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Autore: Irish_Dreamer    09/06/2016    2 recensioni
Mi Sun è una ventenne incasinata, piena di sogni per lei impossibili e un po' pessimista. Lavora in un bar insieme alla sua amica Myung-Ok e a una vecchia conoscenza ritrovata. Una serie di sfortunati (o fortunati) eventi la porteranno a conoscere dei ragazzi "particolari", a prendersi una cotta per uno di loro e trovare amici veri e, dopo una lunga serie di delusioni, finalmente troverà il grande amore. Ma non sarà tutto semplice come sembra, un segreto si nasconde dietro l'angolo.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Due mesi, sessanta giorni, millequattrocentoquaranta ore, ottantaseimilaquattrocento minuti, cinque milioni e centottanta-quattromila secondi.
Questo è il lasso di tempo passato dall'ultima volta in cui io e Jinyoung abbiamo parlato.
Buffo il fatto che le sue ultime parole siano state “Non renderti ridicola” perchè è proprio quello che sono. L'insegnante ridicola che corre per la JYP e si nasconde dietro gli angoli per non fare indesiderati incontri.
Quante volte i miei alunni hanno riso dei miei scatti felini? Nonostante la stranezza della cosa sono riuscita nel mio intento la maggior parte delle volte, tranne il giorno in cui stavo scendendo tranquilla per le scale e me lo sono trovato di fronte mentre saliva. Ricordo la sensazione di impotenza che ho sentito nel non poter fuggire da nessuna parte, mi sono limitata a rimanere immobile a fissarlo mentre mi passava accanto senza degnarmi di uno sguardo. Come se fossi invisibile. Quanto ho pianto quella sera non riesco nemmeno a quantizzarlo, so solo che il giorno dopo mi sono svegliata con gli occhi di un lemure e nemmeno il correttore è riuscito a nascondere il rossore.
Da quell'incontro al concerto ho smesso di provare a rimediare qualunque cosa sbagliata io abbia fatto, mi sono arresa al fatto che non vuole saperne più niente di me e che nonostante i miei tentativi non tornerà più.
Myuni ha tentato di convincermi a buttare tutte le cose che me lo ricordano, tutti i suoi regali, i vestiti che ha lasciato qui. Ovviamente non ci sono riuscita, è ancora tutto dove era, a ricordarmi costantemente la sua presente assenza. Rigiro il medaglione tra le mani, non c'è giorno che io non lo indossi nascosto sotto i vestiti.
La sera in cui scattammo la foto è la mia preferita in assoluto: la sera in cui Jinyoung venne la prima volta a cena da me. Passammo la notte a parlare, rispondevo a qualsiasi cosa mi chiedesse, tranne quando mi chiese di spiegargli cosa era per me. Non che non lo sapessi, semplicemente ero troppo imbarazzata per parlarne. Quella sera lasciò perdere ma è una cosa che non mi ha mai perdonato, la mia incapacità di dimostrargli quanto realmente valesse per me.
Forse per questo se ne è andato, perchè non sono mai stata brava a dargli quello di cui aveva bisogno.
Sento mia madre chiamare il mio nome, “Che c'è mamma?” gli urlo nascosta dalle coperte del mio letto. “Hai visite, sta salendo su!”. Nello stesso momento Mark spunta dalle scale con il solito sorriso splendente e salta sul mio letto. “Mi Sun, si può sapere perchè non rispondi a telefono? Ero preoccupato.”
Da quando la storia con Junior è finita lui e Jackson hanno provato a starmi vicino come potevano ma a dirla tutta non mi andava di vedere nessuno. Non volevo nemmeno che Junior pensasse di avere ragione, che mi importava più di loro due che di lui, così li ho evitati tutti il più possibile. “La smetti di fuggire ogni volta che ci vedi?” mi dice adesso con tono serio. Scuoto la testa senza uscire dal mio involtino di coperte, non voglio guardarlo in faccia perchè so già che mi verrebbe voglia di piangere, voglio solo stare da sola.
“Smettila di fare così!” Mi mette una mano sulla spalla per farmi voltare verso di lui, quando incontro il suo sguardo ha un'espressione preoccupata. “Che hai da guardare?” “Le tue occhiaie... Che diamine fai la notte invece di dormire?” mi chiede sarcasticamente. “Incubi” gli rispondo sotto voce, cosa in realtà vera. La maggior parte delle volte sogno di camminare con Junior e di inciampare, mi aggrappo a lui ma lascia la mia mano e mi lascia cadere da un dirupo, un muro o un palazzo a seconda del sogno. Puntualmente mi sveglio gridando nel cuore della notte e non riesco più ad addormentarmi.
Mark mi racconta del tour, dei concerti, di Jb che ha ripreso a esibirsi. L'ultima notizia mi fa sorridere anche se ne ero già al corrente, in realtà Jb è l'unica persona a cui continuo a rispondere a telefono. Nonostante i nostri trascorsi si è rivelato molto più gentile di quanto pensassi, ogni tanto mi chiama per aggiornarmi e per tirarmi su. “Mi Sun, sei ancora scossa per la storia con Junior?” “No Mark, sto bene” “Non si direbbe dalla tua faccia” “Ma no... Sono solo tanto stanca.” Sembra credermi perchè rimane in silenzio per qualche minuto, fino a che io non prendo il coraggio di chiedere quello che avrei sempre voluto sapere in questi mesi. “Mark... come sta Jinyoung?” Sorpreso dalla domanda tentenna un attimo, “Oh... beh... bene immagino. Si, sta bene.” Non che mi aspettassi che stesse male, ma sentirlo dire chiaramente mi ferisce. Le lacrime si fanno strada appannando i miei occhi, nascondo la testa sotto le coperte per coprire inutilmente i miei singhiozzi. “Ti prego non piangere, non fare così.”
Emergo dalle lenzuola qualche minuto dopo, Mark ha continuato a accarezzarmi la schiena tutto il tempo, quando finalmente recupero la dignità per guardarlo noto che i suoi occhi sono lucidi. “E ora che hai tu? Junior ha mollato anche te?” “Mi dispiace...” inizia a farfugliare “Mi dispiace tanto... è tutta colpa mia” “Colpa tua? Perchè mai?” “Perchè io e Jackson eravamo gelosi, volevamo farvi lasciare. Abbiamo avuto atteggiamenti strani con te per farvi litigare e ci siamo riusciti, ma quando ci siamo resi conto di cosa abbiamo fatto ci siamo sentiti dei vermi. Ti prego Mi Sun non odiarci”.
Stranamente la cosa non mi tocca, abbraccio quel fagotto di tenerezza seduto sul mio letto per tranquillizzarlo. “Non sono arrabbiata con voi, Jinyoung avrebbe dovuto fidarsi di me a prescindere dai vostri comportamenti”. La tristezza accumulata fino ad ora si tramuta in rabbia, come aveva potuto non fidarsi di me? Pensare che volessi qualcun altro? “Non è questo il problema” continua lui “Jinyoung è stato da cani per averti lasciato. Non credo di averlo visto piangere così tanto per qualcosa, allora io e Jackson abbiamo confessato. Invece di arrabbiarsi con noi ha deciso di rinunciare. Ha rinunciato a te per il bene del gruppo, perchè a suo dire stavate sconvolgendo il nostro equilibrio e non aveva intenzione di rovinare tutto.” “Cosa???” gli chiedo con gli occhi fuori dalle orbite. “Mi Sun ti prego, non avrà mai il coraggio di tornare, anche se noi gli abbiamo detto di farlo. Ti prego, vattelo a riprendere.” “Che stai dicendo? Andarmi a riprendere qualcuno che non mi vuole? E che per di più non si fida di me?” “Ma lui ti vuole! E ha capito che siamo stati noi ad esagerare di proposito, ti prego. Non posso convivere con la convinzione di aver costretto Jinyoung ad essere infelice”.
La rabbia inizia a impadronirsi di me stringo i pugni fino a sentire dolore alle dita e urlo: “MARK! NON ME NE FREGA UN CAZZO DI QUELLO CON CUI DEVI CONVIVERE TU. LASCIATEMI IN PACE UNA VOLTA E PER SEMPRE!”. Quel poveretto diventa vittima dei miei sfoghi senza fiatare, addirittura mi abbraccia.
Vorrei non averli mai incontrati, vorrei non aver mai dato quella testata a Jackson mesi fa. Vorrei essere la solita Mi Sun che ero, senza drammi e complicazioni.
Mark va finalmente via dopo un ultima occhiata implorante e resto sola con i miei pensieri. Accendo la radio per distrarmi con la musica ma come al solito il destino mi è avverso. Le note di Can't invadono la stanza. La mia canzone... L'avrò sentita un miliardo di volte. Prendo il testo dal cassetto del mio comodino, quella calligrafia ordinata che spicca sulla carta candida. Mi conforta avere quel foglio tra le mani, sapere che è stato suo, una traccia del suo passaggio nella mia vita. Perchè siamo finiti così? Ripenso al nostro primo bacio, all'appuntamento al cafè, alla caccia al tesoro, a quando mi ha detto ti amo, quando abbiamo fatto l'amore in una stanza piena di peonie, a tutte le serate insieme trascorse a parlare e a consumarci le labbra di baci. Il suo profumo che ormai sto dimenticando, la sua voce che non posso dimenticare, quegli occhi... Queste sono le cose che mi mancano di più.
Mi infilo il suo maglione bianco e mi addormento. Quando mi sveglio tutto è più chiaro, prendo il mio telefono e faccio partire la chiamata. “Che devo fare per riprendermelo?” E la risata cristallina di Mark invade i miei timpani.

La folla intorno a me è talmente tanta da togliermi il fiato, sono nel punto esatto in cui Mark mi ha dato appuntamento ma di lui nemmeno l'ombra.
La stazione dei treni di Seoul è uno dei luoghi più caotici che conosca, la gente spunta da ogni luogo e corre ovunque travolgendo chiunque.
Quando Mark ieri sera mi ha detto che Junior era tornato a casa ho temuto di dover aspettare una settimana per vederlo, invece la soluzione è stata andare a Busan personalmente. Questo vuol dire tre ore di viaggio all'andata e tre al ritorno solo per dire a quel cretino che mi importa solo di lui e che è sempre stato così.
Intravedo un ciuffo biondo conosciuto tra il mare di folla e inizio a scuotere il braccio in alto per farmi vedere. “Finalmente sei arrivato!” “Si, scusa è che è stato difficile non dire dove andavo agli altri, continuavano a chiedermi informazioni” “Avresti potuto dire la verità” “Mi Sun, non vorrei che... insomma... avvertissero Junior. Lo so che non lo farebbero ma meglio non rischiare.”
L'improvvisa serietà di Mark mi sorprende e mi preoccupa allo stesso tempo, ci avviamo sul binario ed il nostro treno è già lì fermo. Troviamo i nostri posti in breve tempo, riesco appena a vedere la partenza dalla stazione che mi addormento come al solito.
A svegliarmi è Mark che mi scuote per il braccio, “Mi Sun, guarda! L'oceano!” Mi volto ancora mezza assonnata e la mia vista viene completamente occupata da una distesa blu luccicante. Quante volte Jinyung mi aveva promesso di venirci, l'appuntamento romantico per eccellenza secondo lui era vicino all'oceano a Busan, portarmi a casa sua e in giro per la sua città. Pagherei oro adesso per sentirlo ancora propormi una cosa del genere. Se vediamo l'oceano significa che siamo quasi arrivati, una morsa allo stomaco mi fa piegare a metà sul sediolino. Mark mi accarezza la testa dolcemente, quando fa così vedo in lui un fratello maggiore. O nel caso di oggi il mio angelo custode.
Quando usciamo dalla stazione una fresca brezza mi invade i polmoni, non riesco a crederci sto per vederlo! Mark mi getta praticamente nel taxi che ha fermato e gli da un indirizzo, dopo dieci minuti siamo a destinazione. L'unico problema è che Mark ricorda la strada, ma non quale sia la casa...
Ci troviamo a girovagare tra le abitazioni cercando di indovinare quale potrebbe essere quella giusta, ma questo spilungone rincretinito non riesce a ricordare niente dall'unica volta in cui è stato qui.
Dopo mezz'ora di cammino e dopo aver fermato già tre persone per chiedere informazioni ottenendo come risposta solo strane frasi in un dialetto di cui capisco solo qualche parola grazie ai momenti di rabbia di Junior, inizio a perdere la speranza di trovarlo.
Sono già pronta a buttarmi giù quando Mark riconosce qualcuno e inizia a correre verso un cancello. “Signoraa Paaaaark!” urla sventolando la mano, una donna molto bella si volta sorpresa a guardarlo poi lo riconosce. “Mark! Che ci fai qui?” “Sono venuto a salutare Jinyoung con una mia amica” risponde indicandomi mentre cammino lentamente per raggiungerlo.
Quando sono finalmente accanto a lui mi presento timidamente a quella che immagino essere la madre di Jinyoung, la voglia di sprofondare inizia a farsi sentire. “Mi dispiace ragazzi ma Jinyoung è uscito stamattina presto, immagino tornerà per ora di pranzo. Se volete aspettarlo dentro fate pure, io vado a svolgere delle commissioni e spero di tornare presto. Mark, tu che conosci già la casa fai strada alla tua amica, e mettetevi a vostro agio.”
Sono quasi sollevata che non ci sia, così avrò il tempo di riordinare i pensieri e formulare un discorso di senso compiuto. “Mi Sun, mentre io aspetto qui perchè non lo aspetti in camera? Immagino vorrai parlare in privato con lui e io mi sentirei decisamente di troppo”. Mi lascio guidare da lui verso la stanza, quando richiude la porta alle mie spalle sento una scarica di adrenalina per tutto il corpo.
La camera è piena di ricordi di infanzia di Junior, foto, trofei di vecchie gare di ballo e ovviamente un mare di libri. Riesco a riconoscere il suo profumo che tanto mi era mancato e inspiro a pieni polmoni come per farne scorta. Mentre sto come una cretina ad annusare la stanza ad occhi chiusi sento la porta di ingresso aprirsi e poi la sua voce... “Mark hyung, che ci fai qui?” sembra evidentemente sorpreso. “Sono venuto a trovarti!” esclama Mark, con pessima recitazione tra l'altro.
Dopo un paio di minuti di chiacchiere che resto ad origliare in silenzio sento dei passi nella mia direzione, le mie gambe smettono di funzionare e sono costretta ad appoggiarmi al davanzale della finestra per non collassare sul pavimento. Poi finalmente la porta si apre.
Non riesco a spiegare la serie di emozioni che mi travolgono quando incontro lo sguardo sbigottito di Jinyoung non appena mi vede. “Ciao...” gli bisbiglio con quel poco di fiato che mi rimane in gola. La sua espressione ritorna immediatamente seria. “Perchè sei qui?” “Per te...” “Questo lo immaginavo, intendevo che cosa vuoi?” quella voce sprezzante mi fa venire voglia di picchiarlo. “Non voglio niente da te. Vorrei solo che le cose tornassero come prima. Mark mi ha raccontato tutto di lui e Jackson e della tua rinuncia per il gruppo. Non riesco a credere che tu mi stia ignorando per un problema che non esiste. Jinyoung, ti prego. Tu sei la persona che ho sempre voluto al mio fianco, l'unico che sia capace di farmi ridere anche se sono arrabbiata nera. Quando un giorno è triste o difficile mi basta pensare a te per ritornare serena. Lo so di essere sempre stata incapace di dirlo, di fartelo capire, e forse questo ti ha spinto ad allontanarmi. Ma ti scongiuro, credimi se ti dico che non c'è niente al mondo che vorrei di più che tornare con te e passare le notti a guardarti dormire.” Il mio tentativo di dichiarazione viene interrotto da un suo sbuffo, mi guarda annoiato come se fossi un insetto fastidioso. “Mi Sun, ti hanno informato male. Non mi interessa del gruppo o di chi altro possa interessarti. Non mi va di stare con te, e non è nemmeno garbato presentarti a casa mia per queste idiozie. Se non ti dispiace dovreste andare, sto aspettando la mia ragazza.”
L'ultima frase distrugge quel poco di speranza che covavo nel cuore, non mi viene neppure più da piangere. “Capisco... In questo caso allora meglio che vada. Stammi bene Jinyoung” gli dico uscendo dalla stanza come un razzo.
Senza bisogno di parole Mark mi prende per mano e andiamo via. Non riesco più a capire niente, in qualche modo sono arrivata sul treno di ritorno ma non so come. L'unica cosa che mi passa per la mente è: “Sto aspettando la mia ragazza”, e l'unica certezza che ho è che sta volta sia finita per davvero.



Due mesi sono ormai passati dalla gita a Busan con Mark, le prime settimane sono state infernali. Pensare di essere stata rimpiazzata così in fretta mi bruciava da impazzire. Poi con il tempo e con le cose da fare l'angoscia è scemata sempre più fino a sparire.
Ogni tanto ci ripenso ancora, caccio tutti i suoi ricordi dall'armadio dove li ho nascosti e sto a crogiolarmi nell'autocommiserazione.
I ragazzi e Myuni mi hanno aiutato tanto, non c'è stato giorno in cui non siano passati a salutarmi in ufficio o si siano presentati a sorpresa sotto casa per uscire tutti insieme.
Ormai non corro nemmeno più per la JYP per nascondermi, semplicemente se lo incontro fingo di non vederlo e vado avanti. Non c'è più la tristezza a logorare le mie giornate, certo a volte vorrei spaccargli la faccia ma poi mi calmo e torno la Mi Sun di prima.
Siamo ai primi di settembre, l'aria inizia a diventare fresca e mi godo il venticello per strada, sono quasi vicino al bar di Jihun, il mio vecchio lavoro che mi ha procurato tanti nuovi amici e qualche grana, un improvvisa voglia di caffè mi pervade ed entro.

 

JUNIOR P.O.V.

Non c'è giorno dalla sera del primo concerto in cui io non sia venuto qui, almeno quando ero in Corea. Questo posto è tranquillo e mi permette di comporre e pensare senza interruzioni.
In realtà anche il latte alla vaniglia è ottimo, ma quello che preferisco di più sono i ricordi. In questo bar ho incontrato Mi Sun per la prima volta, la sera della festa di addio. Proprio di fronte a me c'è una foto di tutti noi quella sera incorniciata da Jihun per ricordo.
Non è quantizzabile quanto possa mancarmi averla accanto, né quanto siano stati difficili questi mesi a fingere che non mi importasse, ma dovevo farlo. Dovevo rinunciare a Mi Sun per il bene di tutti, per non distruggere quello per cui abbiamo tanto lavorato. Un sacrificio enorme, ma almeno sarò l'unico a soffrirne dato che per quanto ne sappia gli altri continuano a vederla regolarmente e lei prima o poi dimenticherà.
Il momento più difficile è stato mentirle e cacciarla dalla mia stanza a Busan. L'ho osservata uscire e avrei voluto urlarle che non c'era nessun'altra ragazza, che esisteva solo lei per me, ma non l'ho fatto. L'unica cosa di cui sono stato capace è stato inginocchiarmi per terra e piangere una volta sentita la porta chiudersi.
Mi sento uno schifo e non posso parlarne con nessuno del gruppo, l'unico sfogo è il quaderno che riempio di frasi e canzoni ogni volta che mi siedo a questo tavolo. Scappo qui appena ho qualche ora libera e non comunico a nessuno la mia meta, segretamente spero sempre di vederla entrare da quella porta.
Se mai dovessi incontrarla qui sarebbe destino. Se entrasse manderei tutti i miei buoni propositi a farsi benedire e mi farei in quattro per riaverla, ma non è mai successo nei mesi in cui questo luogo è stato il mio rifugio.
Un urlo mi distrae dai miei pensieri “MI SUN!” E' la voce di Jihun.
Non può essere davvero lei, e se mi stessi immaginando tutto? Se fosse solo uno scherzo della mia mente?
Mi sporgo leggermente per osservare il bancone e riconosco il suo profilo. Il panico si impossessa di me, spero che si giri e mi noti ma allo stesso tempo ho paura della sua reazione. Sfortunatamente si siede a un tavolo distante con le spalle verso di me senza accorgersi della mia presenza. Non avrò mai il coraggio di avvicinarmi ma non posso perdere questa occasione.
Chiamo con la mano una delle cameriere e le chiedo un favore, dopo cinque minuti la ragazza è diretta al tavolo di Mi Sun con un foglio in mano. La osservo accettare il biglietto con la solita gentilezza e leggerlo, anche da qui vedo il sussulto che ha quando realizza di cosa si tratta.
Improvvisamente si gira verso di me con gli occhi lucidi e mi sorride, mi alzo la manica della giacca e gli indico il suo ciondolo che è sempre rimasto al mio polso.
Mi fa segno di aspettare con la mano mentre si asciuga le lacrime.
Aspetterò tutto il tempo che vuoi Mi Sun, anche se fossero cento anni ti ritroverei. E' destino. Si può mica sfuggire al destino?

 

Fine.

 

NOTE DELL'AUTRICE

Finalmente siamo giunti alla fine di questa storia, ammetto che mi mancherà un pochino.
Spero vi sia piaciuta e spero di non aver deluso le vostre aspettative.
Ringrazio tutti voi che avete continuato a seguirla, tutte le mie fidate “fan” che hanno recensito ogni capitolo e mi hanno spronato a scrivere e ringrazio Ciacci, che non solo mi ha aperto al mondo della musica Kpop, ma ha risvegliato in me l'amore per la scrittura ormai assopito da tempo.
A questa storia saranno collegate due one shot, una su Jackson e Jb e alle cose non dette nella storia, e un'altra su Junior e Mi Sun dopo il loro incontro al bar.
See you soon :3

Irish_dreamer

  
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