Kyungsoo
non aveva idea di cosa facessero le altre persone la Vigilia di
Natale, ma per lui il 24 Dicembre era sempre stato Natale Con
Minseok. O almeno, lo era stato per i passati otto anni. Se la
memoria non lo ingannava, era incominciato quando Minseok era andato
a trovarlo in ospedale una Vigilia, portando con sé un
bigliettino
fai-da-te di Buon Natale e Buona Guarigione. Quello era stato un anno
davvero duro per Kyungsoo, essendosi ammalato a Natale e tutto, e
Minseok l'aveva aiutato tanto. Per il Kyungsoo di sette anni, malato
e debole, quel biglietto aveva significato molto.
Quest'anno,
però, Kyungsoo si sentiva bene. Forse la sua recente buona
salute lo
aveva reso un po' troppo sicuro, ma decise di invitare Minseok a casa
la sera del 24 per guardare un film e passare un po' di tempo
assieme, mentre i loro genitori chiacchieravano davanti a un
bicchiere di vino a casa del maggiore.
“Scusa
se osservo tutte le tue cose,”
disse Minseok mentre studiava la camera di Kyungsoo, notando tutte le
cose che erano cambiate dall'ultima volta che ci era stato.
“Devo
assicurarmi che non abbia già quello che ti ho preso per
Natale.”
Kyungsoo si
tenne occupato trascinando il carrellino della TV più vicino
al
letto e sistemando il lettore DVD. “Basta che non tocchi
niente,”
canticchiò, e il suo tono era leggero ma il cuore gli
batteva forte,
come faceva sempre quando lasciava entrare altre persone in camera
propria. Cercava di non darlo a vedere, ma la reazione era automatica
e involontaria a questo punto.
“Non
lo farò,”
rispose Minseok con lo stesso tono, guardando le stelle dipinte sul
soffitto del più piccolo.
Kyungsoo
stava armeggiando con il lettore DVD quando Minseok disse
all'improvviso, “Hey, aspetta un secondo. Sono io
questo?”
Kyungsoo
si voltò e vide il vicino osservare le foto che aveva appeso
sul
muro dietro la scrivania. Guardò quella che stava indicando
e
rispose, “Oh. Sì.”
Minseok
si avvicinò alla foto e sbatté gli occhi
sorpreso. Mentre la
maggior parte delle foto era di panorami e vaghe immagini di
qualche folla, o dell'intero gruppo ad Insadong, questa era solo di
Minseok, che sorrideva affettuosamente ma senza guardare l'obiettivo,
con le guance arrossate dal vento e i capelli schiariti dal sole.
Luhan aveva detto a Kyungsoo di averla fatta al fiume Han, quando
Minseok lo aveva portato per il progetto. “Perché
hai questa?”
chiese.
Kyungsoo
fece un suono vago, studiando il menù principale del film
che
avrebbero visto. “Luhan-hyung ha detto che era la sua foto
preferita del giorno.” Si ricordava ancora il sorriso del
ragazzo
quando stava guardando le foto insieme a lui, parlando di ogni scatto
singolarmente.
Minseok
sputacchiò imbarazzato. “È solo la mia
faccia!” protestò.
“La
tua faccia adorabile,”
lo prese in giro Kyungsoo. “Ma davvero, hyung, non pensi che
sia
una bella foto? Non l'avrei appesa se non pensassi sia
così.”
Sollevò lo sguardo su di lui e sorrise. “Se sei in
imbarazzo solo
per questo, dovresti vedere cosa Luhan-hyung ha detto al
riguardo.”
Probabilmente avrebbe potuto ripetere parola per parola cosa aveva
scritto sul retro.
“Cosa
ha detto?”
chiese Minseok, e Kyungsoo era abbastanza certo che le sue guance si
fossero arrossate. Si sentiva un po' in colpa per aver tirato in
ballo Luhan, però, considerando che era passato solamente un
giorno
da quando avevano acconsentito a non parlare di certe
cose. E
Kyungsoo non era sicuro se Minseok fosse ancora arrabbiato per la
faccenda del bubble tea, per quanto ne avessero parlato la notte
precedente.
Ma
Minseok non sembrava irritato o frustrato, solo un po' imbarazzato,
quindi Kyungsoo si limitò a sorridere e a darsi un colpetto
al naso.
“È un segreto,” disse.
“Luhan-hyung me l'ha detto in
confidenza.”
Minseok
sbuffò agitato, ma Kyungsoo non si smosse, spostandosi
invece sul
letto e avvolgendosi in un'enorme coperta come un bozzolo. Aveva il
suo profumo, e non quello del detersivo come accadeva quando era
stata appena lavata, e questo lo faceva sentire un po' a disagio, ma
Minseok gli aveva sempre detto di stare attento a non lasciare che il
suo OCD gli sfuggisse di mano, e Kyungsoo sapeva che aveva ragione.
Quindi rimase seduto e odorò lentamente la coperta, e si
concentrò
su Minseok che alzò gli occhi al cielo irritato prima di
prendere la
propria coperta – portata da casa, perché non
poteva usare quelle
di Kyungsoo – avvolgendosi in essa e andandosi a sedere
accanto a
lui sul letto. Ad essere onesti, Minseok (né nessun altro)
si era
mai avvicinato così tanto a Kyungsoo – premuti
relativamente
vicino, con solo gli spessi strati di coperte a dividerli. Era una
sensazione strana, per Kyungsoo. Contemporaneamente confortante e
stressante. La vicinanza lo innervosiva, ma allo stesso tempo voleva
avvicinarsi di più, sentire il calore corporeo di qualcun
altro,
respirare l'odore di qualcun altro e vedere cosa si provava a sentire
la pelle di qualcuno contro la propria. Il pensiero era tanto
terrificante quanto invitante.
Kyungsoo
decise di concentrarsi sul film invece.
“Non
l'hai mai visto questo, vero hyung?”chiese,
stringendo la coperta tra le dita.
“No,”
rispose Minseok, e non c'era da sorprendersi. “Guardi molti
più
film rispetto a me.”
“Questo
parla di pinguini,”
gli disse Kyungsoo.
“È
un documentario?” lo prese in giro il maggiore.
“No,”
disse ridendo. “Ma mi piacciono anche quelli.”
“Lo
so che ti piacciono,”
rise Minseok. “Ho imparato più guardando
documentari con te che
seguendo le lezioni di biologia.”
Kyungsoo
ridacchiò. “Ti faccio bene allora,”
disse. “Ma questo non è
un documentario. Parla di—” Guardò la
copertina. “Pinguini di
Natale. O qualcosa del genere.”
Minseok
rise e scrollò le spalle. “Non importa,”
rispose. “Fallo
partire.”
“D'accordo,”
disse, e poi calò il silenzio mentre il film iniziava.
Non
rimanevano mai zitti a lungo, però. Cinque minuti
dall'inizio, e
Minseok fece un commento sulla canzone introduttiva, e Kyungsoo
imitò
il modo in cui un personaggio aveva detto qualcosa, ed entrambi
ridacchiavano per battute infantili, e per un po' Kyungsoo si
dimenticò delle sue paure. Minseok sembrava aver fatto lo
stesso,
dimenticandosi di tutti i suoi problemi per il bene proprio e anche
di Kyungsoo. Lo apprezzava davvero.
Quando
il film finì, Minseok dichiarò che era l'ora del
karaoke, e chi era
Kyungsoo per rifiutare? Facevano sempre il karaoke alla Vigilia. Non
aveva più il vero gioco per il karaoke – poteva o
meno essersene
liberato dopo essersi ammalato una volta – ma non era
difficile
trovare le canzoni su YouTube e crearsi dei microfoni sotto forma di
un telecomando e di una spazzola (Kyungsoo avrebbe dovuto
disinfettarli dopo, ma ora non aveva tempo per pensarci). Fecero a
turno o qualche volta cantavano un duetto, e Kyungsoo non aveva mai
cantato per nessuno se non Minseok, ma alla Vigilia era senza
vergogna. Nemmeno quando era l'amico a cantare e lui si metteva a
saltellare per la stanza, più che altro ridendo e cercando
di
distrarre Minseok. Seguì la scia di Oh Holy Night del
maggiore, con
la sua interpretazione straziante di una ballad natalizia, e quando
stava arrivando alla fine, Minseok lo prese in giro,
“Stai piangendo, Soo?”
Kyungsoo
aveva tirato esageratamente su col naso e finto di asciugarsi gli
occhi lucidi. “Sono commosso dalla bellezza della mia stessa
voce,”disse.
Minseok
grugnì. “È stato davvero
speciale,” rispose. “Ora, sei pronto
per il tuo regalo? Presto dovrò tornare a casa per prendere
l'insulina.”
“Sono
sempre pronto per i regali,”
replicò Kyungsoo con un sorriso, sedendosi sul letto per
aspettare.
“Certo
che lo sei,”
rise Minseok, raccogliendo la busta che aveva lasciato accanto alla
porta quando era entrato. “Ecco. Ti faccio vedere prima il
biglietto.”
Anche
se era sicuro che a questo punto fosse solo per abitudine, apprezzava
che Minseok capisse e accettasse il fatto che Kyungsoo non avrebbe
toccato niente di quello gli porgeva.
“Guarda, l'ho fatto io stesso,” disse il vicino,
mostrandogli il
davanti di un bigliettino rosso ritagliato. “Quello al centro
sei
tu.”
Kyungsoo
sbirciò la figura. “Cosa ho in mano?”
“Cuori,”
rise Minseok. “Perché tutti ti amano
così tanto.”
“Ah,”
disse il ragazzo. “Certo.”
“Vedi,
a volte ho come l'impressione che tu
pensi
che le persone si dimentichino di te quando non sei con loro. E non
è
vero. Quindi ho fatto questo biglietto promemoria di quanto tutti ti
adorino,”
disse Minseok con una risatina incerta. Lo aprì e
mostrò a Kyungsoo
cosa c'era all'interno. “Su questo lato, ci sono delle frasi
che
qualcuno ha detto su di te. È un po' strano ma, beh.
Vediamo...
questo dice ‘A
Kyungsoo
piacciono questo tipo di patatine ai gamberi, giusto? Dovrei
lasciarne un paio da dividere con lui.’
Chanyeol l'ha detto l'altro giorno a pranzo. Questo invece ‘Nessuno
ascolta meglio di Kyungsoo. È un amico davvero
importante.’ L'ha
detto Luhan. E ce ne sono altri, da parte di tutti. Anche Junmyeon
aveva qualcosa da dire.” Minseok lo guardò,
sorridendo incerto.
“Spero ti piaccia.”
All'improvviso
Kyungsoo sentì la gola troppo stretta per riuscire a
parlare, quindi
si limitò a sbattere velocemente le palpebre e annuire.
“Comunque,”
riprese il maggiore, “ecco il messaggio. Non ridere! Dice Caro
Sooseongong**. Ti ricordi quando ti chiamavo così? Quando
eravamo
ancora dei bambini e io provavo a farti sorridere. O quando cercavo
di farmi perdonare per qualcosa. Ora ha ancora più
importanza di
prima, non trovi? Mi manca chiamarti in questo modo. Comunque, volevo
solo che sapessi che per quanto tutti ti vogliano bene, io ti ho
voluto bene per primo! Suona strano. Ma hai capito che intendo, no?
Sai che ci tengo tanto a te, vero? Come tuo hyung, voglio che sappia
che sono sempre orgoglioso di te e ti supporterò sempre ad
ogni
costo, e sono sempre felice quando ti vedo felice. E, come tuo hyung,
mi dispiace ti debba sempre prendere cura di me quando dovrebbe
essere il contrario. Ti prego, prenditi cura anche di te stesso. E!
Non dimenticare che sono sempre qui se hai bisogno di me~ Buon
Natale, mio caro dongsaeng. Con affetto, Minseok.” Minseok
si schiarì la voce imbarazzato e disse, “Quindi,
questo è per te.
Scusa, alla fine è risultato un po' smielato.”
Kyungsoo
non disse nulla, deglutendo a fatica.
“Um.”
continuò il maggiore. “E scusa anche se
è troppo, tipo. Gay.”
Ridacchiò nervosamente.
“Non
essere stupido,”
riuscì a dire alla fine Kyungsoo, stringendosi di
più nella
coperta. “Lo sai che mi piace tutto quello che mi
dai.”
Minseok
sorrise e disse, “Questo era solo il biglietto! Ecco il vero
regalo.” Posando il biglietto sulla scrivania di Kyungsoo
–
cominciava a perdere il conto di tutto quello che avrebbe dovuto
disinfettare quella notte – tirò fuori qualcosa
dalla busta.
“Ta-da!”
Kyungsoo
sbatté le palpebre sorpreso. “Quello è
un—”
“DVD
per gli esercizi?”
rise Minseok. “Sì, lo è.”
“Um.”
Kyungsoo lo fissò a lungo, studiando i vestiti orribili che
indossavano le persone in copertina.
“Perché?”
Minseok
continuò a ridere, senza riuscire a smettere.
“Perché sono
preoccupato per la tua salute,” disse, ma Kyungsoo lo
guardò con
un'espressione per nulla impressionata. “Cosa? Non fai
abbastanza
movimento, sempre rinchiuso in questa piccola casa!” Il
più
piccolo sollevò un sopracciglio, e Minseok disse,
“Okay, penso
anche che sarebbe divertente vederti fare uno di questi video.
Andiamo Soo, non dirmi che non sarebbe esilarante!”
“Guarda
i loro vestiti,
hyung,” disse Kyungsoo, con un sorriso che gli tirava le
labbra.
“So di non essere un guru della moda, ma i body.
Con
gli scaldamuscoli.
Preferirei
morire.”
“Awwww,
io penso sarebbe adorabile!” protestò Minseok,
guardando la
copertina. “Guarda, dice Due
ore di divertimento ed esercizio non-stop! Non
sembra eccitante?”
Kyungsoo
grugnì. “Lo farò solo se lo fai con
me,” decise. “E dovrai
indossare gli scaldamuscoli.”
Minseok
emise un suono che era un misto tra una risata e un lamento.
“Stai
attento, potrei anche accettare,” disse.
“Purché li indossi
anche tu.”
“Hey,
io non ho nessuno su cui fare colpo,” ribatté
Kyungsoo con una
risata. “Andiamo hyung, anche a te servirebbe fare un po' di
movimento!”
Minseok
si accigliò leggermente. “Oh. Penso abbia
ragione.”
Il
più piccolo rise liberamente.
“Prima che te ne accorga, ci incontreremo settimanalmente per
fare
gli esercizi. Vestiti con i nostri piccoli body e le fascette. Oddio,
riesci a immaginarlo?”
“Sarebbe
bellissimo.”
“Hai
una strana concezione di cosa è bello,”
grugnì Kyungsoo.
“Forse,”
disse Minseok, sorridendo mentre posava il DVD. “In ogni
caso,
farai bene a usarlo! Ho usato soldi veri per comprarlo.”
“Spero
non abbia speso troppo,”
rispose Kyungsoo alzando gli occhi al cielo. “Comunque, anche
io ho
un regalo per te.”
“Urrà!”
“Ecco.”
Kyungsoo pescò un pacco rettangolare da sotto il letto e lo
passò a Minseok, guardando il biglietto che l'amico aveva
posato
sulla scrivania. Avrebbe voluto guardarlo, leggere ancora tutto
quello che c'era scritto, ma non riuscì a trovare la forza
di
toccarlo. Con un piccolo sospiro, si voltò verso il vicino.
“Un
biglietto!”
canticchiò Minseok, staccandolo dal regalo impacchettato.
“Oh, è
così carino!” Kyungsoo sorrise; lo aveva fatto lui
stesso, usando
del cartoncino e degli acquerelli, e aveva disegnato due piccoli
gatti con dei cappelli da babbo natale e con fiocchi di neve
glitterati tutto intorno. Poi Minseok lo aprì, squittendo
piano per
le figure all'interno, gli stessi due gatti che facevano gli angeli
di natale sulla neve (che Kyungsoo non aveva mai fatto prima, ma
immaginava fosse divertente). “Caro
Minseokkie-hyung,”
lesse a voce alta, e per qualche ragione Kyungsoo si sentì
timido.
“Sai
di essere il mio hyung preferito, vero?
Non puoi mai dimenticarlo. Sono sempre grato quando vieni a passare
del tempo con me, anche quando probabilmente ti divertiresti di
più
da qualche altra parte. E grazie di tenere a me, perché
anche io
tengo a te! Inoltre, non sono sicuro del perché abbia
disegnato dei
gatti sul biglietto. Forse mi piace semplicemente disegnarli. Quello
nero sono io e quello marrone sei tu, nel caso te lo stessi
chiedendo. Buon Natale, hyung! Prenditi cura di te, okay? È
importante. Se non lo fai, mi arrabbierò! Con affetto~
Kyungsoo.”
Minseok
ridacchiò e sollevò lo sguardo. “Sei
davvero adorabile, lo sai
Kyungsoo?”
Il
ragazzo rise e abbassò la testa.
“Il tuo era peggio.”
“Il
tuo sembra molto più 'da hyung' rispetto al mio. Non va bene.”
Minseok sorrise e cominciò a scartare il regalo.
“Lo appenderò al
muro, okay? E i tuoi gatti sono adorabili.” Alla fine vide il
regalo e calò il silenzio. “Oh wow.”
“Scusa,
è la sola cosa che so fare,” biascicò
Kyungsoo immediatamente,
sentendosi imbarazzato.
Minseok
prese in mano il quadro e passò delicatamente le dita sulla
tela,
con gli occhi luccicanti. “È fantastico,
Soo,” disse. “Mi
sento così inferiore.”
Kyungsoo
rise imbarazzato, sporgendosi per guardare ancora una volta il
dipinto. I suoi regali erano sempre fatti a mano, perché
così aveva
qualcosa per occupare il tempo e anche perché non aveva
molti soldi
suoi, e poi gli piaceva dipingere. Gli piaceva qualsiasi tipo di
arte, ma la pittura era la sua preferita. Il quadro tra le mani di
Minseok ritraeva due ragazzi, uno con i capelli neri e un altro con i
capelli castano chiaro, seduti schiena a schiena ai lati opposti di
un muro in metallo. Anche se i ragazzi non erano la loro copia
esatta, Minseok non ebbe difficoltà a capire chi fossero. Il
brunetto aveva le braccia sollevate in aria, sorrideva allegramente,
mentre il ragazzo con i capelli neri sedeva molto più
contegnosamente, un sorriso affettuoso sulle labbra, e le braccia
incrociate sopra le ginocchia. L'intero dipinto era illuminato dai
caldi raggi solari, e tutti i colori erano caldi e piacevoli: un
arancione caldo, un bell'azzurro, un rosa chiaro. Kyungsoo ci aveva
messo settimane a finirlo.
“Dimentica
i tuoi gatti natalizi,”
disse Minseok, con voce calma e meravigliata. “Sopra il mio
letto
ci metto questo.”
“Non
è così bello,”
mormorò Kyungsoo, sorridendo felice sentendosi piacevolmente
caldo.
“Non
prendermi in giro,
Do Kyungsoo,” disse deciso l'amico. “Ora mi sento
in colpa per
averti fatto un regalo stupido.”
“Non
farlo,”
disse velocemente Kyungsoo con un risata. “Ti ho detto che mi
piace
tutto quello che mi dai, no?”
“Ma
il tuo regalo è molto più carino del mio,”
mormorò Minseok.
“Mi
ha fatto ridere,” disse Kyungsoo. “È
molto... da
te. Mi
piace.”
Minseok
sbuffò, ma sorrise, riprendendo a guardare il dipinto.
“È davvero
bellissimo, Soo. Anche se il mio 'io' che hai disegnato è
molto più
carino del mio 'io' reale.”
“Impossibile,”
lo rimproverò scherzosamente Kyungsoo, e Minseok rise.
Fu
un minuto dopo che Minseok disse con esitazione,
“Devo davvero andare,” la sua voce era piena di
rimorso. “Si
sta facendo tardi e avrei dovuto prendere l'insulina due minuti
fa.”
Kyungsoo
cercò di non sospirare troppo tristemente.
“Okay,” rispose,
scacciando gentilmente l'amico. “Riposati. Ci vediamo
domani?”
Minseok
annuì entusiasta. “A domani. Buona Vigilia,
Kyungsoo!”
Kyungsoo
sorrise. “Buona Vigilia, hyung,”
canticchiò in risposta, mentre
il maggiore raccoglieva velocemente le proprie cose.
“Ti
voglio bene~”
cinguettò Minseok. “Ciao!”
Kyungsoo
rise mentre l'amico usciva dalla porta per tornare a casa. Quando
sentì la porta d'ingresso chiudersi, il ragazzo si sedette
in
silenzio sul letto per qualche momento, gli occhi puntati sul
bigliettino che Minseok aveva lasciato sulla sua scrivania. Dopo un
lungo, intenso minuto però, si alzò con un
sorriso e afferrò le
salviettine anti-batteriche dallo scaffale, tirandone fuori una. Era
una routine a cui era troppo abituato.
A
volte, nei suoi momenti più tranquilli e privati, Kyungsoo
sognava
un tempo in cui quelle routine non sarebbero state altro che un
ricordo.
Ma
a Kyungsoo non piaceva essere irrealista.
**수선공
(sooseongong)
si traduce grossomodo come "riparatore" o "tecnico".
Minseok sta facendo un gioco di parole con la fine del nome di
Kyungsoo, ma c'è anche un significato dietro :)