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Autore: Stray_Ashes    01/06/2016    1 recensioni
[Traduzione] - [Priest!Gerard] - [Frerard]
"«Gerard pensa che io abbia delle stigmate*» disse Frank, perché tanto, dannazione, le cose non potevano andare peggio di così. Aveva bisogno di liberarsi di quel peso.
«Oh, beh...» rispose Brian, il viso fra le mani. «Naturalmente» "
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Lavoro originale di Bexless, la mia è una traduzione. Personalmente, ho amato la serie di Unholyverse, quindi davvero, ve la consiglio anche in inglese; io, intanto, mi svago provando ad allenarmi traducendola. La storia ha diversi elementi legati alla religione, ai demoni e l'esorcismo, ma credo che meriti veramente molto comunque.
E poi, Gerard versione prete, ha un fascino tutto suo.
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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10. It's Not a Sin



«Non siamo poi così diversi io e te, Frank» disse Gerard, tutt’a un tratto.
 
Frank, da suo canto, scoppiò a ridere, forse un po’ troppo forte, per coprire la propria confusione. «Non lo so amico, temo che avrei qualche problema a fare un lavoro dove un libretto tascabile mi dice che non posso neanche masturbarmi»
 
«La Bibbia non l’ha mai detto»
 
«Cosa?» Frank fece una smorfia. «Sì invece»
 
«No, invece» scosse la testa Gerard. «E’ il Catechismo a dirlo, basandosi sul fatto che l’azione dissacrerebbe la sacra funzione del sesso, ma di per sé la Bibbia non dice che la masturbazione è un peccato»
 
«Certo che sì!»
 
«Okay,» Gerard fece una faccia risoluta, gesticolando con la mano in un segno d’invito. «E dove lo dice, allora?»
 
«Non spargere il tuo seme al suolo» rispose Frank, trionfalmente. «Levitico, o quella roba lì»
 
«Il Levitico è un libro pieno di pazzie, in grado di chiederci di lapidare qualcuno per aver bevuto un cocktail di gamberi» disse Gerard, accennando un sorriso divertito. «Il libro che stai citando con tanto orgoglio è la Genesi, e non è ciò che in realtà dice»
 
«Bene allora, uomo santo, che dice?»
 
«E Giuda disse a Onan, ‘Giaci con la moglie di tuo fratello e adempi al tuo dovere di cognato, rendendo a tuo fratello una prole del suo stesso sangue» snocciolò Gerard all’istante. «Ma Onan sapeva che quei figli non sarebbero stati suoi; quindi, ogni volta che giaceva con la moglie di suo fratello, spargeva il suo seme al suolo pur di non creare prole. Ciò che fece era malvagio agli occhi del Signore, che quindi lo condannò a morte»
 
Frank gli rivolse un’occhiata strana. «Quindi… “tirarsi fuori prima” è un atto punibile con la morte?Perché in tal caso conoscerei un bel po’ di coppie cattoliche nei guai fino al collo»
 
«Questo non è il punto della storia…»
 
«E quale sarebbe? E perché diamine sto Onan dovrebbe giacere con la moglie di suo fratello? Non ho ingoiato la Bibbia come te, amico, ma sono abbastanza sicuro che quello sarebbe adulterio»
 
«Lo sarebbe eccome,» annuì leggermente Gerard, concedendogli almeno quello. «Ma vedi, suo fratello era morto, e al tempo era tradizione che Onan prendesse la propria cognata sotto il proprio tetto, perché ella non rimanesse sola tra gli sconosciuti, e doveva darle un figlio in onore del marito morto»
 
«Di cosa morì il fratello?»
 
Gerard parve tutt’a un tratto a disagio. «Il Signore lo condannò»
 
«E perché mai?»
 
«Agì malvagiamente ai suoi occhi» mormorò, sospirando quando Frank strabuzzò gli occhi. «Già, lo so, lo so»
 
«Dio era piuttosto inquietante nel Vecchio Testamento, sai?» disse Frank, lanciando al soffitto uno sguardo diffidente.
 
Gerard agitò le mani con irritazione, respingendo l’idea che Dio potesse esserlo. «Senti, il punto è che Dio non ce l’aveva con Onan perché aveva sprecato il suo seme, okay? Era furioso perché aveva disobbedito al padre e alla tradizione, violando quindi il quarto comandamento, e per--»
 
«…perché aver schizzato per terra anziché nel corpo della moglie del fratello morto?» Frank incrociò le braccia sopra le lenzuola. «Wow, già, che terribile stronzo»
 
«Non si parla di – di “schizzare”, Frank» Gerard colpì il bordo del letto,per aggiungere enfasi; tutto rosso così come stava diventando, era fottutamente carino. Frank non potè fare a meno di notarlo. «Onan rifiutò di dare a sua cognata un figlio, perché continuava ad ascoltare qualche stupido orgoglio maschile; eppure, ci è comunque andato a letto, l’ha usata per il suo egoistico piacere. Trasformò quell’atto, che sarebbe potuto essere solenne, bellissimo, un dono di gioia e di vita, una continuazione del suo stesso sangue e di quello del fratello, in qualcosa di sbagliato, sfruttando la donna come un grande gioco sessuale, ed è questo il fottuto peccato, capisci? E su questo non ci piove! Non sto dicendo che quel tizio meritasse di morire, ma non pensi che tutto questo lo renda un grandissimo coglione?»
 
Frank prese a pizzicare le coperte, sentendosi improvvisamente un gran coglione a sua volta. «Non ci avevo pensato in quel senso…»
 
«Quasi nessuno lo fa mai» ribatté Gerard caldamente. «Guarda, potresti trovare le prove che quasi ogni cosa sia un peccato, se volessi. La Bibbia è ambigua, ma aperta all’interpretazione. Io scelgo di non vederla in chiave  “Dio odia gli orgasmi”»
 
Frank si rigirò nella mente quelle frasi, trovandole all’improvviso interessanti. «E quello là pazzo, il Levitico, ha qualcosa da ridire riguardo a tutta questa storia?»
 
«Oh, quello ha un sacco da ridire su un sacco di cose,» rispose Gerard cupamente. «Se vivessimo ancora secondo le regole del Levitico, dovremmo uccidere i bambini quando rispondono ai loro genitori, o dovremmo considerare sporchi gli uomini che hanno avuto un orgasmo andando a letto con una donna»
 
«Seriamente?!» Frank scoppiò a ridere, ancora più forte quando si accorse di come questo irritasse maggiormente Gerard. «Sua madre non gli ha mai spiegati da dove vengono i bambini?»
 
«Apparentemente, no» disse Gerard, l’accenno di un sorriso che cominciava a formarsi agli angoli della bocca. «Te l’ho detto, è tutto pazzo»
 
«Quindi non c’è niente lì a proposito della masturbazione?»
 
Gerard piegò un poco la testa da un lato. «Niente che vorrei le persone prendessero a cuore»
 
A quel punto, Frank chiese mentalmente scusa a sua madre, prima di aprire bocca: «Quindi… lo fai anche tu?»
 
«Fare cosa?» chiese Gerard distrattamente, aprendo il suo taccuino con l’unicorno.
 
«Masturbarsi» mormorò Frank, arricciando le dita dei piedi e trattenendo il respiro alla propria domanda ardita.
 
«Ovviamente» Gerard girò una pagina, poi sollevò lo sguardo su Frank. «Non molto spesso ma… sì»
 
«Oh» fece Frank, debolmente. «Oh.»
 
E ora Gerard stava blaterando di nuovo, qualcosa sul tatuaggio di Frank e sulla storia delle stigmate, ma Frank non stava davvero ascoltando, essendo ben più intento a smetterla di immaginarsi Gerard, mentre si toccava, nudo, oltre che per il collare…. e Dio, Frank sarebbe finito all’Inferno.
«Tornerò tra un attimo» disse a un tratto il giovane prete, lo stridio della sedia che tirò Frank fuori dalla Terra dei Fantasiosi Piaceri Corrotti.
 
«Vai via..?» saltò su Frank, afferrando il polso di Gerard prima che potesse darsi un contegno. Entrambi spostarono lo sguardo in basso, prendendo a fissare per un minuto le dita di uno, strette attorno alla pelle dell’altro.
 
«Soltanto in bagno…» spiegò lentamente Gerard.
 
«Oh» Frank si costrinse a lasciare la presa, aspettandosi già l’ondata di sollievo che se ne sarebbe andata, non appena cessato il contatto. «Uhm»
 
«Cerca di rilassarti» gli disse gentilmente Gerard, lo sguardo ancora puntato sulla mano del ragazzo. «Frank – per caso…?»
 
Frank sollevò il mento. «Per caso cosa?»
 
Gerard aggrottò le sopracciglia, in modo pensieroso, non arrabbiato. «C’è qualcosa che ancora non mi hai detto? Per caso hai sentito qualcosa… qualcosa di nuovo?»
 
Frank scosse la testa. «No,» disse. «Niente di nuovo»
 
Gerard lo lasciò fuori da guai, alzandosi ed allontanandosi in bagno. Frank rimase sdraiato sulla schiena a fissare il soffitto, pensando a qualche buon modo di dire “Hey, potresti entrare nel letto con me per un minuto così che mi passa il mal di testa?”
 
«La lucina del tuo telefono di casa è accesa» chiese Gerard, dal corridoio vicino prima del bagno. «Vuoi che faccia andare i messaggi?»
 
«Sì» rispose Frank, con l’accenno di un sorriso. Sentì il classico beep, poi un paio di messaggi di vecchi amici, che si chiedevano perché fosse sparito dalla faccia della Terra, e poi –
 
«Frank, sono il Dottor Durning. Mi è parso di averti visto sollevato di peso e trascinato fuori dall’ospedale l’altro giorno, ma so che non è così perché ti avevo detto di stare alla larga da qui e prenderti cura di te stesso per una volta»
 
Frank sollevò gli occhi al cielo, seccato.
 
«Comunque, penso che ti piacerebbe sapere che mi sono arrivati i risultati dell’analisi di quella tua pomata per i tatuaggi. Non ho dubbi che sarai felice di sapere di avere ragione. Sono solo erbe – uh, del rosmarino, ciclamino...  forse anche del vischio. Oh, e anche dell’elleboro, della canapa... quella roba lì, e la base è un certo tipo di olio»
 
Ci fu una breve pausa, durante la quale Frank sollevò vittoriosamente il pugno per aria, solo perché Durning potesse rovinargli di nuovo tutta la festa: «La notizia davvero eccitante è che contiene anche della belladonna, la quale è velenosa... non ti pare stupenda, la natura? Quindi il mio consiglio è di smetterla di mettere quella roba sulla tua pelle e di non mangiarla magari, per l’amor del cielo»
 
Un’altra pausa, ed infine: «Prenditi cura di te, Frank. Sai dove trovarmi»
 
Il telefono rilasciò il breve squillo di nuovo, e Gerard apparse sulla porta. «Molte persone tengono a te, Frank»
 
«Già» mormorò Frank, sentendosi all’improvviso più timido. «Almeno adesso sappiamo che cos’è quella roba che mi ha dato Luke»
 
«Già, è una buona notizia» si trovò d’accordo Gerard, tornando a sedersi accanto all’altro. «Ehy, ho una cosa da mostrarti»
 
Si rialzò nuovamente e frugò nel suo zaino, per quindi tornare indietro e spingere la sedia ancora più vicino al letto di Frank, prima di sedersi. Teneva in mano un libro enorme, che aprì e sistemò sopra la pancia di Frank, sfogliando alcune pagine finché non lo lasciò aperto su una grossa immagine.
 
«Questa è la Leggenda di San Francesco» disse Gerard, indicando un monaco con l’aureola, in ginocchio vicino a una montagna decisamente sproporzionata. «E questo è il Serafino»
 
Ed eccolo lì nel cielo, l’angelo di Frank, più sfocato e colorato e con un aspetto meno battagliero, rispetto a quello sulla sua mano, ma ancora inconfondibile. «E’ il mio tatuaggio...»
 
«Appunto» disse Gerard a bassa voce, avvicinandosi un poco. I capelli scuri sfiorarono la guancia di Frank. «Cosa ne pensi?»
 
Frank strinse le dita attorno alle coperte, trovandosi costretto a deglutire alcune volte, prima di riuscire ad aprire di nuovo la bocca improvvisamente asciutta. «Penso che o la montagna è molto piccola, o che è decisamente lontana»
 
Gerard ridacchiò, annuendo. «Penso che perdoneremo Giotto di Bondone, che di pittura religiosa in realtà se ne intendeva. Comunque, non hai torto» Sfogliò alcune altre pagine, mostrando a Frank una nuova immagine. «Era spesso rappresentato insieme a degli uccelli, come qui»
 
Frank tracciò la linea del volto dell’uomo con la punta delle dita, notando quanto sembrasse in pace. «Perché?»
 
«Amava gli animali» mormorò Gerard. «In realtà, è proprio il santo patrono degli animali e dei paesaggi»
 
«Sul serio?» sorrise Frank. «E’ fantastico»
 
«Già, sapevo che l’idea ti sarebbe piaciuta. Mikey mi ha detto che sei un gran amante degli animali anche tu»
 
«Vero,» disse Frank entusiasta. «Avevo un cane prima, Ella. Ed era fantastica, ma – è scappata, e l’ho persa»
 
«Mi dispiace»
 
Frank scrollò le spalle, tornando a sfiorare la pagina in cui San Francesco era rappresentato con l’aureola sopra la testa. «C’è anche un San Gerard?»
 
«In realtà sì,» sorrise Gerard. «Era una specie di monaco italiano»
 
Frank sogghignò. «Di che cos’era il patrono?»
 
Lì per lì il ragazzo esitò, poi roteò gli occhi e sospirò: «Delle madri in attesa»
 
E lì Frank scoppiò a ridere, cercando successivamente di coprire le risa con le mani, e ovviamente fallendo. «Ahaha! Questo è divertente»
 
«Era un consigliere per le suore,» aggiunse Gerard. «E poteva levitare»
 
«Cosa?!» e Frank rise per un altro lungo minuto, e solo dopo sollevare gli occhi per incontrare quelli dell’altro ragazzo. «Um, ricordi prima, quando mi hai chiesto se avevo altri tatuaggi a tema religioso?»
 
Gerard si riprese il suo libro, annuendo. «Uh huh?»
 
«Beh, prima non mi veniva in mente nulla, ma – ecco» Frank spinse via le coperte e si sollevò la maglietta, esponendo la pancia e le due rondini tatuate sopra l’inguine. «Somigliano molto a quelle del tuo libro, non ti pare?»
 
Gerard si spostò, sistemandosi sul letto all’altezza delle ginocchia di Frank, la fronte corrucciata e lo sguardo concentrato. Afferrò la macchina fotografica, e l’agitò in direzione di Frank. «E’ ok?»
 
Frank annuì, e Gerard cominciò a scattare un paio di fotografie, a un certo punto spingendosi in avanti per fare degli zoom. Frank non poté che bloccare il respiro e tenere duro sulla propria sanità mentale, impresa ardua, con un prete più che attraente praticamente intento a fissargli l’inguine, e altri certi posti fin troppo vicini.
 
Gerard posò di lato la macchina, e dopo un istante posò la mano sulla pelle di Frank, allargando le dita sopra le due rondini. «E’ ok?» domandò nuovamente.
 
“Ok” era fottutissima minimizzazione. Essere così vicino a Gerard aveva praticamente annullato tutto il dolore, quasi Frank non lo sentiva più, e la sensazione della dita di Gerard scorrere sulla sua pancia e i suoi fianchi era ben lungi dal prendere un antidolorifico, un sollievo del tutto superiore, come essere gettati di testa in un gigante bicchiere di vetro, pieno di qualcosa di... di frizzante, di fantastico. Frank avvertì un‘ondata di inspiegabile euforia investirlo completamente, ogni centimetro di pelle trepidante e bisognosa di sentire di più. Si morse un labbro e serrò le palpebre, gettandosi le braccia sopra il viso, ma niente era abbastanza per diminuire il bisogno di spingere maggiormente contro il tocco di Gerard, e non poté farci niente quando un suono roco lasciò la sua gola.
 
Le mani di Gerard si bloccarono immediatamente. «Ti sto facendo male?»
 
«Nnn» riuscì a rispondere, scuotendo la testa. Si costrinse nuovamente a rimanere immobile, trattenendo l’aria nei polmoni fino a sentirseli bruciare, e sentendosi il sudore imperlargli il collo e la nuca mentre ancora si teneva il labbro stretto tra i denti. Dovette impiegare tutta la sua forza di volontà per reprimere l’istinto di allacciare le gambe dietro la schiena di Gerard e tirarselo addosso.
 
Frank arricciò le dita contro la stoffa del letto, quando la mano calda di Gerard si spostò sull’osso del suo bacino, e non poté fermare un nuovo sussulto: se avesse provato a resistere per ancora un solo altro minuto, ogni suo difesa sarebbe crollata, permettendogli di piangere o ridere istericamente o finalmente afferrare Gerard, legarlo a letto e stringercisi contro, il più vicino possibile. Non era un desiderio sessuale, non propriamente, non era eccitato o altro, ma solo la sua vicinanza creava dipendenza e lo faceva uscire di testa, perché non era mai abbastanza, e proprio quando sapeva che di lì a poco sarebbe esploso in un milione di piccoli pezzi, lasciò uscire di getto l’aria dai polmoni e si girò improvvisamente, spingendo via la mano di Gerard con un gemito. Si ripiegò su se stesso, chiudendosi nella più piccola palla possibile, senza coraggio di scoprirsi gli occhi.
 
«Scusa» riuscì ad ansimare poi, «Scusa, è solo che – non lo so, mi sento molto strano»
 
Gerard, da suo canto, rimase muto per un secondo, e si schiarì la gola. E poi se la schiarì di nuovo. Quando Frank si convinse a spiare tra le proprie dita, lo trovò rosso come un pomodoro, intento a fissare il pavimento. «Do-dovrei...»
 
«Lasciami dormire» proruppe Frank, spingendosi immediatamente giù la maglietta e cercando di mascherare la sensazione che sentiva ancora in circolo nel sangue: gli sembrava di aver appena avuto una specie di orgasmo-dermatologico, appunto. «Dovresti – ho bisogno di dormire. E tu probabilmente avrai cose migliori da fare, che trattenerti qui»
 
Gerard si schiarì la gola per la terza volta, guardandosi freneticamente attorno. «Non dovresti rimanere da solo...»
 
«Mikey tornerà qui tra non molto» Frank si tirò su a sedere, giocando con le lenzuola pur di tenere occupate le mani, e soprattutto, tenerle su sé stesso.
 
Gerard parve sul punto di controbattere, ma allo stesso tempo dava l’impressione di voler fuggire velocemente da quella fottuta porta. E non c’era da stupirsi, considerato lo spettacolino che Frank aveva messo su per lui, seppur senza volerlo.
 
«Gerard» insistette disperatamente Frank. «Per favore, sto bene»
 
«Potrei fare qualche ricerca su... su quelle erbe allora, immagino» borbottò l’altro, evasivo. «Non saprei, però... Brian non voleva che rimanessi da solo»
 
«Gli manderò un messaggio» Frank tirò fuori il proprio telefono, incastrato tra le sue chiavi. Gerard rimase come in sospeso nella stanza, lanciando occhiate nervose a Frank e poi di nuovo al pavimento. «Io – Gerard, va tutto bene. Glielo farò sapere subito»
 
E dopo quello, Gerard si spostò piuttosto velocemente verso la porta. «Bene allora, io... me ne vado. Mi chiamerai se mai avessi bisogno di me?»
 
«Sì!» rispose velocemente Frank, sforzandosi di essere cordiale. «Dopo!»
 
Gerard esitò ancora un istante, poi si decise a lasciare la stanza.
 
Frank attese di sentire il suono della porta chiudersi, prima di infilarsi del tutto sotto le coperte; a quel punto, si premette il cuscino contro il viso, e gemette forte.





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Una vita di ritardo, ma.. si fa come si può. Direi che in estate proverò a velocizzarmi di nuovo, ma siccome ho stage tutto giugno, vedremo come va :,) La cosa positiva è che come stage devo andare a dipingere un murales per un campo da football (?)

Comunque... capitolo che piano piano si è scaldato, no? Un po' di gioia frerard  fa sempre bene.
Uh, il 24 maggio sono stata al concerto dei Panic! a Parigi... è stato davvero stupendo, da ripetere.... avevo un mio disegno della band in mano (ero in prima fila, 7 ore di attesa spese bene) Brendon mi ha visto, mi ha indicato, sorriso ed annuito. *-* fangirlaggio.
E inoltre, su 1000 persone, sono riuscita a prendere l'unico plettro di Brendon, che è fichissimo. Il mio nuovo scopo nella vita, è ottenere quello di Dallon, solo perché ho una piccola ossessione per quell'uomo... mh.
Ho anche arraffato una delle scalette delle canzoni... posso dirmi mooolto realizzata da quel concerto.

So che non ve ne frega niente, ma vi faccio i miei complimenti e vi stringerei la mano, se davvero state ancora leggendo queste parole. Complimenti davvero.
Sparisco, che è meglio.


_Ashes
  
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