Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: kerryjackson95    04/06/2016    1 recensioni
"Non puoi trovare la luce Michael, o ce l'hai o non ce l'hai!"
"Non è vero, basta cercarla Kim!"
"Il buio è assenza di luce Michael, non puoi pretendere di usare ciò che non hai!"
"Anche nella luce c'è un po' di buio, la luce non esisterebbe se non ci fosse l'oscurità; ogni cosa esiste solo se esiste anche il suo opposto!"
"Quindi vorresti dirmi che senza l guerra non potrebbe esserci la pace?"
"No assolutamente. La guerra non dovrebbe esistere come ogni cosa orribile creata dall'uomo. Ma ogni cosa donata a noi dal creatore è giusto che esista. E la cosa che amiamo esiste anche grazie a quella che ci piace di meno."
"Che senso ha cercare la luce, se poi tanto devo rischiare di piombare in un buio più profondo di prima?"
"Kim! Ti preoccupi troppo di ciò che era e sarà. Ieri è solo storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono. Non devi privarti di fare qualcosa di entusiasmante oggi per la paura di ciò che potrebbe succedere domani.!"
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Tatum continuava a girare per la stanza senza mai fermarsi, era nervosa, confusa e smarrita. Prese la felpa col pelo che si era portata dietro e dopo essersela infilata uscì dalla camera la chiuse a chiave, e dopo aver preso l’ascensore uscì dall’albergo. Passeggiò in giardino tra fontane e arbusti toccandosi il ciondolo. Michael per lei era la cosa più importante, la più importante! Era fiera di ciò che aveva fatto! Doveva solo resistere un’altra notte, il giorno dopo a casa ne avrebbe parlato con Kim, che l’avrebbe aiutata e in poco tempo tutto si sarebbe risolto.
 
“Dove mi porti Michael?”
“Tu fai troppe domande tesoro!” rispose lui divertito.
“Sono stufa di stare bendata, manca tanto?”
“No! Buona, ancora un attimo!”
Michael aiutò Kim a scendere dalla moto e poi gli disse: “Ecco qua!” e gli tolse la benda.
Kim rimase un po’ delusa! Davanti a lei stava solo una casa bianca, col tetto scuro, un paio di finestre, una porta, e un praticello. Nulla di speciale una modestissima casetta in mezzo a tante altre.
“Cos’è?” chiese Kim.
“Quella che è stata per anni la mia casa, dove ho vissuto coi miei fratelli, mia madre e mio padre.”
“Davvero?” chiese Kim.
“Si!” disse lui con un velo di tristezza negli occhi.
“Vieni entriamo!”
“Ma no Michael! Come fai non hai nemmeno le chiavi!”
“E chi te lo ha detto?” disse Michael estraendole dalla tasca della giacca di pelle.
Aprì il cancello con sguardo aria solenne, quasi come se stesse per entrare in un luogo sacro, il cancello cigolò e disse: “Ci siamo!”
Proseguì verso la porta, la aprì respirò profondamente. Tutto completamente vuoto. Un brivido percorse tutto il corpo di Michael, brivido che gli si infilò in ogni parte del corpo per arrivare infine a provocargli gli occhi lucidi. Si trattenne.
Quanti ricordi…
 
“Michael! Michael!”
“Cosa vuoi Janet?”
“Posso venire a dormire con te?”
“No, torna di là da Latoya e Maureen, chiedi a loro il mio letto è piccolo, loro hanno il divano letto, io ho solo il letto a una piazza.”
“Non mi piace, non voglio stare con loro, parlano di ragazzi, non mi fanno dormire e non mi calcolano. Io voglio stare con te.”
“Janet e stratardissimo sono le undici e mezza, possibile che tu non possa lasciarmi dormire.”
“Ma io voglio stare con te Michael, ti prometto che dormo e non ti disturbo, per favore, ti prego. Pensa a quei bambini che sono costretti a dormire da soli e fammi venire nel tuo letto in loro onore.”
Janet sapeva sempre dove battere il chiodo, era una cosa incredibile!
“E va bene, però dormi subito.”
“Posso portare anche Pablito?”
“Anche lui?”
“Si è piccolo non dorme senza di me.”
“E va bene, anche se non so come riusciremo a starci!”
“Adesso ti faccio vedere che ci stiamo tutti.”
Janet si infilò sotto le coperte col suo orsachiotto di peluche. E felice disse: “vedi che ci stiamo!”
“Ora dormi però!”
“Ma ho fame!”
“Mangerai  a colazione.”
“Ho fame adesso io.”
“Se non vuoi che io mi riprenda il letto intero Janet cerca di dormire.”
“Ma io non riesco a dormire se ho fame.”
“Cosa vorresti?” chiese Michael stropicciandosi gli occhi.
“I biscotti?”
“Biscotti? Ma non possiamo mangiarli a letto, si riempirà di briciole se ci scopre Joseph sono guai! E poi ci sarebbe il rischio di andare a prenderli, se mamma e Joseph si svegliano…”
“Eddai! Io ho fame Michael! Sei mio fratello maggiore e devi pensare a me”
“Come faccio ad andare a prenderli.”
Passi dalla sala, poi ti infili in cucina, sono nella biscottiera.
“Ah ho capito sono quelli glassati al limone!”
“No, Michael, quelli con le gocce di cioccolato”
“Prometti che dopo che li hai mangiati dormi e non fai più i capricci.”
“Prometto e giuro!”
“Stai qui. Ok?”
“Si Michael grazie!”
Dopo poco tempo Michael fu di ritorno con i coockies e un bicchiere d’acqua.
Janet li mangiò ringraziando Michael con un bacio, Michael ne mangiò uno e dopo essersi pulito dalle briciole si infilarono nel letto. Michael sbadigliò…
“Buona notte Janet.”
Janet con le braccine gli circondò lo stomaco e lo abbracciò, lui si stupì e ringraziò di essere girato dall’altra parte per poter nascondere la commozione…
“Che fai Janet?”
“Ti abbraccio Michael!”
“Perché?”
“Perché ti voglio bene.”
“Anche io te ne voglio Janet.”
“Allora perché non mi abbracci?”
“Perché ho sonno.”
“Ti addormenti meglio se abbracci   qualcuno.”
Michael si girò e abbracciò Janet… si addormentarono.
  
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