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Autore: Emmastory    04/06/2016    1 recensioni
Runa. Una lupa bianca e coraggiosa, che è anche stavolta impegnata in un viaggio alla ricerca delle sue radici. Alcuni lunghi anni sono passati, e il pericolo pare nascondersi ovunque. La luna, benevola regina dei cieli, l'accompagna in ogni passo verso quella che è la sua meta, anche dopo la caduta dell'amato Scott e della sorella Astral, membri del suo branco morti per mano di Scar. Un nemico che la nostra eroina si trova ad affrontare sin dalla nefasta notte in cui i suoi amati genitori Alistair e Nadia scomparvero, pronto a tutto pur di distruggerla. La sua buona stella continua a sorriderle, lasciandole ritrovare la felicità perduta e restituendole la forza d'animo che è solita caratterizzarla. Seguitela fino al suo traguardo, infondendole il coraggio che le manca per trovare se stessa e le sue radici. Anche stavolta, sperando che esca vincitrice dalla buia foresta, auguratele buona fortuna. (Seguito di "Luna d'argento: Cammino di luce")
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Luna d'argento'
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 Luna-d-argento-III-mod
 
Capitolo XVII

Nobiltà d’animo e cuori felici

Un altro lungo giorno stava per concludersi, e rimanendo al fianco di mia figlia Cora, non osavo muovermi. Passavo intere ore a cercare di rincuorarla sperando di vederla sorridere, ma ogni mio sforzo si rivelava tristemente vano. Il tempo continuava a scorrere, e alzandosi in piedi, mi parlò, convinta. “Devo trovarli entrambi, e subito.” Disse, posando il suo sguardo sulla parte più fitta della foresta, che avevamo esplorato insieme e solo in poche occasioni. “Sei sicura?” biascicai, preoccupata. “Io amo Ace, mamma. In ballo c’è anche mia figlia, e nessuno sa cosa potrebbe accadere.” Rispose, guardandomi negli occhi e rimanendo fedele a quella che era la sua decisione. In quel preciso istante, il mio cuore si gonfiò di dolore e inquietudine, e scegliendo di seguirla, mi unii a lei nella ricerca del suo amato. “Vengo anch’io.” Dichiarò una voce alle nostre spalle, che inizialmente stentammo a riconoscere. Voltandomi di scatto, scoprii che quella voce apparteneva a mia nonna, e fissandola con aria seria e al contempo addolorata, sperai di convincerla a desistere dal farlo. “Sei troppo debole, resta qui a riposare.” Le dissi, fornendole un utile consiglio e sperando ardentemente che lo seguisse senza opporsi. Per pura sfortuna, ciò non accadde, e fissandomi, la mia vetusta nonna non accennò a cambiare idea. “Sarò anche debole, ma finchè avrò vita dovrò proteggere il branco. Ora andiamo, non manca molto alla notte.” Continuò, per poi iniziare a camminare e guidare Cora nel suo viaggio. Lo stesso si rivelò incredibilmente lungo e difficile, ma con il calar della sera, giunte ad una radura, scorgemmo tutte una piccola ombra seguita e accompagnata da una più grande. Due corpi illuminati dalla luce dell’argentea luna, che si rivelarono essere quelli di Ace e della piccola Xena. Seguiva l’amato padre senza proferire parola, e alla sua vista, mia figlia si lanciò al loro inseguimento. “Ace!” gridò. “Che stai facendo?” aggiunse, sperando di vederlo voltarsi e ricevere una qualsiasi risposta. “Cora! Perché mi segui? Cosa vuoi da me?” chiese, voltandosi verso di lei e guardandola fissamente negli occhi. “Risposte.” Disse lei, convinta delle sue idee. “Perché l’hai fatto? Perché hai voluto lasciarmi?” chiese, con la voce spezzata e corrotta dal dolore, e gli occhi velati di lacrime. “Non pensi a noi? E Xena?” continuò, non riuscendo a smettere di piangere e fallendo nel tentativo di ritrovare la calma ormai persa. “Cora, amore mio, io ti amo, e non avrei mai voluto farlo, ma Xena continuava a piangere, e...” Disse, per poi tacere tentando di riprendere fiato. “E cosa?” mi intromisi. “Tu l’hai abbandonata!” gridai, volendo unicamente difendere il sangue del mio sangue. “Runa, tu non capisci. Xena ha un’altra madre! urlò con quanto fiato avesse in gola per tentare di difendersi da quelle che alle sue orecchie giungevano come accuse. “Chi sarebbe?” ebbi la sola forza di chiedere, con la voce ancora contaminata dalla rabbia. “Mia sorella Queen. Il suo branco è stato attaccato dagli umani, e da allora, Xena la crede morta. Lei vive in questa radura, e dobbiamo lasciarla andare.” Disse, per poi darci le spalle e squarciare il silenzio con un potente ululato. Un richiamo dai molteplici significati, e a cui nessun lupo avrebbe mai saputo resistere. Alcuni minuti svanirono come nebbia dalla nostra vita, e allo scadere degli stessi, una lupa grigia uscì dall’oscurità. Sembra incredibile, eppure è davvero la sorella di Ace. “L’abbiamo trovata.” Afferma lui, afferrando la cucciola per il collo e avvicinandola delicatamente alla sorella. “Vi ringrazio. Grazie di aver ritrovato la mia piccola.” Dice poi, avvicinandosi a Cora e strofinando il muso contro il suo. Accettando quel gesto senza proferire parola, mia figlia sorrise leggermente, e guardando quella cucciola negli occhi per l’ultima volta, le diede tristemente le spalle, non potendo poi evitare di piangere. Notandola, la piccola si voltò tentando di seguirla, e mugolando leggermente, si allontanò da quella che era la sua vera madre. “Aspetta.” La pregò, parlando con voce quasi angelica. Obbedendo a quella sorta di ordine, Cora tornò a guardarla, e regalandole un seppur debole sorriso, lasciò che una sua lacrima raggiungesse il terreno, bagnandolo come la fredda pioggia invernale. “Ti voglio bene.” Disse la piccola, sollevando leggermente una zampa in segno di saluto. Il silenzio che seguì quell’istante ci rese sordi e increduli, e mantenendo il silenzio, la vidi compiere un gesto nobile e al di fuori del normale. “Anch’io, Xena, anch’io.” Rispose, per poi avvicinarsi a me e continuare a guardare quella cucciola intenta a seguire la madre nella fitta e buia foresta. Quella notte era stata per tutti noi davvero preziosa. Un addio toccante, e un momento che nessuno dimenticherà mai. La piccola e dolce Xena aveva ritrovato le sue radici, e noi avevamo sperimentato sulla nostra pelle la nobiltà d’animo di Ace. Il suo gesto era inizialmente apparso crudele, ma proprio grazie a lui, i cuori di sua sorella Queen e della sua amata Cora erano finalmente caldi e felici.
   
 
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