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Autore: cin75    07/06/2016    10 recensioni
E se per una volta fosse Sam il fratello maggiore?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Allora dov’è tuo fratello?!” chiese l’angelo, mentre Sam gli faceva strada verso la stanza di Dean all’interno del bunker.
Il giovane Winchester aprì piano la porta della camera, mostrando all’amico, la persona che dormiva tranquillamente sul letto.
Castiel lo guardò , poi guardò Sam al suo fianco e poi ancora l’altro , sul letto.
“Non capisco!!!” indicando il letto.
“Volevi sapere dov’è Dean. Lui…… è Dean!” riferì apparentemente frustrato il giovane amico.
Castiel strabuzzò gli occhi dalla sorpresa e dallo smarrimento.
“E tu questo lo chiami “star bene”..?” sembrò rimproverare Sam che si limitò a fare spallucce.
 

Qualche giorno prima…..
“Cazzo, Sammy. Mi stai dicendo che questo figlio di puttana  fa una sorta di magia alla Benjamin Button perché ama cibarsi di neonati?!” chiese Dean. Erano fermi sulla statale per mangiare il solito panino preso al volo e il minore gli stava illustrando il caso a cui stavano andando incontro.
“Sì, Dean. A quanto pare l’essere innocente di un neonato è un piatto prelibato per lui.” rispose l’altro.
“E tu come hai scoperto quello che sta succedendo?”
“Sul posto di ogni scomparsa venivano trovati fiori di Bach…” cominciò a spiegargli.
“Fiori di Bach?” fece perplesso Dean, guardando una foto del fiore appena citato.
“Si,  venivano e vengono usati principalmente per tranquillizzare i neonati.”
Dean guardò il fratello e una smorfia di indecisione gli inasprì i lineamenti. L’indecisione divenne subito dopo  un aggancio per uno sfottò. “Da quando sei diventato un puericultore?”
“Da quando tu conosci la parola  e il significato di  “puericultore”?” replicò prontamente Sam.
 
“Stronzo!”
“Fesso!”
Al solito!!
 
“Ok!, possiamo andare avanti?!” fece il maggiore, subito dopo.
“I testimoni che sono tutti testimoni “audio” e non oculari, riferiscono che hanno sentito il pianto di neonato e quando il pianto si affievoliva , subito dopo vedevano qualcosa volare via. Qualcosa di abbastanza grande. Ma niente di specifico, solo un ombra a loro dire. Quindi ho fatto qualche ricerca nei libri dei Letterati e ho trovato questo…”, riferì passando a Dean quello che aveva messo insieme.
“Uno Shtriga ?!”, asserì non proprio sorpreso. Era da tanto che non ne vedevano uno. Forse dai tempi di  Fitchburg nel Wisconsin. “Ok! Non è il primo che facciamo fuori!”
“Non è uno Shtriga. Lo Shtriga si nutre dello spirito vitale dei bambini. Il nostro amico si nutre di tutta la sua vittima.” precisò Sam, passandogli degli altri fogli.
“Quindi non è uno Shtirga?!”
“No. Per la precisione è uno… Strige. Un demone di origine romana, parente lontano dello Shtriga..”
“Romano? E che ci fa un romano a Denver?!” domandò ironico, sorridendo alla frustrazione sul volto di Sam.
“Soddisfa il suo appetito, a quanto pare!”,  rispose poi il minore. “Lo Strige ha una predilezione per i neonati. Ma non potendo prelevare ogni neonato della città , per non creare eccessivo allarme , deve aver trovato un qualche incantesimo che gli permette di crearseli anche !”
“Già, vuole variare la dieta , lo stronzo!”, fece con tono furioso Dean. “Quindi quelle persone che sono scomparse a Denver nelle ultime tre settimane, non sono semplicemente scomparse, ma sono state …“neonatizzate”…” inventò di sana pianta. “…per spostare l’attenzione dai neonati che comunque sparivano e poi sono diventate il pranzo di questo bastardo!?” asserì, infilandosi in macchina, seguito da Sam.
“Sì, perciò vedi di premere sull’acceleratore e vediamo di mettere a dieta il …bastardo!”
 

Sam e Dean viaggiarono tutta la notte e quando verso mezzogiorno arrivarono a Denver , si recarono, in perfetto abito federale, al distretto di polizia a cui erano assegnati i casi di “sparizione”. Richiesero, come al solito, tutto l’incartamento, ringraziando in maniera formale , per la collaborazione ricevuta.
 

Nella loro stanza di motel, i due cacciatori, delimitarono le aree colpite. Oltre il centro di Denver, c’erano altri casi simili, in altre due distretti della città. Stesso modus operandi.
Così agirono come al solito. Dean si mise in macchina per fare accertamenti sul campo. Sam, al computer , svolse ogni tipo di ricerca possibile.
Quando, quello che ebbero scoperto finì sul tavolo della loro stanza, riuscirono ad individuare un vecchio ospedale abbandonato.
Misero insieme i luoghi delle sparizioni, tutti i luoghi, e si resero conto che distanziavano della stessa distanza dall’ospedale. Sembrava che quel luogo nel fosse il centro.
“Ok! Da quello che sappiamo possiamo farlo fuori nella stessa maniera di uno Shtriga.” convenne Dean, cominciando a preparare l’indispensabile per la caccia.
“Sì…proiettili di ferro consacrato e con la differenza che non c’è bisogno di affrontarlo mentre si nutre per farlo fuori!” concordò Sam, infilando l’ultimo colpo nella sua pistola.
“ Perfetto! E se siamo fortunati, abbiamo il nostro Ground Zero!” esclamò Dean, puntando il dito sul vecchio ospedale indicato sulla mappa.
“Ma noi non siamo mai fortunati!” convenne ironico Sam.
“Un po’ di ottimismo, fratellino. Un po’ di ottimismo!!”
 

Quella notte stessa, Sam e Dean, raggiunsero il vecchio ospedale. Vi entrarono cautamente e dopo aver perlustrato il piano terreno, salirono al primo e poi al secondo, avanzando sempre con circospezione.
“Dean…non c’è niente qui. Forse…forse abbiamo….” ma non appena stava per finire la frase, un rumore, proveniente dalle vecchie condutture li fece scattare entrambi.
Tacquero. Si immobilizzarono.  Trattennero perfino  il respiro per non fare rumore. Si guardarono intorno.
Poi ancora quel rumore gracchiante. Bastò uno sguardo tra i due per capire entrambi quello a cui stavano pensando.

“Il locale caldaie!” fece Dean sussurrando e Sam annuì.

Scesero cautamente le scale, fin quando non raggiunsero la porta, ormai vecchia e malandata su cui la scritta “SOLO PERSONALE ADDETTO” campeggiava sbiadita.
Il maggiore fu il primo ad avanzare verso lo scantinato da cui provenivano i rumori e i sommessi cigolii. Sam dietro di lui, di tanto in tanto, si guardava alle spalle per accertarsi che non ci fosse nessuno a seguirli.
Quando arrivarono a quella che era l’ultima  stanza del corridoio, i due, si misero uno alla destra della porta e uno alla sinistra, pronti ad entrare insieme. Sapevano che c’era qualcuno al di là della soglia. Ne sentivano i suoni, i fruscii, e cosa più raccapricciante , sentivano i fievoli vagiti di un neonato, segno che il mostro stava per sedersi a tavola ancora una volta.
I due cacciatori non potevano permetterlo.
Poteva essere un neonato neonato o poteva essere uno di quelli che Dean aveva chiamato “neonatizzati”.
Comunque sia , era una vita da salvare.
 
“Al tre!” disse solo con le labbra il maggiore. Sam concordò e iniziò il conteggio.
“Uno…”
Dean serrò le mani intorno al calcio della pistola.
“Due…”
Sam tirò lentamente indietro il cane della sua.
“Tre…” sibilarono insieme e con uno scatto fulmineo piombarono nella stanza a pistole spianate.

Lo Strige scattò con lo sguardo verso di loro, furioso, per essere stato interrotto dal suo pasto.
 Ringhiò e abbandonando la sua innocente  preda  , avanzò furente  verso i suoi inaspettati e sgraditi ospiti.
“Prendi il bambino!” gridò Dean, mentre avanzando deciso , sparava contro il mostro, ma questi con un rapido movimento della mano, fece volare  il maggiore all’altro angolo della stanza. Dean impattò violentemente contro una parete elettrica , fortunatamente spenta, e poi cadde a terra stordito, finendo dietro uno scaffale metallico
Dall’altro lato della camera, Sam, raggiungeva il piccolo abbandonato su un cumulo di panni e lo afferrava , coprendolo e apprestandosi a portarlo in salvo.
Ma lo Strige, dopo aver voltato le spalle a Dean, privo di sensi, si parò davanti al minore dei Winchester. Compì lo stesso gesto che aveva usato per mettere ko l’altro cacciatore e prima che Sam sbalzasse via, gli sfilò dalle mani in prezioso piccolo bottino.
“Nooo!! Lascialo andare!!” gridò  Sam , prima di sentirsi sbalzare via.
“Vuoi salvare un neonato?....ti accontento!” lo provocò e poi ringhiò feroce il suo incantesimo. “REVERTITUR INFANS!!!” recitò e immediatamente dopo una potente luce invase l’intera stanza.

Sam, sebbene dolorante, socchiuse gli occhi abbagliati da quella luce e riuscì comunque ad impugnare di nuovo la sua pistola e a fare fuoco, anche se colpì il vuoto.
Quando il buio ritornò ad inondare la stanza , Sam si abbandonò contro la parete contro cui aveva sbattuto. Era furioso, frustrato e demoralizzato perché non erano riusciti a  salvare quella vita. Avevano fallito.
E la cosa lo distruggeva. Come ogni volta che non riuscivano a salvare un innocente.
Non tutti possono essere salvati!” …maledetta prima regola del cacciatore.!!!
 

Si rimise, anche se lentamente, in piedi.
“Dean…”  richiamò il fratello, perché aveva visto che lo Strige c’era andato pesante con lui.
Si guardò intorno e non riuscì a vederlo. “Dean…dove sei?!” lo chiamò ancora.
Uno strano senso di allarme gli fece di nuovo impugnare la pistola.
 
Dov’era Dean?
Che lo Strige lo avesse portato con lui ? Che volesse nutrirsi anche di Dean?
 
Gli prese il panico.  Contrasse la mascella e stringendo la pistola tra le mani, chiamò ancora suo fratello e non ricevendo risposta si apprestò a lasciare quel posto per controllare nei paraggi.
Poi qualcosa lo fermò.
Un fruscio. Movimenti leggeri, appena accennati. Alle sue spalle.
Mise il dito sul grilletto e si girò lentamente. Con minuziosa attenzione osservò ogni centimetro del posto che lo circondava  e poi…
Poi di nuovo quei rumori. Vi andò incontro. Troppo flebili per essere dello Strige. C’era qualcun altro con lui, in quella stanza.
“Chi c’è?...vieni fuori….non ti farò niente!!” fece con voce decisa.
E ancora rumori accennati e quella sorta di miagolio.
Sam , sapeva, sentiva che era vicino. Appena dietro gli scaffali che aveva dinnanzi a lui.
Fece un respiro profondo e poi scattò veloce oltre i ripiani di ferro e puntò la pistola contro chiunque cosa si fosse trovato davanti.
Ciò che si trovò davanti agli occhi, gli fermò il respiro. Lo sconcerto e la confusione la fecero da padroni.
Avvolto , tra quelli che Sam riconobbe come gli abiti indossati da Dean, un neonato, che sembrava avere poco più di sette o otto mesi, cercava di districarsi tra il tessuto ruvido dei jeans e quello  di flanella della camicia a scacchi beige e nera. Gli scarponcini sembravano abbandonati poco distanti dai pantaloni. Il giaccone, rispetto al piccolo, sembrava un enorme coperta.
Solo una cosa era restata immutata.
Il verde degli occhi di suo fratello. Inconfondibile. Almeno per Sam.
 
“Cazzo…cazzo….cazzo!!” fu l’unica esclamazione che al giovane cacciatore venne in mente in quell’istante.








N.d.A.: Rieccomi dopo un periodo bruttissimo. Piano piano la vita riprende e così mi è tornata anche la voglia di assillare voi.
Spero vi piaccia e come al solito se volete fatemi sapere che ne pensate.
Baci, Cin!


 
   
 
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