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Autore: Lady Warrior    03/06/2016    1 recensioni
Questa storia narra le vicende di Jill Shepard, dalla sua prima missione sulla Normandy alla sconfitta di Saren Arterius e la Sovereign mediante una narrazione introspettiva. Mi sono soffermata sui sentimenti e le emozioni della nostra Shepard in modo particolare. Il tutto è accompagnato, ad ogni inizio di capitolo, dalla canzone "Starlight" dei Muse.
Dal prologo:
"Shepard osservò le stelle brillare. Le sembravano così piccole ai suoi occhi da bambina, ma adesso era adulta e aveva scoperto che quel cielo stellato non era così bello, affascinante e liberatorio come aveva sempre pensato. Aveva promesso una volta al suo migliore amico che sarebbe diventata una marine e gli avrebbe portato della luce stellare, e se non la avesse trovata la avrebbe cercata per tutta la vita."
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4, Feros, parte terza
 
 
 
 
 
NDA: Lenti, ma procediamo XD Purtroppo, la trascrizione dei discorsi diretti è un lavoro lungo e anche noioso, ammetto. Anche se comunque il ritardo è imperdonabile. Come vedrete, in questo capitolo, i sentimenti di Kaidan saranno un po' meno nascosti. Anche se non lo vuole far notare!
 
 
 
Imboccarono il corridoio a sinistra e salirono le scale. Dal balconcino su cui arrivarono, videro due soldati geth stranamente sdraiati al piano inferiore.
- Lasciate fare alla vecchia Ashley!
Williams impugnò il fucile di precisione con una strana ghigna. Guardò attraverso il mirino e sparò colpendo uno dei due sintetici alla testa. L’altro, colto alla sprovvista, si voltò in direzione dello sparo, ma venne freddato.
- I geth usano questi artigli per ancorare le loro navi agli edifici-, spiegò Ashley indicando delle enormi mani.
- I geth non ci vanno tanto per il sottile… se l’energia proviene dalla nave, come facciamo ad interromperla?-, chiese Kaidan.
- Sarà dura: possiamo cercare dei punti deboli negli artigli, ma i geth sono molto scrupolosi, a sentire Tali-, disse Shepard.
Saltarono giù dal balconcino con un balzo.
Dietro ad un pilastro, c’era una sfera luminosa.
- Cos’è questa sfera?-, chiese Shepard.
- Sembra che i geth abbiano costruito una sorta di chiesa-, osservò Kaidan.
- I geth sono una forma di vita a metà tra l’organico e il sintetico-, affermò Ashley, - è naturale che credano nell’esistenza di entità superiori.
Si addentrarono in un cunicolo dietro di loro.
- Guai in vista-, avvisò Kaidan.
Dalla stanza alla quale si affacciava il cunicolo uscirono due geth. Altri tre erano a guardia di un campo energetico.
Shepard impugnò la pistola ben salda tra le mani e sparò in direzione di quello che doveva essere il muso dei geth. Ne colpì proprio uno al centro, provocando la disconnessione dell’essere. Gli altri due stavano invece resistendo ferocemente agli attacchi di Kaidan e Ashley. Finalmente, dopo non poca fatica, riuscirono ad abbatterli.
Dopo aver vagato molto all’interno della struttura trovarono un’area che pullulava di geth, i quali facevano evidentemente da guardia ad un altro artiglio.
Bene, divertiamoci.
Fucile d’assalto alla mano, Shepard iniziò a sparare raffiche di proiettili che i geth non riuscivano ovviamente a evitare. Grazie al supporto di Kaidan e dell’artigliere Capo Williams, riuscì a eliminare tutti i nemici nella zona, ad eccezione di un cecchino ben piazzato, che per poco non colpì Ashley. A quel punto Shepard lo freddò con un singolo ma potente colpo.
Adesso dovevano solo eliminare quell’artiglio, e fu semplice, vista la mancanza di nemici.
- Non vedo l’ora di uscire da qui-, disse Ashley, - Ho una strana sensazione.
- Anche io-, sussurrò Shepard. 

Shepard osservò il campo energetico svanire poco alla volta. Ce l’avevano fatta.
- Ora possiamo occuparci del Thorian!-, esclamò Ashley, tutta entusiasta.
- Io non ne sarei così felice. Non sappiamo di cosa sia capace quella creatura-, disse Shepard.
- È una pianta, comandante. Andiamo…
- Bene-, le interruppe Kaidan, - sembra aver funzionato a dovere.
Alcuni bip li diustrassero dai loro discorsi.
- Rispondete, squadra di esplorazione!-, disse la voce di Joker dal dispositivo di comunicazione. Qui Normandy!
- Joker, sei tu? Cosa sta succedendo laggiù?
- Comandante, la nave è in assetto difensivo. I coloni sono… sta succedendo qualcosa di strano. Sono diventati un po’… aggressivi.-, spiegò Joker, incredulo.
- Non possono provocare danni rilevanti-, disse Shepard, -stiamo tornando, mantieni la posizione.
- Agli ordini, Comandante! 

Incontrarono Lisbeth poco dopo.
-Ah, eccoti-, disse la donna, sollevata, - Dovremo andarcene da qui: questo posto non mi sembra sicuro.
- Mi servono delle risposte. Secondo me sai molto di più sul Thorian-, disse Shepard.
- Io avevo paura! Volevo fermare gli esperimenti, ma mi hanno minacciata dicendomi che sarei stata la prossima. Quando i geth hanno attaccato, sono rimasta qui per mandare un messaggio all’ufficio coloniale. Volevo dirgli dove trovare il Thorian! Ma la corrente è saltata poco prima che inviassi il messaggio. Io… tutto questo non doveva succedere-, raccontò Lisbeth, costernata.
- Hai fatto il possibile, Lisbeth. Ora però devi dirmi dove posso trovare il Thoprian, e se riuscirò ad eliminarlo, sarà anche merito tuo. Puoi ancora fare qualcosa.
- Il Thorian è sotto Zhu’s Hope, ma l’ingresso è bloccato, dovete trovare un modo per entrare nei sotterranei. Hanno coperto l’ingresso con un mercantile.
- Bene. Ora andiamo.
 
Qualcuno? Qualcuno mi riceve?
Allontanati da quella radio!
Udirono quelle voci quando erano quasi arrivati all’accampamento dove si trovava la madre di Lisbeth.
- Ma cosa succede?-, chiese Ashley.
- Guai-, rispose Kaidan, - Ricordate quello che ci ha riferito Joker? I coloni sono impazziti a causa del Thorian.
- Bisogna mantenere il sangue freddo-, disse Shepard, - E cercare di non uccidere nessuno.
Sono Giuliana, della colonia di Feros, qualcuno ci aiuti!
- È mia madre! Ferma il veicolo!-, gridò Lisbeth, e scese fulmineamente giù dal mako non appena esso venne arrestato.
Scese imprudentemente giù all’accampamento.
Shepard la seguì.
- Non puoi farlo, John-, disse la madre di Lisbeth.
Stava evidentemente litigando con Jong.
- Fatemi pensare!-, disse lui, tappandosi le orecchie.
Lisbeth si affacciò dal nascondiglio che si era procurata.
- Che succede?-, chiese a Shepard.
- La pagherai cara!-, gridò Giuliana.
- Ora basta, portatela via!-, ordinò Jong.
- Levale le mani di dosso, bastardo!-, gridò Lisbeth, correndo incontro alla madre.
L’uomo che la teneva stretta la lasciò e la madre corse incontro alla figlia.
- Dannazione! Uscite allo scoperto! Tutti!-, urlò Jong.
Shepard ubbidì di malavoglia, seguita da Kaidan e Ashley.
- Shepard! Accidenti! Suppongo fosse troppo sperare che i geth ti uccidessero-, disse Jong.
Kaidan impugnò celermente la pistola e la puntò contro l’uomo.
- Prova a dire di nuovo una cosa del genere o a muoverti!-, gridò.
- Kaidan! Abbassa la pistola!-, ordinò Shepard, ma lui rimase immobile.
- Immediatamente-, aggiunse a denti stretti.Con una smorfia di rabbia, Kaidan ubbidì.
- Ho trovato molte informazioni interessanti su di te-, disse Jong, e fece una risatina nervosa, - nel database dell’ExoGeni. So cosa hai fatto durante l’assalto, ma qui il tuo eroismo non è necessario.
- Possiamo parlarne. Non voglio che si faccia male nessuno.
- Non capisci, non è così semplice-, disse Jong, - le comunicazioni sono state ripristinate. La ExoGeni vuole che questo posto sia cancellato.
- Questa è una colonia di esseri umani, Jong-, s’intromise Lisbeth, - non siamo burattini nelle vostre mani.
- Il problema non siete solo voi, su Feros c’è qualcosa di ben più prezioso di un mucchio di coloni.
Shepard si sentì ribollire la rabbia.
- Vuoi mettere le mani sul Thorian!-, esclamò.
- Sul cosa?-, chiese Giuliana.
Lisbeth le spiegò cosa era il Thorian e cosa aveva fatto ai coloni di Zhu’s Hope.
- La pagherai cara, Jong-, disse Giuliana.
- Puoi pensarla come vuoi, tanto nessuno farà caso a qualche colono scompaso.
Così voleva uccidere i coloni, perché non raccontassero a nessuno cosa era successo né gli impedissero di mettere le mani sul Thorian!
- Facciamola finita! Arrenditi!
- Neanche per idea.
- Butta giù quell’arma o preparati ad usarla!-, disse Shepard.
- Allora fatti sotto!
Jong non fece in tempo a premere il grilletto che era già all’altro mondo. Shepard aveva impugnato la pistola e sparato con una velocità incredibile, tanto che tutti, Kaidan e Ashley compresi, rimasero a bocca aperta.
- Come se non avessimo già abbastanza problemi!-, esclamò Giuliana, -Ora li abbiamo anche tra di noi.
- È colpa mia!-, esclamò Lisbeth, -Sapevo cosa stesse succedendo, e allora non ho fatto niente.
- Non è vero, Lisbeth-, disse Shepard, - Tu ci hai detto dove si trova il Thorian, e noi ora lo distruggeremo. Non potevi fare altro. Hai salvato Feros. Forse hai agito un po’ tardi, ma lo hai fatto, a differenza di tutti gli altri.
Lisbeth sorrise.
- Grazie, Shepard.
- Adesso ci occuperemo del Thorian-, disse Shepard.
- I coloni non vi lasceranno avvicinare. Sono sotto il controllo del Thorian-, disse Giuliana.
- Che cos’altro potrei fare?
- Ci deve pur essere un altro modo-, disse Lisbeth.
Giuliana pensò un attimo.
- Potresti usare un agente nervino per mettere i coloni fuori combattimento.
- Ma è pericoloso!-, esclamò Shepard.
- Quello che teniamo in laboratorio non è un’arma vera e propria: avrà sui coloni solo un effetto paralizzante-, spiegò Giuliana.Se non c’era altra via d’uscita avrebbero dovuto necessariamente ricorrere a quel tipo di arma.
 
Quando arrivarono all’uscita dell’autostrada, trovarono ad attenderli un umanoide simile ad un mutante ma senza i tubi blu che percorrevano il suo corpo e con dei lunghi artigli al posto delle dita. Senza esitare, Shepard lo freddò. Quando morì, il suo corpo si decompose in un liquido verdognolo che a Shepard ricordava molto del vomito.
- Che cosa è quello? Non può essere un umano, e nemmeno un umano infetto-, chiese Kaidan, preoccupato.
- Non lo so. Ad ogni modo, non colpite i coloni, neppure se il Thorian ordina loro di spararci addosso. Useremo le granate a gas piuttosto.
Ad attenderli dentro l’hangar, accucciati e in assetto di battaglia come un piccolo, ripugnante esercito, stavano altri mostri simili a quello davanti all’entrata.
Si alzarono con un moto sincronizzato, tetramente teatrale (NDA: ho appena inventato uno scioglilingua XD).
L’errore del piccolo esercito improvvisato fu non mantenere l’assetto, e disporsi in fila indiana come se dovessero prendere un pasto alla mensa. Shepard iniziò a sparare raffiche col fucile d’assalto, uccidendo uno ad uno tutti gli umanoidi. Oltre a essere deboli erano anche stupidi.
Shepard sentì vibrare l’aria proprio in quel momento. Evitò la pallottola con destrezza. Dietro alcuni ripari c’erano due coloni che stavano dando loro il benvenuto. Il Comandante prese una granata in mano e con velocità la gettò nella loro direzione. Esplose subito, e gli spari cessarono.
I coloni erano per terra, paralizzati.
Il percorso fino a Zhu’s Hope fu tutto uguale: incontravano i mostri accucciati, in genere in schieramenti di due o quattro, e in retroguardia, ben nascosti, i coloni.
Il problema giunse quando arrivarono a Zhu’s Hope.
Lo schieramento, infatti, non era più lo stesso: mostri e umani erano tutti mescolati, e uccidere i primi senza ferire i secondi era una cosa davvero difficile, tanto che alla fine ci furono ben tre morti.
Due vennero eliminati dal fucile d’assalto di Ashley. L’altro dalla pistola di Shepard. Kaidan, più cauto, usava solo poteri biotici per indebolire i nemici senza ucciderli, in modo tale che se avesse colpito i coloni, li avrebbe messi soltanto ko. Di certo la tattica peggiore era quella di Ashley, che col fucile d’assalto non riusciva bene a sparare ai mostri e non agli umani, vista la carenza di precisione dell’arma.
Una volta terminata la carneficina, era la volta di spostare il container grazie ai comandi della gru. Grazie a Kaidan non fu difficile, sembrava avere una dote naturale per quel genere di cose.
Il container rivelava un passaggio sotterraneo. Stavano quasi per scendere, quando udirono dei passi dietro di loro.
- Ho cercato di resistere, ma ti entra nella testa-, disse un colono che stava zoppicando verso di loro, - Un dolore che non immagini-
Quando fu più vicino lo riconobbero: era Phai Dan.
- Dovevo essere il loro capo-, continuò.
A Shepard parve di vedere una lacrima sgorgare dagli occhi scuri dell’uomo, una lacrima che era più forte di qualsiasi influenza, una lacrima più forte delle capacità del Thorian.
- La mia gente si fidava di me!
Shepard poteva capire cosa stesse provando Phai Dan in quel momento. O forse no. Lei era sempre riuscita a salvare chiunque ne avesse bisogno, ma non era mai stata posseduta da qualcosa. Certo, qualcosa era sempre andato storto, un dettaglio, una piccola cosa, ma nulla di grave. A parte Jenkins. Era per quello che capiva Phai Dan. Perché Jenkins era morto, e lei avrebbe dovuto salvarlo, quel ragazzo si fidava di lei! Kaidan aveva ragione, era stato avventato, ma lei avrebbe dovuto salvarlo. O forse non avrebbe comunque potuto?
Phai dan impugnò la pistola e la puntò contro Shepard.
- Vuole che … ti … fermi … ma non lo farò!
- Non lo farò!-, ripeté, e si puntò la pistola alla tempia.
- No! Phai Dan, aspetta, io posso…
Ma Shepard non fece in tempo a finire la frase che l’uomo sparò. Il suo corpo si afflosciò a terra, privo di vita.
Shepard si inginocchiò davanti a lui. Anche dai suoi occhi sgorgò una lacrima.
- Tu eri veramente il loro capo. Non li hai traditi. Tu li hai salvati, Phai Dan. Sei stato coraggioso. E forte. Più forte del Thorian. Riposa in pace, Phai Dan.
La lacrima cadde giù, sull’armatura di Phai Dan, laddove si trovava il suo cuore, e risplendette sotto il cupo cielo plumbeo.
Shepard si morse un labbro.
- Ti vendicherò. Vi vendicherò tutti. 

- Bene! Ora dobbiamo solo trovare quella creatura e capire cosa…-, disse Ashley, una volta scese le scale della struttura che nascondeva il Thorian.
-Che cosa è quella?-, chiese Kaidan, indicando una strana pianta che assomigliava ad una sorta di enorme cuore vegetale che penzolava dal soffitto.
- Mai vista una pianta del genere in vita mia-, disse Shepard, sorpresa.
Si avvicinò e notò che quella pianta pulsava proprio come un cuore e che aveva dei tentacoli coi quali si appigliava ai vari piani della struttura. Non stava quindi penzolando dal soffitto come le era sembrato al primo sguardo. Ora che era ben vicina, riusciva a notare anche una sorta di bocca, in basso, dalla quale spuntavano altri tentacoli che sfioravano il pavimento. Una cosa abbastanza orrifica, ma ormai Shepard si era suo malgrado abituata a tali visioni.  Una cosa le fece però rivoltare lo stomaco. Dalla bocca, se così la si può definire, la creatura sputò della saliva, o almeno qualcosa di simile, e oltre alla saliva vomitò una Asari verde. Shepard stava per vomitare a sua volta a quella visione, ma represse il conato cercando di mostrarsi per niente colpita e schifata.
- Invasori! Ogni vostro passo è un insulto imperdonabile!-, disse l’Asari.
- Secondo voi è malata?-, chiese Kaidan.
- Ti sembra il momento di fare certe osservazioni? E comunque, io sono più colpita dal fatto che quell’affare la abbia vomitata. Non so se ci hai fatto caso-, puntualizzò Williams.
- Beh, poteva esserci pieno di tossine, là dentro.
- Ora basta! Non è il momento di scherzare!-, li rimproverò Shepard.
- Siete solo degli ammassi di carne-, continuò l’Asari.
- Anche tu, vorrei farti notare.
- ORA BASTA!
- Destinati a decomporsi-, continuò l’Asari, - Parlo per conto del Grande Immortale, come ho fatto con Saren. Siete al cospetto e all’interno del Thorian. Dovete inginocchiarvi a lui.
- Di fronte a una pianta?-, esclamò Ashley.
- Hai dato una cosa a Saren, una cosa che mi servfe-, disse Shepard, ignorando la sua compagna.
- Saren voleva informazioni su coloro che sono scomparsi. Il Grande Immortale ha dato retta a della carne per la prima volta in tutto il lungo ciclo. Hanno stretto un accordo. Poi gli esseri freddi hanno iniziato a uccidere la carne che sarebbe servita nel prossimo ciclo, questi erano i patti. Il Grande Immortale riconosce le vostre menzogne. Non vi ascolterà più.
- Non hai il diritto di schiavizzare i coloni. Lasciali andare, subito!-, esclamò Shepard, pur sapendo che era tutto inutile.
- Il Thorian non tollererà altre insolenze. Le vostre vite sono brevi. Sono durate fin troppo a lungo. Il vostro sangue bagnerà le sue radici, alimentando la sua crescita!
Così quei cosi erano radici. Ma Shepard non ebbe il tempo di riflettere a lungo sull’anatomia vegetale, perché l’asari verde era già pronta ad ucciderli.
Non era armata, utilizzava solo i poteri biotici, solo che evidentemente, forse perché era rimasta troppo a lungo nell’apparato digerente del Thorian, erano molto deboli. Perciò fu semplice per i tre renderla innocua, bastò solo qualche attacco biotico di Kaidan.
Tuttavia, la guerra non era finita.
Uno squadrone di mostri del Thorian accorsero verso di loro, ma in mezzo a sparatorie ed esplosioni di muco verde, Ashley vide qualcosa di interessante. In una stanza c’era una radice del Thorian, perfettamente arpionata alla parete.
- Perfetto-, disse Shepard.
Puntò la pistola contro la radice e iniziò a fare fuoco. Dopo qualche colpo, parte della radice esplose rilasciando del muco verde.
- Quella dovrebbe essere linfa, se non vado errando-, disse Ashley.
- A me sembra ancora vomito.
- Basta parlare! Andiamo alla prossima radice, dobbiamo eliminarle tutte!-, ordinò Shepard.
Salirono al primo piano.
- Comandante, guardate là-, disse Ashley indicando il Thorian.
- Sta vomitando di nuovo-, osservò Kaidan.
Il Thorian si gonfiò un poco e sputò di nuovo la Asari, che aveva evidentemente riassorbito mentre loro erano impegnati a distruggere la radice.
Decisero di continuare a percorrere il corridoio, in cerca delle radici: prima uccidevano quella creatura meglio era. Arrivarono in fila indiana una decina di mostri del Thorian, e dietro il loro comandanti, la Asari verde, comparsa lì magicamente. Shepard decise di non indagare sul come ella avesse potuto raggiungerli in pochi secondi e iniziò a sparare col fucile d’assalto, aiutata da Ashley, mentre Kaidan si occupava di nuovo della Asari, che venne sconfitta facilmente ancora una volta.
Trovarono facilmente l’altra radice, che altrettanto semplicemente venne distrutta. Il lavoro non era difficile, soltanto molto lungo: l’ora seguente trascorse così, con la Asari che si rianimava, i mostri del Thorian che li attaccavano e con la distruzione delle radici, in un ciclo continuo. Alla fine, dopo aver eliminato l’ultima radice, il Thorian perse forza nelle radici e cadde giù con un boato.
L’Asari, stesa davanti a loro, si rialzò.
- Guardate, è blu!-, esclamò Kaidan.
- Sono libera!-, esclamò l’Asari senza far caso a Kaidan, - Io credo che dovrei ringraziarvi per avermi liberata.
- Va tutto bene, sei ferita?-, chiese Sheaprd.
- Sto bene. O lo starò, col tempo. Mi chiamo Shiara. Sono, anzi, ero, la servitrice della matriarca Benezia. Quando si alleò con Saren, io feci altrettanto: Benezia si accorse subito del potere di Saren, quindi si unì a lui per convincerlo a seguire un’altra strada-, spiegò.
Quindi era vero. Benezia non era cattiva, il male non aveva ottenebrato il suo cuore, era solamente stata vittima di un potere insidioso più forte di lei. Questa cosa sollevò in qualche modo Shepard, che vide finalmente una volta per tutte Benezia e l’episodio della sua morte sotto un’altra ottica, ed era felice di poter dire a tutti, Liara compresa, una volta trovata, che Benezia era un’eroina.
- Ma l’influenza di Saren è troppo forte-, continuò Sharia, -Alla fine, anche Benezia ha ceduto. Io e la matriarca lo avevamo sottovalutato: alla fine eravamo pronte a sacrificarci per la sua causa. Il potere di persuasione di Saren è incredibile.
- Come è possibile che una Matriarca Asari, uno tra gli esseri più potenti e intelligenti dell’universo, abbia ceduto al potere di Saren?
- Saren possiede un’enorme nave da guerra. Una nave che non avevo mai visto prima, lui la chiama “Sovereign”. Grazie ad essa può controllare la mente dei suoi seguaci, vengono obbligati a seguire la volontà di Saren, questo processo di indottrinamento può durare giorni, settimane, ma è infallibile. Quando Saren mi condusse su questo pianeta, non ero altro che una docile schiava, ma aveva bisogno dei miei poteri biotici per comunicare col Thorian, per carpirne i segreti. Saren mi offrì come merce di scambio, un sacrificio per siglare un’alleanza tra lui e il Thorian.
- Saren non ci pensa due volte a tradire i suoi fedeli alleati-, osservò Shepard.
- E ha tradito anche il Thorian: una volta ottenuto ciò che voleva, ha ordinato ai geth di eliminare ogni traccia della sua esistenza.
- Non capisco…-, disse Shepard.
- Saren sa bene che vuoi trovare il Condotto-, spiegò Sharia, -Sa che stai seguendo i suoi movimenti, e ha attaccato il Thorian per impedirti di ottenere il cifratore.
- Il che…?
- La sonda di Eden Prime ti ha fatto avere delle visioni, ma sono visioni confuse, indecifrabili: i Prothean comunicavano così: per comprendere a pieno queste visioni bisogna pensare come un Prothean.
- Ed è a questo che serve il cifratore-, completò Shepard, - A dare un senso alle mie visioni.
- Esatto. Il Thorian esisteva prima dei Prothean. Li ha osservati, li ha studiati e quando morivano se ne cibava. Diventavano parte di lui. Saren ha preso il cifratore, che gli ha fornito tutta la conoscenza Prothean. Tuttavia, quando sono stata inglobata dal Thorian, le nostre menti si sono fuse. Posso trasferire la conoscenza dalla mia mente alla tua, come ha fatto il Thorian con Saren. Rilassati, Comandante. Voglio respiri lenti e profondi, lascia che la mente si separi dal corpo, apriti all’universo, Comandante.
Shepard si avvicinò.
- No!
Kaidan la afferrò strettamente per un braccio. Shepard si voltò di scatto nella sua direzione. Vide, attraverso il casco, un’espressione preoccupata e spaventata.
- Kaidan, cosa fai?
- Ci voleva uccidere! Poco fa ci voleva uccidere!-, esclamò lui, - è pericoloso. Non fidarti di lei, Comandante! Potrebbe…
- Kaidan, calmati. E lascia il mio braccio. Non vedi? Era posseduta dal Thorian. E anche se stesse mentendo… Kaidan, è l’unico modo che abbiamo per capire, per sapere dove è il condotto. È l’unica soluzione.
- Ma potrebbe essere pericoloso…
- È un rischio che devo correre.
Kaidan esitò, ma non mollò il braccio.
- Comandante… Shepard… io…-, Kaidan la guardò, - Io volevo dirti che…
- Non c’è tempo per le chiacchierate, Alenko. Lascia il Comandante-, lo interruppe Ashley.
- Oh, sì…
Kaidan mollò la presa e guardò Shepard avvicinarsi all’Asari.
Shepard vide molte cose: principalmente morte e distruzione. Visioni di macchine intervallate da figure di organici, perlopiù morenti. Poi alcuni pianeti, e infine… una macchina. Anzi, una astronave, Shepard non sapeva che cosa era esattamente, ma era uguale alla nave di Saren.
Shepard riaprì gli occhi e la prima cosa che vide fu lo sguardo preoccupato di Kaidan, poi vide Ashley che puntava la pistola contro Sharia.
Realizzò solo in quel momento di essere sdraiata per terra, tra le braccia di Kaidan che la tenevano stretta, con la schiena leggermente sollevata. Shepard si sorprese nel provare uno strano sentimento a quel tocco, come se volesse rimanere per sempre così, tra le braccia del tenente, co. Suo sguardo preoccupato posato sul suo.
- Ashley, sta bene. Abbassa la pistola-, disse il tenente.
- Kaidan… sei dolce-, sussurrò Shepard.
- Ti ho dato il cifratore come è stato consegnato a Saren. Ora i ricordi ancestrali dei Prothean sono nella tua mente.
Shepard si alzò, aiutata dal tenente.
- Stavi per lasciare un nuovo buco nero dentro di me. All’altezza del cuore-, sussurrò lui.
- Ho visto qualcosa-, disse Shepard, - Ma non aveva alcun senso.
- Ti è stato fatto un grande dono. L’esperienza di una intera civiltà: la tua mente ha bisogno di tempo per elaborare tutte quelle informazioni.
- Ora che sei libera dal Thorian che hai intenzione di fare?
- Se per te va bene, vorrei restare qui coi coloni, per aiutare.
- Te ne saranno tutti grati.
- Allora addio, Shepard.
- Addio, Sharia
 
- Comandante, hai un’aria pallida-, disse Tali, preoccupata.
Erano seduti in cerchi, durante il briefing che seguiva la missione.
- Il cifratore mi ha scombussolato-, ammise Shepard.
Ho inviato il rapporto su Feros, Comandante. Vuoi che apra un canale di comunicazione col Consiglio?
- Sì, Joker.
Gli ologrammi dei consiglieri apparvero davanti a lei.
- Comandante, la ExoGeni avrebbe dovuto avvisarla del Thorian-, disse la Asari, -avrebbe reso più facile il suo lavoro.
- Avrebbe potuto catturarlo per studiarlo, invece di distruggerlo-, osservò il Salarian.
Ormai Shepard aveva capito che qualunque cosa facesse, era sbagliata.
- Il Thorian riesce a controllare le menti-, disse con rassegnazione, mentre le fischiavano gli orecchi, - chiunque avesse cercato di studiarlo sarebbe caduto vittima del suo potere.
- Forse le cose sono andate davvero per il meglio-, disse la Asari, - almeno la colonia è salva.
- Certo, è stata salvata. Shepard farebbe qualunque cosa per salvare una colonia umana-, disse il Turian.
Shepard strinse i pugni per non reagire.
- Il fatto che fossero umani non c’entra. Erano dei civili in pericolo-, disse.
Cercò di non singhiozzare. D’un tratto, dopo le parole del Turian, aveva ricordato la sua vita passata: tutta la paura, tutto il dolore passato. Però non riuscì a trattenere una lacrima, che cadde giù.
- Shepard…
Kaidan era accanto a lei. Non si era accorta che era rimasto lì. Di tutti non voleva che fosse lui a vederla così, debole, fragile.
- Ammirevole. A volte gli Spettri, però devono fare sacrifici. Spero che lei ne sarà in grado, quando sarà il momento-, disse il Salarian.
Le tremarono le labbra. Continuò a stringere i pugni.
- Certo. Sacrifici. Per il bene comune. A chi importa se per il bene complessivo centinaia di bambini perdono i genitori? Se per il bene collettivo viene versato il sangue di centinaia di bambini, se per il bene di tutti alcuni di essi non vedranno mai la luce? A chi interessa se verranno sacrificati uomini, donne, anziani, bisogna fare sacrifici. Per il bene di tutti. E se le strade vengono riempite di sangue e le menti dei lavoratori corrotte da un vegetale millenario? Sono sacrifici da farsi. Tutti i morti che ci sono stati, tutto il dolore, le femmine Krogan che non possono portare un bambino in grembo, la genofagia… erano tutti sacrifici da fare, vero? Voi non avete pietà, siete macchine. Tutti sono sacrificabili per voi, voi state nei vostri splendidi palazzi, sulla cittadella, e che importa se altrove la gente muore?
Ormai Shepard non tratteneva più le lacrime. Stava piangendo, singhiozzando, in una scena patetica.
- Dovete scusarla… il cifratore… Joker, interrompi il contatto-, disse cupo Kaidan.
Poi la strinse a sé, mentre le ginocchia le cedevano, e la tenne salda tra le sue braccia. Shepard strinse gli arti muscolosi dell’uomo e affondò il volto nell’incavo della sua spalla, continuando a piangere, mentre Kaidan le accarezzava dolcemente la schiena e lei fremeva a ogni carezza.
Poi le accarezzò i capelli neri.
E Shepard gridò.
Gridò per tutti i morti inutili.
Gridò per tutto il dolore che aveva provato.
E gridò, gridò per tutto l’amore che non poteva dare né ricevere.
 
   
 
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