Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Raymox    10/06/2016    1 recensioni
L’acqua si tinse di rosso sotto i miei occhi increduli: non si trattava di un fenomeno comune ad un qualsiasi lago, tant’è che una sola volta l’anno quello specchio naturale diventava scarlatto.
Mi ricordai delle storie che mi raccontava mio nonno a tal proposito riguardanti la sua leggenda, della principessa che ancora giaceva sul fondo riempiendolo di mistero e domande prive di risposta.
Mi tornarono alla memoria i momenti in cui, quando ero piccolo, mio nonno mi metteva sulle sue ginocchia accanto alla finestra dicendomi – Lo vedi quel lago laggiù?- e indicava il lago a qualche chilometro da casa nostra – Quello è il lago di Tovel, ed è magico.- a quelle parole sgranavo gli occhi.
- Quel lago una volta all'anno cambia colore diventando rosso.- mi diceva.
- E perché, nonno?-
- Ora ti spiego...- e cominciava a raccontare.
Una leggenda che mi aveva sempre appassionato sin da quando ero bambino. Non è una storia qualunque, questa è la storia del lago di Tovel…
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2
§
 
Duncan raggiunse la scuderia reale: una piccola stalla con tre cavalli al suo interno. Anche se era un posto dedicato ai cavalli della famiglia del re, manteneva una certa modestia: era, infondo, solo una casetta fatta di legno e paglia, ma mantenuta egregiamente. Aprì le due porte alte, così costruite affinché un  uomo a cavallo potesse passare. I due destrieri sui lati erano quelli di suo padre e sua madre, entrambe neri con la criniera del medesimo colore, mentre il purosangue di fronte a lui era il suo. Tutti e tre erano chiusi in un recinto di quattro metri quadrati.
Lo aveva trovato durante una spedizione di caccia, qualche anno prima.
Duncan amava la caccia. Quel giorno erano partiti per catturare qualche cervo o magari dei mufloni, poiché si sarebbe tenuto un banchetto al castello e la carne fresca sarebbe stata più saporita. Lui era ancora giovane, ma non troppo per non saper cavalcare e tirare con la balestra. La giornata stava volgendo al termine e dovevano rientrare, ma sulla strada del ritorno vide una sagoma bianca che risaltava nel verde scuro del bosco al tramonto. Era il cavallo più bello che avesse mai visto: la criniera dorata gli celava il collo e parte del muso. Si stava abbeverando al fiume che scorreva limpido su quelle montagne. Duncan scese lentamente dal ronzino che lo aveva portato fin lì e si nascose dietro un cespuglio. I soldati che lo avevano accompagnato continuarono il loro tragitto senza accorgersi che il principe non li stava seguendo. Lui uscì allo scoperto e si avvicinò ancora di più senza fare movimenti bruschi che avrebbero potuto disturbare l’animale.
Quando gli fu ancora più vicino gli sembrò maggiormente maestoso: era un magnifico stallone.
Ad una decina di metri da lui, l’esemplare si accorse della sua presenza e si voltò a guardarlo con ancora il muso sgocciolante, decidendo se si trattasse di una minaccia o di un uomo curioso. Duncan si sentì come osservato da un dio: i suoi occhi erano di un nero molto profondo. Era lo stesso sguardo che aveva ora di fronte.
<< Sire, cosa ci fate qui? Non è vostra abitudine andare a cavallo a quest’ora >> disse una voce dietro di lui.
<< Perché me lo chiedi, Owen? Non posso?>> chiese sarcasticamente Duncan, girandosi a guardare il suo interlocutore, il suo robusto scudiero dagli arruffati capelli biondi, nonché fidato amico: indossava degli abiti modesti che però si addicevano perfettamente ad uno stalliere. Stava trasportando delle selle con un braccio e con l’altro del fieno da dare ai cavalli.
<< Siete liberissimo di farlo, ma oggi c’è un brutto tempo>>  osservò Owen << Rischiate di prendervi qualche malanno >>. Era appena cominciato l’inverno e cominciavano anche i primi temporali. Dai capelli dello scudiero scendevano delle gocce di pioggia che cadevano sui vestiti bagnati.
<< Non preoccuparti per me, se il tempo peggiorerà rientrerò subito >>. Non aveva alcuna intenzione di farlo, ma non voleva farlo preoccupare.
<< Va bene, Mio Signore. Quale sella volete?>> disse mettendo le due che teneva sulla spalla insieme a un gruppo, appoggiato su una staccionata.
Duncan le squadrò una dopo l’altra osservandole attentamente. Poi puntò il dito << Voglio quella>> disse. Era l’arcione più umile di tutti gl’altri: era di un marrone sporco, logoro e sembrava che potesse rompersi da un momento all’altro. Owen si avvicinò incerto al punto dove il principe stava indicando e appoggiò l’indice << Questa, Sire?>> chiese con un’espressione interrogativa.
<< Esattamente >> rispose. La reazione dello scudiero non tardò ad arrivare:<< Con tutto il rispetto, ma questa è una sella vecchia e avevo intenzione di donarla a qualche contadino o di buttarla via. Ne è sicuro?>> chiese. Poi notò in quel momento che si era vestito con abiti semplici e non con la sua tunica che usava per andare a cavallo. Il tutto era poi ricoperto con un soprabito nero che arrivava sotto alle ginocchia, con un largo cappuccio. Quasi non si riconosceva. Per un momento lo stalliere dubitò addirittura che fosse il vero principe.
<< Sicurissimo. Ora, preparami il cavallo>>.
Lui si mise subito a sellare l’animale. Mentre stava finendo di prepararlo chiese a Duncan:<< Volete andare al confine o nel regno di Ragoli, Sire?>>. Pur essendo solo uno scudiero, aveva intuito che il principe non voleva essere riconosciuto nel luogo dove voleva andare.
<< Non sono affari tuoi >> rispose secco. Owen a quella risposta, rimase in silenzio; aveva già chiesto troppo.
Qualche minuto dopo era sul suo destriero e cavalcava fieramente per i sentieri del fitto bosco che circondava il regno. La strada era disseminata di rocce e pozze di fango e ogni tanto si intravedevano le coltivazioni degli agricoltori e, vicino ad esse, le loro case. Aveva smesso di piovere e ora l’abito del principe era bagnato solo dalle gocce che si facevano strada tra le foglie degl’alberi. Il cielo era ancora nuvoloso, ma prometteva un miglioramento.
Tutto andava come previsto: i contadini non si prostravano dinanzi al suo passaggio, come erano soliti fare vedendo un nobile. Con quegl’abiti nessuno lo riconosceva; a volte gli bestemmiavano anche contro. Il piano stava decisamente funzionando.
 
§
 
<< Non avviciniamoci troppo ai confini, principessa; gli Orsi - nome degli abitanti di Tuenno - hanno dichiarato guerra, non sappiamo cosa aspettarci>> avvertì un soldato scrutando il bosco. Il  mantello rosso arrivava fino all’inizio della coda del suo cavallo color mogano. L’uomo sfoggiava degli accesi capelli color arancione e sembrava che avesse trent’anni; il suo nome era Scott. Teneva una balestra da caccia in mano e osservava, come ognuno di loro, tra la vegetazione in cerca di qualche preda.
Tutti i cavalieri l’avrebbero detto, ma lui fu il primo.
Courtney guidava quel piccolo gruppo, che si apprestava a cacciare qualche animale per sfamare un intero regno durante il periodo di guerra, o almeno i cittadini più ricchi.
<< Abbiamo già abbastanza selvaggina per far mangiare i nobili per intere settimane, Maestà. Potremmo tornare indietro >> disse un altro, osservando il bottino di caccia che ogni uomo aveva caricato sul cavallo. Nessuno di loro voleva spingersi troppo lontano dalla sicurezza che rappresentava il castello.
<< Non possiamo pensare solo ai nobili,>> ribatté lei << il popolo non può vivere con solo pane e acqua>> affermò, decisa a continuare fino ai confini del regno pur di nutrire la sua gente.
Cavalcarono per un’altra ora nei fitti boschi, fin quando sentirono dei rumori. Dei passi di un animale simili a quelli di un capriolo. Courtney fece cenno di fermarsi agli uomini, alzando la mano, e cominciò a squadrare il bosco con la balestra pronta per colpire e tutti gl’altri fecero lo stesso. Non si udiva più alcun rumore, l’aria era immobile.
<< Se n’è andato?>> sussurrò uno. La principessa pensò che fosse strano che un animale scomparisse così d’improvviso. C’era qualcosa che non andava, lo sentiva.
Senza preavviso, si sentì un sibilo veloce nell’aria e poi un gemito di uno dei soldati. Courtney guardò indietro e vide uno dei cavalieri sdraiato a pancia in giù sulla schiena del cavallo e, conficcata nel suo collo, una freccia. La gola del poveretto spruzzava sangue sulla terra come una fontana. Tutti furono sorpresi e anche spaventati, anche perché non videro chi aveva sparato il colpo.
<< Imboscata!>> gridò un uomo dietro Courtney. In un momento il gruppo si ritrovò sotto una pioggia di saette mortali che uccisero altri due cavalieri, disarcionandoli. << Non so dove mirare!>> gridò un altro che subito dopo venne colpito nel petto.
I soldati erano chiaramente in difficoltà; non sapevano in quale direzione guardare e non potevano fare altro che guardare i compagni perire aspettando che la morte prendesse anche loro.
<< Principessa!>> gridò Scott richiamando la sua attenzione << Dovete andarvene di qui!>> disse e indicò un sentiero alla destra di lei, che voltò subito il muso del suo destriero verso quella direzione, dove si diresse anche lui. Avrebbe preferito che non la chiamasse in quel modo perché così facendo sarebbe diventata il bersaglio principale degli Orsi.
Gli altri uomini si dispersero per la foresta. Mentre fuggiva, Courtney sentì qualcuno dire “ Inseguiamoli! Ai cavalli!”, sicuramente un tuennese.
Il rosso le stava subito dietro e sparava dei dardi ogni volta che finiva di ricaricare; non sparava prendendo la mira, ma cercava di distogliere gli inseguitori dal loro obbiettivo. Loro però non volevano farli fuggire e a loro volta scagliavano frecce contro i due.
Non passò molto dall’inizio della loro fuga che Scott venne colpito all’altezza del polmone sinistro. Lanciò un gemito di dolore. Il colpo non lo uccise, poiché la spessa tunica l’aveva rallentato, ma lo disarcionò facendolo cadere di schiena al suolo, alzando una piccola nube di polvere.
La principessa, sentendo il grido, fermò il cavallo e fece per tornare indietro a prendere il soldato, ma lui la fermò subito, << Correte! Non pensate a me, fuggite!>>. Lei guardò nella direzione da dove erano venuti e vide tre cavalieri con il mantello verde alzato per il vento, galoppare verso di loro. Courtney fu riluttante; non sapeva cosa fare. Rimase ferma per un momento, decidendo il come agire, ma Scott la riportò alla realtà, << Scappate! Non rimanete lì!>>. Nella sua voce c’era una punta di arroganza, come se le stesse impartendo un ordine, ma serviva per convincere la principessa ad andare via.
Sentì una calda lacrima rigarle il viso mentre guardava l’uomo a terra, poi voltò il cavallo e corse nel bosco. In quel momento, provava tantissime emozioni: tristezza, rabbia, rassegnazione e molte altre. Lasciare una persona a morire è forse peggiore che morire te stesso. Non si voltò indietro, galoppò fino a quando i cavalieri non scomparvero dalla sua vista.
 
§
 
Scott si trascinò sotto un albero e vi appoggiò la schiena, respirando faticosamente. Era stordito dal dolore e la sua vista era offuscata, ma riusciva a vedere il sangue che usciva dalla ferita imbrattare la tunica.
Con un movimento, che a lui sembrò molto faticoso, portò la mano intorno alla freccia. La strinse e la tirò fuori con un gesto rapido del braccio. Dolore. Non credeva fosse possibile, ma quella mossa lo fece star peggio.
Sentì gli Orsi avvicinarsi a lui, come un branco di lupi assetati di sangue. Furono bloccati dal destriero di Scott, che, imbizzarrito, dissuase gli altri cavalli ad avanzare. << Dannazione! È fuggita!>> gridò un tuennese che sembrava essere il capo.
<< Capitano, qui ce n’è uno vivo>> disse uno degl’altri due scendendo dall’animale e accostandosi al rosso. Lui li guardava uno dopo l’altro con uno sguardo prepotente anche se era nettamente in svantaggio. Teneva la mano destra sulla ferita cercando di fermare l’emorragia.
Il comandante tra i tre accennò un sorriso e si avvicinò alla sua preda. << Bene bene, sembra che il topo sia in trappola>>. Si abbassò appoggiandosi sul ginocchio destro fino ad avere la sua faccia, sulla quale si dipinse un ghigno presuntuoso, a qualche centimetro di distanza da quella di Scott che non smetteva di fissarlo negl’occhi. <> disse sollevando il labbro, come se la cosa lo divertisse. Il rosso cacciò uno sputo che andò dritto nell’occhio sinistro dell’uomo che sobbalzò leggermente. Il capo si pulì con la mano da quello che definì uno schifo e scoppiò in una grassa risata. << Fa ancora lo stronzo>> disse rivolgendosi ai due uomini che a loro volta sogghignarono.
Poi il capitano mise l’indice nella ferita dell’uomo e cominciò a girarlo dentro il petto di Scott. Lui urlò dal dolore anche se tentava di resistere; teneva gli occhi chiusi stretti mentre gli altri si prendevano gioco di lui, che, debole, non poteva farci nulla. Senza che lui se ne accorgesse, il suo assalitore impugnò il coltello che portava sul fianco sinistro e lo conficcò nello stomaco del ragolese. Lui riaprì di scatto gl’occhi e guardò verso il suo addome dove si vedeva solo l’impugnatura dell’arma stretta nella mano del comandante. Sentì un dolore paragonabile a quello delle pene dell’Inferno.
<< Ecco cosa succede agli stronzi>> disse al corpo ormai quasi senza vita. Estrasse con forza la lama facendo schizzare del sangue anche sulla sua faccia
La vista di Scott si offuscò sempre più. Dal lato della sua bocca scese una riga di liquido rosso che macchiò ulteriormente la tunica. L’oscurità lo avvolse. La morte si prese la sua anima, portandola con sé.
 
 
Angolo Autore
Ok, forse sono stato un po’ brutale in questo capitolo. Non è bello far morire la gente così! Inoltre ho dovuto anche cambiare il rating della storia da giallo ad arancione, mannaggia a me.
 
Comunque, spero che questo capitolo abbia raggiunto le vostre aspettative, anche se forse poteva essere fatto meglio. Aspetto di sapere il vostro parere.
Ho visto dal mio account che alcuni di voi hanno cominciato a seguire la mia storia. Queste sono le soddisfazioni di uno ““““scrittore”””” :’).
Io vi ringrazio tantissimo per aver letto il capitolo e spero che continuiate a seguirmi in questa folle storia.
Ci si vede!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Raymox