Koala

Per non sentire il dolore questa volta non basterà chiudere gli occhi.

«Lasciala stare!»

Posso sentire il corpo tremare sotto i continui colpi che mi vengono inflitti alle costole, nonostante io abbia le braccia legate al soffitto. Cerco inutilmente di non urlare, non serve fare preoccupare anche lui.

«Ti ho detto di lasciarla stare!»

Ho sputato qualcosa, forse sangue, ho la vista appannata, questo colpo al fianco non me l’aspettavo e fa più male del previsto. Cerco di sollevare lo sguardo, ma è appannato, vedo figure indistinte, nonostante io sappia chi sono faccio fatica a riconoscerle.

«Sabo…»

Sussurro lasciandomi sfuggire un sorriso, non so perché io abbia sorriso riconoscendo la sua sagoma, ma non appena ho messo a fuoco il suo viso, qualcosa dentro di me si è rotto e il sorriso si è spento. I suoi occhi sono fuori dalle orbite, il viso è sporco di sangue e deformato dalla rabbia e dal dolore, mi sta fissando quasi supplicandomi di svegliarlo da un brutto sogno. Vorrei dirgli che presto sarà tutto sistemato, che ne usciremo come abbiamo sempre fatto, ma qualcosa mi dice che non sarà così.
A fatica riesco a spostare lo sguardo verso il mio aguzzino, lo strano pizzetto nero non riesce a coprire il suo ghigno sadico mentre avvicina di nuovo una mano al mio viso. Sento gli artigli sfiorarmi la pelle e lo vedo tirare fuori la lingua; è una bestia, una bestia che sta assaporando la sua preda: me. Sento ancora le grida di Sabo, so che quando si agita non combina mai nulla di buono, dovrebbe imparare a mettere da parte le emozioni e concentrarsi su come liberarsi senza badare a me, lasciandomi perdere se necessario per il proseguimento della missione. E senza rendermene conto sorrido ancora, tra me e me, al pensiero di tutte le volte in cui l’ho sgridato per la sua testardaggine e impulsività. E lui sente i miei pensieri, li sente perché sussurra di nuovo il mio nome con un filo rotto di voce:

«Koala…»

Sabo

Da quanto tempo la sta torturando? Sembrano passate ore, dopo i primi colpi ho capito che questa tortura non è la sua, ma è la mia. Preferirei mille volte ricevere quei colpi io piuttosto che vedere lei così, lei…

«Lasciala stare!»

Le arriva un altro colpo allo stomaco, un altro fremito scuote anche il mio corpo, mentre le mani non riescono più a stare ferme. La fisso immobile, osservo i suoi occhi chiusi, il sangue che le cola dalle labbra; quelle labbra così morbide adesso spezzate dai colpi di questo mostro.

«Lasciala stare!»

Grido graffiandomi la gola per evitare che la colpisca di nuovo: il sangue che le esce dalla bocca mi fa salire la nausea. Mi sento inutile, mi fisso le mani bloccate dalle manette di agalmatolite, e tremano, tremano talmente tanto da far tintinnare il metallo. Vedo gli occhi di Koala aprirsi, la vedo sorridere e sento un groppo salirmi in gola, è come se mi esplodesse la testa, non capisco più niente, voglio solo vedere lei al sicuro. Invece lui nota il nostro scambio di sguardi e ghignando le accarezza la pelle liscia, facendole un piccolo taglietto sulla guancia, mentre con disgusto noto che ha persino tirato fuori la lingua. Grido e sputo a terra, cerco di muovermi ma sono indebolito dall’agalmatolite che mi circonda anche i piedi. Lei mi guarda di nuovo, il suo sguardo è sereno, sta ricordando qualcosa che abbiamo passato insieme, lo vedo, lo sento. Gli occhi mi pizzicano, mentre cerco di controllare la voce e la rabbia, mentre sussurro il suo nome:

«Koala…»

Un forte boato mi riporta alla realtà, la parete al mio fianco destro viene distrutta e io riesco a vedere un briciolo di speranza: le catene di agalmatolite che ho intorno alle gambe si staccano dal muro distrutto. Questo mi basta, osservo Koala che ora è tornata seria e posso capire quello che sta pensando, posso capire le sue intenzioni, i suoi piani, la conosco meglio di chiunque altro. Mentre la vedo mordere la mano di Lucci in un ultimo tentativo disperato di distrarlo mi allungo verso di lei, senza nemmeno sentire più la debolezza delle manette, spinto dalla voglia di vederla di nuovo tra le mie braccia, al sicuro. L’uomo viene distratto da colpi di arma da fuoco vaganti e, non fa in tempo a colpire Koala che la allontano da lui, spezzando le corde che la tengono legata per i polsi riuscendo con le ultime forze a tramutare una delle mie mani nell’artiglio del drago. Ho fatto quello che dovevo, con un ultimo gesto disperato stringo forte Koala al mio petto, senza pensare che potrei farle male. Mi getto dalla finestra facendole da scudo con il mio corpo: mi fido di lei, so che una volta in mare, penserà lei a noi. La guardo un’ultima volta mentre sprofondiamo e il suo sorriso mi scalda il cuore, sono riuscito a salvarla, lei sta bene, lei sta bene.

• Angolino della demente

Mi era tornata la voglia di scrivere e dato che adoro questa coppia e qualcuno *coff coff* mi ha spinto a pubblicare questa schifezzuola, ecco a voi. Dovete amare anche voi Sabo e Koala, il mondo intero deve amarli, quindi amateliH! ♥

*Possibile spoiler:* 
La storia è ispirata alla notizia della base dei rivoluzionari distrutta e alla possibile presenza sul campo di battaglia di Lucci, ovviamente mi piace pensare il peggio, ma tanto sono tutti vivi, si. *autoconvinzione* 

Non pubblico né scrivo da anni, quindi per favore non linciatemi, le critiche e i commenti sono sempre ben accetti, byee <3

Vitzi ~