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Autore: Guminola    02/06/2016    0 recensioni
"Era tutto un sogno" è una riflessione su un mio sogno, realmente accaduto.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una bella giornata, decisi dunque di uscire e farmi un giro in macchina, non ricordo esattamente chi fosse alla guida (non avendo io la patente), ma ricordo di essere stata per tutto il viaggio a fissare fuori dal finestrino, nei sedili posteriori.
Tenevo il gomito poggiato sulle gambe, mentre mi reggevo il viso con la mano, finché a un certo punto urlai alla persona che guidava «FERMATI!».
 
Dal finestrino scorsi Marco, il fratellino del mio ex ragazzo, seduto in una panchina con dei ragazzi all’apparenza molto più grandi di lui, e mentre la macchina ancora rallentava per accostare, aprì lo sportello per scendere e correre incontro a lui.
 
Non vedendolo da diversi mesi mi gettai addosso a lui, stringendolo a me, riempiendoli di baci le guance.
 
Sussurrò il mio nome, quasi incredulo di vedermi.
 
«Marco» iniziai «che ci fai qui?»
«Ero in giro con dei miei amici e...»
Lo interruppi «Scusami tanto se non ti ho fatto gli auguri per il compleanno, ero senza credito»
«Tranquilla, tanto sono passati solo pochi giorni, non è un problema»
«Come stai?» gli chiesi sorridendoli.
«Insomma...» mi rispose abbassando lo sguardo.
«Perché, che succede?»
«Non mi trovo bene con Alessandra, preferivo quando venivi tu a casa con Luca, almeno tu giocavi con me e avevamo un bel rapporto, con lei non mi ritrovo, mi manchi così tanto».
 
Al sentire le sue parole mi si strinse lo stomaco, adoravo passare del tempo con Marco, nonostante avesse solo 12 anni era una persona abbastanza matura per la sua età, e mi divertivo a giocare videogiochi con lui, cosa che non facevo quasi mai con il fratello, perché lui preferiva suonare la chitarra per sentirmi cantare.
 
«Alessandra» ripetei.
«Si, perché?» mi chiese non capendo perché l’avessi ripetuto con aria assente.
«No nulla, non ti preoccupare»
«Ah, okay»
«Marco»
Alzò lo sguardo, incrociandolo col mio «Si?»
«Mi manchi davvero un sacco, ti ho fatto una promessa prima che Luca ed io ci lasciassimo, ricordi?»
«Certo, che qualsiasi cosa sarebbe accaduta tra te e Luca, noi saremo rimasti amici»
«Si, e ti chiedo scusa per non aver mantenuto la promessa, e non essermi più fatta viva»
«Ma ora tu sei qui, e tornerà tutto come prima, giusto?»
«Marco...» iniziai a piangere a dirotto mentre parlavo a singhiozzi «nulla tornerà come prima, né ora né mai»
Si strinse a me come per non volermi far andare via «Ti prego, non dire così»
«Le cose tra tuo fratello e me non sono finite nel migliore dei modi, perciò non posso neppure più avvicinarmi a casa tua, ai tuoi familiari o a te, lo capisci questo?»
«Nonna ha chiesto di te più volte quando Luca non c’era, lui si adira ogni volta che si parla di te, e dà dei pugni al muro, spellandosi ogni volta le nocche»
«Lo immaginavo, lo faceva sempre quando litigavamo, è comprensibile lo faccia ancora».
 
Sospirai, e mi sciolsi dall’abbraccio con Marco, guardandolo con aria triste.
 
«Ora devo andare» dissi con un po’ di amarezza in bocca.
«Per favore, non andartene, perché ho paura che non ti vedrò più altrimenti»
 
Al solo sentire le sue parole mi si spezzò il cuore e trattenni a stento le lacrime che riaffioravano.
 
«Per favore...» ripeté.
«Devo» risposi stringendo i pugni e spingendo le unghie contro il palmo per cercare di non pensare alla situazione e distrarmi col dolore per non piangere.
«Va bene» disse rattristandosi e abbassando lo sguardo, sconfitto.
«Ciao».
 
Non ricevetti risposta.
 
Salì nuovamente in macchina, e mi rimisi nella stessa posizione in cui ero prima di scendere dalla macchina, mentre questa ripartì.
 

Era la notte tra il primo e il 2 giugno quando feci questo sogno, e mi svegliai con molti dubbi che eccheggiavano nella mia testa.
Chi era Alessandra? Sapevo che la nuova ragazza si chiamasse Serena, quindi non capivo da dove saltasse fuori questo nome.
Perché lo sognai proprio adesso?
Ma sopratutto, che significato aveva?
Continuai a pensarci e a ripensarci per ore, senza riuscire a dare una risposta a nessuna delle mie domande.
Infondo, era tutto un sogno.

   
 
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