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Autore: Harry_Potter992    07/06/2016    0 recensioni
[Questa storia partecipa al contest "Seconda edizione - Per ricordare i bei momenti" indetto da aturiel sul forum di EFP]
"Aveva sempre pensato che Asteria fosse la sua stella, proprio come diceva il suo nome: la stella che gli aveva fatto luce nei mesi bui della sua vita."
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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1.
First meeting.

 

                                                                                  We were both young
                                                                               when I first saw you…

 

                                                                                            Febbraio 1987

La prima volta che Asteria Greengrass vide Draco Malfoy, pensò che la camicia bianca immacolata che indossava, con il colletto stretto fino al collo, lo rendesse simile in tutto e per tutto a un compunto damerino.
Quella non era proprio la prima volta, in realtà. Sua madre le aveva detto che, da quando era nata lei, avevano già incontrato i Malfoy in un’altra occasione, ma allora Asteria era troppo piccola per ricordarselo: poteva avere alcuni mesi, un anno al massimo. Ed effettivamente nella memoria della piccola di casa Greengrass non c’era traccia di nessun bambino biondo con gli occhi grigi, né tantomeno del resto della famiglia Malfoy.
Naturalmente, Asteria ne aveva sentito parlare in casa e sapeva che era anch’essa una famiglia Purosangue e di nobili origini. Tuttavia, i contatti tra loro non erano frequenti in termini di incontri veri e propri, nella villa di uno o dell’altro; ed era stato, infatti, solo poco tempo dopo il quinto compleanno di Asteria che a casa Greengrass era arrivato un invito firmato Malfoy, dopo quattro anni. Essi organizzavano una sontuosa festa nel loro maniero, a cui avrebbero partecipato tutte le famiglie Purosangue più in vista del Mondo Magico.
Era proprio nella grande residenza nel Wiltshire chiamata Villa Malfoy che Asteria stava entrando al fianco di sua madre, percorrendo il giardino semibuio che circondava la dimora. Dalle finestre a rombi del piano terra si intravedeva una forte luce, l’unica che potesse aiutarli a orientarsi nel cammino, a parte alcune luci da giardino tondeggianti situate tra le siepi che costeggiavano il viale. Un leggero profumo di fiori portato dalla brezza di quella sera di febbraio stuzzicava il nasino di Asteria, che si guardava intorno con curiosità. 
Suo padre e Daphne le precedettero attraverso la porta d’ingresso e poi nell’atrio arredato con sfarzo, dove vennero accolti con innumerevoli inchini e parole di benvenuto da due elfi domestici. Asteria osservava i ritratti alle pareti circondati da grandiose cornici dorate mentre vi passavano davanti, ma gli occhi degli anziani maghi e streghe puntati su di loro la misero solo in lieve soggezione: anche a casa sua c’erano molti ritratti dei loro antenati, con cui a volte si divertiva a intrattenere piccole conversazioni.
La sontuosità dell’atrio era quasi niente in confronto a quella della stanza dove vennero scortati dai due piccoli elfi. La sala dei ricevimenti era pienamente illuminata da un lampadario scintillante che torreggiava sulle loro teste; un’ulteriore fonte di luce era il fuoco che scoppiettava in un camino di marmo sulla parete di fondo. La sala era così ampia che il camino sembrava lontanissimo.
Addossati uno contro la parete di destra e l’altro contro quella di sinistra, due lunghi tavoli in legno ospitavano vassoi colmi dei più prelibati cibi che si potessero immaginare. Al centro della sala, si erano già formati capannelli di persone che conversavano piacevolmente con un bicchiere di Acquaviola tra le mani. Di tanto in tanto, tra gli svolazzanti abiti delle signore, si scorgeva un elfo domestico vestito di bianco e con un panno sul braccio, a mo’ di cameriere, che si muoveva rapidamente tra un tavolo e l’altro per servire le vivande.
In un angolo della sala, Asteria scorse anche un gruppo di musicisti, indizio che le fece comprendere che, come a ogni festa che si rispettasse, la serata sarebbe stata allietata da musica e balli in abbondanza.
- Cara Gea! 
Una voce femminile giunse alle loro orecchie appena sopra il chiacchiericcio degli invitati. Apparteneva a una giovane donna dai capelli biondi, che si fece loro incontro insieme al marito e al figlio e salutò la madre di Asteria e Daphne con due baci sulla guancia. - Da quanto tempo non ci vediamo! E’ un grande piacere avervi qui.
- Narcissa - rispose l’altra con un sorriso, altrettanto calorosamente. - E’ un piacere anche per noi. Vi troviamo in splendida forma! Salve, Lucius…
Mentre i grandi proseguivano con i convenevoli, Daphne salutò il bambino alla destra di Narcissa, che doveva essere il figlio Draco. Lui diede segno di riconoscerla. Evidentemente si ricordavano l’uno dell’altra dall’ultima volta in cui si erano incontrati: all’epoca loro avevano già circa tre anni, quindi non era strano. Asteria lo squadrò da capo a piedi: sembrava quasi strizzato in quella camicia e quei pantaloni neri. “Damerino” fu proprio la prima parola che le venne in mente per descriverlo.
- Ma guarda come sta crescendo Draco! - commentò il signor
Greengrass, dopo aver stretto con energia la mano di Lucius e aver baciato galantemente quella di Narcissa. Accompagnò quelle parole con una pacchetta sulla testa del bambino.
- Buonasera, signori Greengrass - li salutò educatamente Draco, come gli era stato insegnato a fare.
- Anche Daphne e Asteria sono cresciute tantissimo - osservò Narcissa, rivolgendo un sorriso alle due sorelle. - Complimenti per le vostre bellissime bambine.
- Grazie mille, signora - risposero Daphne e Asteria, quasi all’unisono.
La piccola Asteria si accorse che Draco Malfoy la stava fissando e si rese conto di non avergli ancora rivolto neanche un cenno di saluto. Era segno di grande maleducazione ignorare una persona, così gli disse: - Ciao - molto semplicemente, senza pensare di presentarsi.
Lui, però, lo fece. Dopo averla salutata alla medesima maniera, aggiunse: - Piacere, mi chiamo Draco.
- Io mi chiamo Asteria - disse la bambina. - Piacere di conoscerti.
Solo in quel momento notava che Draco aveva una sfumatura assai strana di capelli. Voleva trattenersi dal chiedergli che colore fosse, ma la curiosità ebbe la meglio; e poi sarebbe stato anche un modo per rompere il ghiaccio, visto che non si conoscevano per niente ed erano gli unici a stare lì impalati mentre i genitori continuavano a chiacchierare. Daphne si era spostata poco più in là, a salutare qualche sua amichetta.
- I vostri pavoni sono meravigliosi. Asteria ne è rimasta incantata, si è persino attardata ad accarezzarne un paio - stava dicendo sua
madre. 
- Scusa… - esordì Asteria, osservando con attenzione il bambino, la fronte leggermente corrugata - ma perché hai già i capelli bianchi?
Draco parve offeso.
- Non ho i capelli bianchi - replicò, ricambiando lo sguardo tra il sorpreso e il seccato. - Non vedi che sono biondi?
Asteria batté le palpebre e guardò meglio; in effetti era proprio così. Non era mica colpa sua, però: chiunque, a primo impatto, avrebbe detto che quei capelli sembravano bianchi! Era diverso dal biondo acceso di sua sorella Daphne. In ogni caso, tenne quei pensieri per sé e si limitò a dire: - Oh, è vero… mi sembravano.
- E’ impossibile che un bambino abbia i capelli bianchi - puntualizzò Draco. - Quelli ce li hanno solo gli adulti.
Asteria non replicò e continuarono a studiarsi, come fanno tutti i bambini quando si trovano l’uno di fronte all’altro, lui con una vaga aria di superiorità e lei imperturbabile nel suo vestitino azzurro. Lucius e Narcissa Malfoy si erano allontanati per accogliere un gruppo di ospiti e i genitori di Asteria stavano conversando con dei vecchi amici, dando le spalle ai due bambini.
Poi Draco ruppe il silenzio. - E i tuoi capelli di che colore sono, vediamo? - disse all’improvviso e, facendo finta di controllare, si avvicinò fulmineo, allungò una mano e le tirò una ciocca dei capelli bene acconciati, prima che lei potesse chiedergli se non avesse bisogno di un paio di occhiali.
Asteria sgranò gli occhi, colta di sorpresa, mentre Draco sghignazzava e se la filava tra la folla di invitati.
Rimase per qualche secondo incerta sul da farsi; poi decise che quel bambino non valeva un inseguimento in mezzo ai più importanti membri delle famiglie Purosangue. Imbronciata, guardò male nella direzione in cui era sparito e raggiunse la madre, affiancandola nel suo lungo vestito viola e sperando di scorgere qualche amichetta con cui passare il resto della serata.

  
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