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Autore: Tia Weasley    07/06/2016    2 recensioni
Esattamente, mai! Non vi dovete neanche azzardare a pensarlo. Se mai vi capiterà di incontrarne una, vi do un consiglio: svignatevela. All'apparenza potrebbe sembrare una normalissima ragazza, viziata dalla famiglia agiata, ma la verità è un'altra. Come stimolo vi basti sapere che, chi invece si è lasciato trasportare dalle dicerie, ha sofferto una bella doccia fredda un pò troppo tardi, ormai era fatta. Ti ritroveresti perseguitato dal rimorso, dalla rabbia, dalla vergogna, dalla paura e, ovviamente, dall'unica persona con una tale memoria da ricordarsi di continuare la sua dolce tortura: Penelope Nott. Purtroppo anche la ragazza aveva commesso l'errore di sottovalutare qualcuno, qualcuno che non si lasciava ingannare dal suo aspetto ammaliante, che non permetteva di farsi scalfire dalle sue minacce, che non si lasciava suggestionare dal reciproco disprezzo, qualcuno che porta il cognome Weasley.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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4 dicembre 1994

 

Quella sera si poteva sentire più trambusto del solito provenire dai dormitori delle quattro casate, o per lo meno da quelle camere dentro le quali ci si stava agghindando a festa per l'evento che si sarebbe svolto di lì a poco. Più precisamente, nel dormitorio femminile di sesto anno che si affacciava sulle profondità del Lago Nero, una povera ragazza stava tentando di far indossare il vestito da cerimonia a Penelope, con scarsi risultati.

 

-Perché non posso andare in pigiama al Ballo?!- Esclamò esasperata Penelope.

 

-Shhh, abbassa la voce.- Kathe le indicò con lo sguardo le compagne di stanza intente ad indossare il proprio abito da cerimonia. Poi le lanciò un'occhiata seccata. -Penny, tu stasera non ti presenterai in pigiama. Saranno tutti vestiti per bene, inoltre hai quel bellissimo vestito che ti ha comprato tuo padre e sarebbe un abominio non indossarlo, credimi. E sappi che se non lo indosserai tu lo farò io.

 

-Bene, fai pure.- Protestò la mora.

 

Kathe la riprese. -Smettila di lagnarti e indossa quell'abito.

 

Penelope brontolò qualcosa provando ad infilarsi il vestito. -È troppo stretto.- Si lamentò.

 

Katherine sospirò. -Deve essere stretto.

 

-Mi sta male. Posso provare a mettermi la gonna scolastica?- Implorò.

 

-Penelope, pensa al tuo cavaliere quando ti vedrà... L'insopportabile vestito darà pure qualche soddisfazione.- Sussurrò.

Penelope bisbigliò in risposta. -Mi riderà in faccia, sicuramente cadrò a causa di questi trampoli.- Indicò le scarpe bordeaux.

 

-E comunque credo di essermi già fatta un'idea su chi possa essere.- Ammiccò Kathe, per poi riprendere a parlare ad alta voce. -Allora... Come mai voi non siete ancora vestite? Si sta facendo tardi.- Si riferì ad Abigail e Linette, notandone una sdraiata sul letto ancora in divisa e l'altra appena uscita dal bagno tutta gocciolante.

 

-Non ci si può certo presentare in anticipo.- Rispose Abigail tirandosi a sedere.

 

Hailey si fece avanti con fare un po' goffo agitando le mani, apparentemente già pronta con il suo tubino nero. -Con tutte le cose che devo ancora fare? Il trucco va risistemato... e i capelli!- Si mise le mani tra i ciuffi rossi che uscivano dall'acconciatura. -Per carità...

 

Rose la interruppe, ponendo in secondo piano l'ammirazione della propria figura nello specchio. -Sei sicura che con quel vestito riuscirai a muoverti?- Chiese con malizia, notato l'andamento impacciato della compagna.

 

Questa rispose con un gesto vago delle mani. -Con tutta la fatica che ho fatto per metterlo?! Adrian sarà costretto a non agitarsi troppo... finché lo terrò addosso.- Aggiunse con un sorrisino.

 

Penelope sogghingò. -Noto che hai già dei progetti interessanti per la serata.

 

Rose sospirò. -Come se non li avesse nessuno, persino Sue si è organizzata. Vero zuccherino?- La castana si fece avanti per stringere la guancia della suddetta ragazza che la scansò in malo modo. -Ma che maniere biondina, non è da te. Beh, non credo che ci sia altro da fare qui.- Rose si osservò un'ultima volta allo specchio. -Penny tu vieni?

 

La diretta interessata negò con la testa. -Oh, non ancora. Devo farmi l'acconciatura.- Con ciò Rose si sistemò meglio il corto vestito azzurro ed uscì dalla stanza.

 

-Non te la prendere.- Linette si avvicinò a Susie. -E' solo invidiosa.

 

La bionda sorrise. -Non importa. Io comunque sto andando, ci vediamo nel corso della serata.

 

Hailey uscì di scatto dal bagno. -Aspetta!- Esclamò. -Vengo anche io. Okay, tutto a posto. Andiamo.- La rossa prese un respiro e si aggrappò al braccio di Sue. Poi entrambe uscirono dal dormitorio.

 

-Rimasero in quattro.- Kathe sottolineò la situazione.

 

Abigail e Linette risero. -Penny, quando ho finito con Lin vuoi una sistematina al trucco?

 

-Cosa c'è che non va nel mio?- Chiese Kathe, tanto era orgogliosa dell'opera fatta sul viso di Penelope.

 

-Beh... è un po' troppo scuro e i brillantini...

 

-Abbie! Lo sai che tra noi Kathe è la più brava in queste cose. E poi Penelope sta benissimo con i colori scuri.- Affermò Linette asciugandosi i capelli biondi con un colpo di bacchetta. -Oh Salazar! Quello è il tuo vestito?- Chiese alla Nott osservandola per la prima volta.

 

La ragazza annuì raggiante. -Bello vero? Fatto su misura dai migliori magosarti di tutto il Regno Unito.- Ammise girando su se stessa.

 

-Ti sta d'incanto Penny, sono invidiosa.- Brontolò divertita la bionda sedendosi, permettendo ad Abigail di truccarla. -E io che speravo di fare scena con quello straccetto.- Indicò un abito viola opaco con una profonda scollatura sulla schiena appeso al baldacchino del suo letto.

 

Penelope fece una smorfia di incredulità. -Non fare la tragica, il tuo accompagnatore non guarderà di certo me. Farai la tua bella scena Lin, sine sicura.- La rassicurò, mentre si faceva acconciare i capelli dalle mani esperte di Katherine.

 

-Ma per piacere, tutti ti lanceranno uno sguardo almeno una volta... e questo lo sappiamo entrambe.- Linette rise per poi aprirsi in un'esclamazione di stupore. -A proposito! A chi hai concesso l'onore di accompagnarti?

 

Alla domanda si aggiunsero anche Abigail e Katherine, quest'ultima più insistente delle altre indispettita dal fatto che la sua migliore amica non glielo avesse ancora riferito.Penelope arrossì.

 

-Wow, deve essere carino.- Commentò Linette. 

 

-Molto più che carino.- Aggiunse Abigail ridendo. -E giusto che ne parliamo... vogliamo discutere dell'accompagnatrice di Diggory? Troppo bello lui per quella ragazzina.- Esclamò contrariata Abbie, cambiando argomento.

 

A quel punto la discussione si portò su certi pettegolezzi riguardanti i Campioni e Penelope ne approfittò per espandere quel pensiero che le amiche le avevano appena espresso. Ci rifletté un momento, cullata dalle mani di Katherine che le pettinavano i capelli con delicatezza. Lei sicuramente non era una ragazza di bassa statura ed entrambi i gemelli infatti erano stati superati dalla Serpeverde in altezza fino ad un paio di anni da quel momento, nel quale la ragazza arrivava ad entrambi  malapena al naso. In effetti George si poteva potevano definire un bel ragazzo: abbastanza robusto, con spalle larghe da battitore, occhi scuri, caldi come il sole, amichevoli e vividi, e gli inconfondibili capelli rossi.

 

Per non omettere il ghigno malandrino che increspava le sue labbra ad ogni ora e le lentiggini marchio Weasley che gli donavano un'aria sbarazzina. Aveva una debole per i ragazzi con le lentiggini... beh, più che debole una sorta di preferenza. Si, ovviamente era un ragazzo attraente. Penelope si diede della stupida per aver pensato quelle cose. Di sicuro non le piaceva classificare le sue compagnie in aspetto.

 

-Allora?- Chiese Linette interrompendo un'accanita discussione tra Abigail e Katherine, rivolgendosi a Penelope. -Devi scusarmi, ma non starò con l'anima in pace fino a quando non mi dirai quel nome.- Aggiunse curiosa.  

 

Penelope sorrise. -Weasley.- Concesse. Quel cognome riuscì a distrarre le acconciatrici dal loro dibattito, costringendole a rimanere di stucco. -George Weasley.- Sorrise. A quel punto le compagne di stanza gelarono. Linette ed Abigail si guardarono negli occhi per poi sgattaiolare in bagno dopo un cenno di Kathe. La riccia insonorizzò la stanza.

 

-Penny! Per Salazar, perché non me l'hai detto prima?! E io che mi sorprendevo che non ce lo volessi dire!- Esclamò arrabbiata. -Uh, Gwen aveva ragione! Sei messa male... hai una bella cotta per quel Weasley! Adesso si spiegano i tuoi recenti comportamenti.- Pensò ad alta voce.

 

Penelope alzò velocemente lo sguardo, pronta a difendersi. -Innanzi tutto, il mio atteggiamento non è affatto cambiato. Secondo, non ho una cotta per lui, e terzo... se fosse? Cosa c'è di strano?- Domandò.

 

-Fino a qualche tempo fa vi scannavate a vicenda, ecco cosa c'è di strano. Secondo me non ne uscirà niente di buono.- Affermò Kathe sedendosi sul letto terminata l'acconciatura. Osservò l'amica attentamente facendo sentire Penelope infima davanti quei profondi occhi verdi. -Penny, stammi a sentire. Quel Weasley ti interessa... o ne sei minimamente attratta.- Aggiunse velocemente, evitando di essere interrotta dall'amica. -Riflettici, perché l'avresti scelto tra tutti quelli che ti hanno proposto di andare al ballo insieme?

 

Penelope sbottò. -Mi ha praticamente costretto!- Prese un respiro e continuò, rallegrata. -Per non dire che è capace di farmi ridere in qualsiasi situazione.

 

-O Merlino siamo messi male!- Katherine rise. -Non ti ho mai visto in queste condizioni con nessuno, per non pensare che questa sera vi adocchieranno tutti.

 

La Nott scacciò quelle parole con un gesto della mano. -Cosa potrebbe succedere? È solo un ballo non significa niente.- La riccia l'osservò in modo strano. -Ma stai zitta.- Replicò Penelope arrossendo una volta capito cosa volesse intendere.

 

Kathe rise. -Ma non ho detto niente.

 

Penelope a quel punto sciolse l'incantesimo ed entrò in bagno. -Potete uscire.- Proferì alle compagne di stanza. Le quali, già truccate ed acconciate, indossarono velocemente i loro vestiti ed uscirono borbottando. -Era esattamente questo quello che volevo evitare.- Affermò Penny entrando in bagno.

 

Si sentì Kathe ridere. -Tesoro ti lascio il portabacchetta sul letto, ti aspetto di sotto. Non fare tardi.- Le parole dell'amica furono seguite dal tipico rumore della chiusura di una porta.

 

Penelope tirò un sospiro di sollievo. Si tolse tutto il trucco che la compagna le aveva spalmato in faccia, le dava un fastidio tremendo. Lo stesso trattamento ebbe l'elegante acconciatura. Tutti i giorni dell'anno portava i capelli legati, per una volta avrebbe fatto uno strappo alla regola.
Non poteva negare che con tutti quei cosmetici e la particolare pettinatura il suo aspetto rifletteva l'emblema della perfezione e questo non lo poteva sopportare. Disapprovava caldamente la maniera di come tutti cercassero l'apice in ogni cosa, un risultato illusorio. Penelope al contrario andava fiera delle sue incompletezze e per quanto raramente poteva adorava mostrarle, ma non accentuarle, per questo una parte di lei era d'accordo con il parere della famiglia riguardo alla sua capacità di cambiare aspetto. Faceva in modo che, chi fosse abbastanza attento da notarlo, riuscisse a capire che lei non era perfetta, non era come dava l'idea di essere. Le poche persone che se ne erano accorte in quel momento erano i suoi più cari amici.

 

La ragazza si sistemò il vestito rosso e si avvicinò allo specchio per l'ultimo controllo. L'abito era semplice: in seta e quindi troppo leggero per la stagione, per non contare l'assenza delle spalline. Non aveva scollatura ed il corpetto era strettissimo ma, per quanto potesse esserlo quest'ultimo, la gonna era altrettanto morbida e ricadeva quasi fino a terra dandole l'impressione di essere tre volte più alta del normale. Sotto al seno c'era un disegno astratto in perla contornato da piccole pietruzze rosso scuro che fungevano da cinturino. Stesso ricamo riprendeva al fine della gonna, dando quel lieve tocco natalizio. I capelli sciolti non mostravano l'ordinario aspetto a "spaghetto", si presentavano in morbide onde fino alla spalla a causa dei pochi minuti costretti nell'acconciatura.
Ora che ci rifletteva però, non era affatto male vestita così, e il lieve segno nero che le era rimasto intorno agli occhi faceva risplendere il loro colore argento.

 

Una volta uscita dal bagno prese il portabacchetta, lo allacciò alla gamba e raggiunse velocemente i compagni in Sala Comune.
Sorrise nel vedere Matthew e Katherine insieme, lei con quel suo vestito verde e nero era stupenda. -Penelope sei bellissima.- Le disse Matt incantato una volta che si fu avvicinata. La ragazza accanto diede un lieve colpo di tosse. -Naturalmente non quanto Katherine.- Si affrettò ad aggiungere.

 

Penelope rise. -Non c'è problema, anche tu non sei niente male.- Li lasciò andare in Sala Grande da soli e si avviò con calma, ignorando lo sguardo contrariato di Kathe per aver sciolto la sua splendida acconciatura.


 

***


 

Un'oretta prima nella torre di Grifondoro tre ragazzi stavano tentando di allacciarsi la cravatta.

 

-È impossibile!- Strepitò Fred.

 

-Chi ha inventato questi aggeggi infernali?!- Si lamentò George.

 

-Sicuramente qualcuno che ha provato ad impiccarsi.- Disse Lee allargandosi il viluppo che aveva creato intorno alla sua gola. I tre ragazzi scoppiarono a ridere.

 

-Fred, secondo te Angelina ci può dare una mano?- Chiese George mentre cercava di slacciarsi il groviglio che aveva attorno al collo.

 

-Non credo, però... l'altro giorno ho visto Alicia riallacciarsi la cravatta dopo Trasfigurazione!- Immediatamente i tre Grifondoro si catapultarono fuori dalla loro stanza per dirigersi alle scale del dormitorio femminile cominciando ad urlare il nome della povera ragazza all'inizio della scalinata.

 

Alicia per fermare quel baccano infernale uscì dalla camera solo con la testa, da cui sporgevano i capelli bagnati. -Che cosa volete?- Gli domandò.

 

-Ci puoi fare il nodo della cravatta?- Chiesero insieme i gemelli.

 

Alicia replicò esasperata. -Non potete farvelo da soli?

 

-Non ci riusciamo.- Si lamentarono tutti e tre.

 

La ragazza li illuminò. -Siete consapevoli che l'avete indosso tutto il giorno?

 

I Grifondoro si guardarono perplessi, come se se ne accorgessero solo in quel momento. -Ti preeeego.- Chiesero all'unisono.

 

-Sono appena uscita dalla doccia, ce la fate ad aspettare?- Tentò di nuovo Alicia.

 

-Per noi puoi venire anche come mamma ti ha fatta, non ci dà alcun fastidio.- Propose George mentre Fred e Lee sghignazzavano.

 

Alicia sbuffò. -Siete sempre i soliti.- Rientrò e i tre ragazzi ripresero ad urlare il suo nome. Pochi secondi dopo una ragazza coperta da un solo asciugamano con il turbante in testa li raggiunse alla fine della scalinata.

 

-Una cosa veloce.- Brontolò, cominciando ad annodare la cravatta di Lee. Passò a quella di Fred ed infine a quella di George.

 

-Alicia grazie, grazie davvero.- Dissero.

 

-Vestiti. Ti aspettiamo, non vedo l'ora di incontrare Kevin.- Ammiccò Lee facendole l'occhiolino. Alicia lo guardò divertita rispondendo con un gesto di derisione.

 

I gemelli risero indicando Lee fino al loro ritorno nel dormitorio. A quel punto si misero seduti e stettero per qualche secondo in silenzio. -Alicia è davvero uscita con addosso solo un asciugamano?!- Ricordò George.

 

Gli altri si scambiarono un'occhiata. -SI!!!- Risero.

 

-L'abbiamo fatta esasperare a dovere.- Ammise Fred.

 

Lee sbuffò. -Ma avete visto! Noi siamo già pronti e probabilmente tutte le altre ragazze della scuola sono appena uscite dalla doccia.

 

-Si fanno desiderare.- Commentò George. Fred e Lee si scambiarono uno sguardo d'intesa.

 

-Forge caro.- Incominciò Fred.

 

-Tu non ci hai ancora detto con chi vai al ballo.- Terminò Lee.

 

George fece una faccia da finto fesso. -Non ve l'ho detto? Sul serio?- I due annuirono.

 

-Almeno è simpatica?- Sospirò Fred.

 

-Cosa intendi con "almeno" Gred?- Chiese George.

 

Lee si affrettò a spiegare. -Se non ci vuoi dire chi è probabilmente non è molto carina.

 

George lo guardò in maniera strana. -Anche se fosse, non sarebbe lo stesso?

 

-Bè, immaginatela mentre stai ballando e ti viene l'improvvisa voglia di baciarla...- Illustrò Fred. A quel punto George si abbandonò un po' troppo alla fantasia, Penelope non glielo avrebbe mai permesso.

 

-...e ti ritrovi al posto di una faccia uno sgorbio.- Lee rise.

 

-Ah ah ah molto divertente.- Li canzonò George. -E comunque, se è questo che vi interessa, è una delle ragazze più desiderate della scuola.

 

-Nah... avrebbe scelto me, non la mia brutta copia.- Scherzò Fred.

 

-Dai, almeno descrivicela. Magari indoviniamo.- Chiese Lee.

 

Il ragazzo se la rivide come l'anno prima, nel momento in cui l'aveva beccata a gettare rami nel lago da sopra un albero con gli occhiali sul volto. Era terribilmente bella anche allora, nonostante non abbia fatto nulla per metterlo in mostra. Fred e Lee si ritrovarono con espressioni disgustate per lo sguardo incantato di George. -È semplicemente bellissima, sia dentro che fuori. Non so se mi capite, ma quando la vedo penso che sia lei... Insomma, la ragazza giusta per me.- A quel punto i due ragazzi scoppiarono a ridere. George ci rimase male. -Che c'è di tanto divertente?!

 

-Ti dovevi sentire... "la ragazza giusta per me".- Gli fecero il verso.

 

-Ero serio.- Si spiegò George.

 

I compagni ammutolirono. -Chi è?- Chiesero all'unisono.

 

George rispose fiero. -Penelope Nott.

 

Il tempo di comprendere quelle parole e suo fratello già gli urlava contro. -Oh Merlino George!!

 

Lee continuò. -Ti rendi conto di quello che hai detto?!

 

-Come può essere se fino a questo pomeriggio litigavate?!- Domandò Fred.

 

George si mise in piedi, pronto a chiarire i fatti. -Innanzi tutto, io non ho litigato con la Nott oggi. Sei stato tu che hai costretto tutti ad interrompere la partita a palle di neve perché ne avevi tirata una alla Lockwood... e non fare quella faccia perché so che l'hai fatto a posta. E poi quelli a litigare siete stati voi due, mentre io e Penelope ce la ridevamo bellamente.- Concluse George.

 

-Sembravate una vecchia coppia di sposini.- Lee si riferì a Fred e Katherine.

 

-Ma statevi zitti. Per me lei è solo un'arrogante, spocchiosa e insopportabile Serpeverde.- Fred chiuse il discorso.

 

-Si si, è quello che dicevo anche io.- Lo prese in giro il fratello guadagnandosi le risate di Lee.

 

-Smettila di cambiare argomento!- Protestò Fred.

 

George si controllò l'orologio. -Si sta facendo tardi, dovremmo cominciare a scendere.- Propose.

 

-No! No, assolutamente no. Come ti viene in mente di andare da lei?! Tu sei pazzo.- Fred lo fermò.

 

-Pazzo di lei.- Aggiunse Lee. Ma ricevette uno sguardo assassino da parte del gemello a cui rispose: -Che c'è? In caso diventa tua cognata, non mia.- Lee sghignazzò allo sguardo preoccupatissimo di Fred. George prese il fratello sottobraccio aiutandolo ad arrivare in Sala Comune tale era il suo shock. Lì lo lasciò ad aspettare la sua dama e si diresse insieme a Lee all'entrata della Sala Grande.

 

E la vide. Quasi non gli venne un colpo ad osservarla fasciata da quel vestito di un bordeaux sorprendente che le faceva brillare i bellissimi occhi grigio mentre li spostava con calma tra i dipinti appesi alle fiancate della sala. La risata di Lee gli parve un'eco lontano. -Ti lascio amico, divertiti.- Il moro gli diede una pacca sulla spalla prima di lasciarlo per dedicarsi alla ricerca della sua accompagnatrice. 

 

George si risvegliò come da un sogno, voltandosi per salutare il compagno che però era già scomparso. A quel punto nulla gli restava se non avvicinarsi a Penelope. Le bussò alla spalla e quando la ragazza si girò sorrise involontariamente alla vista di George. Non lo aveva mai visto messo così in tiro, con giacca e cravatta, tutto perfettamente in ordine. Certo, si notava che il suo vestito era di seconda mano ma questo non le importava minimamente. Il ragazzo rispose allo sguardo di lei che, per la prima volta, aveva assunto un accenno di dolcezza e non lo osservava più come se volesse disintegrarlo.

 

George si inchinò e le fece un galante baciamano. -Signorina, mi vuole concedere l'onore di accompagnarmi in Sala Grande.

 

-Con immenso piacere Messere.

 

Si concessero una risata. -Sei più alta.- Affermò il ragazzo mettendosi composto sottolineando il fatto che la Serpeverde lo avesse quasi raggiunto in altezza. 

 

Penelope mostrò le sue scarpe. -Tutto grazie alle mie amiche che mi hanno costretto a mettere queste zeppe.- Riconobbe Penelope.

 

Passarono svariati secondi prima che George si decidesse a parlare di nuovo: -Mi piacciono molto di più i tuoi capelli così.- Penelope si sorprese, di certo non si era aspettata un complimento del genere anzi, da lui non se ne aspettava proprio. Di norma si notavano i suoi occhi o le sue gambe, quella lusinga era personale e nulla fece oltre che a rallegrarla. Fu così che la Nott si colorì leggermente, al ciò George ne sorrise compiaciuto.

 

-Sai, è da un po' che ho notato il tuo rossore facile... Ho capito anche che ne se infastidita, ma devi sapere che a volte è una fortuna trovare una ragazza così.- Affermò. -Capisci subito se quello che dici le fa piacere, la mette in imbarazzo o le da fastidio.- Disse George sorridendo. A questo punto Penelope arrossì vistosamente ma non si azzardò a distogliere lo sguardo. -Come adesso.- E cominciò a ridere, una risata che coinvolse anche Penelope.

 

-Allora Nennet, ti va di entrare?

 

-Come mi hai chiamata?

 

-Penny.

 

-Potrei giurare di aver sentito altro.

 

-Allora hai problemi di udito mia cara Nennet.- Penelope suppose che non avrebbe mai capito a fondo George, e con questi pensieri entrò insieme a lui in Sala Grande, sotto gli occhi confusi e sconcertati di gran parte degli studenti di Hogwarts.

 

Si misero di fianco alla pista da ballo per vedere bene i campioni quando sarebbero entrati. -Che bel vestito! Sicuramente è più comodo di questo.- Pensò ad alta voce Penelope osservando Fleur passare.

 

-È tanto scomodo?- Domandò George. -Per me puoi toglierlo e ballare in intimo non fa differenza.- Penelope gli diede un leggero pugno sul petto.

 

-Sei un idiota.- Sorrise.

 

-Non dimenticarti...

 

-Stupendo, bellissimo e simpaticissimo.- Continuò Penelope per lui, con un leggero sorriso.

 

Ormai la pista era quasi piena. -Nott, mi concederebbe questo ballo?- Chiese George.

 

-Con molto piacere Weasley.- Penelope prese la mano che George le stava porgendo e raggiunsero la pista iniziando a ballare.

 

-Non ti muovi male.- Commentò dopo un po' Penelope.

 

-Beh... anche tu non sei male...

 

-Faccio pena vero?

 

George evitò di rispondere. -Non c'è problema, guido io.- Replicò. -Quindi la tanto desiderata Penelope Nott non sa ballare. Appena lo dirò ai tuoi spasimanti sciameranno tutti via.- Commentò George, pronunciando le ultime parole con una certa avversione.

 

Dopo qualche minuto il valzer finì e iniziò a propagarsi nella Sala la voce rauca della cantante delle Sorelle Stravagarie. George cominciò ad muoversi nei modi più improbabili. Penelope si mise a ridere e il ragazzo, notandolo, le prese la mano e l'attirò a se continuando ad agitarsi. Presero a muoversi in modo sfrenato venendo interrotti qualche volta da un amico dell'una, un amico dell'altro e diversi commenti ai quali rispondevano prontamente. Penelope però negli ultimi minuti aveva continuato a guardare dietro la spalla di George. -Che c'è?- Le chiese il ragazzo.

 

-La Johnson sta incenerendo con lo sguardo la mia migliore amica.- Rispose Penelope. In effetti Angelina in quel momento stava osservando con puro odio Katherine, la quale sembrava non accorgersene tanto era impegnata a ridere con il suo cavaliere mentre saltavano a ritmo di musica.

 

-Sarebbe lo stesso sguardo che le riserveresti tu se fossi stato tutta la sera a fissarla.- Disse George. Penelope lo guardò confusa. -Fred è dall'inizio della serata che non le stacca gli occhi di dosso.- Spiegò il rosso, la ragazza rise.

 

-Scommetto un intero galeone che prima o poi quei due si sposeranno.- Propose Penelope.

 

-Vai sul sicuro.- George rise.

 

-Io non riderei tanto.- Fece in tono malizioso Penelope.

 

-Ma dai! Guardala, sta tanto bene tra le braccia di quel Towler. Non si abbasserebbe mai a sposare la mia brutta copia, se mai sceglierebbe me!- Ghignò George indicando Katherine che in quel momento era impegnata a guardare con fare fin troppo sdolcinato Matthew. -Comunque accetto la sfida Nott! Un galeone che quei due non si sposeranno. Potrei puntare sul fatto che Fred si prenda una sbandata per lei, omettendo che non se la sia già presa, ma non di più.- Replicò George.

 

-Ah! In ogni caso, non hai idea di quanti ragazzi stiano guardando male te.- Sottolineò Penelope.

 

-Lo so perfettamente.- Rispose George. -E comunque sta accadendo lo stesso a te, quindi non dare per scontata la mia magnifica compagnia.

 

La ragazza sorrise sarcasticamente. -E chi sarebbe sentiamo.

 

-Bè, per cominciare una ragazzina di Tassorosso.- Iniziò ad elencare George. -Un paio ragazze di Corvonero degli ultimi anni, una certa Carlyle e...

 

Penelope lo interruppe. -Carlyle hai detto?- Sperò di aver sentito male.

 

-Si, dovresti conoscerla. Ti ho visto più di una volta in sua compagnia.- Disse George.

 

-Si.- Tagliò corto Penelope cominciando a vagare con lo sguardo alla ricerca di Gwen. La trovò dall'altra parte della Sala, seduta a mangiare qualcosa con degli altri compagni della sua casata. Il suo sguardo era incollato su di lei, lo distolse solo dopo che Penelope l'ebbe vista. Possibile che Gwen fosse gelosa di lei?

 

-Pare si sia presa una cotta per me e Fred... o per lo meno ci ha dato quest'idea.

 

Il loro discorso fu interrotto dall'arrivo di un ragazzo dal bell'aspetto che bussò alla spalla di George. -Mi concede qualche minuto per ballare con la sua dama?-  Il Weasley, in qualunque altra circostanza, lo avrebbe mandato a quel paese senza troppe cerimonie. Ma il suo interlocutore non era uno qualsiasi, per questo George si scansò, se pur con un po' di fastidio, per permettere al ragazzo di ballare con Penelope. Questi danzarono per qualche minuto a tempo di musica. -Sei incantevole come non mai stasera, finalmente hai deciso di scioglierti quella coda.- Commentò il ragazzo.

 

-Grazie mille.- Sorrise Penelope. -Dove è la tua accompagnatrice?- Chiese con fare malizioso.

 

-In bagno, l'ho vista che ci andava con qualche sua amica. Penso non tornerà prima di mezz'ora.- Rispose il ragazzo scocciato per poi lanciare uno sguardo di rimprovero alla compagna. -Nennet non saresti dovuta venire al ballo con quel Weasley.

 

-Non mi chiamare in questa maniera, lo sai perfettamente che non mi diverte più. Te lo ripeto da anni.- Rispose Penelope con sguardo duro.

 

-Mi dispiace.- Si scusò il ragazzo. -Non ti sfogare su di me, sai anche tu che non diverte nemmeno me, è l'abitudine.- Continuò.

 

-Si, hai ragione, mi dispiace.- Si scusò Penelope allungandosi per abbracciarlo.

 

-Però sul serio Penny, avresti dovuto evitare di venire a questo evento accompagnata da quel Weasley.


 

-Theo non cominciare. Ci sono già le mie compagne a farmi abbastanza problemi per questa serata e non ho bisogno di un fratello terribilmente protettivo.- Rispose Penelope, addolcendo la voce sulle ultime parole, dando un buffetto sulla guancia del fratellino.

 

Theodor sorrise, incupendosi l'attimo successivo. -Appena lo saprà nostro padre....

 

-Infatti lui non lo saprà!- Si preoccupò Penelope.

 

-Sicuramente qualcuno glielo dirà, ha occhi ovunque.- Replicò Theo.

 

-Anche in quel caso non potrà fare più di tanto, è solo un ballo.- Lo rassicurò Penelope.

 

-Penny, io non penso sia "solo un ballo". Dovevate vedervi. Sembravate in luna di miele.- 
Penelope abbassò lo sguardo arrossendo. 
-Promettimi una cosa, evita di farti del male. Sai che questa storia non avrà una bella fine.

 

-Come puoi saperlo?- Chiese, poi osservò George: rideva con i suoi amici e le rispettive accompagnatrici. -Il mio parere è godersi una cosa bella finché dura invece che non farla affatto, per quanto possa essere corta. Non preoccuparti.- Detto questo diede un bacio sulla guancia del fratello e si allontanò, dirigendosi verso George.

 

-Ehilà Nott. Chiacchiere tra fratelli?- George lo chiese sorridendo, mentre gli altri gelarono lo sguardo all'arrivo di Penelope. 

 

La ragazza annuì per poi rivolgere lo sguardo agli interlocutori del suo accompagnatore. -Misà che noi non ci conosciamo.- Disse la Serpeverde con un sorriso, porgendo la mano al ragazzo che affiancava Alicia. -Sono Penelope...

 

-Nott.- La interruppe il ragazzo dai capelli dorati creando stupore tra le persone presenti e confusione sul volto della sottoscritta che sorrise interrogativa. -Perdonami.- Si scusò il ragazzomentre stringeva la mano a Penelope, rivelando un forte accento francese. -Louis mi ha tormontato per giorni... Il era desoleto quondo lo hai refiuto.- Quell'inglese, che inglese non era,  non fece bene intendere a tutti ciò che volesse dire. Sta di fatto che la metà dei presenti lo osservò con aria interrogativa, esattamente come avevano fatto ogni qual volta aveva parlato fino a quel momento. 

 

Penelope al contrario fece un sorriso di cortesia. -Dites lui que je suis desolè, je l'avais déjà pris un engagement.- Si scusò indicando con lo sguardo George. 

 

Il francese rispose al sorriso, felice che qualcuno replicasse nella sua lingua. -Oh, comment je suis grossier! Je m'appelle Kevin Rousseau.- Si presentò.

 

-Plasir*. 

 

-Avete finito!?- Sbottò Angelina. Fred le strinse più forte il braccio sulla vita in segno di avvertimento ma la compagna lo ignorò. Era infuriata e tale sentimento sembrava rispondere in Alicia. Non conosceva bene la lingua francese, ma quel poco le bastava per intuire che la Nott si fosse fatta riconoscere anche tra le altre scuole, nonostante il poco tempo trascorso insieme. Ciò implicava a quanto pare l'aver ricevuto inviti anche da parte loro, tra cui quel Louis che la Serpeverde aveva rifiutato. E per chi? Per George?! La questione non le quadrava. La cosa le fece storcere il naso e il timore che quella poco di buono avrebbe potuto ferire un suo amico prese il sopravvento. Per non parlare di come si era rivolta a Kevin... Come si permetteva quella Serpeverde di parlare in una tale maniera all'accompagnatore di Alicia? Stare sempre al centro dell'attenzione non le bastava? Voleva anche quella riservata ad altri? 

 

La Nott tornò con calma al suo posto di fianco a George. -Johnson sono sicura che le buone maniere non ti siano estranee, allora perché privare ad una persona il definirsi educata?

 

Angelina la osservò come se stesse contenendo a fatica il desiderio di schiantarla . -Educata...- Borbottò.

 

Subito al seguito delle parole di Penelope una figura seminascosta dagli altri presenti attirò l'attenzione della Serpeverde. Una ragazza dal viso familiare sembrava indecisa sul da farsi. Si muoveva agitata spostando il peso da un piede all'altro, le mani impegnate nel torcersi tra loro insicure nel lasciarne una tendersi verso la Nott, timorose nella sua reazione. -Do... dovrei presentarmi anche io.- Si fece avanti dopo un attimo di titubanza allontanandosi di poco da Lee.

 

Penelope osservò la ragazza minuta dai dolci occhi marroni tenderle la mano tremante. -Non ce n'è bisogno.- Replicò la Serpeverde. Notò il piccolo sorriso della studentessa traballare e prima che Alicia scattasse riprese parola. -Robinson... Lucy, giusto? Frequentiamo lo stesso corso di Aritmanzia.- Strinse la mano alla Tassorosso riservandole un sorriso gentile.

 

Lucy annuì colorandosi leggermente a quelle parole. -Beh, non ce n'era veramente bisogno allora, so perfettamente chi sei.- Ammise. -...come tutti.- Si affrettò ad aggiungere.

 

A quel punto fu Fred a farsi avanti, parlando in tono neutrale. -Allora Nott, come passa la serata? 

 

Penelope si era stretta di più a George ma prima che potesse rispondere Angelina le rubò il momento. -Sappiamo tutti che non ci interessa veramente. Che cosa stavate facendo tu e tuo fratello piuttosto? Progettavate un'altra delle vostre orribili messe in scena per George?- Domandò stranamente velenosa.


 

-Angie...- La riprese Fred, a voce questa volta per evitare che andasse oltre.

 

-Tranquillo, non importa.- Penelope incrociò le braccia al petto. -Si Johnson. Avevo in progetto di immobilizzarlo e abbandonarlo in qualche stanza del castello in disuso, Theo mi aveva appena dato il via libera. Però, ora che hai rovinato la sorpresa, sarò costretta ad inventarmi qualcos'altro, spero solo che non abbiano riportato in Romania i draghi.- Rispose fintamente pensierosa.

 

Lee dovette ammettersi che se non fosse stata la Nott a dire quelle cose sarebbe scoppiato a ridere. -Non lo sapevate?- Riprese parola Penelope notato il silenzio che si era creato. -È per questo che sono venuta al ballo con lui e sto facendo di tutto per sopportare i suoi amici, al contrario loro. Naturalmente non perché mi piace la sua compagnia.

 

Alicia rise. -Come se non sapessimo che questo non è possibile.- La bionda affiancò l'amica. Entrambe trasformatesi improvvisamente in cani da guardia. Sorelle iperprotettive che però George non sembrò apprezzare sul momento.

 

-Tu non sei una "nobile purosangue Serpeverde"? Che non sopporta la presenza nè di mezzosangue nè di traditori del proprio sangue e simili? Per non parlare di noi.- L'accusò con disprezzo Angelina. Fred e Lee preferirono rimanere in silenzio dopo ciò che gli aveva confessato George in dormitorio. Lo osservarono, sembrava mantenere la solita calma. Penelope alzò gli occhi al cielo sorridendo leggermente, come se avesse davanti un caro amico che si eccitava per l'ennesima banalità. Il pesante silenzio creatosi dopo l'ultima frecciatina fu interrotto da un colpo di tosse proveniente da George.

 

-Se volete scusarci.- Avvertì George trascinando con se Penelope che si strinse al suo braccio, lanciando un ultimo sorrisetto alle due Grifondoro, accennando al fatto che non avevano alcuna influenza sull'andamento che quella serata era destinata ad avere. Si allontanarono fino ad essere fuori portata di orecchie. -Scusali, scusali davvero. È che non sono abituati a...- Cominciò il ragazzo.

 

-Weasley tranquillo.- Rispose Penelope, provando a sminuire la rabbia che manteneva nascosta per non peggiorare la serata al Grifondoro. George la osservò. Intuì al volo ciò che Penelope stesse provando a fare e le sorrise riconoscente. La portò in pista, dove stava suonando già da qualche minuto un lento. -Senti, non ne ho proprio voglia adesso.- Continuò la ragazza incrociando le braccia.

 

-Per tutta la serata siamo stati interrotti, e lei signorina mi deve un ballo.- Dichiarò il rosso. Le fece l'occhiolino e la portò al centro della pista. Nonostante l'iniziale opposizione la ragazza fu trasportata dalla melodia.

 

Ballando così abbracciati, Penelope cominciò a rilassarsi cullata dal loro lento movimento. -Posso farti una domanda?- Chiese George dopo qualche minuto di silenzio.

 

-Certo, fai pure.- Rispose Penelope.

 

-Hai ricevuto diversi inviti per questo ballo, perché hai scelto di venirci con me?

 

Penelope rise. -Tecnicamente mi hai costretto.- Gli ricordò.

 

Il ragazzo sorrise. -Appunto, tecnicamente. Ma se non ti fosse interessato avresti fatto finta di niente e ne avresti accettato un altro.- Fece George con fare ovvio.

 

-L'hai detto a Flitt, secondo te cosa avrei dovuto fare?

 

-Non credo ti interessi molto cosa pensa Flitt di te.- Penelope alzò la testa e incrociò gli occhi di George. -E poi, l'unico che avrebbe fatto una pessima figura sarei stato io. Se fossi stata la stessa ragazza di qualche tempo fa, non ti saresti fatta scrupoli a lasciarmi li, con un "no" stampato in fronte.

 

Penelope si sentì in soggezione sotto quello sguardo. Rimase stupita dal fatto che George ci avesse pensato tanto, sembrava doverci riflettere da molto. -Se fossi stato tu lo stesso ragazzo di poco tempo fa, mi avresti comunque invitato?- Penelope con questo lo mise in difficoltà. -E ricordati che io avevo ancora un'uscita in sospeso con te.

 

George si immobilizzò un attimo: si era totalmente dimenticato delle parole fattole promettere tempo prima. In questo modo una domanda gli sorse spontanea: "E se avesse accettato il mio invito per la parola data?" George riuscì a cacciare quei pensieri e prese a ridere della sfacciataggine della ragazza.

 

-Non hai risposto alla mia domanda.- Cantilenò la sottoscritta.

 

George le fece il verso. -Nemmeno tu.- Disse anche se Penelope gli aveva risposto e anche schiettamente. Il Grifondoro lo sapeva perfettamente.

 

-Va bene.- Concesse. -Weasley, solo per essere sincera: all'inizio ho evitato di dare in escandescenze proprio perché, con questa sera, il mio debito con te si sarebbe estinto.

 

George arricciò le labbra. Se lo aspettava? Certo, che domande. Stava solamente pensando che Penelope gli aveva dato l'idea di essersi divertita con lui, fin ad ora.

 

-E per essere altrettanto sincera:- Penelope riprese parola. -appena l'ho realizzato mi è dispiaciuto. Avrei voluto giocarmelo meglio, siccome avrei accettato la tua proposta in ogni caso.- George sgranò gli occhi provocando le risate della ragazza. -Anche se posso non farlo notare Weasley, ho cominciato ha trovarti simpatico già da un po', e devo ammettere che le idee che avete tu e tuo fratello sono da ammirare.- George sorrise. -Naturalmente però non superano le mie.

 

-Naturalmente.- Commentò con ironia George.

 

Penelope gli lanciò un sorrisetto. -Mi distrugge, davvero, mi distrugge ammetterlo ma le nostre continue litigate mi sono mancate all'inizio di quest'anno.- Gli diede un bacio sulla guancia. George si sentì strano nel vedere la Serpeverde comportarsi in quella maniera con lui.

 

Il ragazzo si riscosse. -Vuoi qualcosa da bere?- Domandò, non riuscendo più a starle così vicino senza fare niente.

 

Penelope stranita annuì. -Vengo con te.

Arrivati alla tavolata delle bevande la ragazza mostrò qualche difficoltà nel leggere le targhette attaccate sulle bottiglie, di questo George sogghignò.

 

-Se mi dici cosa vuoi te la prendo io.- Si offrì.

 

-Sono totalmente in grado di farcela da sola.- Rispose, troppo orgogliosa per ammettere i suoi limiti.

 

George ridacchiò. -Mi devi spiegare come fai a leggere quando sei in aula.

 

-Io riesco a leggere!- Rispose piccata Penelope, allontanandosi un po' per vedere cosa fosse scritto su una bottiglia di vetro.

 

-Se cerchi la burrobirra è questa qui.- George prese una bottiglia versandone il contenuto in due bicchieri e porgendone uno a Penelope.

 

-Come fai a sapere che mi piace la burrobirra?

 

-Intuizione.- Ghignò.

 

-Sai che cominciano a preoccuparmi quei ghigni, devo pensare che hai messo qualcosa nel bicchiere?- George rise, il che di sicuro non era un buon presagio. A quel punto il ragazzo approfittò del momento per fare uno delle sue solite bravate, incantando tutti i bicchieri.

 

La Nott si fermò un momento per osservarlo. -Weasley, almeno per questa sera, puoi evitare di creare disordine?- Domandò la ragazza.

 

-Non sarebbe nel mio stile Nott.- Rispose George. -Ti va di uscire?

 

-Con piacere, fa molto caldo qui.

 

Arrivarono in giardino accompagnati da un piacevole silenzio. Una volta entrati nel parco Penelope si abbassò per togliersi le scarpe che tenne con una mano. Provò un senso di sollievo nell'avvertire l'erba sotto i suoi piedi.

 

-Perché te le sei tolte?- Domandò George.


 

Penelope si osservò i piedi scalzi. -Non intendevo farlo. Mi è venuto involontario.- Si giustificò rindossandole.

 

George non ne parve convinto. -Penelope ti chiedo un favore: scegli un unico alterego per il resto della serata, altrimenti ne uscirei matto.

 

La ragazza lo osservò stranita. -Come scusa?

 

-Sto avendo difficoltà a capirti. Qualunque cosa tu faccia non sembra seguire alcun filo logico.- Spiegò George. -Questa sera sei riuscita a parlare delle stesse cose cambiando idea ed atteggiamenti con il passare di un attimo.

 

-Non è affatto così.

 

-Invece si!- Aggiunse piccato George. -E non credere che non l'abbia notato, anzi. Potrei farti una miriade di esempi iniziando semplicemente dal fatto che mezz'ora fa ti sei dovuta sedere per il dolore ai piedi. Se ti fanno male puoi togliertele le scarpe, di certo non devi fare bella impressione con me.

 

Penelope lo osservò un attimo stranita. -Ascoltami Weasley, io non...

 

-No, invece mi ascolti tu.- La interruppe George. -Volevi sapere perché ti avessi invitata? L'ho fatto perché speravo di passare la serata con la ragazza che ho visto arrampicarsi su un albero e prendere con le mani delle lumache senza ripensamenti, con gli occhiali in faccia e, in questo caso, senza scarpe. Con quella persona che fa scherzi non per vendetta ma per il semplice gusto di farli. Mi dispiacerebbe aver sprecato del tempo con... qualcun altro. Non voglio vedere questa persona davanti a me, fatta di... ah, non lo so.

 

Ebbene, questo Penelope non se lo aspettava. George la intrigava proprio perché sembrava diverso dalle solite compagnie. Però c'era sempre stato quel pensiero che non faceva altro che ricordarle di quanto ciò fosse poco probabile, che George fosse come tutti gli altri, se non peggio... ma questo! L'aveva ufficialmente conquistata.

 

Fu quando la ragazza fece oscillare il braccio lungo il fianco che George ipotizzò uno schiaffo imminente. Al contrario, Penelope si allungò fino ai piedi e si tolse di nuovo le scarpe. -Non me le sono tolte perché mi fanno male... mi piace la sensazione dell'erba umida sotto i piedi.- Ammise, George ne parve sorpreso. -E non sono entusiasta di vestirmi elegante... e sono la persona più goffa che potresti conoscere.

 

-Questo, beh, non l'avrei mai detto.- George si aprì in un sorriso. -Come mai tutta quella scena? Se posso.- Si affrettò ad aggiungere. La Serpeverde lo invitò a sedersi con lei su una panchina tra quelle messe appositamente per il ballo.

 

Penelope si concesse qualche momento per decidere se rispondere o meno. -Mi devo far piacere dagli altri.- Iniziò a spiegare. -Altrimenti la mia famiglia perderebbe fama. Mai accada che la primogenita di una famiglia purosangue si comporti come una contadina, nessuno si proporrebbe come marito. A nessun marito purosangue segue alcuna progenie purosangue e a questo sangue sporco, con il sangue sporco la famiglia non sarebbe più stimata tra i purosangue e questo porta cattiva fama e una macchia indelebile sull'albero genealogico.- Penelope prese un bel respiro. -Nessuno ci guarderebbe più con gli stessi occhi, per gli altri saremmo infimi, impuri, imperfetti, solo qualcuno da calpestare.

 

George la osservò con tanto d'occhi. Non avrebbe mai detto che Penelope avesse questo peso sulle spalle, costretta ad essere qualcuno che non era per farsi accettare dalla famiglia, suppose che in caso contrario l'avrebbero diseredata senza pensiero alcuno. -Penelope, guarda il lato positivo, suppongo che adesso tuo padre debba tenere appuntamenti per tutte le famiglie che spasimano ad avere legami con te.- Cercò di rallegrarla.

 

La ragazza annuì distratta. -Va beh, passiamo ad argomenti più spensierati... Ti stai divertendo?- Chiese Penelope. -...non contando gli ultimi minuti magari.

 

George sorrise con sguardo perso. -Molto...

 

Penelope lo esaminò stranita. -Ho detto qualcosa che non andava o...

 

-No, per carità non sei tu... solo che, se l'avessi saputo prima avremmo evitato tanti anni di litigi. Non credi?

 

Penelope rise. -Oh no Weasley, credo che quelli ci sarebbero stati lo stesso.

 

George si concesse una risata prima di porre totale attenzione alla ragazza che aveva di fianco. La osservò per qualche secondo, indeciso sul da farsi, poi le si avvicinò. Ma proprio quando le loro labbra erano in procinto di sfiorarsi la ragazza voltò il capo.

 

George realizzò un po' troppo tardi. Scosse la testa con un sorriso amaro, dopo tutto quello che gli aveva raccontato come sperava che Penelope Nott si comportasse in una data maniera con un traditore del suo sangue. -Scusami, forse ho frainteso. Spero tu ti sia divertita, cancella l'ultima parte. Scusami ancora, vado a farmi una passeggiata.- E si avviò in direzione del parco.

 

Penelope rimase ferma sulla panchina per qualche secondo, cercando di realizzare cosa fosse appena successo. Quando notò George farsi meno visibile nel buio della notte capì che forse quello era il momento giusto per raggiungerlo. Così fece, alzandosi e dimenticando le scarpe accanto alla panchina.

 

-Weasley! Per Salazar, fermati!- Gridò.

 

Il ragazzo la sentì e quell'esclamazione lo fece infuriare... che cosa gli era venuto in testa? Che razza di maleficio lo aveva spinto ad avere certe attenzioni per lei?

 

-George! Che cosa ti è preso?!

 

Che cosa aveva potuto attira... lo aveva appena chiamato per nome?

 

-Santi Numi, George!

 

Sì, questa volta lo aveva sentito distintamente. Era la prima volta che lo chiamava così, ciò lo fece rallentare. Ormai Penelope era a due passi da lui.

 

-George che ti è....

 

Purtroppo il vestito le finì sotto un piede e George si girò giusto in tempo per vedere Penelope cadergli addosso. Finirono per terra con un tonfo, l'una sopra l'altro. Penelope si scansò di scatto e si sedette per terra.

 

-Scusami, scusami tanto. Non avrei dovuto, sono inciampata nel vestito. Che situazione imbarazzante. Scusami!- Cominciò a pronunciare scuse improbabili nel mentre le sue guance si tingevano di un forte color porpora. George si tirò a sedere ridendo della parlantina di Penelope. -Che hai tanto da ridere?

 

-Sei rossa come un peperone.- George si rotolò per terra contorcendosi dalle risate. Penelope sbuffò incrociando le braccia al petto. -Avanti! Non puoi negare l'ilarità della scena!

 

-Ti sono caduta addosso!

 

-Quindi dovrei essere io quello offeso, non tu.- Il ragazzo lentamente smise di ridere, guardò Penny giusto un momento per poi avvicinarsi con cautela. Ancora seduto a terra come Penelope, George si allungò per toglierle delicatamente una foglia dai capelli. 

 

-Grazie.- Sussurrò Penelope.

 

George stava per rispondere quando il braccio su cui si era poggiato scivolò sull'erba umida causando il franamento del suo corpo sulla ragazza. -Merlino scusami!- George provò a tirarsi su, fallendo miseramente perchè nella fretta scivolò di nuovo peggiorando la sua situazione: cadde con il viso proprio sul seno di Penelope. Il ragazzo si sollevò ancora, con successo questa volta, cominciando a brontolare scuse visibilmente a disagio. Ancora sdraiata accanto a lui, Penelope iniziò a ridere senza contegno. 

 

-Possiamo dire di essere pari, no?- George tentò di rievocare la disastrosa caduta di Penelope per sollevarsi dall'imbarazzo ma l'unica cosa che ottenne fu l'aumento di volume delle risate della compagna, la quale si rannicchiò su un fianco tenendosi la pancia. -Avanti! Così mi fai sentire peggio. Smettila!- Supplicò il ragazzo ripiegandosi su di lei per scuoterla un po', non riuscendo però a smettere di sorridere. Osservò la compagna sdraiata per terra, gli occhi appannati dalle lacrime dovute dalle risate e i capelli scompigliati sparsi sull'erba. Rimase imbambolato per qualche istante, fino a quando Penelope non ricongiunse lo sguardo con il suo, le risate ridotte al semplice sussulto del petto. George provò ad allontanarsi, ancora imbarazzato, ma la Nott lo trattenne per la camicia. La Serpeverde lo guardò con un sorrisino divertito per poi alzarsi e congiungere le sue labbra con quelle del rosso. 

 

Si trattò di un bacio casto, una lieve pressione sulle labbra che a Penelope fece venire una strana sensazione allo stomaco, molto diversa da ciò che aveva provato quell'estate. Quando si allontanarono George si lasciò scappare un sorriso, se Penelope lo aveva baciato dopo una figura del genere... beh, non credo di dover spiegare quanto si sentisse felice. La ragazza riuscì a malapena a notarlo prima che il Grifondoro riunisse le loro labbra approfondendo il bacio, stringendola a se.

 

Ricordate quel discorso sull'odio? Secondo il quale per l'appunto l'odio non esistesse. C'era però qualcosa per cui Penelope era in contrasto con i miei pensieri. Ebbene, per la Signorina Nott il vero Amore non esisteva, considerava stupide le persone che ci credevano. Per lo stesso ragionamento dell'Odio, se questo era inesistente sarebbe dovuto essere lo stesso per la sua controparte. Poteva essere un'idea che seguiva una certa logica, ma per me quel sentimento non può avere una logica, al contrario dei pensieri della nostra protagonista. L'Amore, proprio come l'Odio, era sopravvalutato. Era un sentimento esattamente come tutti gli altri, però fortemente positivo, il più felice di tutti per enfatizzare.  

 

Nessuno può dire con certezza di amare qualcuno, si può provare affetto o grande amicizia, ma addirittura amore? Penelope questo lo trovava improbabile. Eppure in quel momento non avrebbe potuto descrivere in altra maniera ciò che provava. Forse George era la persona giusta, colui che sarebbe stato capace di sciogliere quel suo cuore ghiacciato.

 

I due ragazzi rimasero vicini fino a quando George non decise di allontanarsi dalla Serpeverde per poterla osservare. Si abbassò e appoggiò la sua fronte su quella di Penelope che aprì gli occhi incollandoli a quelli del ragazzo.

 

Si guardarono attentamente per un paio di secondi. Tempo che bastò ad entrambi per scoppiare di nuovo a ridere. Caddero per terra sotto l'effetto delle risate. Rimasero in balia di quell'ilarità per un tempo impreciso, fino a quando non si trovarono entrambi ad osservare il cielo, ancora sdraiati sull'erba umida.

 

-Da quanto?- Domandò Penelope, dopo svariati minuti di silenzio.

 

George la guardò. -Non lo so di preciso...- Prese una pausa. -Dall'inizio dell'anno scorso, forse. Si, è stato allora che ho cominciato ad interessarmi di nuovo a te.


 

-Di nuovo? Vuoi dirmi che avevi avuto già una cotta per me?

 

Il Grifondoro sorrise della curiosità della ragazza. -Non direi proprio "cotta". Mi avevi a dir poco folgorato sai. Quel primo giorno. Sul treno. L'audacia con cui ci hai tenuto testa mi aveva impressionato, beh... poi quell'audacia è stata proprio la causa dell'odio che mi hai fatto provare nei tuoi confronti e quindi ho accantonato la prima impressione che mi avevi fatto.

 

La Nott era fin troppo contenta di questa risposta. George aveva avuto una prima infantile attenzione per lei quando non era ancora la ragazza tanto desiderata che era in quel momento. -Mi stai facendo sentire meschina.- Penelope osservò George: stava sorridendo. Dovette passare qualche secondo prima che lei rispondesse alla domanda implicita. -Probabilmente da quella volta in cui abbiamo scommesso. Dopo avermi aiutata con la mia piccola crisi di nervi.

 

-Piccola?

 

-Ma sta zitto.- Penelope rise, mettendogli una mano sulla faccia.

 

George la seguì, lasciando indisturbata il palmo della ragazza sul suo volto. -Sei comoda?

 

-Oh, non sai quanto.- Rispose quella divertita.

 

Il Weasley sorrise. -Ti sarai sporcata il vestito.- Affermò.

 

Penelope lo osservò con tanto d'occhi. -Ti sembro il tipo di persona a cui potrebbe interessare?- Domandò.

 

Il Grifondoro sorrise, tornando ad osservare il cielo, ormai sembrava incapace di fare altro. Non si sarebbe mai aspettato che la serata avrebbe preso una piega del genere. Rimase disteso a terra immobile fino a quando un movimento di Penelope lo distrasse. La Serpeverde si era messa seduta subito seguita dal ragazzo, il quale era rimasto immobile a fissarla. Penelope si alzò immediatamente ed iniziò a sollevare il vestito fino a mostrare parte della coscia, a cui era agganciato un portabacchetta. Il ragazzo emise uno sbuffo divertito: era esattamente quel tipo di cosa che si sarebbe aspettato addosso a Penelope.

 

La Serpeverde richiamò con un incantesimo d'appello le scarpe e una volta prese in mano si avviò verso il castello. Si fermò giusto un momento per osservare indietro, là dove George la guardava confuso. -Non vieni?- Gli chiese.

 

Il Grifondoro semplicemente si alzò, mantenendo acceso il sorriso. La raggiunse, le portò un braccio attorno alla vita e la strinse a se.




 

*Scusate, scusate, scusate. Tanti problemi col francese. Ho avuto la fortuna di studiarlo alle medie e la sfortuna di aver avuto professori che non mi hanno trasmesso la passione per questa lingua. Queste poche parole sono il frutto di google traduttore, qualche regola di grammatica controllata sul momento e rimembranze di una vita lontana. So per certo che queste poche frasi hanno talmente tanti errori da far sbiancare un madrelingua, ma io non ho le competenze appropriate per correggerle. Scusatemi ancora, e se c'è qualcuno che conosce questa lingua tra i lettori, dopo esservi fatti beffe di me (ve lo supporto, riderei anche io di me stessa) vi scongiuro di rendermeli noti.




 

Angolo me

Mi prendo anche qualche riga per farmi perdonare. So perfettamente che questo capitolo sia lunghissimo ma ho il difetto di soffermarmi troppo sui dettagli e per quanto abbia provato a tagliare non sono riuscita a togliere più di così.

Un buffetto affettuoso da Tia,

al prossimo aggiornamento.

  
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