me e io non me ne ero nemmeno accorta. Da ragazzina mi ero tante volte immaginata come sarebbe stato il giorno che sarei rimasta incinta.... un donna in carriera, in una bella casa forse un po' più in provincia, con un marito accanto che mi amava. E invece mi ritrovavo a 23 anni, con uno stage ancora da finire, a piangere da sola nel mio appartamento a New York ea chiedermi se l'uomo che amavo sarebbe tornato da me.
Quando si dice che la vita non va mai come la programmi.
Mi svegliai qualche ora dopo quando senti irrompere qualcuno nel nostro appartamento.
- Dov'è.?? - chiese in ansia il ragazzo appena si chiuse la porta.
- Si è addormentata finalmente in camera. Ti ha aspettato tutta notte, aveva bisogno di riposarsi – affermò fredda Caroline.

- Barbie sei arrabbiata con me.?? - domandò perplesso all'atteggiamento scontroso della bionda Damon.
- Certo che sono arrabbiata con te razza di idiota.!! Tu cosa faresti quando ti ritrovi la tua migliore amica in lacrime ed esausta per non aver chiuso occhio alle 8 di mattina dopo che ha litigato con il suo ragazzo.?? - rispose stizzita la ragazza.
- Tu cosa sai.?? - chiese a seguire il nostro vicino ammorbidendo finalmente i toni.
- Che lei ti ha detto del bambino e che te tu ne sei uscito con una proposta di matrimonio campata per aria – gli rispose – Tu piuttosto dove diamine sei stato.?? -
- Stefan.... avevo... avevo bisogno di schiarirmi le idee... - confessò il ragazzo.
- L'hai terrorizzata. È convinta che tu la voglia lasciare – lo informò sospirando la ragazza.
Quello che seguì, ovviamente mi fu ignoto. Sentì solo come il silenzio calò tra di loro e dopo qualche attimo che mi sembrò durare anni, sentì schiudersi lentamente la porta della mia camera.
Non aprì gli occhi nell'immediato: avevo troppa paura che se l'avessi fatto, mi sarei trovata la esile figura di Caroline pronta a consolarmi per quello che temevo maggiormente, ma quando sentì il tocco dolce delle carezze di Damon sul mio braccio finalmente ebbi coraggio di aprirli.
- Mi sa che ti devo delle scuse – disse dolcemente il ragazzo sedendosi accanto a me sul letto non appena intuì fossi sveglia.
- Non farlo mai più...avevo paura mi avessi lasciata – constatai con naturalezza, ma senza rancore. Erano stati giorni pesanti, e tutte due avevamo colpe per i nostri comportamenti, non aveva senso litigare ancora.
- Non osare pensarlo mai più. Te l'ho detto ieri sera: tu mi rendi irrazionale, faccio e dico cose senza senso, ma senza di te non resisto. Non potrei mai andarmene da te, per quanto possa esser sconvolto o arrabbiato – cercò di rassicurarmi lui accarezzandomi dolcemente il viso.
A quel punto mi sedetti anch'io e mi avvicinai dolcemente per potergli lasciare un casto bacio sulle sue meravigliose labbra.
- Cosa facciamo Damon.?? - gli domandai poi sospirando. Nonostante tutto avevamo ancora qualche argomento in sospeso – E non azzardare a proporre nuovamente di sposarci – aggiunsi poi sarcastica. Il ragazzo mi tirò a se, facendomi così sedere sulle sue gambe e iniziò a fissarmi con un'intensità spiazzante.
- Tu cosa vorresti.?? - domandò lui.
- Io.... Io non lo so Dam, te l'ho detto. Un figlio adesso... è complicato – ammisi tristemente rifugiando la testa nell'incavo del suo collo.
- Vuoi abortire.?? - chiese secco senza emozioni.
- Sarebbe forse la cosa più logica... però... - cercai di spiegarmi, ma Damon si scostò leggermente da me per guardami serio negli occhi.
- Elena ascoltami un attimo. So che è il momento sbagliato, so che è complicato, ma io... - iniziò a parlare emozionato e posandomi una mano sul ventre – io sento che ce la possiamo fare. Teniamolo Elena. Non sarà facile, ma io credo in noi, anche se stiamo insieme da così poco io…- cercò di continuare, ma lo interruppi al volo.
- Sai cosa porterà tutto questo.??? Sarò lunatica e acida più di quanto non lo sia già normalmente per i prossimi 7 mesi. Dovrai correre a comprarmi il gelato ogni volta che te lo chiederò e non lamentarti quando arriverai da me con la vaschetta e io ti urlerò che adesso ho voglia di pizza. Dovrai sorbirti scleri per qualsia cosa non mi vada a genio, e pianti infiniti senza motivo, e quando arriverà il bambino vorrà dire notti insonnie e...- iniziai a spiegarli a raffica per cercare di fargli capire in cosa ci stavamo realmente imbarcando, ma mi fermò con un veloce bacio per poi tornare a prendere parola.
- Ti amo Elena. Per te sarei disposto a correre anche alle 3 del mattino fino all'altra parte della città a comprarti del gelato e tornare indietro pure per la pizza. Sarò disposto anche a dormire sul divano o esser cacciato di casa ogni volta che mi dirai di andarmene, per poi tornare ogni giorno dopo. E questo sempre, anche tra 60 anni quando saremo vecchi e decrepiti – affermò lui con dolcezza e quel punto presi la mia scelta.
Mi fiondai sulle sue labbra con decisione, e in men che non si dica fui su di lui a cavalcioni, che lo tiravo a me con foga per i capelli.
- Siamo due pazzi. E se fosse tutto quanto un'errore.? - gli soffiai a fior di labbra incredula ancora della nostra scelta.
- Non potrei mai considerare un errore qualcuno che avrà il tuo sorriso – rispose serio lui tornandomi a baciare.

Buonasera ragazze :)
Di nuovo qui, come ogni due giorni a rompervi con la mia storiella :D
Che ne dite.?? Si lo so:
1) ho scopiazzato due frasette direttamente dal telefilm
2) ho lasciato in sospeso il discorso tra Elena e suo padre, ma quello che si sono detti lo scoprirete giusto giusto il prossimo capitolo
Sarò breve, perchè oggi sono un po' di frett, ma spero davvero abbiate capito comunque le ansie di Elena e le sua scelta. Entrambi sanno benissimo che non sarà una passeggiata questa gravidanza, ma sono i nostri DELENA prendono le decisioni a dispetto di tutto e di tutti perchè il loro è un amore che gli rende irrazionali, ma si amano davvero.
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitoletto, e vi aspetto alla prossima.!!
Un A.

 

  
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