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Autore: Dazechrome    06/06/2016    0 recensioni
[Osomatsu-san]
Karamatsu entrò vestito col suo set chiodo nero e pantaloni a paillette, togliendosi gli occhiali da sole. – Madre… - esordì con voce soave. – Hai ragione… prenderemo un cane. Ho già pensato a tutto io.
Tutti gli altri fratelli saltarono in aria, Ichimatsu strillò talmente forte da far scappare il gatto.
-Prendiamo un cane? Prendiamo un cane! – esclamò Jyushimatsu, ballando e gesticolando con le braccia a mo’ di tentacolini. – Lo adottiamo dal canile? Ne prendiamo uno di strada? Oppure uno di razza? Magari un bel volpino di pomerania!
Karamatsu gli mise un braccio sulle spalle. – Fratello… i volpini di pomerania non sono cani da guardia.
Genere: Angst, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ichimatsu? – rispose Todomatsu. – Oh, ha avuto un attacco di rabbia e se n’è uscito, ma tanto ora torna.
-Sarà meglio farlo sbollire un po’, lo sai che tipo è. – disse Osomatsu sorridente, accarezzando Zeus.
Karamatsu rimase in silenzio per un po’, annuendo. Valutò attentamente le sue priorità, guardando il cane e i fratelli che gli stavano addosso.
-Per ora facciamo fare un tour per la casa a Zeus. Non ha ancora visto i nostri genitori. – annunciò con voce potente Karamatsu, tirando leggermente il guinzaglio verso la loro stanza. – Prima di tutto vedrà la nostra camera.
-No, aspetta! – strillò Choromatsu. – Devo… devo mettere in ordine le mie cose!
-Cosa hai lasciato in giro stavolta? – cinguettò Todomatsu. – Quali sono i doujinshi del giorno?
-Non- Non sono doujinshi! – gridò Choromatsu. – E’… è roba che potrebbe ingoiare!
-Ah, la tua roba sporca di bor- Jyushimatsu fu assalito dal fratello che lo immobilizzò di colpo, entrambe le mani alla bocca.
-Calma, Choromatsu. – disse Karamatsu con tono grave. – Dobbiamo anche insegnare al nostro Zeus a non toccare tutto ciò che vede.
-Ma ma ma! Al primo giorno! – urlò Choromatsu. – Non è un po’ troppo presto per-
-Ehi, cosa nascondi? – ridacchiò Osomatsu. – E’ roba interessante?
Choromatsu strinse i pugni, lasciando libero Jyushimatsu. Sorrise malamente. – Avete proprio un’opinione bassa di me! Bene, allora cominciamo ad addestrare il cane. Fategli esplorare pure tutto.
-Attento a ciò che chiedi, Choromatsu. – squittì Todomatsu, aprendo la porta alla loro camera.
Il piccolo dobermann cominciò ad annusare per tutta la stanza, libero dal guinzaglio.
-Come facciamo a fermarlo se tocca qualcosa che non vogliamo che tocchi? – chiese Osomatsu.
-Basterà… fare un rumore improvviso e dire un “no” secco. – rispose Karamatsu con voce bassa. – Like clapping!
-Doloroso! – gemette Osomatsu mentre il fratello batté le mani. Zeus ignorò entrambi, annusandosi attorno e sedendosi vicino a una pila di libri poggiata a terra.
-Oh no. – sussurrò Karamatsu in inglese.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA – urlò eternamente Choromatsu, mettendosi le mani tra i capelli. – STA CAGANDO SUI MIEI DOUJINSHI!!!!!!!!!!!
-Ahah, visto, lo sapevo! – rise gioioso Todomatsu, ballando con Jyushimatsu.
-E adesso? – chiese Osomatsu.
-Non temete, fratelli… ho già preso l’antiodori… - annunciò Karamatsu tremando.
-E chi pulisce? – domandò Jyushimatsu smettendo di ballare. – E come metti l’antiodori su carta?
Karamatsu ghignò amaramente e scappò via chiudendo la porta di scatto. I fratelli rimasti urlarono.
-KARAMATSUUUUUU!!! – gridò Choromatsu con tutte le sue forze.
-Io non la prendo. – disse Todomatsu tranquillo.
-I MIEI DOUJINSHIIIII!!!!! – continuò Choromatsu disperato, cavandosi gli occhi.
-Dai, dai, ha solo sporcato il bordo. – lo rassicurò Osomatsu.
-E ALLORA PULISCI TU!!! – pianse l’altro.
Jyushimatsu mise il guinzaglio a Zeus e lo portò dietro. – Ehi, io lo faccio uscire così pulite in pace, dirò a Karamatsu di portare il resto.
-Allora aspettiamo che arrivino i mezzi e- Todomatsu fu preso per il collo da Choromatsu prima che potesse uscire anche lui. – Pulirai tu, stronzo! – sibilò il verde.
 
-Oh, ma che bellino questo cagnolino! – disse Mamma Matsuno accarezzando la bestiola e riempiendolo di moine assieme al marito. – Quanto si farà grande?
-…è un dobermann, madre. – rispose Karamatsu leggermente imbarazzato. – Crescerà. Molto.
-E questo cappellino in testa? – chiese Papà Matsuno, tentando di toccarlo.
-Quello è per le orecchie, vero? – aggiunse Jyushimatsu.
-Si, non toccatelo. Serve per rizzargliele. – rispose Karamatsu con tono freddo. Sospirò. – Ichimatsu non è ancora tornato?
-No. – rispose Mamma Matsuno. – Non l’abbiamo proprio visto oggi.
Jyushimatsu venne di corsa con una maglietta viola, porgendola al fratello.
-Uh? – mormorò Karamatsu confuso.
-Fagliela annusare, così lo ritroveremo! – disse innocentemente Jyushimatsu.
-E’ un dobermann cucciolo, non un segugio. – rispose con una risatina l’altro.
-Dobbiamo comunque farlo abituare ai nostri odori! – insisté Jyushimatsu, mettendo la maglietta sul muso di Zeus. Il cane odorò e poi distaccò il muso disgustato.
-Ah, si, non era ancora lavata. – mormorò Jyushimatsu. – Andiamo a cercare Ichimatsu? Non torna da un po’!
-Magari sta pianificando di ucciderci… - bofonchiò Karamatsu, vagamente scherzoso. – Aspeeeetta, Jyushimaaatsu. Dobbiamo ancora controllare che abbiano pulito.
 
Ichimatsu si mise all’angolino attorniato dai gatti. Il sole era tramontato da un po’, eppure non aveva alcuna intenzione di tornare a casa. Era solo in quel vicolo con tanti gatti randagi e bisognosi di lui, tutto ciò che sentiva erano le fusa e il loro calore.
Poteva benissimo dormire lì, nel suo piccolo paradiso.
-Siete tutti di strada? Chissà se c’è qualcuno abbandonato… senza famiglia… - sussurrò il ragazzo ai gatti. Cominciò a piangere. – Io non ho nessuno… Un cane! Sono meno importante di un cane! Uno schifoso cane!
Un gatto gli mise una zampina sulla bocca. – Sto delirando. – riprese Ichimatsu singhiozzando. – Chissà se ESP Kitty è in giro… almeno avrei qualcuno con cui parlare… non voglio tornare lì…
  
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