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Autore: Namielly    10/06/2016    5 recensioni
“Scopiamo.” Mi disse, nel bel mezzo dell’ennesima scazzottata.
“Ma non dire stronzate!” urlai, mentre il mio corpo tremava “Brutto…” ero incredulo, orripilato, scioccato… così terribilmente tentato. “…Pervertito…” I pomodori che Sasuke tanto adorava non erano rossi a mio confronto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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“ T’amerò contro voglia”



testo



Ciò che ero solito amare, non amo più; mento: lo amo, ma meno; ecco, ho mentito di nuovo: lo amo, ma con più vergogna, con più tristezza; finalmente ho detto la verità. E' proprio così: amo, ma ciò che amerei non amare, ciò che vorrei odiare; amo tuttavia, ma contro voglia, nella costrizione, nel pianto, nella sofferenza. In me faccio triste esperienza di quel verso di un famosissimo poeta: "Ti odierò, se posso; se no, t'amerò contro voglia."
Francesco Petrarca





Ansimando, mi spostai di lato, ancora tremante per il violento orgasmo. Sentivo brividi freddi e piacevoli percorrermi la schiena, e i peli farsi ritti su tutto il corpo. Aspettai qualche attimo che quelle ondate di piacere andassero scemando, prima di parlare. “Whoo, Saske” dissi con tono incredulo, poi scoppiai in una breve risata. “Mi hai quasi stupito questa volta…” mi girai a guardarlo, e ammutolii. Dormiva. Mi irrigidii, pietrificato, e ascoltai per qualche attimo il cadenzare lento e soave del suo respiro. La sua espressione era distesa, e appariva quasi indifeso senza quel suo solito cipiglio sarcastico. Dolce: non c’era termine che suonasse più stonato associato a lui, ma in quel momento era il più adatto. Sorrisi piano, e mi sentii riappacificato, rasserenato. Presi un lembo del lenzuolo, e con delicatezza, senza far rumore, lo trascinai su di lui sino a coprire il suo petto pallido. Gli rimboccai meglio le coperte, in modo che non si scoprisse. Mi soffermai a guardare il suo profilo quasi troppo perfetto, e le sue labbra leggermente dischiuse. Non resistetti, e prima che me ne accorgessi fui a un centimetro dalle sue labbra. “Dai, che vuoi che sia un bacio…” pensai, e poggiai la mia bocca sulla sua. Ci indugiai, avido di contatto, per qualche secondo. Mi staccai, e mi misi sotto le coperte. Stetti attento a non toccarlo: non volevo svegliarlo e non volevo nemmeno che la mia testa continuasse a blaterare continue assurdità. “E’ solo sesso.” Cercai di convincermi in maniera davvero poco eloquente. “Solo e soltanto sesso. Da Sasuke non voglio altro.” Eppure, chissà perché, una vocina nella mia testa mi gridava di non girarmi a guardarlo, di scappare, raccogliere i miei vestiti da terra e correre lontano… Prima che fosse troppo tardi.

Ma era già troppo tardi.




“Ciao, Testa Quadra!”

Il suo tono indifferente mi fece sobbalzare.
“Che cosa vuoi Uchiha? Desideri umiliarmi? Desideri ferirmi? A quanto pare, sono riuscito in un’impresa in cui molti hanno fallito: sono riuscito a ferirmi da solo.”

Tentai di dire il tutto con voce incolore, ma infine quest’ultima mi tradì, incrinandosi proprio all’ultima, tremenda verità: faccio solo del male a me stesso. Con le mie uscite imbarazzanti, il mio modo di fare stravagante...
Nascosi il volto girandomi, perché mi vergognavo della sofferenza che mi si leggeva in viso, puntando nervosamente i piedi a terra. L’altalena fermò il suo ondeggiare lento d’un colpo, mentre con sguardo truce guardavo altrove. Gli occhi bruciavano terribilmente, e pregai me stesso di non umiliarmi ancora.
No… Piangere davanti al mio rivale. Ti vuoi proprio male, eh, Naruto?
Sasuke afferrò le mie spalle, posizionandosi proprio di fronte a me, da dove riusciva a vedere le mie labbra tese in un broncio e le mie guance rigate di lacrime. La mia mente ripeteva la stessa frase ritmicamente, in una litania snervante e deprimente.
Sono uno stupido, sono uno stupido, sono uno stupido… Sono uno stupido…

“ Se fai così dai loro vinta.” Il suo tono era fermo, gelido. Alzai attonito lo sguardo, puntandolo nel suo. “Non arrenderti. Non arrenderti mai. Perché se continui a lottare, ciò a cui agogni si avvererà. L’ esame lo passerai, ritenta finché non riuscirai. Vuoi diventare un vero ninja o sbaglio? Tieni ben fisso in mente il tuo obiettivo, allora. I ninja lottano per un ideale, sempre, che sia buono o cattivo, o per uno scopo ben preciso… Chi per diventare qualcuno di cui si ricorderà il nome per sempre e...”
Sasuke strinse i pugni e fremette appena, ma io riuscii a percepire quel tremito d’ira repressa e odio che riverberò rosso nei suoi occhi d’ebano.
“... e chi per vendetta.”





“Scopiamo.” Mi disse, nel bel mezzo dell’ennesima scazzottata.
Intrecciati, sudati, mentre ci rotolavamo dandoci pugni e calci, io mi raggelai. La mia bocca si spalancò in maniera teatrale, e l’orrore si fece strada sul mio volto.
“Ma che cosa cazzo dici?!” gridai, rosso in viso, scattando in piedi. Lui sospirò, sedendosi al suolo a gambe incrociate.
“Credo ne gioveremmo entrambi.” Disse, mentre si allisciava il mento tra due dita. Non so per quale ragione, ma stavo uscendo di testa.
“Ma non dire stronzate!” urlai, mentre il mio corpo tremava “Brutto…” ero incredulo, orripilato, scioccato… così terribilmente tentato. “…Pervertito…” I pomodori che Sasuke tanto adorava non erano rossi a mio confronto.
“Credo che la nostra sia tensione sessuale. E cerchiamo di scaricarla malmenandoci, ma così facendo non fa altro che aumentare.” Il suo tono era mellifluo, e i suoi occhi neri intensi, fissi dritto nei miei. Non riuscii a reggere il suo sguardo, guardando nervosamente altrove.
“Tu sei impazzito.” Ridacchiai in agitazione, mentre mi tormentavo le nocche. Silenzio. Sasuke mi fissava, mentre io ero improvvisamente interessato alla punta delle mie scarpe. “E…” proferii, con voce rotta. Mi schiarii la voce, riprendendo a parlare “E tu da cosa lo avresti dedotto?...”
Non ebbi il tempo di pensare, di ragionare, di protestare, gridare, o fare qualsiasi altra cosa che avrei dovuto razionalmente fare. Sasuke era davanti a me, la sua mano stringeva il mio membro da sopra ai pantaloni, la sua bocca a pochi centimetri dal mio orecchio.
“Questo.” Il suo respiro caldo mi fece rabbrividire e sentii immediata la reazione del mio… Oh mio dio. NO.

In cuor mio sapevo già di essere attratto da Sasuke: c’era qualcosa, nel nostro strano rapporto, che mi elettrizzava. Qualcosa nei suoi atteggiamenti, nella sua silenziosa predilezione per me, nell’ ambiguità che permeava la nostra relazione amicale…mi stuzzicava. Quel giorno, tutto si fece chiaro. Mi giro nel letto, cercando di non cedere alla tentazione di guardarlo. Mi stringo tra le lenzuola, e sorrido.

La prima volta, ricordo, era un fine settimana.
Stavo vagando senza meta, con il mio zainetto in spalla, pieno di fogli scarabocchiati e colori buttati a caso. Mi avevano appena cacciato dalla villetta dove si trovava la mia altalena preferita: dicevano spaventassi i bambini. In realtà, una bimba mi si era avvicinata per vedere un mio disegno, ma la madre era corsa a prenderla gridando. A me non pareva di averle fatto nulla, o che la bimba avesse avuto paura. Più che altro erano gli adulti a temermi, anche se non ne capivo esattamente il motivo. Io cercavo solo di essere gentile. Cupo, calciai un sassolino che aveva osato mettersi sul mio cammino. Era mattina, e il sole era alto nel cielo, e io strizzai gli occhi per guardare verso il fiume. C’era un sentiero che passava raso all’acqua e mi piaceva guardare i pesciolini nuotare sinuosamente nell’acqua. Aprii lo zaino, prendendo un gessetto celeste e un foglio pulito e, trotterellando, giunsi sino a quel posto dove attraccavano le barche dei pescatori. Mi sedetti sul bordo della banchina, facendo dondolare i piedi, e disegnai una serie di pesci.
Sentii uno strano suono, alzai lo sguardo e vidi un sassolino saltare energicamente sulla superficie dell’acqua sino a sprofondare. Mi girai di scatto e vidi un bambino coi capelli neri caricare un altro tiro. Gli sorrisi gioviale, e esclamai: “Wooooooh, che tiro!”
Il bambino non mi guardò, non mi rispose. Gettò con forza l’ennesimo sassolino, e io mi rabbuiai. Abbassai gli occhi sul mio gessetto, stringendolo forte tra le dita. Forse anche lui aveva paura di me. Sentii il bambino sedersi al mio fianco, e la sua espressione era triste. A tratti stringeva le labbra e i denti, quasi a digrignarli. Lo osservai di sottecchi, poi, timidamente, poggiai una manina sulla sua. Intontito, con gli occhi lucidi, il bambino mi guardò. Scrollai le spalle. “Piangi, se sei triste. Se ti sfoghi è meglio.” Vidi una barca lontana, con un signore che gettava l’amo, e sentivo i singhiozzi liberatori del bambino. Non dissi nulla, lasciai che si sfogasse, e che tutto scemasse nel silenzio.


Fu una di quelle rare volte in cui siamo stati gentili l’un l’altro. Ma in fondo, abbiamo sempre saputo entrambi sostenere e rispettare le sofferenze dell’altro, senza giudizio alcuno, nel silenzio e nella reciproca comprensione.

Quella mattinata assolata, quel giorno in cui ti ho incontrato, la tua luce calda mi ha illuminato il cammino e, finalmente, ho detto addio alla solitudine.



……

La volpe ormai è sparita, forse fuggita, forse morta. E con lei sembra essere morto il mio cuore, fa male, brucia, strappato dalle tue dita fredde e perlacee. I tuoi occhi sono privi di quella profondità nera e impenetrabile in cui mi perdevo continuamente, ora sono vermigli, vuoti. Lo sharingan riverbera potente, celando la tua essenza, la tua anima.

Cosa credi che otterrai dalla tua vendetta?
La morte di tuo fratello non ti restituirà i tuoi cari.

Ti avvicini a me, impassibile e gelido, deciso a fare ciò che ti eri già pregustato di fare da tempo.
Strafottente, ti avvicini al mio viso, tanto da poterlo sfiorare.

“ Sei rimasto solo Naru... La volpe non ti salverà, questa volta.
Fu allora che, senza preavviso, sputo quella fatidica verità.
“ Ti amo, Sasuke.”

Tu sorridi, un sorriso falso, freddo, che non parla più di te, di noi.
“ L’amore è fatto per persone deboli, Naruto.”

Detto questo, il rumore metallico della spada che sguscia al di fuori del fodero invade l’aria e so che questa è la fine. Chiudo gli occhi, attendendo il colpo di grazia, sapendo che la mia vita verrà sottratta dalle tue mani, e mi dico che la mia vita ti è appartenuta sin da principio.
Immaginare di parlarti, in un momento tanto assurdo, fa scendere in me una sorta di pace, forse dovuta alla verità che vorrei gridarti in faccia, sbatterti contro, ma non saprai mai quanto davvero io provassi per te. Mi consolo pensando che magari, col tempo, potrai comprenderlo.
O forse più che a te, sto dicendo la verità a me stesso. Dopo tanto correre, scappare da te, dai miei sentimenti, per poi veder te fare altrettanto, finalmente riesco ad ammettere che i miei sentimenti per te andassero oltre l’amicizia. Per questo ti ho inseguito, per questo sono qui, adesso. Nonostante avessi cento, mille, milioni di motivi per odiarti, non ci son riuscito. Ti amo, mio malgrado.

Sento la lama sferzare l’aria. Strizzo gli occhi: non riesco a reagire.
“NON FARLO SASUKE!”
Sento per l’ultima volta l’urlo di Sakura.


Quando mi risveglio sono solo, nel mio piccolo appartamento. Non capisco come ho fatto a finirci, l’ultima cosa che ricordo è la lama che si abbassava repentina, il sangue che schizzava cremisi sulle rocce attorno a me, il dolore sordo, il sapore metallico del sangue e della bile, le urla disperate di Sakura…
Sono nel letto, tra le lenzuola. La mia stanza è caotica esattamente come la ricordavo: la roba gettata al suolo, la scrivania disordinata, l’armadio spalancato e sotto sopra. Si, sono decisamente a casa mia. Mi alzo incredulo, e mi tasto il petto nel punto in cui Sasuke mi ha trapassato da parte a parte. Ma che stregoneria è mai questa?

Un sommesso ticchettare contro la finestra mi fa sobbalzare. Forse… Forse era solo un incubo da cui mi sono destato, solo uno stupido incubo.

Scosto le tende, spalancando la finestra. Rimango imbambolato, gli occhi strabuzzati, non posso credere a ciò che i miei occhi vedono. Le lacrime rigano le mie guance mentre Sasuke mi sorride appena, con quel sorriso sghembo che sa farmi impazzire, alcuni piccoli sassolini raggruppati nella mano.



……

La foto di tre ragazzi è poggiata contro una lapide, mentre la pioggia picchietta sulla sua superficie, accartocciandola come un fiore appassito. Sakura lascia che la pioggia le scrosci addosso, e pensa che è come se il cielo stesse esprimendo il suo dolore. La pioggia è incessante, e tamburella sulla tomba di Naruto. I gigli che ha posizionato sarebbero durati a lungo, pensa tristemente. Una parte di sé vorrebbe andarsene per non tornare, ma l’altra non vuole abbandonare Naruto. Si ripromette che avrebbe portato dei fiori freschi una volta al mese, e che avrebbe parlato con lui della ricerca di Sasuke.
“Sasuke è fuori di sé.” Esclama, mentre le lacrime si mischiano con la pioggia. “Non è più la persona che conoscevamo. Credo che morirà molto presto ucciso dagli Anbu, sono tutti alla sua ricerca, anche gli altri paesi si sono rivoltati contro di lui dopo la tua morte.” Si interrompe, la voce rotta. “Tu non avresti voluto questo.”
Lascia che la pioggia riempia il silenzio, mentre il suo sguardo indugia sulla scritta incisa sulla lapide:

“Non c’è persona più forte di colui che sa amare.”
   
 
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