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Autore: cin75    08/06/2016    10 recensioni
E se per una volta fosse Sam il fratello maggiore?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Cazzo…cazzo….cazzo!!” fu l’unica esclamazione che al giovane cacciatore venne in mente in quell’istante.
E in quel preciso momento, quello che doveva essere un Dean neonatizzato, prese a piangere convulsamente, disperatamente.

Sam mise immediatamente via la pistola e dopo aver avvolto il bambino nella calda stoffa della flanella della camicia, lo prese in braccio con cura. E anche con una certa .....incertezza!!
Cercò di consolare quel pianto affranto, sentendosi stranamente a disagio, sapendo che tra le braccia aveva ….suo fratello maggiore.
“Ok! Ok!  Calmati…calmati….De-Dean!” trovò il coraggio di dire , cullandolo con più decisione.  
 
Su e giù?  Verso destra e poi sinistra? Con decisione? Lentamente?
Come diavolo si cullava un bambino di quell’età!?
 
“Ora andiamo via da qui. Ti porto al sicuro e vedremo…” e poi ci ripensò data la situazione. “…vedrò di rimediare a questo casino!!”
Ma la cosa che lo sorprese fu che quando si strinse di più al petto il “fratellino-maggiore”, il piccolo Dean, sembrò calmarsi. Le sue manine si aggrapparono alla stoffa della maglietta di Sam e lentamente il pianto disperato divenne solo un leggero lamento.
“Ok! Sì, da bravo. Tranquillo. Torniamo al bunker!!” e stringendosi Dean tra le braccia e coprendolo anche con il suo giaccone, dato che fuori era freddo,  uscì dal vecchio ospedale, raggiunse l’Impala  e mise Dean sui sedili posteriori, dove si assicurò di legarlo con le cinture per evitare che cadesse.
 
Quando furono al bunker , la prima cosa che fece fu andare nella stanza di Dean e creare sul suo letto una sorta di culla fatta di cuscini. Ci mise il piccolo al centro e dopo essersi accertato che non potesse rotolare via, si allontanò appena un po’ per fare una telefonata.
 

Sam?!” fece la voce dall’altro capo del telefono.
“Cas, torna immediatamente al bunker!”
Che succede, Sam?!
“Un gran casino, amico. Un gran casino. Ma ti spiego tutto quando arrivi. Per favore, fa presto!!”
Sam, state bene? Siete feriti? Tu o tuo fratello state male?!” volle sapere l’angelo, allarmato da una simile richiesta.
“Stiamo bene…in un certo senso!”
In un certo sen…ok! Entro domani mattina sarò lì!” e mise giù.
 

Sam si avvicinò di nuovo al letto del fratello. Decisamente vuoto se non per un dieci per centro occupato da quel neonato che era effettivamente suo fratello.
“E ora che faccio?!” si chiese a bassa voce.
Per tutta risposta il piccolo tra i cuscini sembrò guardarlo dritto negli occhi e accennando a quello che pareva essere un sorriso malandrino, si lasciò andare e fece pipì, bagnando in ogni dove quella culla di fortuna, squittendo soddisfatto.
“Fantastico!! Stronzo perfino da neonato!!” convenne Sam che con una maglietta di fortuna cercava di sedare l’uragano.
 

Come promesso, Castiel, a metà mattinata era al bunker.
Sam lo mise al corrente della caccia a cui si erano dedicati, di come tutto era andato a gambe all’aria, ma senza menzionare ancora quello che era successo a Dean. Gli riferì dello Strige, di come agiva, delle ricerche che avevano fatto e del fatto che non tutto era andato come avevano previsto.
Tipica fortuna Winchester!!!
 
“Ok! È tragico quello che lo Strige ha fatto , ma mi spieghi l’urgenza della tua telefonata? E mi dici dov’è tuo fratello?”
“Stiamo andando da lui!” fece Sam.
“Sam, non che io non vi voglia aiutare , ma farmi tornare così…io ero riuscito a mettere insieme un altro gruppo di angeli che…” ma dato che il cacciatore non sembrava nemmeno ascoltarlo, Castiel indurì il suo tono di voce.
“Allora dov’è tuo fratello?!” chiese quasi severamente l’angelo, mentre Sam gli faceva strada verso la stanza di Dean all’interno del bunker.
Il giovane Winchester aprì piano la porta della camera, mostrando all’amico, la persona che dormiva tranquillamente sul letto.
Castiel lo guardò , poi guardò Sam al suo fianco e poi ancora l’altro , sul letto.
“Non capisco!” indicando il letto.
“Volevi sapere dov’è Dean. Lui è Dean!” riferì apparentemente frustrato il giovane amico.
Castiel strabuzzò gli occhi dalla sorpresa e dallo smarrimento. Collegando il piccolo addormentato al racconto fattogli da Sam.
“E tu questo lo chiami “star bene”..?” sembrò rimproverare Sam che si limitò a fare spallucce.
“Lui sta…bene!” fece avvicinandosi al letto. “Anche se non è proprio ….lui.”
“Non è proprio lui? Sam!!!” fece sbalordito Castiel. “Tuo fratello è stato trasformato in un neonato di pochi mesi, da un mostro di cui hai perso le tracce e che solo se riuscirai ad uccidere , farà tornare tuo fratello come è tuo fratello e tu dici solo “Sta bene…anche se non è proprio lui…”??!!”
“Ascolta Cas! Lo so in che gran casino di merda ci siamo andati a ficcare. Non credere che la cosa a me non faccia effetto, certo che fa effetto!!” replicò esasperato. “Dato che ho passato l’intera notte a cambiare le lenzuola perché Mr. Pipì Libera non riusciva a trattenerla. A volte sembrava che lo facesse addirittura apposta!” fece fissando il piccolo che si era svegliato e che aveva preso a guardarlo.
 
Sam lo vide sorridere di nuovo!
“Oh no!!” esclamò quasi nel panico. “Ecco che ricomincia!!”  e si preparò all’ennesima inondazione.
 
Ma questa volta non accadde nulla. Il piccolo Dean si limitò a vagire dolcemente e a tendere le braccine paffute verso quel ragazzo che sicuramente, ai suoi occhi infantili, doveva sembrare un gigante.
“Io…io..credo che voglia che tu….lo prenda in braccio!” azzardò Castiel fissando i due fratelli e poi alzando le sopracciglia in senso di incoraggiamento quando vide Sam rivolgergli uno sguardo quasi imbarazzato e incerto.
 
Era strana come situazione. Quello che fino a qualche giorno prima era il fratello maggiore si era ritrovato ad essere quello piccolo. Sam , che era il fratello minore, ora si era ritrovato a vestire i panni di fratello maggiore. Decisamente maggiore!!!
 
Sam, si sporse verso il piccolo Dean  e con cautela lo prese in braccio. Quei versi che Dean fece, stranamente teneri, fecero sorridere Sam, che istintivamente gli mise il dito indice davanti al viso, come a voler giocare e Dean, reagendo in maniera quasi entusiasta, si affrettò e cercare la coordinazione giusta per poter afferrare quello strano gioco che gli si muoveva davanti agli occhi. E quando Sam, si lasciò afferrare, un’esclamazione di pura soddisfazione uscì dalle piccole labbra del bambino, che strinse forte il suo premio.
Sam, si incantò a guardarlo. Sapeva che quello che aveva tra le braccia era Dean, suo fratello maggiore vittima di un assurdo incantesimo. Ma vederlo così, innocente, indifeso, eppure felice e soddisfatto solo perché gli teneva stretto un dito, gli toccò il cuore.
 
Stava vedendo sul viso di suo fratello un innocenza e una pace che forse Dean non conosceva. Che non aveva mai avuto.
Il respiro gli si fece pesante e dovette deglutire per riaverlo normale.
 

Guardò l’angelo e poi ancora suo fratello.
“Fammi un favore, Cas. Stai con lui per un po’!” richiese quasi supplichevole.
“Cosa?” rispose allarmato l’angelo.
“Per l’amore del cielo, Castiel!!..guardalo. Ha bisogno di….Dio, come è assurdo da dire…ma ha bisogno di pannolini, di vestiti per la sua età, di cibo adatto alla sua età. O vuoi che gli dia da mangiare un hamburger frullato con della birra e che continui a tenerlo avvolto in un asciugamano. Devo uscire a comprare qualcosa, perché non credo che tra tutto il materiale dei Letterati ci sia anche una sezione Infanzia!!” gli fece presente cercando di convincerlo.
Castiel non potè negare che Sam aveva ragione.
“Hai ragione, ma io…”
“Senti…” fece frustrato. “Non posso portarlo con me in queste condizioni e tu…tu sei l’unico a cui posso affidarlo. Sei l’unico di cui mi fido.”
“ Ma che faccio se dovesse piangere o…” avanzando verso i due con titubanza.
“Agisci di istinto. Credi che io sia più esperto di te? Era Dean quello che si prendeva cura di me. Era Dean quello che mi cullava quando ero piccolo. Che mi dava da mangiare o mi metteva a letto o…o tutto il resto. Mi prenderebbe a pugni se fosse…se fosse lui e mi sentisse dire una cosa del genere…ma è lui…l’esperto in bambini fra noi due!!” confessò con amarezza il minore.
“Ok! Me la caverò in qualche modo!” si arrese l’angelo.
“Tranquillo. Ci metterò al massimo un ora e una volta che lui sarà sistemato…” fece mettendo Dean di nuovo a centro del letto , tra i cuscini. “… vedremo di sistemare anche lo Strige!” e quando stava per lasciare definitivamente la presa su suo fratello, il piccolo gli afferrò di nuovo il dito e piagnucolò appena.
Sam si chinò al lato del letto e sperando di tranquillizzarlo, mise la mano sul petto del bambino.
 
Dio! Dean era talmente piccolo che la sua mano gli copriva l’intero busto. Lo massaggiò delicatamente, tanto che sembrarono carezze più che altro.
 
“Ok! Ascolta. Io torno subito. Te lo prometto. Devo prenderti qualcosa da mangiare e qualcosa da metterti addosso, perché tu , caro il mio piscione, hai finito le scorte di asciugamani!!” disse sorridendogli.
Infondo non sapeva nemmeno se Dean capisse quello che gli diceva. Quindi puntò tutto sul tono calmo e tranquillizzante. “Con te , rimane Castiel. Non fare lo stronzetto. È l’unico angelo che abbiamo, quindi trattalo bene, ok?!” e quando si rese conto che Dean era sul punto di addormentarsi , cullato dal tono che aveva usato e dal tocco caldo e rassicurante della sua mano, si allontanò piano, non prima di essersi sporto delicatamente verso il bambino e avergli lasciato un bacio leggero sulla fronte spaziosa. “Riposa, Dee!”
 


Quando circa un ora dopo tornò al bunker con tutto quello che serviva a Dean, con tutto l’occorrente andò direttamente alla stanza del fratello. Quando vi entrò la scena che vide non sapeva se avrebbe fatto parte dei suoi incubi o di quelle cose che , viste una volta devono, per forza di cose, essere dimenticate.
L’angelo, decisamente sfinito, era a gattoni sopra Dean, che era adagiato su un cumulo di coperte sul pavimento, non faceva che fargli boccacce e ripetere “Bu bù…Bu bù..” e la cosa più assurda , e inquietante da un certo punto di vista, era che Dean squittiva  beato di e con quell’angelico baby sitter improvvisato.
 
Il giovane cacciatore si schiarì la voce per palesare la sua presenza nella stanza e se Cas, da angelo qual’era, avesse potuto arrossire, sarebbe diventato nemmeno rosso, ma sicuramente magenta.
Facendo attenzione a dove metteva mani e piedi, l’angelo si tirò immediatamente su e cercò di giustificare quella sua cosa con la più banale scusa.
“Si è agitato poco dopo che sei andato via. Ho provato a farlo mangiare. Ho cercato di cambiarlo...." disse mostrando i vari asciugamani accartocciati sul pavimento. "Sono riuscito a calmarlo solo così. Sembra che gli piaccia prendermi in giro!!” si giustificò l’angelo per quel suo comportamento.
“Ma no!!” esclamò ironico Sam. “Cosa vai a pensare!!?”
"Sai !!" fece ancora l'angelo, fissando il piccolo umano sulle coperte. "E' quasi più facile avere a che fare con il solito Dean che con ...lui!" fece indicando il bimbo che scalciava spensierato.
"Non dirlo a me, Cas!!" convenne Sam.
 
Il cacciatore poggiò sulla scrivania tutto quello che aveva comprato e iniziò a studiare come andassero indossati i pannolini e quel paio di tutine che aveva comprato.
Castiel nel frattempo era tornato nella grande sala per iniziare le ricerche dello Strige.
“Ti raggiungo non appena l’ho sistemato!” fece Sam.
Quando ebbe preparato tutto sul letto, prese Dean in braccio e lo posò dolcemente sulle lenzuola pulite.
“Ok! A noi Dean Winchester!” proclamò in segno di sfida.
Ma a differenza di quello che aveva pensato, il tutto si rivelò molto più facile. Vestì Dean, ringraziandolo anche del fatto di essere stato accomodante e paziente e quando lo guardò, il bambino era decisamente presentabile.
“Non male!!” fece soddisfatto , sorridendo al sorriso infantile di Dean che pareva approvare anche lui. Forse era stanco di essere coperto di spugne non proprio comode.
Raccattò, poi, un paio di coperte e qualche cuscino e con in braccio Dean da un lato e dall’altro tutto il resto, raggiunse Cas nella grande sala.
 

Quando era quasi mezzanotte, i due, erano ancora concentrati nelle ricerche del mostro. Nei vari posti che aveva potuto raggiungere. Dean lo aveva comunque colpito e quindi non poteva essere lontano. Avrebbe dovuto nutrirsi ancora per rimettersi in forze. Quindi alle loro ricerche incrociarono le segnalazioni di persone scomparse.
Ad un tratto , un leggero rumore li destò da quella loro concentrazione.
Videro il piccolo oggetto di legno che Sam aveva dato a Dean per distrarlo, rotolare lungo il pavimento.
“O cazzo…Dean!!” imprecò Sam, quando vide che il piccolo si era praticamente addormentato a terra. Gli corse incontro e lo afferrò dolcemente.
“Scusa fratellino…” si ritrovò a dire senza pensarci. “Ora ti porto a letto, ok?!” fece mettendoselo tra le braccia e cullandolo appena , quando sentì che il piccolo si lamentava flebilmente. “Cas, è tardi, cerca di riposare anche tu. Domani mattina riprendiamo la ricerca!”
“Ma io non…”
“Lo so, amico. Tu non dormi. Ma io sono sfinito. Dean lo è. Ha bisogno di dormire decentemente e anche io ho bisogno di qualche ora, altrimenti non combinerò niente di buono e devo essere lucido se devo riuscire a rimediare a questo casino!” fece presente effettivamente esausto.
“D’accordo. Tu riposa. Qui ci penso io. Vedo se riesco a trovare altro e magari ti chiamo se è qualcosa di concreto!”
“Grazie. Grazie infinite!” e andò verso le camere interne.
Ma le cose quella notte non andarono esattamente come Sam pensava e sperava. 
   
 
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