Film > Il pianeta del tesoro
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Autore: MadogV    03/06/2016    1 recensioni
L'isola che non c'è incontra alice nel paese delle meraviglie rivelando che esiste un delicato equilibrio fra i mondi, equilibrio che qualcuno ha rotto
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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“when there is no more rum, comes Belzebù Yo-oh-oh Yo-oh-oh

corsair you are, you have to sail the sea

hoist the color, forge your honor

but be attenction to your actions

because when  ends rum, comes Belzebù Yo-oh-oh Yo-oh-oh. “

Era la canzone che ormai cantava anche lui, era la canzone della ciurma di Capitan Uncino.

Sulla coffa se ne stava, suonando l’ocarina, quando fu chiamato d’abbasso.

“Giovanotto.” Incominciò Uncino:” Mozzo sei arrivato e pirata sei diventato, grazie alle tue impareggiabili doti, ma ora basta cincischiare. Spugna provvedi ad informare il giovane della missione.”

Spugna si schiari la gola e incominciò con tono solenne, ma lievemente nasale:” Tu e tre dei migliori pirati scenderete sulla terra ferma, dove tu suonerai la tua ocarina e loro si apposteranno. Quando Pan, attirato dalla tua musica si presenterà, noi lo uccideremo.”

“E cosa vi fa pensare che Pan verrà?” Chiese

Uncino batte forte il pugno sul tavolo e disse:” Tuoni e fulmini, nei siamo certi. Vedi mentre tu suonavi ci siamo accorti, che furtivo scivolava Pan e veniva per ascoltare te, Jim Hawkins.”

“Capisco.” Disse Jim e poi, direttosi sul ponte, chiese quali fossero i suoi compagni di ventura.

Spugna gli indicò, allora, un pirata color del mogano, dagli scintillanti baffi neri e dallo sguardo torvo: il suo nome era Montblanc.

Poi un altro pirata, simile in tutto e per tutto a un grosso tronco sbozzato con l’accetta e con una la guancia segnata da una livida cicatrice: Bourbon lo chiamavano.

E infine, quello che da tempo era diventato il miglior amico di Jim, Shanks, detto il rosso per via dei sui capelli, ma era conosciuto anche come capello di paglia, per via del suo inseparabile cappello fatto di quel materiale e che a suo dire lo aiutava nel prendere meglio la mira.

Cosi fu calata una scialuppa, con a bordo un piccolo cannoncino, giusto nel caso l’approdo riservasse sorprese.

 A Jim l’Isola che non C’è dava, nonostante la lussureggiante e colorata natura, sempre un’impressione di cupezza, di morte, di angoscia profonda e i suoi sogni non l’aiutavano.

E cosi, schioppo alla mano, seduto sulla canoa, che furtiva scivolava, lanciava lunghe occhiate di qua e di là, e così anche i suoi tre compagni di barca, a un certo punto Shanks si avvicinò al ragazzo e gli poggiò una mano sulla spalla con fare paterno: Ancora quello strano sogno, ragazzo?”

“No” Rispose Jim:” Questo era diverso.” Poi si incupì e cerco di richiamare alla mente le chimeriche forme forgiate dal sogno, ma non ci riuscì:” Ma non ricordo, non riesco, eppure e come un presagio.” - “Un pessimo presagio.” Concluse allarmato.

Shanks lo squadrò stupito, in quel ragazzo c’era qualcosa che non era ancora emerso, qualcosa che forse nemmeno lui sapeva cosa fosse e rise, dolcemente, caldamente, rise.

“Non ti angosciare, giovane. Pensa a puntare il cannone verso quell’approdo, abbiamo ospiti.”

 

Jim vide di fronte a sé un movimento sospetto nella radura che avrebbe funto loro d’approdo e rapido fece caricare il cannone a mitraglia e per tre volte piovve morte, sollevando ogni volta una densa polvere di sabbia fina.

Quando la polvere si fu posata, lo scenario che si parava innanzi era quello di una dozzina di pellerossa crepati dalle suddette cannonate.

“Ci sai fare con quel cannone, ragazzo.” Si complimentò Bourbon, una volta sbarcati.

Intanto Shanks stava sforacchiando, con la sua spada, i cadaveri dei trucidati, il che non piacque a Jim.

“Non c’è più rispetto per i morti?” Chiese indignato.

“Sei morti non sono morti diventano pericoli, per questo conviene fare dei morti, dei morti molto morti.” Rispose Shanks con pacatezza, anzi quasi con distacco.

A quella risposta Jim sbiancò, quelle parole, quelle esatte parole erano proprie quelle del suo sogno.

Anzi tutta la situazione era proprio quella che aveva sognato, perché l’aveva sognata, vero?

Deglutì e si guardo intorno.

L’approdo era una piccola insenatura sabbiosa, in cui nodosi e folti alberi facevano da cupola e riparo dal sole cocente, che cominciava a picchiare.

Nonostante questo approdo sembrasse sicuro, Jim cominciò ad avvertire uno strano presentimento e si rivolse quindi, allarmato, a Shanks:” Rosso, meglio che ce ne andiamo, ho un bruttissimo presentimento.”
Fu però Bourbon a rispondere con fare gracchiante, la sua voce ricordava il cigolio dell’argano,” Moccioso codardo, il sole ti ha dato alla testa.” E poi trasse dalla barca una bottiglia di bourbon:” Fatti un goccio e vedrai che ti passa la calura.”

Fu però Shanks a intervenire, sfoderando la sua spada e affettando la bottiglia.
Poi si sedette su di una piccola pietra, osservando la lama scintillare al sole e solcata da piccolissime gocce dell’alcolico.

Bourbon ringhiò: “Cane.” E snudò il suo coltellaccio, bilanciandolo e preparandosi alla lotta.

Ma Shanks rimase fermo, col sorriso sulla bocca, pulendo la spada con calma e distacco, poi si alzò in piedi e sovrastò di un bel paio di centimetri Bourbon.

Erano l’uno contro l’altro, poi Shanks lo spinse a terra e sorridendo gli porse la sua spada.

Era un’arma curiosa, esotica, diversa da qualsiasi altra avessero visto i pirati: un fodero di cuoio finemente lavorato, intrecciato con strisce di panno rosso cremisi e blu notte, e la lama, dio, la lama: acciaio adamantino, lunga e sottile, ma affilata come nessun’altra, capace di tagliare in due anche le rocce.

“Si chiamo Danzan, che vuol dire separatore.” Disse compassato Shanks:” Taglia tutto, soprattutto carne. Se non vuoi provarla, non minacciarmi più. Chiaro?”

Bourbon sorrise, si rialzò scosso, poi scoppiò in una risata fragorosa, roca e lanciò il suo coltello contro Shanks, ma lo mancò di molto, andandosi invece a piantare contro il cranio di uno di quei pellerossa, che si era miracolosamente salvato.

I due poi andarono l’uno incontro all’altro e si abbracciarono come vecchi amici, poi anche gli altri due si unirono con pacche e spinte.

Si sedettero sulla sabbia calda, ammirando la risacca e il brusio di alcuni uccelli dal piumaggio policromo, mangiando e bevendo alcune provviste, che si erano portati, supponendo che sarebbe occorso molto per far scattare la trappola.

Poi si alzarono, nascosero la lancia e si avviarono nell’interno, alla ricerca del punto prestabilito: una lussureggiante oasi, dove placida gorgogliava una cascata e alcune anfratti offrivano ottimi nascondigli.

Su di una roccia si sedette Jim, estrasse la sua ocarina e cominciò a suonare e a suonare, ma, di nuovo(?), l’attesa fu lunga, molto lunga.

Quando aveva poi perso ogni speranza, ecco che vide un’ombra sopra di lui, ma, questa volta (?), non aspettò che scendesse, fermò di suonare e disse:” Che stanchezza, torno domani.”

Si alzò e fece cenno agli altri di andarsene, Peter Pan non era caduto nella trappola.

Shanks però si accorse con uno sguardo che qualcosa incupiva lo sguardo di Jim, e si preoccupò, cosa poteva mai turbare quel giovane, alla apparenza cosi libero e spensierato.

Poi però raggiunse Montblanc e cominciò a parlargli sottovoce, come due amici di vecchia data di qualcosa, qualcosa di sinistro o qualcosa di divertente, o comunque di qualcosa.

Ma a Jim tutto questo non importava, cercava un modo di sbarazzarsi di quella ocarina, se non ci fosse stata, allora non sarebbe stato obbligato a suonare; quindi, quando fu il momento buono, la gettò via.

Arrivato, poi, sulla lancia, si lasciò cullare dalla risacca e si addormento, ma quando si sveglio si ritrovò nella sua cuccetta ed il sole che era ormai sulla via della sera, stranamente, doveva ancora levarsi.

Uscì, e si ritrovo sotto il cielo terso del primo mattino, quanto aveva dormito?

Poi, come una mano ghiacciata che gratta sulla nuda pelle, un brivido freddo gli attraverso la schiena, una sensazione niente affatto piacevole.

Così si issò, di slancio, lungo le sartie e raggiunse la coffa, apri tutto tremante uno scomparto, che solo lui conosceva.

L’ansia lo stava ghermendo e quando la vide, poco ci mancò che non finisse di sotto, andando a schiantarsi con un forte splash sul immoto mare azzurro, svariati metri più sotto.

L’ocarina era lì, come il giorno prima.

L’ocarina, blu elettrica, scintillava, beffarda, alle prime luci dell’alba.

Jim si accasciò e rimase seduto contro la coffa e cominciò a suonarla, come un automa.

 

“when there is no more rum, comes Belzebù Yo-oh-oh Yo-oh-oh

corsair you are, you have to sail the sea

hoist the color, forge your honor

but be attenction to your actions

because when  ends rum, comes Belzebù Yo-oh-oh Yo-oh-oh. “

 

Sorpresa e ora, ora che cosa accadrà? Dove sono il Cappellaio e Wendy?  Todd e Sparrow, che alleanza hanno? E Jim è vivo, morto o cosa?

   
 
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