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Autore: rossella_rose    10/06/2016    1 recensioni
La giovanissima scrittrice in ascesa Silvia Romani, riceve un'opportunità unica.
Una borsa di studio per la Welton Academy, la più prestigiosa fra le scuole preparatorie degli Stati Uniti.
Si ritroverà ad essere la prima studentessa dell'istituto maschile e dovrà dimostrare di essere all'altezza dei suoi compagni, da lei infatti dipende l'ammissione delle ragazze di tutta l'America.
Cercando di integrarsi, Silvia conoscerà sette ragazzi intelligenti e vivaci, con la voglia di vivere negli occhi e che, insieme al nuovo insegnante di letteratura, le faranno scoprire la bellezza, l'amicizia, l'amore e il coraggio di superare insieme le difficoltà.
Affiancata da Neil Perry, Todd Anderson, Knox Overstreet, Charlie Dalton, Richard Cameron, Steven Meeks e Gerard Pitts, Silvia dimostrerà al preside Nolan la potenza dell'orgoglio femminile e del cuore indomabile.
STORIA IN REVISIONE - VISUALIZZAZIONE SOSPESA DAL O6/08/2016 AL 13/06/2016
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Dalton, Neil Perry, Nuovo personaggio, Todd Anderson, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo III
Di duelli particolari, sette clandestine e pinguini rosa

2 Settembre, mattina inoltrata, parco della Welton Academy

Seduta su una panchina in marmo del parco, Silvia leggeva la lettera con gli occhi sbarrati e il cuore in preda ad un furioso attacco di tachicardia.

Non ci aveva visto sbagliato.

L’ONU aveva chiarito ogni suo dubbio. L’ammissione delle ragazze alla Welton Academy avrebbe rappresentato una rivoluzione in piena regola, consentendole come minimo la pubblicazione di quello che sarebbe potuto diventare il saggio più innovativo di tutti i tempi. Non solo, l’organizzazione più potente del mondo le aveva appena comunicato che il sogno più grande della sua vita poteva diventare realtà.

Quando la giovane scrittrice lesse quelle parole, rischiò seriamente di finire in catalessi.

Signorina Romani, è per noi un piacere comunicarle il suo recente inserimento nella lista dei candidati ambasciatori delle donne presso l'assemblea dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Santo Dio del Cielo.

Proprio in quel momento, il suo tutor la raggiunse, pronto ad accompagnarla alla lezione di ginnastica.
« Ehi, pasticcino, dobbiamo muoverci. Cosa leggi? E perché quella faccia? »

Lei si alzò, voltandosi a guardare il compagno. Doveva mantenere il riserbo, se la notizia fosse arrivata ai giornali…

Ma quando la felicità è tanta, diventa complesso contenerla. E Silvia, in quel momento, era una bomba ad orologeria di felicità, pronta ad esplodere.

« Charlie…» disse con tono diplomatico: « Ho appena saputo che sono candidata… che sono candidata ad ambasciatrice dell’ONU! »  concluse tutto d’un fiato. Prima di strillare coprendo un sorriso a 32 denti.

Lo aveva detto. Mannaggia, lo aveva detto.

Si aspettò come minimo che il compagno le ridesse in faccia, ma questo, dopo aver squadrato per un po’ il suo viso, scattò come una molla: « CHE COSA?! CHE COSA?! PASTICCINO, HAI IDEA DI COSA SIGNIFIC… » ma la ragazza non lo fece finire, tappandogli la bocca con una mano.
« Zitto!! Non lo deve sapere nessuno! E’ un’informazione privata! »
« Ma tu!... Tu sei… Dobbiamo dirlo ai ragazzi! Ti rendi conto?! Dovresti girare con delle guardie del corpo! »
Lei rise: « No! Non possiamo! E poi non ho bisogno di guardie del corpo, ma sono così felice Charlie! Tu non hai idea! Prima i libri, l’accademia e poi questo! Io non so cosa dire! E’ tutto così… reale! »

Il tutor l’abbracciò di slancio, lasciandola interdetta e rossa come un peperone. Non era abituata ad avere dei “contatti” così “fisici” con i ragazzi. Era sempre stata una secchiona nella sua vita e sebbene non si considerasse brutta, aveva smesso da tempo di pensare a quelle frivolezze. Con tutto quello che ci si aspettava da lei, i ragazzi erano l’ultimo dei suoi pensieri, cosa che, ogni tanto, le portava un po’ di nostalgia della vita “normale”.

E, dopo aver fatto giurare a Charlie di non rivelare una parola, sorrise incoraggiante, forte di una nuova energia e pronta per la lezione di ginnastica.

Ma le aspettative mutarono in fretta.

Appena arrivata al campo per gli allenamenti, l’insegnante le indicò una panchina e le disse di starsene lì seduta a prendere appunti.

« Cosa?! » stralunata guardava il professore.
« Mi ha sentito, Romani, non la lascerò gareggiare di scherma con i ragazzi »

Al che lei si domandò se davvero non fosse uno scherzo. Il professore stava davvero proibendo alla più giovane scrittrice di articoli e libri contro la discriminazione della donna di fare scherma con i compagni di classe?

Lo sguardo indignato che le adombrò il viso fece preoccupare la piccola compagnia, capeggiata da un Niel diviso fra l’ammirazione e il timore: « Mi permetta, ma non le pare un comportamento assolutamente sessista e discriminatorio quello che sta adottando nei miei confronti? Sono perfettamente in grado di gareggiare di scherma e non ho nessun problema a farlo contro dei ragazzi! » fulminò il professore con gli occhi.

Poi, sotto lo sguardo allibito della classe, indossò la tuta bianca, con relative protezioni, e impugnò il fioretto, volgendolo con una mossa fluida verso il gruppo di studenti: « Allora? Chi comincia? ».

« Romani, se si beccherà qualche lesione non mi assumerò alcuna responsabilità! » le rinfacciò il professore, ma lei neanche se ne accorse, sorridendo a Cameron, che le si era avvicinato, sicuro di batterla.

Neanche il tempo di pronunciare “En garde!” che l’abile ragazza aveva già attaccato, sfruttando la cavalleria dell’amico, che non voleva colpirla per primo.

Ma si dovette ricredere, la giovane sembrava avere più perizia di quanto ci si potesse aspettare. Con mosse fluide mise in difficoltà l’avversario, che decise di lasciare da parte le buone maniere, affondando deciso con il fioretto.

Duellarono per poco, Cameron sfruttò la piroetta difensiva dell’avversaria, simile ad un passo di danza, per sferrarle un colpo, ma questa, con una mossa rapida incastrò il fioretto con quello del compagno, fece pressione, sollevando il braccio e lanciando l’arma verso il cielo, poi con uno scatto repentino lo riafferrò, piegando la gamba destra e terminando il tutto con un affondo sorprendentemente elegante.

« Touché » sorrise. Il fioretto era piantato nella tuta di Cameron, proprio sul cuore.

Lei si raddrizzò, altera e fiera come una regina, mentre il prof la guardava sbalordito e muto come un pesce, come tutta la classe del resto.

« Faccio scherma da sei anni. Bello sport, soprattutto se lo si incrocia con la danza » disse lei tranquilla, sorridendo apertamente all’insegnante.

A quel punto, tutti i maschi concordarono che la scrittrice non andava provocata.

 

§

 

2 Settembre, mezzogiorno, sala mensa della Welton Academy

A pranzo la notizia dell’abilità singolare della giovane studentessa aveva già raggiunto tutti e i pettegolezzi erano partiti a tutto spiano, per non parlare delle fantasie decisamente… poco caste che si facevano sulla sua figura.

Dopo l’ennesima occhiata estremamente maliziosa, la povera ragazza si piazzò fra l’altezza di Pitts e la mole di Knox, cercando di celarsi un poco e di mantenere la calma. Aveva una sorprendente voglia di spaccare piatti in testa alle persone.

Devo muovermi a far arrivare qui qualche ragazza…

Pensò, rossa in viso. Cosa che i compagni ritenevano adorabilmente tenera e che la faceva ancor più arrossire.

« Allora… che fate nel tempo libero voi baldi giovani? »
« Io e Meeks stiamo costruendo una radio » disse fiero Pitts.
« Davvero? Sapete costruire una radio? Io al massimo so accendere il tostapane, ma me la cavo bene anche con il microonde » ridacchiò lei, mentre i due semi-ingegneri le spiegavano il funzionamento del loro prodotto.

L’arrivo di Niel li distrasse dalla loro conversazione e l’attenzione si proiettò sul vecchio annuario della scuola.
La foto del professor Keating da giovane era decisamente buffa e tanto più lo era la didascalia, che lo definiva un Don Giovanni, nonché studente fra i migliori e membro speciale della “Setta dei Poeti Estinti”.

« Setta dei poeti estinti? Cos’è? Una specie di circolo ricreativo? » domandò Silvia.
« A dire il vero è la prima volta che la sento » borbottò Neil.
In neanche cinque minuti erano fuori e rincorrevano la figura del sopracitato professore, appena uscito dalla mensa e che pareva intenzionato ad ignorare completamente i loro richiami.
« Oh Capitano, mio Capitano! » esclamò la scrittrice, ricordando le parole del professore. “Potete chiamarmi Professor Keating o, se avete un po’ più di coraggio, oh Capitano, mio Capitano”, così aveva detto nella saletta dei trofei.

« Ragazzi » li salutò cordialmente l’uomo, resosi improvvisamente conto della loro presenza.
« Signore, abbiamo trovato il suo annuario » Neil pose al prof il libro.
« Oh mio Dio… ma guarda qui… » all’uomo si riempirono gli occhi di ricordi mentre scorreva le pagine.
« Che cos’è la Setta dei Poeti Estinti? » chiese Neil.
Keating guardò il ragazzo: « Non credo che il preside la giudicherebbe troppo favorevolmente »

Gli studenti si scambiarono occhiate curiose, avvicinandosi per non farsi sentire dagli altri ragazzi che popolavano il cortile.
« I Poeti Estinti erano dediti a "succhiare il midollo stesso della vita”. E’ una frase che ripetevamo all’inizio di ogni riunione. Ci incontravamo dentro la Grotta Indiana e leggevamo brani di poeti famosi, i migliori, ma anche piccoli pezzi nostri. E, nell’incanto del momento, il suono della poesia diventava magico. »

« Cioè un gruppo di ragazzi seduti a leggere poesie? » chiese Knox.

« No, non eravamo dei “ragazzi” » ribatté Keating, come se la parola fosse di una banalità inadatta: « Eravamo un circolo ellenico... Eravamo dei romantici... E non le leggevamo le poesie, ne assaporavamo sulla lingua la… la dolcezza. Lo spirito si elevava! Le donne svenivano! » e con un cenno della testa indicò Silvia, rapita dalle sue parole, come tutti: « Ed era così che nuovi dei nascevano. Era un bel modo per passare la serata! Grazie mille, Perry, per questo giro nel mondo dei ricordi. Bruciatelo ora, specialmente la mia foto » e detto questo, restituì l’annuario a Neil e se ne andò fischiettando, lasciando i ragazzi perplessi.

« Io dico di andarci stanotte » sparò Neil, girandosi a guardare Silvia, che spalancò gli occhi in contemporanea con il suono della campanella.

Un coro di “Ma sei matto?”, “Che, scherzi?”, “Stanotte?”, “Ma questa grotta dov’è?” si levò dalla piccola comitiva, che cominciava a rientrare.

« Io so, dov’è, vicino al fiume! » cercò di convincerli Neil.
« Ma è lontanissimo! » sbottò Pitts.
« Io vengo! » fu la prevedibile risposta di Charlie, che ghignò in direzione dell’amico e della ragazza.
« Hai idea di quante note di demerito rischiamo? » esordì Cameron.

Note di demerito? Come minimo ci sospendono! Girovagare di notte…

Pensò la giovane scrittrice, ma l’idea era… allettante. Suo padre le aveva sempre trasmesso il "Gene dell'Avventura" e da piccola aveva fatto parte dei Boy-Scout, conquistando molte specialità, prima fra tutte "l'Orienteering" Gli occhi speranzosi di Neil fissi su di lei non aiutavano affatto la sua fermezza.

L’intero gruppo discuteva animatamente e, alla fine, chiusi in un’aula della scuola adibita allo studio si convinsero ad andare, studiando per bene le mappe della zona. C’era voluto un po’ per convincere Todd, anche lui nuovo, tremendamente timido e riservato, ma alla fine aveva ceduto sotto la costante pressione del compagno di stanza, che pareva deciso a non demordere e a trascinare tutti in quello spiraglio di libertà di vivere che si era andato a creare.

« E tu? » le chiese Neil, seduto vicino a Silvia.

Il gruppo rimase in silenzio. Nessuno lo disse, ma tutti speravano nel sì della scrittrice. Li aveva conquistati in poco tempo, sì, era inutile negarlo. Magari era l’età dei ragazzi, magari gli ormoni, magari il fatto che lei fosse la prima ragazza in quell’accademia da militari… fatto sta che Silvia aveva portato una ventata di bellezza e di dolcezza in un luogo rimasto rigido e attaccato a tradizioni severe per troppo tempo. Era un come un fiore in un deserto arido, unica femmina in una scuola di maschi, naturale che l’attenzione virasse su di lei.

La ragazza si morse il labbro. Sapeva che la domanda sarebbe arrivata. Come sapeva che la risposta era una, obbligatoria e senza soluzioni.

Non poteva, assolutamente. C’erano in ballo troppe cose per mandare all’aria tutto con una scappatella notturna in una grotta sperduta, per leggere quattro poesie. Cosa sarebbe successo se li avessero beccati? Comprendeva il loro bisogno di libertà, ma, sebbene lo desiderasse, non avrebbe potuto farne parte.

« Io non posso venire Neil » cercò di sembrare sicura, senza guardare il ragazzo.
« Cosa? Perché? » la delusione nella sua voce era palpabile. Silvia incontrò gli occhi di Charlie, che la guardò serio, consapevole delle sue ragioni.
« Ora… mi devo concentrare sugli studi… non posso permettermi di rimanere indietro… » balbettò una scusa veramente penosa.
« Meeks ti aiuterà, non dirmi che sei preoccupata per i compiti, sei la prima della classe in quasi tutte le materie e sei qui da neanche due giorni! » replicò lui, comprensibilmente poco convinto.
« Neil… no. Ho detto di no. Non posso. Scusa » concluse lei afferrando i libri e la tracolla, sempre evitando lo sguardo del ragazzo, e tornando in camera, scura in volto.

§

2 Settembre, sera, sala da pranzo della Welton Academy

Silvia non si presentò a cena, attirando l’attenzione e i pettegolezzi degli studenti. Charlie riferì alla compagnia e ai professori che aveva un gran mal di testa.

Neil non ci credette neanche un minuto e sbraitò contro il compagno che non lo lasciava andare a parlare con la ragazza.

« Io adesso vado a parlarle! Non mi convince, è una specie di genio, mi rifiuto di credere che abbia problemi a studiare! »
« Finiscila, ti ho detto che ha mal di testa e vuole riposare! »
« Oh e tu sei il suo nuovo diario! »
« Sono il suo tutor! »
« Non mi interessa! Io ora salgo! » ma Knox e Charlie lo tirarono per le braccia e lo costrinsero seduto.
« Smettila Neil, ti vuoi mettere nei guai? I prof ti stanno guardando! » gli sibilò Knox e il ragazzo sbuffò contrito.
« Prima o poi mi spiegherai questa storia, Charlie » sussurrò all’interpellato, che si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

Comunque, riuscirono lo stesso a vedere la ragazza prima del coprifuoco e in circostanze davvero buffe, per giunta.

§

2 Settembre, sera inoltrata, dormitorio della Welton Academy

Nel dormitorio c’era un gran viavai, oltre ad una gran confusione.

Silvia, che stava cercando di addormentarsi senza pensare alla delusione di Neil, nascondeva la testa sotto ad un enorme cavallo di peluche, suo amico fedele da anni, a causa di un continuo, fastidiosissimo fischiettio che si sentiva per tutte le camere.

Nei bagni infatti, qualcuno di quella banda di scalmanati, continuava a giocare con chissà quale diavoleria, per niente preoccupato del casino che stava creando.

Dopo venti minuti di quel supplizio e una quantità imprecisata di epiteti decisamente coloriti verso quell’emerito idiota che continuava a far suonare il suo stupido giochetto, Silvia si alzò di scatto, stufa del frastuono al di fuori della camera.

Infilò la vestaglia rossa, che sembrava più un mantello regale e, ignorando il fatto di essere scalza e con una camicia da notte di seta blu, spalancò la porta della stanza, uscendo nel corridoio completamente zittito con la massa di boccoli sciolta sulle spalle.

A grandi falcate, altera come una regina, raggiunse il bagno, seguita da tutti gli occhi dei ragazzi.
I fischi partiti al suo passaggio si spensero quando, con occhi furenti, strappò di mano a Charlie un… pinguino rosa cantante e lo fracassò nel cestino dell’immondizia.

Tornò in camera con il sorriso sulle labbra e si addormentò serena abbracciata al cavallo, Spirit.

Il corridoio era ancora silenzioso.

§

2 Settembre, notte, Camera da letto di Silvia Romani , dormitorio della Welton Academy

Qualcuno bussò alla sua porta, facendole venire un infarto.

Inciampò nelle lenzuola e picchiò il ginocchio contro lo spigolo del comodino. In un istante le tronarono in mente tutti i coloriti epiteti affibbiati a Charlie e al suo pinguino rosa. 

Zoppicando ancorata a Spirit, Silvia aprì la porta.

Questa stanza sembra Victoria Station all’orario di punta.

Peccato fossero le undici di sera e che non ci fossero autobus davanti alla sua porta, ma sette ragazzi sorridenti nel buio.
« Bel pupazzo pasticcino » Charlie, attrezzato con torce e coperte, ghignava come al solito.
Neil le sorrise: « Pronta per un bel giro notturno?»

 

 

Angolo autrice:

Tà dààà.
Salve a tutti Poeti Estinti!
Allora, vi è piaciuto il III° Capitolo?

Partiamo subito con i dettagli!

» La Setta dei Poeti Estinti: Finalmente è entrata in scena la Setta dei Poeti Estinti. Rispetto al film, in cui passano un po’ di giorni prima della scoperta della setta, io ho anticipato un po’, ma l’importante è che sia arrivata, no? ;)

» La lezione di scherma: Che audacia la nostra Silvia, non solo sa gareggiare di scherma, ma è anche un fenomeno nel distruggere irritanti pinguini rosa! Ma andiamo con ordine…
La lezione di scherma si ispira ad una brevissima scena del film e ad un’altra fanfiction de L’Attimo Fuggente. Non è tutta farina del mio sacco, chiarisco subito per evitare eventuali incomprensioni.

» Il discorso del professor Keating: Il pezzo con il professor Keating, uno dei discorsi che preferisco in assoluto, è preso completamente dal film, poiché le sue parole sono perfette e storpiarle sarebbe stata una pena da galera.

» La scoperta della Setta: La scoperta della Setta accade durante il pranzo e dopo, di conseguenza nel capitolo succede dopo la lezione di scherma. Eppure nel capitolo II, sull’orario scolastico, la lezione di scienze motorie si dovrebbe svolere dopo pranzo. Chiedo scusa per questo errore, ma a cambiarlo stravolgerei tutta la storia. Vi chiedo quindi di essere pazienti e di passarci sopra, grazie.

» Il pinguino rosa di Charlie (:3): Mentre, l’omicidio del pinguino è stata una mia idea. Nel film infatti, la sera della prima riunione, c’è qualcosa che fa uno strano verso e la mia mente, immaginando il pinguino con il fischietto rotto di Toy Story, ha prodotto un pinguino rosa che… bhe, ci ha lasciati dopo neanche sei righe di conoscenza.

Infine: grazie, grazie di cuore a chiunque leggerà. A chi lascerà un commento, una recensione o una critica. I vostri pareri e suggerimenti sono un tesoro per me, mi aiutano a migliorare e a sperimentare. Un grazie enorme ai lettori che mi incoraggiano a continuare a scrivere e a viaggiare nella fantasia.

Rose

 

 

 

   
 
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