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Autore: Raymox    03/06/2016    2 recensioni
L’acqua si tinse di rosso sotto i miei occhi increduli: non si trattava di un fenomeno comune ad un qualsiasi lago, tant’è che una sola volta l’anno quello specchio naturale diventava scarlatto.
Mi ricordai delle storie che mi raccontava mio nonno a tal proposito riguardanti la sua leggenda, della principessa che ancora giaceva sul fondo riempiendolo di mistero e domande prive di risposta.
Mi tornarono alla memoria i momenti in cui, quando ero piccolo, mio nonno mi metteva sulle sue ginocchia accanto alla finestra dicendomi – Lo vedi quel lago laggiù?- e indicava il lago a qualche chilometro da casa nostra – Quello è il lago di Tovel, ed è magico.- a quelle parole sgranavo gli occhi.
- Quel lago una volta all'anno cambia colore diventando rosso.- mi diceva.
- E perché, nonno?-
- Ora ti spiego...- e cominciava a raccontare.
Una leggenda che mi aveva sempre appassionato sin da quando ero bambino. Non è una storia qualunque, questa è la storia del lago di Tovel…
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Capitolo 1
§

 
L’acqua si tinse di rosso sotto i miei occhi increduli: non si trattava di un fenomeno comune ad un qualsiasi lago, tant’è che una sola volta l’anno quello specchio naturale diventava scarlatto.
Mi ricordai delle storie che mi raccontava mio nonno a tal proposito riguardanti la sua leggenda, della principessa che ancora giaceva sul fondo riempiendolo di mistero e domande prive di risposta.
Mi tornarono alla memoria i momenti in cui, quando ero piccolo, mio nonno mi metteva sulle sue ginocchia accanto alla finestra dicendomi – Lo vedi quel lago laggiù?- e indicava il lago a qualche chilometro da casa nostra – Quello è il lago di Tovel, ed è magico.- a quelle parole sgranavo gli occhi.
- Quel lago una volta all'anno cambia colore diventando rosso.- mi diceva.
- E perché, nonno?-
- Ora ti spiego...- e cominciava a raccontare.
Una leggenda che mi aveva sempre appassionato sin da quando ero bambino. Non è una storia qualunque, questa è la storia del lago di Tovel…
“Alle sponde opposte del lago si ergevano due castelli uno di fronte all'altro. Ad Est il castello del re Alejandro, un uomo duro nei modi ma bello d'aspetto: i suoi occhi verdi come smeraldi incantavano ogni donna. Al suo fianco regnava la moglie Heather: una donna fredda e perfida che sapeva incutere terrore nei suoi nemici con un solo sguardo, ma nonostante ciò rimaneva molto affascinante. Attraversavano entrambi i trentacinque anni ed erano legati in matrimonio da quindici. Il loro unico figlio si chiamava  Duncan: egli era dotato di un corpo atletico come quello del padre e occhi di ghiaccio, malgrado fosse molto più socievole e pacifico dei genitori.
Dall’altra parte del lago si trovava il castello del re Geoff, un re dai capelli biondi e gli occhi azzurri con un fisico asciutto, e la regina Bridgette, una ragazza dai lunghi capelli biondi e dagli occhi dello stesso colore di quelli del marito con un corpo armonioso. Erano sposati da dieci anni ed avevano trentadue anni. La loro figlia Courtney aveva lo stesso fisico di Bridgette, gli occhi neri e i capelli marroni ereditati dal nonno ma, diversamente dai due, aveva un innato spirito guerriero anche se  non bramoso di battaglia.
Da molte generazioni i due popoli erano in conflitto, rendendo ogni tentativo di  pace vano. Ma tutto   sarebbe stato deciso in un ultima battaglia  svoltasi presso il lago di Tovel, una battaglia che avrebbe decretato le sorti dei regni.”
§
 
Nel castello a Ovest…
- Mio re!- esclamò un soldato mettendosi sull'attenti davanti al trono reale, sopra al quale era ben visibile lo stemma del regno di Ragoli dai vivaci colori rosso e blu. Sbatté  la lancia sul pavimento. Il rumore rimbombò per tutta la sala reale distraendo i nobili dalle loro discussioni.
- C'è un messaggero da parte del re Alejandro.- annunciò il soldato ad alta voce.
Il re e la regina si guardarono un momento preoccupati. Geoff fece un gesto con la mano per dire di scansarsi al soldato – Fatelo passare.- disse poi.
Ad una trentina di metri le grandi porte di legno scuro si aprirono facendo passare un uomo ben vestito con un cappello dal quale spuntava una piuma sul lato destro. Teneva saldamente una pergamena nella mano destra la quale era chiusa da un nastro rosso che dondolava ad ogni suo passo. Si avvicinava sempre più verso Sua Maestà passando esattamente al centro delle due parallele file di colonne in marmo, ciascuna delle quali era dotata di una torcia.
Quando fu a pochi metri dal trono fece un profondo inchino. Con una mossa rapida srotolò la pergamena che aveva in mano e si schiarì la voce. - Il re Alejandro vi porge i suoi saluti.- cominciò il messaggero – Durante questi lunghi anni i nostri popoli hanno vissuto in continue guerre, ma il re vi propone la soluzione a questo problema. Vi offre la possibilità di arrendervi immediatamente senza condizioni e Sua Altezza lascerà intatto il castello, ma voi dovrete rinunciare al trono.- e lì si bloccò guardando il re. A quelle parole la sala si fece agitata e si levò un chiacchierio dalla folla.
- E se non accettassi?- chiese il re.
- In tal caso il re vi propone un’altra opzione.- continuò l'uomo che si era guadagnato l'attenzione di tutti – Vi propone una battaglia, ma non una qualsiasi. Sarà un ultimo scontro per decretare il più forte tra questi due regni e in palio si metteranno le terre e il popolo. Inoltre chi perderà verrà esiliato da queste terre per sempre -.
La tensione saliva sempre di più e le persone all'interno della sala erano sempre più preoccupate, compreso il re.
- La scelta è tra queste.- concluse il messaggero – Vivere o morire.-
Subito dopo queste parole richiuse velocemente la pergamena, si voltò e, con il suo passo sicuro, tornò verso il portone.
I sovrani lo guardarono andare via fino a quando le porte non si furono chiuse dietro di lui. Dalla sala si era levato un brusio in cui tutti si chiedevano quale decisione avrebbe preso il loro re.
L’uomo si reggeva il capo con una mano appoggiata al bracciolo del trono e Bridgette vedendolo in quello stato gli portò una mano sul braccio accarezzandolo dolcemente. Lui alzò lo sguardo verso di lei - Indossavi lo stesso abito quando ci siamo conosciuti.- disse lui ritornando assorto nei suoi pensieri. La regina guardò il suo lungo vestito celeste e con un sorriso gli disse – Ormai ci sono affezionata -. Si guardarono per qualche istante stando in silenzio. Poi l’uomo si alzò dirigendosi verso una delle due porte ai lati del trono che conducevano nei corridoi del palazzo.
§
 
- Che vigliacco! Alejandro mi mette davanti a un bivio aspettandosi che io scelga se arrendermi o combattere – borbottava il re mentre, con passo veloce, si dirigeva verso le sue stanze. I corridoi erano illuminati dalle finestre che permettevano di osservare la città che sorgeva ai piedi della fortezza e all’orizzonte il lago di Tovel. Spalancò la porta, come sempre sorvegliata ai lati da due soldati, facendo riecheggiare la sua frustrazione tra i muri di pietra.
Si appoggiò con le mani sul tavolo accanto alla finestra che dava sul cortile del castello con appoggiati sopra qualche foglio ed un candelabro. Era molto agitato: non si aspettava una tale mossa da parte del suo nemico e ora si trovava in una difficile situazione.
Non voleva arrendersi ad Alejandro poiché sapeva che gli sarebbe spettata una brutta fine, malgrado avesse promesso il contrario, ma non voleva nemmeno far andare in guerra i suoi uomini, la sua gente, condannandoli ad un massacro. Andò con uno scatto dal tavolo al letto, separati dall’armadio, e si mise a sedere sulle rosse lenzuola di seta guardando in terra, assorto nei pensieri.
Si sentiva come un masso sulle spalle; se non fossero scesi in guerra il suo popolo avrebbe vissuto sotto la tirannia dei due re nemici e lui e sua moglie avrebbero perso il trono e ogni forma di nobiltà, ma almeno non ci sarebbero state vittime e non si sarebbe sparso sangue.
Sollevò lentamente lo sguardo fino a guardare il suo riflesso nello specchio sul comò, come se contenesse la soluzione, la scelta giusta da fare.
La porta della camera si aprì dolcemente, rivelando un volto ben noto al re.
- Ho sentito cos’è successo, va tutto bene?- chiese Courtney guardando il padre. Entrò e chiuse la porta alle sue spalle. La sua tunica di pelle produceva un lieve rumore mentre si avvicinava a Geoff, che rimaneva seduto avvolto nel mantello rosso.
- Si, sto bene. Sono solo preoccupato per il regno –
- Se provassimo a inviare un messaggio di pace?- chiese lei speranzosa.
- Conosci Alejandro, impiccherebbe il messaggero -.
Tra i due calò il silenzio. Nessuno dei due sapeva cosa dire o cosa pensare.
Alla fine Courtney spezzò il silenzio:- Cosa faremo quindi?-.
Dopo alcuni secondi il re si alzò dirigendosi verso la ragazza. La prese tra le mani e la baciò sulla fronte per poi guardarla negl’occhi.
- Fino alla fine – le sussurrò prima di uscire dalla camera.
§
 
Nel castello a Est...
Camminava con passo sostenuto verso le grandi porte di legno in cima alle scale di marmo bianco affiancate da quattro uomini. Ai suoi lati, a parecchi metri di distanza, si innalzavano mura del castello con una decina di uomini sopra che si distraevano parlando o giocando ai dadi.
Dritto davanti a lui si ergeva la vera rocca, con ai lati due delle quattro principali torri, divise dall’edificio dal cortile.
Le guardie fecero un umile inchino con la testa quando passò tra di loro il principe dal lungo mantello verde.
Aprì violentemente le porte della sala principale con entrambe la mani spalancando le due grandi metà. La sua apparizione fece molto effetto sui presenti, i quali si voltarono tutti sorpresi da quell’improvvisa comparsa. Alcuni uomini che stavano nella sala accennarono un inchino con il capo senza smettere di guardarlo. Lui, però, non se ne curava e andava spedito verso il padre.
La sala era illuminata da grandi vetrate poste sui due muri laterali al giovane e sulle colonne che riempivano la stanza c’era lo stemma di Tuenno raffigurante tre alberi.
Il re Alejandro, seduto intorno ad un tavolo con alcuni nobili, interruppe le sue discussioni e si mise ad osservare il figlio con aria sorpresa.
- Duncan, è questo il modo di entrare?- disse con tono di rimprovero, ma al ragazzo sembrava non interessare.
Si fermò a pochi passi dal tavolo e non sapendo cos’altro dire domandò solo un “Perché?”.
L’uomo abbassò la testa sui fogli sparsi sul tavolo quasi come se temesse di incrociare lo sguardo di suo figlio.
- È per il bene del regno – tagliò corto.
A quella risposta Duncan perse il controllo di sé. – Come può ad essere per il bene del regno?!­- gridò sbattendo la mano sul tavolo, tenendo lo sguardo fisso sul re. I nobili seduti al tavolo sobbalzarono leggermente quando sentirono la botta, ma nessuno ebbe il coraggio di guardare verso il principe. Calò il silenzio nella sala reale e tutti si misero a osservare la scena.
- Non tollererò un secondo di più questo tuo atteggiamento – disse Alejandro tornando a guardare il ragazzo.
Lui si ricompose. – Padre, rispondimi.- disse e aspettò una risposta che non tardò ad arrivare.
- Non possiamo continuare a vivere nella paura di una guerra contro Ragoli. Una volta tolta di mezzo la città, potremmo espandere il nostro territorio -.
- E sacrificheresti la tua gente per farlo?- chiese Duncan. Tutti i presenti ora si chiedevano cosa avrebbe risposto il re a una tale domanda. Dopo qualche secondo rispose. – Certe scelte sono difficili da prendere -.
Il giovane si guardò un momento intorno a cercare una soluzione.
- Potremmo tentare di fare un’alleanza con l’altro regno- disse già sapendo quale sarebbe stata la risposta.
- Altre volte abbiamo tentato, ma non ci siamo mai riusciti, lo sai bene.-
- Questa volta potrebbe essere diverso; ho saputo che il re e la regina di Ragoli hanno avuto una figlia. Potrei sposarmi con lei e sancire così un’alleanza tra i regni.-
- Non farò sposare mio figlio con una donna di Ragoli!- esclamò il re alzandosi dal posto. Il suo odio per quella città era troppo grande per permettere a suo figlio che tale situazione si realizzasse.
Si fissarono intensamente per qualche istante poi Duncan si girò e tornò sui suoi passi, quasi disgustato dal suo stesso padre.
- È per questo che non sarai mai un vero re -.
 
Angolo Autore
Buongiorno a tutti! ( o buonasera)
Per prima cosa, vi ringrazio per aver letto la storia e per essere arrivati fino in fondo.
Ditemi se vi è piaciuto questo piccolo capitolo con una recensione o anche un messaggio personale di tre parole e di segnalarmi eventuali errori.
Io vi ringrazio ancora e vi saluto.
Ci si vede!
  
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