Anime & Manga > Akagami no Shirayukihime
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Autore: Cioccolasha    06/06/2016    2 recensioni
"Zen non sei lucido! Dimmi che è successo."
"E' tutto finito Mitsuhide."
"Che cosa intendi?"
"Che non c'è più speranza. Lei ha deciso di andarsene."
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Fanfiction a quattro mani scritta con Hope4thefuture
||Shirazen|| - ||Mitsukiki||
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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capitolo tre
Nostalgia di te

I primi raggi del sole mattutino  penetrarono dalla finestra rimasta aperta, andando a colpire le palpebre ancora chiuse della ragazza dai capelli rossi; che venne strappata via dal suo sonno e trasportata di nuovo nel mondo reale.
"Mmmm" si lamentò Shirayuki schiudendo lentamente le palpebre per abituarsi all'improvvisa e forte luce.
Ancora una notte non aveva fatto in tempo a raggiungere il suo letto, ma si era addormentata seduta alla sua scrivania, poggiando la testa sull'erbario che aveva davanti, su cui stava scrivendo con un'elegante calligrafia tutte le proprietà dell'erba gatta.
Si sentiva la schiena a pezzi, ormai erano giorni che le sue membra non si adagiavano su un materasso morbido o su qualcosa che ci assomigliasse. Non si era mai presa nemmeno una pausa dal duro lavoro di erborista di corte.
Ma quello era anche l'unico modo per tenere la mente occupata e non pensare a Zen. Erano ormai due settimane che era partito in compagnia di Mitsuhide senza darle una spiegazione, e perfino Kiki e Obi, che erano rimasti al castello con lei, si rifiutavano di farlo.
Lei aveva provato a convincersi che doveva per forza trattarsi di un importante affare di stato perchè il principe mantenesse il segreto persino con lei, ma nonostante tutto non riusciva a darsi pace.
Che Zen fosse troppo occupato per continuare a stare con lei?
Scacciò quel pensiero con un gesto della mano e si stiracchiò, preparandosi mentalmente per un'altra lunga giornata piena di impegni.
Ciò nonostante il pensiero del suo principe non l'abbandonava e parecchie volte la ragazza si trovò a fissare il vuoto.
"A cosa pensi, Ojou-san?" domandò all'improvviso una voce familiare.
Sentendosi improvvisamente chiamare, Shirayuki scattò in piedi, ma la stanza era deserta.
"Da questa parte" continuò la voce.
La rossa si voltò. Fuori dalla finestra lasciata aperta, appollaiato sul ramo del cigliegio lì fuori, stava sorridente la sua guardia del corpo.
"Obi!" esclamò Shirayuki per metà sorpresa e per metà contenta di vedere una faccia amica.
Il ragazzo afferrò il ramo con entrambe le mani e dopo essersi dondolato qualche secondo per darsi la spinta spiccò un balzo degno di un acrobata e atterrò in ginocchio sul pavimento della stanza di fronte alla giovane; la mano sul petto in segno di riverenza.
Shirayuki ridacchiò vedendolo in quella posizione e si chinò per poterlo fissare negli occhi: "Quante volte ti devo ripetere che non è necessaria tutta questa formalità? Non sei uno schiavo."
"Per te, signorina, questo ed altro. Il capo mi ha affidato la tua sicurezza e io ho a cuore i miei compiti" rispose lui alzando lo sguardo e incrociando gli occhi verdi della ragazza, che di rimando gli sorrise dolcemente.
"Obi" cominciò Shirayuki diventando improvvisamente cupa. "Tu non mi mentiresti mai, vero? Non mi nasconderesti mai niente, sbaglio?"
I suoi occhi sembravano così tristi che per un attimo Obi vacillò; non era sicuro dove volesse andare a parare con quelle domande, ma una cosa era certa: lui non era mai stato bravo a mantenere i segreti. Finchè si trattava di dare la caccia a banditi e criminali era efficente come pochi, ma gli intrighi e le verità nascoste non facevano per lui.
E, dannazione, questo Shirayuki lo sapeva. Perchè effettivamente, qualcosa la stava nascondendo e Kiki e Mitsuhide erano gli unici a saperlo oltre a lui; ma non si aspettava che lei se ne accorgesse così presto.
"Cosa vorresti chiedermi, Ojou-san?"  chiese, sforzandosi di non far trasparire nulla di ciò che realmente pensava.
"Dimmi la verità; dov'è andato veramente Zen?"
Obi sbiancò e fece un passo indietro, mentre con gli occhi cercava disperatamente una via di fuga. "E-ecco ..." Quando iniziava a balbettare era non era assolutamente credibile.
Shirayuki lo stava mettendo alle strette e i suoi occhioni verdi imploranti lo inchiodavano dov'era, senza permettergli il minimo movimento.
"Lui ... beh ovviamente lui è con Mitsuhide, non devi preuccuparti, sono sicuro che sta bene" disse arrampicandosi sugli specchi e indietreggiando verso la finestra. Forse, se fosse riuscito a distrarla per un secondo sarebbe potuto sgattaiolare fuori e fuggire da quella situazione scomoda.
"Ti prego Obi, dimmi la verità." Il tono di voce di Shirayuki, leggermente tremante, lo fece quasi cadere; ma una terza voce ruppe il silenzio appena creatosi.
"Ojou-san, il capo erborista la sta cercando per portare a termine l'inventario" la voce pacata del capitano delle guardie eccheggiò nella stanza.
"Arrivo subito" disse Shirayuki, fissando Obi per l'ultima volta prima di seguire la guardia fuori dalla stanza.
Con un sospiro il giovane si svuotò completamente i polmoni, mentre i muscoli in tensione della schiena si rilassavano: se l'era proprio vista brutta.
"Stavi per farti scoprire." Questa volta la voce che irruppe nei suoi pensieri fu quella di Kiki. Obi si voltò e lei era lì; appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate sul petto. I suoi occhi blu lo guardavano freddi, registrando ogni suo minimo movimento.
"Già, mi dispiace" disse Obi, passandosi una mano sulla nuca e ridacchiando nervosamente.
"Vedi di non farti sfuggire niente, il principe Zen ci tiene a fare in modo che sia una sorpresa , non ci sarò sempre io a salvarti" gli disse gelida  mentre girava i tacchi e lasciava a sua volta la camera.
Obi sospirò pesantemente e uscì dalla finestra , allontanandosi dalla stanza.
"Sì, decisamente i segreti non fanno per me" disse fra se e se mentre si sitsemava su un ramo dall'aspetto comodo e riprese a sonnecchiare, lasciando che tutta la tensione accumulata svanisse come nebbia al sole.

"E con questo abbiamo terminato anche oggi" disse Shirayuki strofinandosi una mano sulla fronte accaldata e poggiando l'ultimo barattolo di verbena sullo scaffale, appuntandone la presenza e la quantità su un foglio. Si voltò sorridendo e si rivolse a Ryu, che se ne stava appollaiato sulla sedia, il viso inespressivo come sempre mentre riordinava i fogli sparsi sul tavolo. "Bene, puoi andare a riposare se vuoi, qui finisco io" disse con voce monotona senza guardarla.
"Va bene. Buonanotte allora" lo salutò chinandosi sul bambino e lasciandogli un bacio sui capelli, facendo nascere un leggero rossore  sulle guance del piccolo e si congedò dalla stanza.
Mentre percorreva i corridoi che conducevano alla sua stanza non potè fare a meno di pensare a quello che era successo quel pomeriggio con Obi, ma decise che ci avrebbe riflettuto solo una volta che sarebbe stata tranquilla nel suo letto.
La sua camera era uno dei pochi luoghi in cui sentiva di potersi rifugiare, un posto dove poteva essere completamente se stessa senza che ogni sua mossa venisse studiata. Non le venivano in mente altri luoghi come quello ad eccezione della serra, in mezzo alle sue adorate piante, e ... le braccia di Zen.
In quell'istante, nel momento in cui stava per varcare la pesante porta in legno, le tornò in mente le sera prima della sua partenza per Tanbarun. Nonostante l'imbarazzo lui l'aveva stretta a sè e le aveva promesso che si sarebbero rivisti presto, che lui l'avrebbe aspettata. In quel momento, non aveva bisogno di nient'altro. Ma ora Zen era lontano, chissà dove e a fare chissà cosa, da più di due settimane ormai e lei si sentiva sola.
Si chiuse la porta alle spalle e iniziò a prepararsi per la notte; dopo tanto tempo avrebbe dormito nel suo letto e non su una scomoda sedia impagliata.
Ma per il momento il sonno non si era ancora impossessato dei suoi occhi, così Shirayuki spalancò la finestra lasciando che l'aria pungente della notte la investisse e si accoccolò sul davanzale, le ginocchia strette al petto, il viso rivolto al cielo stellato e terso, con una splendida luna che faceva capolino da una coltre di nuvole, che illuminava con la sua pallida presenza la notte altrimenti buia e cupa.
Un sospiro profondo le sfuggì, mentre i suoi occhi si velarono di malinconia intanto che ripensava a Zen. Non era la prima volta che si allontanava dal palazzo per lunghi periodi ma era la prima che non la informava sulla destinazione, rimanendo sempre sul vago e sviando la domanda, defilandosi non appena si presentava l'opportunità. Era un comportamento insolito per lui; cosa doveva fare di così importante da non poterne parlarne con lei? Si era sempre fidata di lui e delle sue decisioni; sicuramente aveva le sue buone ragioni per non dirglielo, eppure non riusciva a smettere di pensarci: il suo lavoro le permetteva di distrarsi per gran parte della giornata, ma i pensieri tornavano prepotenti quando era sola come quel momento, facendole venire mille paranoie.
In fondo Zen era un principe, mentre lei era una semplice erborista di corte, cosa avrebbe potuto offrirgli che lui non avesse già? Zen meritava di meglio di una come lei: così insicura e impacciata. Meritava una persona forte e sicura, che lo aiutasse e consigliasse, una vera principessa insomma. E lei, cos'era? Una semplice popolana che attirava l'attenzione per il colore insolito dei suoi capelli, che se la cavava con le piante e con le erbe, e poi? Non aveva alcune particolari qualità ne talenti particolari, eppure era riuscita ad attirare l'attenzione di un tipo come il principe di Clarines e ancora non si spiegava il perchè.
Quei pensieri le facevano male, eppure non poteva farne a meno, era sempre stata insicura e di certo non sarebbe cambiata adesso, nonostante l'affetto che provava per Zen. Tutte quelle supposizioni l'avevano stremata, quindi decise semplicemente di smettere di pensare, avrebbe affrontato Zen al suo ritorno , esponendogli i suoi dubbi e li avrebbero risolti insieme.
Improvvisamente la scia dorata di una stella cadente attraversò il cielo notturno e Shrayuki, consapevole di quel che si dice sulle stelle cadenti, giunse le mani al petto e socchiuse gli occhi, pronunciando il suo desiderio:
"Torna presto Zen, mi manchi."

La carrozza procedeva spedita lungo la strada  lastricata di pietre bianche, facendo il suo trionfale ingresso nel regno di Clarines e dirigendosi verso il palazzo reale mentre i due occupanti dell'abitacolo se ne stavano in silenzio.
Il più giovane dei due, con la testa poggiata sul palmo della mano osservava con lo sguardo perso la strada che slittava di fronte ai suoi occhi senza vederla realmente. L'altra persona di fronte a lui, con le braccia incrociate e la testa a ciondoloni, sonnecchiava tranquilla, finchè un forte scossone probabilmente dovuto a una buca sul sentiero, lo fece svegliare bruscamente.
"Ben svegliato dormiglione" disse il più giovane osservando divertito la sua guardia, che rispose con un sonoro sbadiglio, per poi ricordarsi dov'era e chi aveva di fronte e assumere un'espressione imbarazzata. "Chiedo scusa, Zen-Tenka, senza accorgermene mi sono addormentato."
"Il viaggio è stato lungo, non preuccuparti. Ad un certo punto anch'io credo di essermi assopito un attimo."
"Già, sembravi proprio un angioletto" rise Mitsuhide guadagnandosi un'occhiataccia da parte del principe.
"Uhhh, siamo nervosi oggi" continuò la guardia mantenendo un cipiglio divertito, che aumentò ancora di più nel vedere un lieve rossore andare a colorare le guance del principe, che si sforzò di far finta di niente, ma fallendo miseramente.
"Non preuccuparti, è di Shirayuki che stiamo parlando, non ti rifiuterebbe mai."
 disse Mitsuhide ritornando serio, intuendo i pensieri di Zen che con un sospiro nervoso si abbandonò contro la morbida imbottitura del sedile. "Lo spero, Mitsuhide. Non sono sicuro di poter sopportare un rifiuto. Lei è tutto per me."
"E tu sei tutto per lei. Andrà bene, ne sono sicuro."
Ma il principe non rispose, tornando a rivolgere lo sguardo sulla strada mentre la carrozza proseguiva lungo la strada.
Finalmente arrivarono ai cancelli del palazzo che vennero immadiatamente spalancati al loro passaggio, permettendo alla carrozza di entrare nell'enorme cortile e fermarsi di fronte all'entrata del palazzo, dove li attendevano Obi e Kiki. Dopo che la carrozza si fu fermata e  i due uomini furono scesi, scambiando i soliti convenevoli col capitano delle guardie, Zen chiese: "Dov'è Shirayuki?"
"E' nella serra Arji" rispose Obi con un sorrisetto.
"Bene; ci vediamo più tardi allora" disse Zen dirigendosi velocemente verso il posto indicatogli. Ad ogni passo sentiva il cuore battergli sempre più forte e la gola gli sembrò improvvisamente seccarglisi, ma continuò a camminare imperterrito fino a trovarsi di fronte alla serra. Prese un respiro profondo e, deglutendo sonoramente, entrò mentre un intenso calore lo colpiva; un cambiamento di temperatura dovuto all'elevata umidità presente nella stanza. Si guardò intorno cercando di individuare la sua chioma  rossa e la vide; inginocchiata a terra mentre interrava nuovi semi di chissà quale pianta.
"Shirayuki ..." disse a bassa voce, in un sussurro quasi impercettibile, ma lei si bloccò all'istante. Tutto tacque improvvisamente mentre la ragazza si girava lentamente, certa di averlo sognato, incrociando gli zaffiri blu di Zen e perdendosi nel colore intenso dei suoi occhi. "Zen ..." pronunciò a sua volta la ragazza, incredula, sbarrando gli occhi verdi ora lucidi
Lui sorrise e in un secondo se la ritrovò tra le braccia e affondava il viso nel suo petto, singhiozzando leggermente.
"Mi sei mancata" disse lui accarezzandole dolcemente i capelli. A quelle parole Shirayuki lo strinse ancora di più mormorando un "anche tu" a bassa voce, quasi vergognandosi. Zen le sollevò delicatemente il viso, poggiandole due dita sotto il mento e avvicinandosi lentamente alle sue labbra, lasciandole un leggero bacio che racchiudeva mille speranze e sentimenti. Si staccarono dolcemente mentre Zen le sfiorava leggero una guancia, facendola arrossire ancora di più. Sorrise teneramente alla sua reazione per poi farsi serio improvvisamente, facendo un passo indietro prendendole la mano e fissandola intensamente negli occhi ruppe il silenzio; "Devo dirti una cosa."

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Angolo delle autrici:

Eccoci di nuovo tra voi, vi siamo mancate? ;-)
Il terzo capitolo non poteva tardare più di tanto, eravamo tutti curiosi di sapere come se la stesse passando Shirayuki mentre Zen era a Tanbarun.
Evidentemente non troppo bene, Zen le manca moltissimo e il silenzio di Obi e Kiki non l'aiutano di certo. E' un passo importante perchè la lontananza mette alla prova il loro amore e lo rafforza. Ma lei non sa quello che ha in mente di proporle Zen, non lo immagina nemmeno.
Chissà che faccia farà quando Zen le farà la domandona.
Vi aspettiamo al prossimo capitolo!
Cioccolasha e Hope4thefuture<3

   
 
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