La speranza è un sogno fatto da svegli.
Natale era passato, forse troppo velocemente, e lui non se n'era nemmeno accorto.
Troppo rapito e concentrato sul lavoro e le riprese dei videoclip che stavano andando meravigliosamente.
Si era sorpreso nel ripensare a lei sul set di Billie Jean, nell'attimo in cui la sua mente doveva essere concentrata solo sullo stare in equilibrio sulle punte.
Da quanto tempo non vedeva Jackie?
Da quanto non la sentiva?
Forse troppo, considerando che lo scorrere delle lancette dell'orologio era per lui diventato un movimento indifferente, qualcosa di completamente estraneo.
Perché senza di lei, tutto il resto, esclusa la sua amatissima professione, sembrava perdere senso ed importanza?
Che potere aveva lei su di lui per cambiarlo in quel modo?
Il suo pensiero, il ricordo di quel dolce viso lo faceva volare, letteralmente, sulle punte, in perfetto equilibrio.
E appena ritornò coi piedi per terra, si ripromise di telefonarle presto.
Nel frattempo, il suo singolo si preparava ad essere il primo, creato da un artista di colore, ad essere trasmesso su una famosa rete televisiva nazionale.
Un inizio di cambiamento del mondo che non passò inosservato.
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- Sono molto preoccupato. Capisco che siate ansiosi di ritrovare vostro fratello ma io sinceramente non nutro molte speranze.
Nonno Andrew era poco convinto.
Dopo che Giada D'Amico, accompagnata da Josephine, si era presentata alla porta portando con sè un biglietto e l'indirizzo, i tre fratelli Flint erano stati costretti a dire tutta la verità anche ai parenti più anziani, che avevano appreso la notizia con sorpresa e sconcerto.
Era ovvio che loro si erano rassegnati da tempo ormai.
Inoltre, l'idea di partire alla ricerca di un parente scomparso sarebbe stata da tutti considerata una pazzia.
Le considerazioni di nonno Andrew innervosivano non poco Jackie, che cercava comunque di mantenere la calma.
Insomma, come poteva lui mostrarsi così scettico quando stavano cercando di rimettere insieme i vari frammenti della famiglia?
Della loro famiglia!
- Nonno, fidati di me! Sono certa che appena lo troveremo, cambierai opinione e ne sarai felice. Guglielmo è anche tuo nipote no? Gli volevi bene, vero?
Andrew annuì, ma Jackie si sentì a disagio.
Fidati di me.
Che cosa strana da dire.
Come poteva lei pronunciare tale frase, credendoci davvero, quando era consapevole di essere lontana dalla sua famiglia, mentalmente e fisicamente?
Se non era per l'amore che la univa a quelle persone, e per il sangue, li avrebbe considerati quasi estranei.
Ma teneva troppo a loro, e soffriva solo sfiorando quei brutti pensieri.
- Sei davvero una ragazza molto determinata. - disse Giada D'Amico, accomodata sul divano, mescolando con raffinata delicatezza il té che le era stato servito da Fabiana. - Sei tanto simile ad Anna… io mi fido di te, sono certa che ritroverai il tuo fratellastro.
Jackie era felice perché almeno l'anziana credeva in lei, e capì che anche Luca e Fabiana erano d'accordo con la vecchia cantante.
Caterina e Andrew erano gli unici a non voler mettere a rischio l'incolumità dei loro nipoti, ma anche loro erano consapevoli di non poterli fermare: la voglia di riunire l'intera famiglia in un'unica casa era troppo forte per poterla opprimere.
Solo Josephine non esprimeva la sua opinione e se ne stava in disparte, col naso tuffato fra le piante e i fiori che adornavano la finestra che dava sui pascoli, i gomiti appoggiati sul freddo davanzale di pietra e l'espressione sognante di chi desidera volare lontano.
Ma anche se il suo sguardo era distante e i suoi occhi erano irraggiungibili, Jackie percepiva che Josephine ascoltava tutto, e capiva, e pensava con la sua testa, anche se Giada si ostinava a dire che la ragazza capiva solo il francese.
Pensando al lontano fratello spagnolo, Fabiana invitò le due amiche di famiglia a passare il Natale con loro.
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- Ti manca molto vero?
Michael aveva visto il suo caro produttore accovacciato a scrivere una lettera e, incuriosito, si era avvicinato.
Accanto al foglio di carta, c'era una foto di Jackie.
Era accovacciata nell'erba, in un'espressione sorridente e spontanea, mentre indossava un largo cappello di paglia.
Quincy l'aveva immortalata in quel grigio rettangolo stampato durante una giornata passata a casa sua, per avere sempre vivo con sé il ricordo di lei.
Michael sapeva inoltre che il produttore teneva un'altra foto di Jackie, al sicuro nel portafogli.
Q aveva alzato lo sguardo per un momento e aveva sorriso.
- Non sono l'unico a quanto pare. - disse, alludendo al ragazzo, e al fatto che ogni volta che lui finiva di ballare su set, chiamava Jackie a gran voce, com'era solito fare prima della sua partenza, magari per chiederle cortesemente un bicchiere d'acqua, o il suo parere, o addirittura un consiglio.
Michael rise imbarazzato. Quante figure che aveva fatto!
Si era sempre sentito molto imbarazzato quando, dopo averla chiamata, si ricordava che lei non c'era e che tutti gli occhi erano puntati su di lui in un'espressione sorpresa.
- Non è mai stata via così tanto, e non sono abituato.. insomma.. - cercò di giustificarsi, ma in cuor suo sapeva che col produttore non ce n'era bisogno.
- Oggi è il 25 Dicembre, e le sto mandando una lettera di auguri. Spero che arrivi presto. - disse Q.
Per un attimo Michael smise di respirare, vinto da un'improvvisa tristezza.
Era stato così rapito dal suo lavoro che si era dimenticato che quello era il giorno di Natale.
Si congedò da Q e cercò un pò di solitudine, isolandosi per un attimo dai truccatori e dai cameraman che volevano continuare le riprese.
Nulla però poteva placare il suo animo ferito.
Si sentì solo, ancora una volta.