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Autore: Gemad    09/06/2016    1 recensioni
Dopo aver concluso il settimo anno, Harry Potter, fra felicità e tristezza, affronta e passa i suoi ultimi istanti ad Hogwarts, la sua amata casa, in un modo abbastanza particolare.
"Sto veramente per lasciare tutto questo, pensò ancora il ragazzo. Passò poi nei Sotterranei, dove giravano poche persone; non poteva dimenticare la prima volta in cui entrò nell’aula di Pozioni al tempo presieduta dall’ormai defunto insegnante Severus Piton. Lo odiò sin dal primo momento, anche perché lo fece passare per idiota alla prima lezione in assoluto. Oppure quando insieme a Lumacorno nel sesto anno, divenne il primo della classe. Stava andando verso le scale che lo avrebbero ricondotto al piano terra di Hogwarts, ma vide che una persona gli stava venendo in contro."
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Harry/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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UN FINALE COI FIOCCHI
 
La noia era tanta ed il tempo non voleva saperne di “volare via”. C’era tanta eccitazione nell’aria dell’aula di Trasfigurazione, dove la professoressa McGranitt stava per far scadere l’ora dei M.A.G.O.; questo era l’ultimo esame in assoluto  e per Harry ed i suoi amici, fra pochi istanti, sarebbe stata libertà. Gli mancava una domanda, e, poi, avrebbe potuto consegnare il suo ultimo esame.
La campana suonò, e molti degli studenti presenti, cercavano di scrivere e abbreviare le loro ultime risposte, il più velocemente possibile << Signori >> incominciò la professoressa McGranitt<< Il tempo è scaduto! >> e con un movimento della bacchetta, i fogli furono fatti apparire sulla cattedra della direttrice della Casa di Grifondoro.
Harry uscì dalla stanza con i suoi due fedelissimi amici, Ron ed Hermione. Lei era molto rilassata e Ron continuava a chiedergli quali fossero le risposte esatte: << Ron te l’ho già detto! >> disse lei leggermente irritata << La risposta della domanda numero 4 era Avifors! E’ un argomento del secondo anno! >>.
 Ron invece non era d’accordo accennando così ad un litigio tra i due.
<< Smettetela voi due! >> gli interruppe Harry che non ne poteva più di sentire quei due litigare in continuazione << Abbiamo finito tutto ve ne rendete conto? E poi, la cosa è fatta, che sia sbagliata o giusta >>.
I tre andarono verso la Sala Comune di Grifondoro, dove si sarebbe finalmente rilassato, pensò Harry che non voleva più saperne della scuola, degli studi, delle stramaledette mappe Astronomiche, delle Pozioni. Si sentiva felice, ma anche completamente triste, siccome stava per lasciare Hogwarts per sempre.
Appena entrarono Harry si mise seduto nella grande poltrona vicino al camino ormai spento da tempo visto che era Maggio e vi era un gran caldo nell’aria; la Sala Comune era estremamente affollata, soprattutto da studenti del quinto e del settimo anno che cercavano di rilassarsi. Ron ed Hermione si posizionarono sul divano; ormai i due erano una coppia fissa ed ufficiale e anche se continuavano a litigare incessantemente, riuscivano a fare sempre pace perché, in fondo, anche questo è l’amore, pensò Harry.
Di questo argomento non se ne stava preoccupando affatto; Ginny e lui si sono dati una tregua dopo la morte di Fred ed era meglio così per tutti e due.
<< Voi due che piani avete una volta usciti da Hogwarts? >> chiese Hermione.
 << Io mi prenderò un po’ di tempo libero >> pensò Harry << Andrò a GrimmauldPlace e sistemerò quella vecchia topaia; credo che, comunque, vivrò là >>.
 << E poi? >> chiese ancora la bruna.
 << Poi andrò all’Accademia per Auror >>.
Harry ormai aveva le idee ben chiare; << Tu invece Ron? >> chiese lei al ragazzo rosso.
 << Penso che anch’io mi prenderò un periodo di vacanza, poi farò l’Accademia per Auror insieme ad Harry >>.
 << Io invece stavo pensando di lavorare al San Mungo o continuare col C.R.E.P.A. >>.
<< Se passiamo l’esame del M.A.G.O. >> disse Ron che era ben consapevole di essere il meno cervellone del gruppo e la tensione si poteva leggere nella sua mente.
 << Vedrai che andrà tutto bene amico! >> lo rincuorò Harry.
<< Se lo dici tu >> disse Ron abbozzando un sorriso.
 << Gli esiti li appenderanno domani mattina in Sala Grande >> informò Hermione.
 Harry era sicuro di passare l’esame ma l’idea di dover passare l’estate insieme a Kreacher ed al quadro della mamma di Sirius non gli andava particolarmente a genio, ma doveva farlo e lo sapeva: non poteva rimandare.
<< Scusatemi ma voi avete idea di quando gli appenderanno gli esiti? >> chiese la figura di Neville che sbucò dal nulla.
 << Credo, domani mattina nella bacheca >> gli rispose Hermione indicando proprio la bacheca vicino al buco del ritratto.
 << Bene, grazie mille Herm; ci si vede! >> rispose il ragazzo sparendo con Seamus e Dean.
Harry guardò fuori dalla finestra e vide che il sole regnava nel cielo privo di nuvole e, probabilmente, faceva un gran caldo all’aria aperta; lasciare Hogwarts, non gli andava ed era un orrore il solo pensarci. Lasciare un pezzo di sé, della sua infanzia, della sua adolescenza, e di quasi tutta la sua vita.
<< Che ti prende amico? >> gli chiese Ron.
 << Niente >> rispose Harry << E’ solo che, non dover tornare mai più in questo posto, non dover più vedere professori ed amici, mi sembrerà strano. Perché Hogwarts per me, a differenza vostra, è come una casa, con tutti i suoi componenti che ne compongono la mia famiglia >>.
 << Harry lo so cosa rappresenta Hogwarts per te >> cercò di risollevargli il morale Hermione<< Ma chi ti ha detto che non rimarremmo in contatto? Noi siamo sempre stati i tuoi amici, e sempre lo saremo, in qualsiasi situazione.
<< E poi, io e Ron potremmo venire a trovarti, magari aiutarti a ristrutturare GrimmauldPlace >>.
<< Giusto! >> disse annuendo Ron.
 << Vado a cambiarmi! >> disse agli amici dopo avergli mostrato un gran sorriso; ormai era finita la scuola e non aveva bisogno di dover indossare l’uniforme.
Così si vestì leggero, con un paio di jeans lunghi ed una maglietta a maniche corte, per poi scendere in Sala Comune e dire a Ron ed Hermione che usciva. I due l’avrebbero sicuramente seguito, ma lui disse che era meglio se usciva da solo: voleva vedere Hogwarts nei dettagli da solo, un ultima volta. Andò subito nei giardini e vide che c’erano molti studenti che avevano finito gli esami ma in lontananza si intravedeva la Capanna di Hagrid.
Subito gli comparvero nella mente tutti i ricordi collegati alla casa del Guardia Caccia; dal primo anno, quando vide per la prima volta nella vita un cucciolo di Drago, Norberto, oppure nel secondo anno, quando insieme a Ron sotto il Mantello dell’Invisibilità, videro il Ministro della Magia portare via Hagrid ad Azkaban, accusato di aver riaperto la Camera dei Segreti, oppure nel terzo anno, quando si recò insieme a Ron ed Hermione, per aiutare Hagrid a convincere il Ministero che Fierobecco era un animale sicuro e socievole, per poi tornarci per dare un ultimo saluto all’Ippogrifo, condannato a morte, ma poi per tornarci e liberarlo con Hermione dal futuro tramite Giratempo.
Oppure anche quando vi erano le lezioni di Cura delle Creature Magiche, o anche quando prendeva il Tè con quei biscotti, che sembravano roccia, per quanto erano duri. Poi vide anche il Campo di Quidditch, qualcuno stava facendo dei tiri agli anelli, e non si dimenticherà mai la prima volta che prese il Boccino d’Oro, non con le mani, ma quasi ingoiandolo. Oppure anche la scazzottata con Malfoy il quinto anno, o la vittoria del Torneo il terzo e sesto anno.
Sto veramente per lasciare tutto questo, pensò ancora il ragazzo. Passò poi nei Sotterranei, dove giravano poche persone; non poteva dimenticare la prima volta in cui entrò nell’aula di Pozioni al tempo presieduta dall’ormai defunto insegnante Severus Piton. Lo odiò sin dal primo momento, anche perché lo fece passare per idiota alla prima lezione in assoluto. Oppure quando insieme a Lumacorno nel sesto anno, divenne il primo della classe. Stava andando verso le scale che lo avrebbero ricondotto al piano terra di Hogwarts, ma vide che una persona gli stava venendo in contro: Pansy Parkinson.
Il loro sguardo si incrociò << Potter! >> disse lei passando.
 << Parkinson! >> rispose Harry.
 Ormai non c’erano più risse o insulti tra i Serpeverde ed i Grifondoro; di certo non correva buon sangue tra le due Case, ma c’era più rispetto sicuramente. Prima di uscire Harry si girò e vide che lei fece un occhiolino ben visibile, per poi entrando proprio nell’aula di Pozioni; Harry non sapeva cosa e perché seguì la ragazza Serpeverde, e come entrò la vide appoggiata ad una banco, con la sua divisa da Serpeverde, con la camicia bianca, la gonna nera e corta, e con il trucco nero sugl’occhi neri e lucida-labbra.
Harry la stava contemplando avidamente, dalle piccole scarpe, fino ai capelli a caschetto neri.
<< Come sapevi che ti avrei seguito? >> chiese il moro sorridendo e avvicinandosi.
 << Vuoi la verità Potter? >> chiese lei afferrandogli la t-shirt << Non lo sapevo >> per poi baciarlo, cosa a cui Harry rispose subito. Lei era una ragazza, che baciava divinamente, pensò subito Harry, infatti inizialmente il bacio era lento e piacevole, che le labbra che quasi si sfioravano, ma poi il bacio diventò più appassionato, più forte dove i due si volevano, dove le mani di uno avevano bisogno di nutrirsi dell’altro.
Harry infatti gli accarezzava le forme, e lei non aveva problemi a rispondere trascinando le sue mani sotto la maglietta di lui. Poi nelle bocche si stava combattendo una vera e propria battaglia tra le due lingue, dove vi erano delle piccole pause, solo per accarezzarsi di nuovo con le labbra.
Harry prese la bacchetta la mano ed enunciando mentalmente un Colloportus, chiuse la porta, così che nessuno potesse interromperli. Lei infatti gli aveva già sfilato la maglietta, mentre lui gli stava sbottonando la camicia, senza mai staccarsi l’uno dall’altro. Harry ormai non era più lucido da quando gli aveva sfilato la camicia, e passare a baciargli collo, spalle e seno, e infilargli mani sotto la gonna, e riusciva a sentire lei che gettava dei piccoli lamenti di goduria.
Non importava niente ad Harry in quei momenti, voleva solo rimanere con lei, non c’era Serpeverde e Grifondoro, ma solo due persone che si univano insieme. Poi però dovettero interrompersi e rivestirsi, non sapevano quanto tempo fosse passato.
<< Devo andare, Ron, Hermione e gli altri si chiederanno dove sia finito >>,.
 << Anche Daphne se lo starà chiedendo >> rispose Pansy.
E detto questo, si lasciarono, senza aggiungere parola, senza salutarsi o guardarsi, come se nulla fosse mai successo. Erano le venti in punto, ed era quasi ora di cena, ma doveva sbrigarsi a salire in Sala Comune; << Parola d’Ordine? >> chiese la Signora Grassa.
<< Non c’è buio senza luce! >> disse Harry senza fiato, siccome ha corso sette piani senza fermarsi.
Detto questo, il quadro della Signora Grassa, aprì il buco, nella quale Harry entrò e vide che Ron ed Hermione, nel frastuono e le urla della Sala, gli chiesero spiegazioni sul suo ritardo << Eri uscito alle sei meno un quarto dal Dormitorio >> disse Ron entrando insieme al moro nella stanza dove quella notte avrebbero dormito in quei letti a baldacchino per l’ultima volta << E ne torni alle otto? >> chiese ancora il rosso.
 << Ehm… >> disse Harry infilandosi di tutta fretta l’uniforme dei Grifondoro, non riusciva a trovare la scusa giusta, e dunque scese di sotto senza dire niente.
 << Ehi! >> disse Ron dietro di lui << Mi spieghi cos’hai fatto? >> gli chiese ancora,.
 << Scusa Ron, non ti sento! >> gli rispose Harry approfittando del frastuono dei suoi compagni. Scese la scalinata senza badare alle continue domande dell’amico, dicendo che aveva problemi con la cravatta della camicia. E poi eccola lì, per l’ultima volta, la Sala Grande.
Harry vide che i tavoli delle varie Case sono stati tutti accorciati, visto che gli studenti di tutti gl’altri anni, ad eccezione del settimo e quinto, avevano già fatto i bagagli. I tre, presero posto sempre nella metà della loro tavolata. Di fronte a loro si poteva vedere la figura di un ormai maturato Neville Paciock, che durante la battaglia dello scorso anno, si era rivelato un vero Grifondoro. Non era ufficiale, ma quasi tutta Hogwarts, sapeva che e lui e Luna Lovegood avevano una relazione segreta.
<< Studenti! Se volete accomodarvi! >> disse la McGranitt dove successivamente alle sue parole tutti gli studenti si accomodarono nelle tavolate. C’erano tanti studenti, tutti di diverse case, anche se quest’oggi erano tutti vestiti di nero senza alcuno stemma stampato sulle divise.
<< Un altro anno è terminato e sono veramente contenta di poter consegnare i G.U.F.O. agli studenti del quinto anno, che potranno tornare dopo questa estate, mentre sono più che contenta e aggiungo anche orgogliosa di poter consegnare i M.A.G.O. agli studenti del settimo anno e purtroppo non poterli rivedere il prossimo anno, a meno che non vogliano intraprendere la carriera scolastica.
Ma ora volevo lasciare la parola al professor Vitious >> alla fine del piccolo discorso della preside ne susseguirono dei leggeri applausi e poi ecco arrivare il piccolo professore di Incantesimi << Grazie signora Preside! >> ringraziò lui << Sapete sono molto sorpreso che la maggior parte di voi sia riuscito a passare nella mia materia, si mi sto riferendo a voi signori Paciock e Weasley >> disse il piccolo uomo scatenando le risate dell’intera Sala.
 << Comunque, volevo solo ringraziare agli studenti del settimo anno di avermi regalato soddisfazioni, sorrisi e a volte anche qualche smorfia di rabbia, ma comunque grazie, grazie a tutti dal primo all’ultimo studente >> concluse Vitious scatenando grandi e applausi e commozioni tra gli studenti.
<< Grazie per le sue toccanti parole professore, ma ora incominciamo con la lista dei nomi. Vi anticipo che chiamerò ogni studente in ordine alfabetico quindi non importa se siete G.U.F.O. o M.A.G.O. >> e così partì la lunga lista dei nomi. Ron era talmente emozionato quando prese il diploma che inciampò nelle scale sia all’andata che al ritorno, facendo ridere non poco la Sala.
<< Congratulazioni a tutti, potete alzare i berretti! >> disse la Preside, in modo tale che dentro la Sala Grande piovevano capelli di ogni misura. Tutti gli studenti si abbracciavano, ridevano ed erano momenti che si provavano una sola volta nella vita. Ma poi, dopo i festeggiamenti, si susseguirono i saluti e, forse, gli adii. Harry girava per tutto il Castello, senza una precisa meta, ma con l’obiettivo di poter ricordare, memorizzare, incidere nella mente ogni immagine di Hogwarts.
Non sarà mai più tornato in questo Castello, non avrà mai più varcato la soglia che divideva il Castello stesso e la Sala Comune, non rivedrà il letto a baldacchino, che dall’anno prossimo sarà occupato da ragazzini del primo anno. Non dimenticherà mai l’emozione che ha provato la prima volta che mise piede nella Scuola di Magia e Stregoneria e, probabilmente, non si dimenticherà questo triste pensiero, questo senso di dolore che stava provando. Non si dimenticherà mai le scorrazzate notturne, gli insegnamenti di Silente nel sesto anno, il freddo dei Sotterranei, il cielo e le stelle che si vedevano dalla Torre di Astronomia. L’estate che lo attendeva non sarà di certo delle migliori ma sapeva che in futuro non avrebbe rimpianto quello che aveva fatto.
<> interruppe quei pensieri Hermione.
 << Si? >> chiese Harry tornato alla realtà.
<>. Subito, senza alcuna esitazione, il Trio si avviò verso il Mezzo-gigante. Quel Mezzo-gigante che ha causato più guai che cose buone nella sua vita, ma a lui non gl’importava nulla e così ai tre Grifondoro.
Dopo essersi parlati, i tre abbracciarono Hagrid; Hagrid fece altrettanto, provocando qualche smorfia di dolore ai tre, ma che cercarono di trattenere dentro per non farlo impensierire. Subito dopo tutti gli studenti si avviarono verso Hogsmade tramite le carrozze, per poi salire sul binario 9 ¾ e, come d’istinto, Harry voleva si girò ancora, solo un’ultima volta, per poter salutare e rivedere Hogwarts, col sorriso tra le labbra. << Arrivederci Hogwarts! >> disse Harry << Arrivederci casa! >>.
   
 
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