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Autore: Ire_2002    06/06/2016    1 recensioni
Jenny è una ragazza normale, la sua vita e la sua famiglia sono del tutto ordinarie.
Ma tutto cambierà il giorno in cui si accorgerà che nella foresta vicina a casa sua c'è qualcuno.
O meglio qualcosa.
Costretta a essere la serva di un mostro.
Condannata alla prigionia.
E intanto nessuno sa dove si trovi.
Ma nella sua gigantesca prigione incontrerà qualcuno pronto ad aiutarla.
Qualcuno che come lei vuole solo una cosa.
La libertà.
Una ragazza che deve cercare di fuggire.
Una Proxy.
Una Proxy che non vuole essere tale.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hoody, Masky, Nuovo personaggio, Offenderman, Ticci Toby
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm not a Proxy'
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Mi ci vuole un po' per ritrovare la via del ritorno, ma fortunatamente ho un senso dell'orientamento abbastanza buono.
Quando mi ritrovo davanti il grande portone della magione non so se dovrei essere sollevata per essere riuscita a ritrovarla o frustrata perché ci devo tornare dentro, incontrando magari qualche Proxy poco gradito.
- Ehi... Jenny...- sento una voce tremolante proveniente da dietro di me. Davanti mi ritrovo Kate, con un sorriso non esattamente rassicurante sul viso e la felpa sporca di fango e di rosso. La ragazza si porta davanti al viso  un braccio, come se la luce della mia torcia le desse fastidio.
- Ciao Kate- dico, indietreggiando. Non mi piace.
Il suo sorriso ha qualcosa di folle.
- Offender non ti ha fatto uccidere nessuno? Peccato, potevo insegnarti qualcosa- dice, ridacchiando.
Io cerco di sorriderle, andando verso il portone.
- Ma no,non andare! Possiamo giocare! Nel bosco incontro tanta gente con cui gioco! Anche se loro perdono sempre... farò giocare anche te!
Mi prende per un polso, tirandomi, e noto con disgusto che la sua mano è del tutto macchiata di rosso.
- No Kate- rispondo, strattonandola. Non credo di avere il suo stesso concetto di gioco. 
Lei si volta, spalancando i grandi occhi scuri. Ha un'aria simile a quella di una bambina che viene rimproverata.
- Ma dai! Sarà divertente giocare con la mia nuova amica! C'è sempre tanta gente da queste parti!- mi tira con più forza, conficcandomi le unghie nella carne.
- Kate, non voglio. Non mi piace giocare- rispondo, cercando di mantenere la calma, e di non farla arrabbiare.
- Ma tu... non sei mia amica? Io credevo che fossimo amiche!
Vedo una grossa lacrima uscirle dall'occhio destro, e mi lascia andare all'improvviso, coprendosi la maschera con le mani.
Devo dirlo, mi fa immensamente pena. Quasi mi dispiace per lei, so che non è del tutto sotto il controllo di Slender, ma solo in parte, e questo senza dubbio la rende piuttosto confusa e fragile. Non ce la faccio a lasciarla qui a piangere, ha un'aria così affranta.
Le poggio una mano sulla spalla- Mi dispiace...
Lei si passa una delle maniche della felpa sull'occhio- Perché non mi vuole nessuno?
- Non è così- rispondo io- So che sei buona in fondo, Kate. E' solo che non m piacciono i giochi che fai tu.
Lei alza lo sguardo su di me, e mette il broncio- E perché non ti piacciono? Scommetto che non hai mai fatto i giochi che faccio io. bisogna provare!
Io scuoto la testa. Ho paura di come Kate potrebbe reagire, ma non ho intenzione di fare uno dei suoi "giochi".
- Kate, io detesto l'idea di fare del male, non mi piacciono questi giochi.
Lei mi spintona, allontanandomi- Tu menti! Tu non mi vuoi, non mi vuoi! Mi odi anche tu!
- Io...
Si preme le mani sulle orecchie, piegandosi un poco su se stessa e iniziando a gridare- No! Non parlarmi! Vai via! Via! Ti odio, io credevo che tu volessi essere mia amica!
E invece resto ferma. So che è pericoloso, ma non voglio lasciare qui Kate, non voglio che pensi che io la odi. E' pazza, lo so, ed è un'assassina. Ma non è nemmeno colpa sua. Come me, non è altro che una vittima di uno stupido mostro.
- Kate, per favore- le dico- Io sono tua amica. Calmati!- le prendo un braccio, cercando di fermarla.
Mi sento però tirare verso di lei, ed in un attimo mi ritrovo gli occhi neri come pece della ragazza a pochi centimetri dai miei, e una mano guantata che mi tiene per la felpa, all'altezza del petto.
- No! Tu non vuoi giocare? Allora gioco io!
Mi colpisce allo stomaco con la mano ancora libera, stretta in un pugno, ed io annaspo per un attimo, cercando di parare i suoi successivi colpi, e di rispondere. Non voglio farle del male, ma nemmeno che mi ammazzi. 
Sembra non fare caso ai colpi che le sferro sul petto e sulle spalle, mentre io riesco a stento a difendermi. Improvvisamente sento una fitta alla caviglia, dopo che Kate mi ha dato un calcio in quel punto, e subito un secondo colpo allo stomaco che mi toglie il fiato. Resto senza difese per un secondo, e lei inizia a colpirmi ripetutamente, finché dei puntini neri non iniziano a danzare davanti ai miei occhi. Fa male come non mai, ma non riesco a reagire. Non voglio morire così, non voglio che tutto finisca in questo modo, eppure mi sento talmente stanca...
Ad un certo punto la ragazza si ferma, osservandomi e lasciandomi a terra. Io cado sulle ginocchia, tenendo una mano sul terreno e annaspando. I puntini continuano a danzare davanti a me, e la testa gira. Non sono del tutto cosciente, sento solo dei passi che si avvicinano, e due braccia che mi sollevano da terra, con delicatezza, senta che io capisca chi è il mio salvatore.



Angolo autrice: Sì, lo so. Perdonate il mio immenso ritardo! Prometto che dopo gli esami sarò più presente! E questo capitolo è pure insulso, direi... scusate!
  
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