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Autore: cin75    10/06/2016    11 recensioni
E se per una volta fosse Sam il fratello maggiore?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Alle quattro e mezza del pomeriggio, il passeggino con dentro il piccolo Dean, sostava accanto ad una panchina del parco dove un centinaio di persone fra mamme e padri e giovani vari, mostravano con orgoglio i proprio figli.
L’uomo in trench accanto al passeggino ricevette una telefonata, ma purtroppo , sia per la confusione che per il poco campo, dovette allontanarsi incautamente dalla culletta da cui sonori vagiti infantili provenivano flebili.


“Non ti sento…spostati….io? io sono al raduno…sì…sì tesoro, sono già qui!!!”
 
In quel momento una figura in nero si avvicinava indisturbata al passeggino.
 
“…sì…sì…sono già qui…ti aspetto..ok! Ok!” continuava a ripetere l’uomo che sembrava sempre più confuso in quelle sue risposte.
 

Lo sconosciuto si avvicinò ancora e come se fosse stato invisibile al resto del mondo, si chinò appena verso il bambino che piagnucolava e con indifferenza assoluta, lo prese tra le mani.
 
Qualcosa però cambiò in quella che fino a quel momento era un espressione soddisfatta. Quella soddisfazione lasciò il posto alla confusione e alla sorpresa.
Non era un bambino, ma un semplice bambolotto di plastica che guaiva ripetutamente.
L’essere stava per proferire il suo furioso disappunto quando sentì qualcosa di duro e impietoso attraversagli il torace per più volte. Abbassò lo sguardo e vide tre piccoli buchi che gli foravano la camicia scura che indossava.
Gli mancò il respiro ma trovò comunque la forza di alzare di nuovo lo sguardo e poco distante da lui, appena coperto da una grande faggio, un ragazzo alto, i capelli lunghi quasi alla spalla, lo sguardo deciso puntato su di lui. Tra le sue mani una pistola con il silenziatore che ancora era diretta nella sua direzione.
“Ca..ccia…tore!” biascicò lo Strige che tentò, in un ultimo atto di furiosa vendetta, di scagliare la sua oscura magia verso il giovane. Ma non appena gettò nel passeggino , con un gesto stizzito, il povero bambolotto, e si apprestava a colpire Sam, il mostro sentì un ulteriore e improvviso dolore al centro della schiena che annullò del tutto la sua furia e la sua esistenza. Lo Strige abbassò lo sguardo verso il suo petto e vi vide spuntare una punta grigia. Ferro presumibilmente.
“Coltello di ferro consacrato, figlio di puttana!” sibilò l’uomo in trench alle sue spalle, che mentre affondava ancora, lo teneva fermo per evitare di dare troppo nell’occhio e quando l’angelo percepì che ormai era finita, con movimenti cauti e lenti, accompagnava quel corpo ormai morto, verso la seduta della panchina.
Lasciò il pugnale dov’era. Al centro del mostro e non si preoccupò nemmeno di recuperare il passeggino.

Si allontanò da quel posto con indifferenza e quando guardò verso il grande albero, il giovane cacciatore non c’era già più.
 

Quando la sera, Castiel e Sam, fecero ritorno al bunker, con somma sorpresa ma anche infinita gioia e sollievo, trovarono un Dean…Dean, adulto e vaccinato, seduto su una delle sedie della grande sala.
Il maggiore dei Winchester  li guardò stranito e poi con il suo solito tono strafottente, alzò una mano e mostrò loro un pannolino e un biberon.

“Ok! Spiegatemi questo!” fece alludendo agli oggetti tra le sue mani. “Chi dei due mi ha reso zio?! E dov’è il…lieto evento?”

“Questa davvero non me la voglio perdere!” sussurrò Castiel , sorridendo alla sola idea di vedere come avrebbe reagito l’amico a sapere di essere stato anche per soli pochi giorni un neonato in balia di suo… fratello minore.
“Da dove posso iniziare!?!” fece incerto Sam, mentre avanzava verso il fratello.
“Inizia con il dirmi perché mi sono svegliato nudo nella mia stanza che sembrava un deposito di prodotti per poppanti, circondato da una marea di cuscini!” suggerì il maggiore. Di nuovo…il maggiore!
“Sì!” affermò con decisione Sam. “Dean…”
“Sì??!!” fece con tono accondiscendente  il fratello.
“Sei stato neonatizzato!”
 
Sì! Così andava bene. Rapido e indolore. Come quando si strappa un cerotto. Più veloce è il gesto…..
 
Ma Dean credeva di non aver capito bene. Strinse gli occhi sui due che restavano fermi all’ingresso della grande sala. Vedeva lo sconcerto sul volto del fratello e una sottile espressione di divertimento su quella dell’angelo.
Strana come situazione , dato che di solito era l’angelo quello confuso.
“Scusa …ripeti?!”

Sam avanzò verso di lui e prese un profondo respiro.  Gli raccontò tutto, per filo e per segno. Da quello che era successo subito dopo che lo Strige li aveva messi ko nei sotterranei del vecchio ospedale. Del piano messo in atto al raduno, fortunatamente riuscito, e che aveva permesso di far fuori lo Strige per interrompere ogni suo maleficio. Di quanto sia stato assurdo vederlo neonato e fargli da balia con annessi e connessi in quei pochi giorni.
Dean sembrava sconvolto ma anche rilassato per averla sfangata anche quella volta. E poi era inutile rimuginarci sopra. Lui era vivo, Sam stava bene. Il mostro di turno era bello che andato e perfino Castiel sembrava soddisfatto.
Guardò ancora con aria stupita il fratello minore e poi disse l’unica cosa che sembrava utile dire in quel momento.

“Cazzo!!, è per questo che il mio culo è più liscio di quello di un bambino vero? Hai…hai usato anche quelle…quelle pomate assurde che…” e Sam annuì cercando di trattenere una risata.
“Abbiamo preso quello che credevamo servisse per…per farti stare…buono e tranquillo!” cercò di spiegare Sam.
Ma la soddisfazione di Dean si tramutò quasi immediatamente in una sorta di agitazione mal contenuta.
“  “Abbiamo..”??..un attimo. “Abbiamo…”??…tu e chi , scusa?” fece acuendo lo sguardo e la voce.
La preoccupazione era appena tornata.
“Cas, mi ha aiutato a…”
“Cas?” fece guardando furioso sia il fratello che l’angelo.
“Sì!”
“Cas ha visto il mio….Cas ha messo le mani sul mio….” esclamò infuriato mentre  si alzava dalla sedia e avanzava verso il fratello e scansava Castiel , preoccupandosi di non dargli le spalle.
“No, no…io non..” cercò di spiegare l’angelo vedendo come Dean aveva reagito e come si muoveva.
“Lui no…Dean, lui non…” si accodò anche Sam, che era decisamente divertito dalla situazione.
“Quante volte devo dirtelo, Cas? Lontano dal mio culo!!” e andò via indispettito , sentendo alle sue spalle due risate fragorose e forse liberatorie.
Sorrise, però, anche lui, mentre raggiungeva la cucina.
 
Gli serviva decisamente una birra anche se quando vide sul tavolo un cartone di latte , istintivamente si lecco le labbra come a pregustarne il sapore.
Un attimo dopo , scrollò la testa come per riprendersi da cattivi pensieri.
“Cazzo, Dean Winchester. Contegno!!” si rimproverò. “Fatti una birra! Anzi, due!! Anzi, credo che sia il caso di una gloriosa sbronza!!!”
 


La sera quando, una meritata pace regnava di nuovo nel bunker, Dean fece un ultimo giro e trovò Castiel seduto al grande tavolo che leggeva carte e libri in cerca di chissà chi e di chissà dove.
Gli passò accanto e gli mise una mano sulla spalla. “Ehi!? tutto ok?!” gli chiese amichevolmente.
L’angelo annuì e mentre il cacciatore stava per andarsene , lo richiamò.
“Dean, io volevo solo dirti che…”
“Tranquillo, amico. E’ tutto a posto.” fece sorridendogli e poi vedendo che l’amico angelo era decisamente più sereno, chiese di Sam.
“Hai visto Sammy?”
“Io…credo che sia andato a letto. Sai!, in questi ultimi giorni lui non ha staccato per niente. Non credo abbia mai dormito. Tra le ricerche dello Strige, il prendersi cura di te, che hai mostrato decisamente poca….collaborazione!!” lo provocò. “Lui…lui deve essere esausto.” piegò  all’amico.
Dean abbozzò un mezzo sorriso. “Ascolta, so che non dormi, ma riposare non ti farebbe male comunque!” suggerì mentre tornava in cucina.
 
 
Durante la notte, Sam si agitò appena. Non erano incubi. Una volta tanto.
Erano semplici banali fastidiosi crampi allo stomaco. Aveva fame.
In effetti non è che avesse mangiato molto in quei giorni assurdi.
Si stiracchiò appena nel letto e quando fece per alzarsi, ciò che c’era sulla scrivania della sua stanza lo sorprese.
Un vassoio pieno di cibo. Una ciotola colma di frutta tagliata già a pezzi. Un paio di tramezzini al prosciutto , senza formaggio come piacevano a lui.  Del succo di arancia e anche un bicchiere abbondante di latte. E poi il tocco alla Winchester: una birra.

Si alzò dal letto e raggiunse il tavolo.
Al centro del vassoio un biglietto piegato in due.
Su un lato c’era scritto un semplice  ma categorico “MANGIA!”
Nella facciata interna c’era scritto ben altro. Parole che Sam , di certo, non avrebbe mai dimenticato.
 
“Grazie!
Per esserti preso cura di me.
Per aver agito nel modo in cui anche io avrei agito.
Per aver provato tutto il possibile, prima di cedere all’impossibile.
Per essere mio fratello.
Te lo scrivo, perché domani, so, che farò finta di niente. Che ti ringrazierò solo guardandoti e poi passeremo il giorno a litigare su come affrontare ciò che ci aspetta e su che musica dovremmo ascoltare in macchina.
La mia macchina!!!!!!
Quindi, ancora una volta…Grazie, fratellino.
D.”
 
Sam mandò giù un groppo alla gola.
Ripiegò il biglietto con cura , come se fosse la soluzione ad un grande mistero. Prese lo scatolo in cui aveva riposto il ciondolo in legno creato da quelle bizzarre studentesse del musical “Supernatural”; dove c’era la brochure di quella casa di cura in cui avevano affrontato la Banshee ; le foto di lui e Dean da bambini; la foto di John, anche quella con Mary. Quella stessa foto che aveva messo ai piedi di Dean, quando il maggiore stava per ucciderlo esasperato da ciò che il Marchio gli stava facendo e lo stava facendo diventare. Dove c’era anche quel mazzo di carte che gli ricordava quella sua adolescenziale passione per la magia.
 
Era da poco che teneva quella scatola, ma quello che stava succedendo in quell’ultimo periodo…l’Oscurità, il potere che Amara aveva su Dean, quello che aveva passato lui rinchiuso nella gabbia con Lucifero, l’essere ancora in alto mare per venir fuori da tutto quel casino che era la faida tra Amara stessa e Dio,  lo aveva spinto ad aggrapparsi con forza ad ogni cosa potesse tenerlo legato a Dean e alla realtà.
Alla loro realtà. Quella fatta solo del loro legame fraterno.
Quello nessuno avrebbe potuto spezzarlo o mutarlo.
 
Ripose nello scatolo anche quello che sarebbe diventato un prezioso ricordo e fece onore a quello che il fratello gli aveva preparato.
 


Il mattino dopo…..
“Oh andiamo Sam!!”, fece esasperato il maggiore. “ Ma se ci sono segnali di Amara a Boston , perché cavolo vuoi andare a Portland? E’….è assurdo. Ed è stupido!!”
“No. Non lo è. La vittima che è scampata a quell’attacco di demoni mandati da Lucifero è un monaco che custodisce un antico manufatto ..biblico!”, asserì con decisione Sam, mentre entrava in macchina, seguito da Castiel e poi da Dean che prendeva il solito posto di guida. “Non credi che dovremmo capire che razza di manufatto è? Se fosse un’altra…Mano di Dio??!”
“Nerd!” sospirò sconfitto il maggiore. E accese la radio.
Back in black degli AC/DC inondò l’abitacolo dell’Impala e se sul volto di Dean apparve un sorriso soddisfatto, su quello di Sam si palesò una smorfia ben diversa.
“Senti, mi piacciono. Li adoro anche io. Ma non mi farò un giorno di viaggio con loro che mi urlano nelle orecchie!”
“Non essere blasfemo, Sammy! Gli AC/DC non urlano!!” lo rimproverò Dean.
“No, tu non puoi sempre…”
“Ehi!! sai quale è la regola!” lo fermò il maggiore puntandogli l’indice di fronte al naso che , Sam, prontamente, tolse con un gesto stizzito della mano.
“Chi guida , sceglie la musica! Lo shotgun chiude il becco.” fece Castiel dal sedile di dietro.
“Vedi! Lo sa anche l’angioletto lì dietro!” convenne soddisfatto Dean.
“L’ho letto nei libri del profeta Chuck!” ci tenne a precisare Castiel.
“Sta’ zitto, Cas!!” esclamarono all’unisono i due fratelli, immediatamente dopo.
 
Dio!! quanto odiavano quei libri!!

 
 




N.d.A: E siamo alla fine. Spero davvero che questa storia, in un certo senso leggera, vi sia piaciuta. Per una volta, niente sangue, niente ospedali, niente pura disperazione per i nostri due bros.
   
 
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