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Autore: Francy_Kid    03/06/2016    6 recensioni
Marinette e Adrien sono in coppia per una ricerca scolastica. Durante una sua visita serale, Chat s'ingelosisce perché Nathanaël, innamorato di Marinette, la chiama tutti i giorni; era già da un po' di tempo che metteva in dubbio i suoi sentimenti per Ladybug. Chat, o Adrien, sarà in grado di trovare la risposta alle sue domande? Riuscirà a capire chi ama davvero?
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Dopo averla pubblicata su Wattpad, ho deciso di condividere anche con il popolo di EFP la mia prima fanfiction sul MEOW-raviglioso (Chat, please stop...) universo di Miraculous :D
Spero vi piaccia ^^
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The masked serie'
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Cap. 13


Marinette tornò a casa a dir poco sconvolta.

Saltò le lezioni successive, dicendo ad Alya di scusarsi con la professoressa perché si era sentita poco bene; presto avrebbe dovuto rispondere anche ai suoi genitori.

La ragazza era sdraiata a pancia in giù sul letto, stringendo il cuscino e elaborando ciò che era accaduto poco fa negli spogliatoi.

«Marinette, come ti senti?» domandò preoccupata Tikki, accarezzandole delicatamente i capelli.
«Uno schifo.» biascicò. «Mi sento come se avessi tradito Chat...» aggiunse tirando su con il naso.
«Tecnicamente, tu non hai tradito nessuno: lui ha baciato te e tu l'hai spinto via.» spiegò cercando di risollevarle il morale, ma era piuttosto difficile.
«Lo so... Ma non è quello il punto. È l'intenzione quella che mi ha fatto sentire peggio.»
«In che senso?»

Marinette aspettò qualche secondo prima di rispondere: dirlo ad alta voce la faceva sentire peggio. «Malgrado l'avessi spinto via, quando le nostre labbra si sono toccate, volevo che lui continuasse. Anche se solo per un secondo. La mia mente ed il mio cuore dicevano che stavo facendo un torto a Chat, ma in quel momento era come se il mio corpo volesse che Adrien fosse stato il mio ragazzo... Tikki, io ho tradito Chat in quel momento!»

Ora, le lacrime scendevano copiose, calde agli angoli degli occhi, finché non incontravano il tessuto del cuscino, ormai bagnato.

"So come già andrà a finire questa storia... Spero solo che Marinette la prenda bene..." pensò il piccolo kwami, continuando ad accarezzarle la testa, cercando di consolarla.



Chat saltò sul tetto della scuola, per poi, con un agile balzo, aiutato dal suo bastone, atterrare sull'attico della stanza della sua ragazza.

«Ho combinato un vero e proprio casino. Ora Marinette odierà Adrien, odierà me.» rifletté ad alta voce, rimproverandosi.

Appena sbirciò dalla botola la vide sdraiata sul lato destro, mentre piangeva sul suo cuscino. Il suo senso di colpa aumentò.

Forzando la serratura, entrò, sdraiandosi dolcemente accanto a lei.

«Ehi Mari, va tutto bene?» domandò sfiorandole la spalla scossa dal pianto, titubante sul toccarla.
«No... Non va tutto bene...» rispose tra i singhiozzi.
«Me lo vuoi raccontare?»

La corvina si girò verso di lui, con gli occhi lucidi e gonfi, le guance arrossate e bagnate dalle lacrime.

Detestava farla piangere, e lui ne era la causa; non aveva mai odiato così tanto se stesso prima di quel momento.

«O-Oggi... abbiamo presentato le ricerche. Io e Adrien eravamo in coppia insieme, come già sapevi... –riprese a spiegare, tirando su con il naso e con la voce spezzata dal groppo che aveva in gola– so-solo che... quando ci stavamo cambiando... lu-lui si è avvicinato a me e mi... mi ha baciata...»

Ora, il ragazzo capiva la gravità della situazione.

«Io ti ho tradito Chat!» pianse cercando di asciugarsi le lacrime, incapace di guardarlo negli occhi.
«Una domanda: tu te ne sei andata o sei rimasta lì?» domandò, cercando di confortarla meglio che poteva.
«L'ho spinto e me ne sono andata...»
«Allora non mi hai tradito. L'hai detto anche tu che l'hai spi—»
«Ma non è questo il punto!» sbottò, irata con se stessa. «La verità è un'altra...» aggiunse calmatasi. «Vedi... Adrien era il ragazzo di cui ero innamorata prima di te... e quando mi ha baciata... in un primo momento non volevo tirarmi indietro, ma è stato proprio quando le nostre labbra si sono toccate che ho capito che non era affatto giusto.» spiegò, sentendosi peggio di prima.

Lei sapeva che di Chat si poteva fidare, sia come Marinette che come Ladybug, e non poteva non dirgli la verità, anche se ciò significava prendere una decisione drastica.

«Quindi, tu eri innamorata di Adrien...» commentò il felino; aveva un'espressione indecifrabile, e la corvina si sentì un peso premerle sullo stomaco.
«Sì, ma questo prima che arrivassi tu, –si affrettò a rispondere– prima che tu dichiarassi i tuoi sentimenti, perché io sono realmente innamorata di te.»

L'eroe sgranò gli occhi. Davvero lei era innamorata di lui come Adrien prima di Chat Noir? Ora la confusione regnava nella sua testa. Era stato davvero così cieco per tutto quel tempo?

La cosa si era fatta pesante, orami non poteva non dirglielo.

«Mari... Io ti devo chiedere scusa...» esclamò il biondo, mettendosi a sedere; sentiva l'aria pesante, come se la stanza si restringesse attorno a lui.
«Mi vuoi lasciare?» domandò con la voce incrinata, sedendosi anche lei.
«Cosa? No!» sbottò. «Principessa, io ti amo e non posso lasciarti per una cosa di cui tu non hai colpa.»
«Ma io non ho fatto nulla per fermarlo! Dovevo allontanarlo appena avevo capito ciò che stava per succedere!» pianse cercando di asciugarsi le lacrime, che scendevano copiose.

Il ragazzo si morse il labbro inferiore per la frustrazione e il senso di colpa. «Mari... Io devo chiederti scusa, è solo colpa mia se ti senti così.»

La corvina lo guardò crucciata, tirando su con il naso.

«Non sei tu a doverti scusare, ma io.»
«Chat... Che stai dicendo?»

Il felino inspirò. «Chiudi gli occhi.»

Marinette fece come le disse, facendo scendere altre lacrime. Sentì Chat muoversi sul materasso, finché le sue labbra non sfiorarono le sue, titubanti, ma la baciò comunque.

In quel bacio mise tutta la dolcezza che poteva esprimere in quel momento.

Non c'era malizia, non c'era desiderio, solo voglia di chiedere perdono.

«Ora, concentrati solo sulla mia voce...» disse appoggiando la fronte contro la sua. «"Quando due anime si sono trovate, si sono scoperte compatibili e complementari... hanno compreso di essere fatte l'una per l'altra, di essere... simili. Si stabilisce tra loro, per sempre, un legame, ardente e puro, proprio come loro. Un legame che inizia sulla terra e continua per sempre nei cieli..."» recitò in un sussurrò.
«"É questo l'amore che tu ispiri in me..."» concluse lei, aprendo gli occhi, allontanandosi di poco per guardarlo meglio. «A-Adrien... sei tu?»
«I tuoi costumi erano perfetti, ma la barba finta mi pizzicava il mento.» commentò lui, leggermente in imbarazzo.

Marinette era a bocca aperta, incapace di parlare; indicò il ragazzo seduto di fronte a lei, scioccata.

«Principessa, va tutto bene?» domandò, punzecchiandole la guancia.

Lo sguardo della ragazza si trasformò da stupore e incredulità a pura rabbia.

Spinse il felino lontano da lei, facendolo sdraiare, per poi mettersi a cavalcioni sui suoi fianchi, tenendolo bloccato. «No, non va bene!» abbaiò  stringendo i pugni.
«M-Mari...»
«Tu mi stai dicendo che Adrien Agreste, il ragazzo gentile di cui ero innamorata sin da quel piovoso secondo giorno di scuola, è in realtà Chat Noir, l'eroe parigino spavaldo, egocentrico, che salva Parigi insieme a Ladybug, che è riuscito a rubare il mio cuore e che mi ha fatto questi?!» sbraitò, alzando la maglietta e mostrandogli i segni rossi sull'addome.
«Più guardo quei succhiotti più mi viene voglia di fartene altri.» ammiccò malignamente, solleticandole la pelle appena sotto l'ombelico, tracciando il contorno di un segno.

La ragazza abbassò la maglietta, rossa in viso, ma mantenendo la sua espressione arrabbiata.

«È vero, Mari: io sono Adrien Agreste, figlio del più grande stilista di Parigi, Gabriel Agreste, e tuo compagno di classe; ma sono anche Chat Noir, il gattino super sexy che lotta contro gli akuma assieme a Ladybug. Entrambi sono innamorati della bellissima ragazza che, attualmente, sta sopra il felino, che non può fare a meno di pensare a cose sporche. Nemmeno Adrien ne può fare a meno.» ammiccò, accarezzandole le cosce.

La corvina lo fissò stordita. Non poteva essere vero!

Come era mai possibile che Chat Noir e Adrien Agreste fossero la stessa persona? Certo, Chat le aveva appena recitato la poesia di Hugo, ma poteva benissimo averla imparata a memoria, visto che sapeva gli argomenti che doveva esporre assieme al suo compagno.

«Ancora non ci credi Principessa?» chiese alzando la mano, afferrando il suo Miraculous e togliendoselo.

Una luce verde si propagò nella stanza, costringendo Marinette a chiudere gli occhi. Appena li riaprì, sotto di lei non c'era più Chat, ma Adrien, che la guardava con un misto di divertimento e preoccupazione.

«Sorpresa.» esclamò nervoso.

La corvina si staccò da lui, rifugiandosi nell'angolino dove c'era il cuscino, indicandolo, incapace di parlare.

«Cosa c'è Mari? Il gatto ti ha mangiato la lingua?» domandò cercando di sdrammatizzare, ma naturalmente non ci riuscì: la ragazza iniziò a balbettare frasi incomprensibili.

Il biondo le prese le mani, provando a calmarla, cosa che funzionò immediatamente; l'adolescente lo guardò negli occhi, senza parole, mentre cercava di elaborare ogni singolo avvenimento degli ultimi cinque minuti.

Non era la voce, non erano i capelli, ma i suoi occhi. Gli stessi di Chat. Gli occhi di entrambi i ragazzi avevano quella gioia e quel divertimento che mostravano ogni giorno. Quegli stessi occhi che lei aveva imparato a leggere in varie situazioni.

Ora lo sapeva. Adrien era Chat e Chat era Adrien.

Marinette sorrise. «Malgrado ho appena assistito all'annullamento della tua trasformazione, fatico ancora a crederci.»
«Ti posso capire. Senza maschera la mia bellezza non ha limiti.»
«Ok, ora ne sono sicura.» rise, stringendogli le mani.

C'era solo un unico problema: anche lei doveva riverargli chi era? O forse era meglio mantenere il segreto?

Lei si fidava di lui; credeva che se la loro vita privata si fosse mischiata con quella eroica potevano trarre molti vantaggi. Ma altrettanti svantaggi.

Il fatto che l'identità di Ladybug restasse ancora segreta era la scelta migliore.

«Tu mi avevo parlato di una specie di spiritello che ti dà i poteri, dov'è?» chiese incuriosita.
«Certo, ora te lo presento. Plagg, vieni fuori.» lo chiamò guardandosi attorno.
«Ed io che stavo cercando del Camembert.» sbuffò il kwami nero, arrivando dalla scrivania.
«Com'è carino!» esclamò grattandogli la testa, facendogli fare le fusa.
«Marinette, lui è il mio kwami Plagg. Plagg, lei è Marinette.»
«Come se già non la conoscessi.» sorrise beffardo. «Enchanté, mademoiselle.» disse con un piccolo inchino.
«Il piacere è tutto mio, Plagg.»
«Ora voglio del Camembert! Devo far tacere quella piccola vocina che mi dice che i biscotti sono meglio.» sbuffò, per poi fare un occhiolino a Marinette.

Aveva sicuramente trovato Tikki.

Dopo che il suo custode gli diede una fetta di formaggio, il kwami volò di nuovo verso la scrivania, lasciandoli soli.

«Marinette, io non ti ho mai detto chi sono in realtà perché temevo per la tua incolumità, ed ora che conosci la mia identità segreta sarai sicuramente un bersaglio per Papillon.» disse, allungando la mano per accarezzarle il braccio; era ancora un po' titubante a toccarla, poiché temeva un suo rifiuto.
«Lo so che l'hai fatto per proteggermi, anche se solo il fatto di essere la tua ragazza, secondo me, era già pericoloso.» mormorò, liquidando la frase con un gesto della mano. «E scusa se ho dato di matto prima.»
«Reazione comprensibile.» la tranquillizzò.
«E poi, –si avvicinò, sfiorandogli la punta del naso con la propria– se Papillon mi si avvicina posso sempre contare su te e Ladybug.»
«Sarò sempre pronto a venirti a salvare, Principessa.»

Il sole iniziò a tramontare all'orizzonte, colorando la stanza di arancione e allungando le ombre dei mobili; i due ragazzi erano abbracciati l'uno all'altra, sussurrandosi dolci parole: raccontavano di avventure, battaglie vinte, sogni e desideri.

Frasi di cui solo loro, e i due piccoli kwami, conoscevano il significato.




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Dai, ditemi che avete notato che non ho scritto la parola "Fine" *faccina furbetta*

C'è una sorpresina, ma non ve lo dico oggi e non faccio spoiler, quindi ve lo lascio immaginare XD

Comunque, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno messo la storia tra i preferiti e le seguite, tutti coloro che hanno recensito e anche chi ha letto la fanfiction. Un grazie enorme a tutti voi <3

Devo dire che festeggio bene il compleanno XD

Grazie mille ancora ;*

Francy_Kid
  
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