Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Yuki002    07/06/2016    3 recensioni
I giganti sono stati finalmente sconfitti, l'umanità è libera, Eren e Levi sono andati a vivere in una casa insieme. Ma, come si sa: una volta risolto un problema ne compare subito un altro! Sarà un problema che non riguarderà più la guerra, ma i sentimenti dei nostri due protagonisti!
Buona lettura!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER:

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hajime Isayama; questa storia è stata scritta per pura passione e senza alcuno scopo di lucro.
NOTA prima di leggere: nella fic ho preferito usare tutti e due i nomi di Levi per evitare ripetizioni nelle frasi.
Buona Lettura! ^_^

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“Ereeeeeeeen, torna subito qua!!!” urlava un Levi terribilmente arrabbiato.
“Non mi prendi, non mi prendi! Caporale, sei fuori forma!” canticchiava Eren felice e spensierato.
“Te l’ho già detto che non devi lasciare neanche un granello di polvere in questa casa!” correva l’uomo per tutte le stanze, inseguendo il ragazzino, per potergli tirare una sonora sgridata, anche se buona parte la stava già urlando per tutta la loro abitazione.

Già, la loro abitazione….. A Levi non sembrava ancora vero. Ormai era passato più di un anno da quando la razza umana aveva avuto la vinta sui giganti, sterminandoli tutti dal primo all’ultimo, e Eren e Levi avevano potuto incoronare il loro sogno: andare a vivere insieme in un posto lontano dalla città. Per la precisione in un luogo che Eren aveva sempre desiderato vedere: il mare. Infatti la loro casa sorgeva poco lontana da esso, in modo che, uscendo, si potesse godere di una meravigliosa visuale. La loro relazione era nata in modo veloce e frettoloso. Del resto la guerra non dava spazio all’amore, quindi i due soldati avevano ben pensato di tenere tutto nascosto e di dedicarsi al loro rapporto una volt che tutto si sarebbe sistemato. All’inizio era stato davvero difficile: quante notti insonni avevano passato pensando l’uno dell’altro? Però, adesso era tutto finito.
Eren correva ridendo verso l’uscita per poter scappare con più facilità da un Levi demoniaco che stava lentamente perdendo terreno: era veramente fuori forma!
Ma neanche Eren sembrava messo bene e infatti il suo respiro divenne più affannoso e le gambe iniziarono a dare segni di cedimento. Allora, pensò di nascondersi tra le file del bucato, dove, poco prima, avevano steso le lenzuola pulite: così sarebbe riuscito a nascondersi per un po’.
Quello che successe dopo fu un simpatico giochetto dove Eren sfruttò le lenzuola per coprirsi e spaventare scherzosamente il povero Levi, che si stava piano piano stufando di quel gioco, dove solo il ragazzino aveva la vinta. In modo furtivo, sfruttò anche lui le lenzuola per assalire di soprassalto Eren, intento anche lui a fare un agguato. Il soldato urlò divertito. La sua risata accarezzava le orecchie di Levi, che, dopo l’assalto, gli prese i fianchi e lo portò in aria, come se fosse un bambino. Il moro gridò dallo spavento, ma ben presto la paura venne sostituita da un largo sorriso.
“Wow, Levi, guarda: riesco a vedere il mare! Che bello che è…”
Il verde dei suoi occhi si scontravano contro il blu  del mare e Levi non smetteva mai di pensare che le sue gemme smeraldo, cariche di vitalità e forza, lo ipnotizzavano. Erano state proprio quelle gemme ad attirarlo la prima volta, in quella prigione buia, fredda e sudicia. Da allora aveva sempre cercato di catturare il suo sguardo  per poterlo ammirare. Poi, lentamente, una semplice ossessione per degli occhi divenne un vero e proprio amore. Lo desiderava, desiderava il meglio per Eren e gli si stringeva il cuore ogni volta che soffriva o si feriva in battaglia. Ma doveva resistere, sapeva che Eren sarebbe stato forte.

Gentilmente Levi fece scendere il più piccolo, che , per trovare un primo punto di appoggio, circondò il collo e le spalle dell’uomo con le braccia, facendo sfiorare le punte dei loro nasi. Coi piedi per terra, finalmente Eren poteva abbracciare il Caporale senza nessun timore. 
“Ricordati che per te non sarò mai fuori forma. Se hai bisogno di aiuto, chiedi. Se sei in pericolo, urla il mio nome. Io verrò in tuo aiuto. Non permetterò che ti succedano disgrazie come quelle che hai già dovuto passare.”
A sentire quella frase il moro arrossì vistosamente e si strinse a sé il corpo dell’uomo, affondando la testa tra i suoi capelli, perfettamente ordinati e profumati.
“Non mi sono solo successe disgrazie. Per fare un esempio; ho incontrato te”
Adesso era Levi a nascondere la faccia rossa fuoco, stampando un dolce bacio sulla guancia a Eren, che ricambiò. Ma in modo più audace….

Puntò direttamente alla bocca e si impossessò delle labbra del corvino, che rimase sorpreso da quell’approccio improvviso.
Il moretto cercava di approfondire il bacio, Levi poteva sentire chiaramente la lingua del più piccolo che premeva sulle sue labbra per fargli schiudere la bocca, ma non si fece domare.
Fermò quel contatto in modo brusco.
Perché l’aveva fatto? Lo voleva. Lo aveva desiderato con tutto il suo cuore. Di notte pensava sempre e solo a lui e adesso che erano finalmente insieme? Perché?
“Levi? Cosa c’è?” chiese preoccupato.
Il corvino prese la mano di Eren e la portò sul suo petto. Sussultò. Il cuore del Caporale batteva con ritmo veloce, quasi incontrollato: sembrava sul punto di esplodere da un momento all’altro.
“Lo senti? Non pensare che io non voglia, ma non mi sembra ancora vero. Ho paura. Ho paura che se oso troppo poi tu scomparirai”
Il moro rimase stupefatto: il suo Levi stava affrontando una lotta interna con se stesso e le sue paure. E la sua frase era stato un po’ come ricevere un messaggio di aiuto: Levi aveva bisogno di lui. Allora agì di conseguenza.
Si strinse a sé il corpo del soldato in un caldo abbraccio che solo Eren sapeva dare. Rivaille si lasciò sfuggire un mugolio di disapprovazione, ma il moretto non lo lasciva andare. Allora prese coraggio e cinse la vita del compagno con le braccia.
“Lo senti anche tu? Anche il mio cuore batte velocemente”
Eccome se Levi lo sentiva! Anche Eren provava le sue stesse emozioni, i loro cuori pulsavano in sintonia, come se connessi da un filo del destino.

Rivaille fece per prendergli dolcemente il collo, ma al contatto con la pelle si accorse solo adesso il sudore che imperlava non solo il collo, ma anche la fronte del più piccolo. Ma la cosa che lo allarmò di più, era il fatto che sentiva il corpo di Eren pesare sul suo sempre di più.
“Oi, Eren! Tutto bene?” chiese visibilmente preoccupato.
 Per risposta ottenne solo un tonfo sordo e il corpo di Eren steso sull’erba verde. Non era riuscito a sostenerlo in tempo.
“Eren? Eren! Eren!!!”
Levi scuoteva gentilmente il corpo inerme del più piccolo, che non dava segni di risveglio. Preso dal panico appoggiò la testa sul petto del ragazzo. Il battito c’era.
Tirò un sospiro di sollievo. Adesso che era calmo, controllò con più criterio le sue condizioni. La caduta non gli aveva causato niente di grave, ma la sua carnagione era più chiara del solito: sembrava stesse dormendo.
“Maledizione, però! Spaventarmi così tanto per una cosa del genere” si rimproverava da solo. Prese in braccio il corpo di Eren e si diresse verso casa. In tutti questi anni aveva visto svenire tantissimi amici, compagni e soldati. Alcuni gli aveva anche visti morire. Solo quel moccioso riusciva a fare breccia nel suo cuore.

Entrò dalla porta sul retro e raggiunse la camera da letto al piano superiore, dove adagiò delicatamente il corpo dormiente del ragazzo. Scese giù in cucina a prendere un panno e bagnarlo con l’acqua per rinfrescargli il viso. Una volta completata l’opera, rimase accanto a lui facendosi sfuggire qualche carezza sul viso addormentato. Poi si sdraiò accanto a lui pensieroso.
Ragionava su ciò che aveva fatto prima. Aveva respinto Eren, ecco quello che aveva fatto.
Respingeva ogni approccio di quel tipo da un po’, limitandosi solo a carezze e baci sul viso,evitando tassativamente le labbra. Era arrivato al punto di chiedersi come mai Eren non l’avesse già lasciato. Ma, alla fine, penso che se il loro era vero amore non lo avrebbe abbandonato.
Questo lo tranquillizzava, ma comunque si sentiva in colpa.
E poi, in quel momento realizzò che la sua stupida paura non era altro che inesperienza. Levi riusciva a domare qualsiasi tipo di sensazione o emozione, ma l’amore era qualcosa che non riusciva a tenerlo a bada. E la sua insicurezza era un effetto collaterale alla sua inesperienza. Ma forse doveva semplicemente buttarsi e non pensare troppo.
Se qualcosa fosse andato storto, Eren lo avrebbe capito. Ne era sicuro. Perché, ormai, lo conosceva.

Proprio in quel momento gli occhi del moro si aprirono lentamente.
“Eren, buongiorno”
“Buongior-“ con gli occhi ancora impastati nel sonno non era riuscito a capire cosa fosse successo, ma le sensazioni parlavano chiaro.
Delle labbra calde e morbide si erano posate sulle sue, catturando il suo respiro. Quando gli occhi misero a fuoco, notò il volto imbarazzato di Levi. Lui rimase fermo a guardarlo, beandosi di ogni parte del suo viso. Il suo sguardo chiuso, le sue guancie arrossate: amava tutto di lui. Poteva sentire l’indecisione in quel bacio: gli tremavano leggermente le mani e il corpo si muoveva a scatti.
Con coraggio Levi si mise a cavalcioni sopra di lui e approfondì il contatto. Eren voleva ricambiare. Lo desiderava con tutta la sua anima. Ma quando vide delle lacrime spuntare dagli occhi del corvino, non poteva. Si vedeva che era spaventato e che non sapeva cosa fare. Non voleva forzarlo, allora gli cinse la schiena e se lo portò a sé, fermando quel bacio.
“Perche?” gli chiese indeciso su cosa fosse successo a Eren.
Il moro portò la sua mano sulla testa di Rivaille per accarezzarlo.
“Non ti devi sforzare. Se non riesci ad andare oltre, fermati. Facciamo un passo alla volta. Insieme”
 Ci fu un attimo in cui il Caporale rimase a fissare il volto sorridente di Eren: era largo e sincero, come piaceva a lui.
“Insieme?” chiese, come se non fosse vero.
Eren non sapendo più resistere, lo strinse in un abbraccio stritola-costole.
“Sì!!” affermò tremendamente felice.
“E…ren, non…non…rie…sco a res…respirare”
“Ah, scusa!” lo lasciò subito e, tra una risata e l’altra, si alzarono dal letto. Ma Levi lo fermò. Con faccia interrogativa, il corvino soddisfò la sua domanda:
“È meglio se non ti alzi ancora. Potresti perdere l’equilibrio e cadere. Per il momento rimani seduto” gli disse premurosamente.
Il moretto abbozzò un sorriso stanco e fece cenno con il capo.
“Vado a preparare la cena, intanto riposati ancora un po’. Sei bianco cadaverico. E poi sarei quello fuori forma, guarda come ti sei ridotto!”
Il moro si strinse le spalle e si portò le gambe al petto, in posizione fetale: sapeva che Levi non resisteva a quella posizione e infatti così fu.
Il Caporale lo fissò catturando ogni minimo dettaglio e, senza pazienza, gli scoccò un bacio sulla fronte.
Eren sorrise vittorioso, mentre l’uomo crucciò lo sguardo.
“Penso che faresti meglio a sdraiarti e coprirti” gli ordinò secco.
“Eh?” domandò ancora più affaticato.
“Hai un po’ di febbre. Però possiamo evitare che peggiori”
“Non mi vorrai mica dire che il bacio di prima…” e si coprì la fronte sconfitto.
Levi si girò senza rispondere e scese per andare a cucinare, ma, a insaputa di Eren, stava sorridendo.
Dopo mezz’ora l’uomo tornò con una zuppa calda fumante, ma appena entrò, vide Eren addormentato abbracciato al suo stesso cuscino.
Rivaille si lasciò sfuggire una leggere risata: sembrava un bambino.
Paternamente lo coprì  e rimase a fissarlo, scostando alcune ciocche di capelli che coprivano il viso pallido.
“Eren Jaeger, ti amo” sussurrò ben scandite quelle parole, come se stesse raccontando un segreto che nessuno poteva sapere.
“Anche io, ti amo” gli rispose una voce flebile.
Il ragazzo si alzò di scatto per assalire il Caporale, che era pronto ad accogliere quel tanto desiderato amore che, fino a 1 anno fa, gli era stato negato.  
 
Angolo di una autrice:
Finalmente dopo 2 mesi a leggere e rileggere la stessa fic, mi sono finalmente decisa a pubblicare questa storia T T Chiedo umilmente scusa per eventuali errori presenti nella storia, se volete segnalarmeli tramite recensione o MP ne sarei molto felice^^ Spero vivamente che questa storia vi abbia un minimo interessato >_<  Accetto volentieri critiche e complimenti. Se avete qualche consiglio fatemelo sapere e io spero di rivedervi a una mia prossima fic :)

Special Thanks: vorrei ringraziare di cuore la mia amica Matita-chan (in arte Schweppes XD) per avermi supportato SEMPRE e avermi dato il coraggio di pubblicare questa storia: davvero grazie di tutto <3        
   
 
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