III.
Passava sveglia
la notte
Hermione
era china sui libri, seduta davanti ad una scrivania della Sala Comune, ed era
intenta a scrivere, di tanto in tanto, qualche appunto sulla pergamena. Fin
qui, niente di strano: la ragazza passava continuamente il tempo a studiare e
studiare. La cosa davvero strana, si
disse Fred, era che l’orologio segnava le quattro meno dieci di notte, e fuori era
talmente buio che la luna riusciva appena ad illuminare i libri di Hermione. Non era una novità per il ragazzo: ogni tanto,
quando sgattaiolava in Sala Comune per organizzare qualche scherzo con il
gemello, la beccava sonnecchiare su un divanetto o leggere un libro davanti al
fuoco – possibile che non dormisse mai?
Lei,
ovviamente, non era a conoscenza delle domande che Fred si faceva sul suo
conto. Come avrebbe potuto? Non era nessuno, per Hermione.
Il rosso, tuttavia, si avvicinò a lei e la guardò trattenendo un sorriso. “Che
ci fai qui?”
Sgranò
gli occhi scuri pieni di terrore e portò le mani al petto, rischiando di
mollare un urlo spaventato. “Per Godric, mi hai fatto
prendere un colpo!”
“Non
era mia intenzione, Granger,” la canzonò, prendendo
posto su una poltrona vicina. “Dovresti rilassarti di più.”
“Non
dirmi cosa devo fare,” borbottò. “Questo...”
“...te
lo dovrei dire io, in qualità di Prefetto” scimmiottò, ridendo.
Hermione
tentò di ignorare la vocina stridula con cui aveva cercato penosamente di
imitarla, e sbottò: “Esatto. Quindi ti dico di filare a letto.”
“Oh,
andiamo, nessuna regola impedisce di andare in Sala Comune a prendere un
bicchiere d’acqua di notte.”
“Ma
tu non hai nessun bicchiere d’acqua in mano.”
Lui
alzò un angolo della bocca. “Se per questo, nemmeno tu. E con questo torniamo
alla domanda di prima: che ci fai qui?”
Hermione
pensò che, se avesse risposto alla sua domanda, avrebbe smesso di assillarla. “Studio,”
disse quindi, alzando gli occhi al cielo, come se fosse normale, “e tu?”
“Cerco
un bicchiere d’acqua” ribatté.
Questa
frase, per motivi ignoti, fece sorridere Hermione,
che prontamente coprì la bocca dietro un libro. Poi continuò a scribacchiare. “La
caraffa è su quel tavolo.”
Era
notte e Hermione e Fred stavano avendo una tranquilla
– si fa per dire – chiacchierata in Sala Comune. C’era qualcosa che non andava,
soprattutto perché entrambi passavano il tempo separati: le poche volte in cui
si rivolgevano la parola andava a finire che la ragazza lo rimproverava e lui
la prendeva in giro. Raggiunse la caraffa, bevve, e continuò con le domande: “Esattamente,
perché studi alle quattro meno dieci di notte?”
“Se
te lo dico, te ne andrai a letto e la smetterai di disturbarmi?”
“Affare
fatto.”
“Non
riesco a dormire molto, la notte.”
Fu
così che Fred, quasi per caso, scoprì una nuova cosa su Hermione
– e mai si sarebbe aspettato che il Prefetto-perfetto Granger
soffrisse d’insonnia.
Chissà se ne avrebbe
mai scoperto il motivo.