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Autore: kenjina    13/04/2009    2 recensioni
I ritiri, se fatti con persone "normali", sono quasi sempre piacevoli, istruttivi e formativi. Il problema sorge quando queste persone tanto normali non lo sono. E Takenori Akagi e Shin'ichi Maki avranno un bel da fare per tenere a bada le teste calde delle loro relative squadre!
"Si sa, il cognome Sakuragi riporta sempre alla memoria delle grandi teste calde. Hanamichi primo fra tutti. Ma Hime, la sorella gemella dizigote, non era certo da meno. Anzi.
Per Takenori Akagi, il Gorilla dello Shohoku, era una continua lotta fisica e interiore tenere a bada quegli scalmanati dei Sakuragi. Dopo aver conosciuto Hanamichi sperava che almeno la sorella, in quanto donna, potesse essere più alla mano e meno imbecille del fratello.
Risposta sbagliata."

Storia revisionata nell'Agosto 2016
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hanamichi Sakuragi, Nobunaga Kiyota, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Wild Boys'
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La cena, a differenza del pranzo, fu più movimentata

Capitolo XXIII

Quei Bravi Ragazzi

Il fine settimana arrivò in una soleggiata giornata che preannunciava una calura abbastanza forte da far rischiare una bella insolazione a quelle teste cerebrolese dei ragazzi in ritiro. E il pericolo c'era, dato che tanto normali, quei pazzi, non lo erano mai stati.

In quella mattinata, però, niente faceva presagire un uragano che avrebbe raso al suolo tutto, rovinando la pace e la tranquillità di coloro che, beatamente, ronfavano al sole, o si rinfrescavano in piscina.

«Hime, mi spalmeresti la crema sulle spalle, per favore?», chiese Ayako all'amica, spaparanzata sulla sua sdraio e intenta a leggere una rivista sportiva.

Ma prima che la rossa potesse aprire bocca e spiccicare acca, il fulmine meglio conosciuto come Ryota Miyagi, dimostrò tutta la sua velocità anche in quel contesto. «Ayakuccia, se vuoi posso spalmartela io!».

«Ma spalmati al sole, pigmeo!», lo sfotté Hanamichi, mani tra l'elastico dei suoi bermuda colorati e un'espressione da ebete, come sempre.

«E girami le palle», borbottò Ryota, imbronciato e rosso per l'imbarazzo.

Ayako sospirò mestamente, scuotendo la testa, mentre Hime, che non si era schiodata dal suo posto, si limitò ad abbassarsi sulla punta del naso i suoi occhiali da sole in perfetto stile vintage, dalle lenti enormi e montatura bianca. «Aya-chan, fattela mettere da Ryota, ho trovato il mio posto nel mondo qui!», ammiccò lei, con un occhiolino da vera malandrina.

«Sì, sì, ho capito», biascicò Ayako, rivolgendosi con un bel sorriso solare al suo spasimante numero uno che, manco a dirlo, si sciolse come neve al sole e andò in totale brodo di giuggiole.

«Hime, perché non vieni a farti un bagno anzi che poltrire?», le chiese Hisashi, poggiato con le braccia sul bordo della piscina. «Guarda che poi, se non fai movimento, ingrassi!».

Inutile dire che dopo due secondi si ritrovò in pieno viso un pallone che, guarda caso, era proprio nelle vicinanze della ragazza.

«Ehi, non dire cose così alla mia Hicchan!», sbraitò il Nobu della situazione, stringendo un pugno con fare quasi minaccioso.

«Tua?! Guarda che Hicchan è di mia proprietà! E non chiamarla Hicchan! E poi tu–».

E mentre il rossino iniziava a inveire animatamente per l'ultima causa a favore della protezione dalle scimmiette petulanti come Kiyota, un bel calcione sul suo prezioso fondoschiena venne assestato dal volpino di turno, che lo spedì bello che disteso in acqua. «Do'aho, fai venire mal di testa».

Da lì all'inizio dell'ennesima lite il passo fu veramente corto.

«Ah, quanto si amano quei due!», fece Hime, con voce trasognata.

«Sì, come cane e gatto», annuì la scimmietta del Kainan, che si sedette vicino alla sua adorata ragazza e allungò il collo per sbirciare la rivista che aveva sotto il naso. «Che leggi?».

Gli occhioni castani di Hime si trasformarono in men che non si dica in un paio di cuoricini pulsanti di vita. «L'ultimo articolo su Kobe! Guarda, non è bellissimo?».

«Uffa, sei fissata!», borbottò il numero dieci, incrociando le braccia e mettendo su un muso lungo da record.

Hime gli rifilò una bella linguaccia. «Geloso!».

«Ma quale geloso e geloso! Vedrai che anche io giocherò in NBA!».

«Sì, stanno aspettando te», fu il commento che uscì dalla bella bocca dell'algido Kaede, seduto sotto l'ombrellone per non scottarsi.

«Esatto! Vedi, Rukawa? Quando ti metti d'impegno riesci anche a dire cose sensate!», esclamò Nobunaga, gasatissimo.

«Nobu-chan, non per smontarti, ma credo che Ede stesse ironizzando», mormorò Hime, con la fronte corrugata e un sorrisino imbarazzato, nel notare l'espressione di rassegnata perplessità che aleggiava sul volto dell'amico.

«Cheee?!».

«Ne hai panini da mangiare, Nobunaga!», fece il buon vecchio Maki, che gli passò accanto e gli scompigliò i capelli con fare paterno.

Tutto il tranquillo – o per così dire – siparietto di quel sabato mattina, fu interrotto da un ruggito disumano che squarciò l'intero Giappone e, molto probabilmente, si sentì anche dall'altra parte del mondo.

«Oddio, è arrivato Godzilla!», esclamò spaventato Hanamichi, guardandosi intorno con preoccupazione.

«Più che altro mi sa che è il Gorilla», commentò Mitsui, sparendo poi sott'acqua come dire: Cascasse il mondo, io sono assente!

«Sa-ku-ra-gi!».

«Ohporcapaletta!», esclamò Hime, balzando sulla sua sdraio e facendo capottare per lo spavento il suo ragazzo. «Hana, ce l'ha con me o con te?».

«O con tutti e due?», aggiunse Ayako, lanciando un'occhiata ai fratelli, in pieno panico.

Due secondi dopo arrivò un agitatissimo Kogure, pallido come un lenzuolo lavato con l'omino bianco. «Ra-ragazzi, questa volta l'avete combinata grossa!».

Tutti gli occhi spostarono la loro attenzione sui gemelli che, dato che molto probabilmente avevano capito che stesse per succedere da lì alla fine del mondo, avevano in viso un sorrisino tra il divertito e lo spaventato.

«Hana, ti ho sempre voluto bene, lo sai», affermò melodrammatica Hime.

«Anche io, Hicchan! Ora però, scappiamo!».

Prima che Akagi facesse la sua colossale comparsa – nel senso letterale del termine, beninteso – i due si erano già fiondati a gambe levate verso il nascondiglio più sicuro, anche se erano ben consapevoli che il King Kong li avrebbe scovati fino in capo al mondo.

E infatti, quando questo arrivò in giardino, seminò il panico tra gli innocenti, che temevano ripercussioni per colpa di due celebrolesi. «Dove sono quei due animali?!», ringhiò a fauci strette e con occhi iniettati di sangue, stringendo in un pugno quello che sembrava un panno bianco.

Qualcuno balbettò qualcosa, qualcun altro neanche osò dire niente. Hisashi e Ryota indicarono una direzione qualunque per sviare la furia del Gorilla – che però erano una l'opposta dell'altra - mentre Kaede, con un cenno del capo, quella giusta. Della serie: aiutiamo la propria migliore amica e il fratello a morire velocemente per non soffrire troppo.

Akagi, livido di rabbia, sbatté a terra, senza neanche pensare troppo alle conseguenze, il panno che stringeva in mano. E che non si rivelò proprio un panno, ma un boxer.

Mitsui lo raccolse, inizialmente non rendendosi conto di cosa fosse effettivamente. Quando capì, Ryota e Nobunaga erano già belli che partiti a ridere.

«Ma porca vacca, che schifo!», esclamò il numero 14 dello Shohoku, lanciandoli via e facendoli finire involontariamente sul viso di un povero Sasaoka, che guardava atterrito la scena in un angolino, proprio per non essere messo in mezzo in tutto quel caos.

La matricola se lo tolse velocemente dal viso, ma non lo buttò, troppo incuriosito da una scritta nera sul tessuto. Dire che divenne rosso fino al midollo è un eufemismo.

«Ehi, Sasaoka, che c'è?», fece Mitsui, avvicinandosi per allungare il collo, così come gli altri, incuriositi. «Ti piacciono i mutandoni del Capitano, eh? Vecchio marpione!».

La reazione che seguì subito dopo entrò nella storia: prima il silenzio della lettura di quella scrittura irregolare e, molto probabilmente, velocizzata per paura di essere scoperti; poi le guance rosse e gonfie dallo sforzo immane per non ridere; infine il suono fragoroso delle risate di tutti, che si schiantarono a terra battendo le mani, con le lacrime agli occhi, incapaci persino di riprendere fiato.

Ayako, l'unica donnina presente, si mise le mani davanti alla bocca per nascondere una risata e sogghignò alla volta del Gorilla che compariva nuovamente alla disperata ricerca dei due. Peccato che, quando si accorse che i suoi giocatori e quelli del Kainan erano letteralmente morti dalle risate, le cose peggiorarono a vista d'occhio.

Anche Kaede Rukawa, il rinomato ghiacciolo dello Shohoku, colui che non rideva e non muoveva le labbra se non per due o tre monosillabi al giorno, quindi figuriamoci per un sorriso, si trovò costretto a cambiare aria, pur di non finire come quei pazzi dei compagni. Saranno stati anche due deficienti, quei due, ma quella era veramente geniale.

Cosa c'era scritto di così sconvolgente nelle mutande del King Kong?

L'abito non fa il monaco.

 

*

 

«Ma come diavolo avete fatto?», chiese Ryota, pendendo dalle loro labbra.

Hime e Hanamichi erano distrutti, sdraiati sull'erba. Avevano corso mezza mattinata, nascondendosi e fuggendo dalle grinfie del loro Capitano. Peccato che alla fine li aveva trovati – prima o poi sarebbe dovuto succedere – e il King Kong si era sfogato per bene prima con la testa del rosso, poi con la ragazza, che aveva preso di peso e gettato in piscina, trattenendo a stento l'impulso di tenerla sott'acqua e affogarla.

«Beh, non è stato difficile. Abbiamo saltato da un balcone all'altro e abbiamo trovato la finestra aperta», spiegò Hanamichi, stiracchiandosi.

«Proprio come due scimmie», frecciò Kaede, guardando l'amica con quella che poteva dirsi un'espressione divertita.

«Bella questa!», esclamò Mitsui, battendogli una manona sulle spalle.

«Ehi!», sbraitò Hanamichi, offeso.

Hime, ridacchiando, continuò a spiegare. «Kogure-kun non era in stanza e Akagi era sotto la doccia. Non nego che la possibilità di ritrovarmelo nudo davanti mi abbia alquanto spaventata!»

«E confermare le nostre supposizioni!», continuò il fratello, facendo ridere tutti.

«Comunque abbiamo aperto il cassetto con tutta la sua collezione di mutande e abbiamo preso le prime, sperando che fossero quelle che avrebbe poi indossato dopo la doccia. Il resto vien da sé!».

Kogure, ancora pallido per l'esperienza traumatizzante di quella mattina, scosse la testa, stanco. «Ragazzi, questa volta siete stati veramente–»

«Geniali!», esclamarono in coro i presenti, tra le risate di questi e un vice-capitano che si metteva le mani in testa per la disperazione.

«L'ho sempre detto che sono un genio, io!», si gasò Hanamichi, balzando in piedi e mettendosi in posa plastica come un supereroe.

«Ehi! Guarda che l'idea è stata mia! Tu volevi solo fare uno scherzo, ma i dettagli non li avevi affinati», sbottò offesa Hime, mentre gli altri sgranavano gli occhi e riprendevano a ridere.

«Hime, tutto mi sarei aspettata, ma questo no», disse Ayako, fingendosi delusa, mentre quel fessacchiotto di Hanamichi blaterava cose senza senso come “Tu hai preso tutto da me, Hicchan!”.

«Beh, Ayako, devi ammettere che è stata una trovata incredibile!», disse Hisashi tra le lacrime.

«Ora, il problema è: quanto tempo dovrà passare per farlo sbollire per bene?», domandò Kiyota, spedendo un brivido lungo la schiena di tutti.

Ryota si poggiò il mento sul palmo della mano, sbuffando. «Credo che faremo in tempo a vedere Rukawa che ride a crepapelle, prima che il Gorilla li perdoni», affermò, mentre Kaede si asciugava il gocciolone grande quanto una casa che gli era comparso in fronte dopo quella frase.

Mai parole furono più azzeccate.

 

 

* * * *

Piccolo siparietto per l’autrice:

Bentornati con un altro capitolo di WB! Non è lunghissimo, ma è bello pieno! XD Perdonate il ritardo, ma non sono sparita! Ormai, come avrete capito, non aggiornerò più ogni settimana, a meno che non mi venga un attacco improvviso di ispirazione per cui sformerò capitoli ogni sette giorni! - cosa peraltro alquanto improbabile °-°

Ma tranquille e tranquilli: non mollo mica! ;)

Miha_chan: carissima! Son riuscita a ridartele, le speranze? xD Tranquilla se non mi scrivi una recensione chilometrica, l’importante è il succo del discorso! :D Grazie mille mille mille! :****

kuro: vi ho abituate troooooppo, decisamente troppo male! Mea culpa! XD Son contenta che stessi aspettando speranzosa l’aggiornamento! Anche se questa è crudeltà (essere felici della tua agonia, intendo!), per me significa tanto! *_* E buona, a cuccia! Son troppo giovine e baldanzosa per morire! Quindi rilassati, la concluderò alla grande questa fanfiction! Non so fra quanti capitoli, ma la concluderò! xD :*

Black_Moody: ma io non voglio che i tuoi discepoli pensino male di te! Datti un contegno, suvvia! ;D No problem, come vedi sparisco spesso e volentieri anche io! E vedi di aggiornare in fretta anche tu, che ormai non sto più nella pelle! ;_; :****

Ed un ringraziamento anche a tutti i lettori anonimi! *_*

Un abbraccio strittoloso,

Kenjina.

 

 

   
 
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