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Autore: animedoro    10/06/2016    1 recensioni
“COSA!?” urlò Bokuto dopo aver ricevuto una notizia più che brutta, orrenda.
“Ebbene si, mi dispiace per te ragazzo, ma per una settimana non dovrai aderire alle attività del club” annunciò il dottore guardando le analisi, mentre Bokuto con le lacrime agli occhi si girava alla sua sinistra.
“Akaashiiii!!!” piagnucolò.
Dedicata alla splendida "g i r e i" con tanto tanto affetto!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un amore nato dal dolore



 
 
“COSA!?” urlò Bokuto dopo aver ricevuto una notizia più che brutta, orrenda.
“Ebbene si, mi dispiace per te ragazzo, ma per una settimana non dovrai aderire alle attività del club” annunciò il dottore guardando le analisi, mentre Bokuto con le lacrime agli occhi si girava alla sua sinistra.
“Akaashiiii!!!” piagnucolò.
“Mi dispiace Bokuto, ma non posso farci niente, dobbiamo ascoltare il dottore e avere pazienza” disse Akaashi cercando di fargli capire che non poteva aiutarlo questa volta.
“Ma Akaashi i-“ cercò di insistere lui, ma il setter non lo lasciò neanche finire.
“Così impari a fare schiacciate strane viste nei tornei mondiali!” frase che fece calmare o per meglio dire pietrificare il povero Bokuto.
Presto il suo peggiore incubo sarebbe iniziato.
 
“Ehm Akaashi, cos’è successo?” domandò Konoha vedendo il loro capitano appollaiato in un angolo della palestra a rotolare tra le mani una palla MIKASA, in un’aura di completa disperazione.
“Questa mattina Bokuto era venuto per fare un allenamento come ogni giorno, ma oggi voleva farne uno particolare: voleva copiare un attacco visto in un torneo mondiale professionistico e facendo ciò si è slogato il braccio, strappando i muscoli, quindi adesso non  può giocare per una settimana” sospirò alla fine Akaashi.
“Capisco… veramente no! Ci diceva sempre di non fare cose avventate e adesso guardalo! Ahhh però è veramente uno strazio vederlo così, demolisce l’entusiasmo della squadra, lo dobbiamo cacciare fuori di qui!”
“Mhh sono d’accordo “ diede man forte Akaashi annuendo.
“CHE CRUDELI CHE SIETE!VI DEFINITE PURE MIEI COMPAGNI DI BATTAGLIA!” urlò ad un tratto Bokuto dopo aver sentito cosa avevano detto i suoi amici.
“Battaglie?” ci accigliò Konoha.
“Bokuto se non puoi giocare perché sei venuto in palestra? Ti sentirai peggio così” fece notare il setter.
“Be… segreto!” si imbronciò di nuovo il gufo.
“Cosa facciamo Akaashi?” domandò stufato Komi.
“Ho un idea!” annunciò Konoha.
“Sarebbe?”
“Diamo a Bokuto qualcosa da fare, gli piace stare in movimento? Allora facciamogli fare qualche sport che non ha bisogno di muore le braccia!” disse tutto orgoglioso Konoha.
“Ottima idea!” spalleggiò Komi.
“Non so se sia una buona idea, ma provare non costa nulla” acconsentì Akaashi.
 
“Da cosa iniziamo?” domandò Akaashi dopo esser uscito con gli altri dalla palestra.
“Dal calcio!” ghignò Konoha, arrivando poi al campo ed estraendo una palla presa chissà dove.
“Vai capitano! Rincorri la palla!” urlò infine, lanciando la palla verso l’erba.
“Perché dovrei rincorrerla? Ah aspetta! Ho capito ti è caduta! La prendo subito!” così dicendo Bokuto andò verso la balla, ma per sbaglio la calciò lontano da se, così riprovò a riprenderla, ma ciò che accadde dopo era qualcosa di assolutamente assurdo.
“Maledetta non si vuole far prendere! Akaashi aiuto! Questa palla mi odia! Perché!? Torna qui!” disse disperato Bokuto, rincorrendo una palla che senza saperlo più la calciava e più quella si allontanava da lui e lui stesso non stava capendo il perché.
“Ragazzi… non l’avrete mica fatto apposta?” sospirò Akaashi vedendo quella scena per lui patetica, a differenza degli altri compagni che ridevano filmando il tutto.
“Ahahahah ma cosa dici! Certo che no! Mica sapevamo che lui non sa come giocare a questo gioco ahahah” risero come pazzi Konoha e Komi evidentemente consapevoli invece.
“Ok basta, cambiamo sport. Sa correre ben… forse pure troppo, quindi propongo di fargli fare una corsa campestre” propose Akaashi non sopportando quello spettacolo.
“Ok!” risposero in coro i due compagni.
 
Nel campo da corsa.
“Allora Bokuto è semplice, devi solo correre lungo il percorso, sei in grado?” spiegò Akaashi.
“Ma certo! Per chi mi hai preso! Io sono il più veloce! Sta a vedere!” così l’asso partì subito.
“Secondo me andrà male” disse ansioso Akaashi.
“Mh? Perch? Infondo ò una corsa, l’abbiamo sempre fatta” disse come niente fosse Komi.
“Lo so, ma ho un brutto presentimento…” disse guardando Bokuto che dopo essergli passato davanti per la seconda volta l’aveva salutato.
Ma proprio mentre salutava Bokuto non vedendo appunto davanti a se, gli arrivò in faccia un gufo che incastratosi con i suoi capelli che lo fece  muovere  in modo frenetico nel tentativo di levarselo di dosso, ma più si muoveva e più il gufo non lo lasciava.
“Aiut- stupido pennuto! AHAI! GRRR LEVATIII!!” urlò in continuazione Bokuto in difficolta.
I ragazzi invece rimasero a bocca aperta, non potendo crederci.
“Mi sa che avevi ragione Akaashi…” farfugliò Konoha scioccato, mai quanto Akaashi che trovava tutto ciò follo.
E dopo una bella caduta di Bokuto in cui riuscì a liberarsi dal gufo, i compagni decisero, ricordando la lotta fatta con il povero volatile, di cambiare completamente genere e far ballare Bokuto.
 
“Speriamo bene in questa, se no non  so proprio cosa fare” disse Komi facendo partire la musica negli spogliatoi.
“Tutti sanno ballare no?” passò per la testa di tutti e tre quando partì la base.
Si erano sbagliati di grosso.
Bokuto si muoveva proprio come quel gufo di prima: scoordinato, goffo e molto pericoloso.
Il bello era che si credeva anche bravo, che abominio.
I poveri compagni non poterono non pensare che quel gufo aveva avuto proprio un brutto impatto con lui.
“Hey Hey Hey Akaashi vieni a ballare con me!” disse poi Bokuto facendo rabbrividire tutti, maggiormente il setter.
“Ehm grazie per l’invito ma io passo” disse per poi scappare.
“OYA!? DOVE CREDI DI ANDAREEEE!!” urlò Bokuto lanciandosi a rincorrere l’amico.
 
Akaashi dopo un po’ si nascose dietro un albero del giardino della scuola, riprendendo fiato.
Non avrebbe mai ballato con lui, già si immaginava all’ospedale.
“A-k-a-a-s-h-iii” si sentì sussurrare in un orecchio Keiji, girandosi di colpo trovandosi d’innanzi Bokuto che sogghignava.
“Akaashi non puoi scappare al tuo destino!” continuò avvicinandosi.
“Perché io? Sono ancora giovane sai Bokuto?” disse indietreggiando Akaashi.
“Perché è colpa tua se non posso usare il braccio!” appena disse ciò si tappo la bocca con entrambe le mani.
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi accigliato Akaashi inizio:
“Non è colpa mia se ti metti a copiare una super partita professionale”
“Invece si… perché qualsiasi cosa faccia è per te…” sussurrò Bokuto distogliendo la sguardo e guardando con interesse una foglia per terra.
“Cosa?” chiese Akaashi non avendo sentito, avvicinandosi di poco.
“GUAAA L’HO FATTO PER TE! VOLEVO CHE MI TROVASSI FIGO!” disse alla fine Bokuto volgendo lo sguardo dritto sul compagno che venne colpito dal suo gesto e dal suo sguardo penetrante e acceso.
Rimasero a guardarsi per un  po’ di tempo fin quando Bokuto non sospirò e rilassò le spalle.
A quel punto Akaashi sorrise piano:
“Non so cosa si passato per la tua mente stupida, ma io già ti trovo figo Bokuto” e il compagno sentendolo alzò la testa di colpo.
“D-Davvero!?”
“Ahahah certo”
Il sorriso che riempì la faccia di Bokuto fu immenso che si preparò ad abbracciare Akaashi avvicinandoglisi, ma quest’ultimo lo bloccò.
“Perché volevi farti figo ai miei occhi?” domandò curioso il setter.
“Ecco…”
“Perché sei rimasto in palestra a sopportare tutto questo?”
“Perché volevo stare con te”
“Ti avrei detto che sarei venuto a trovarti più tardi” si corrucciò Akaashi.
“Volevo stare con te dopo aver compreso di non poter stare un minuto senza di te… dopo aver compreso che ti amo!”
Akaashi a quelle parole rimase scioccato.
Non si sarebbe mai aspettato che il suo sempai, capitano e amico avrebbe pronunciato quelle parole così forti ma così semplici sulle sue labbra, da suonare come un incubo divenuto un sogno stupendo.
Adesso lo guardava rosso in viso aspettando una sua reazione, era così ansioso e tremava visibilmente per la paura.
La stessa che aveva provato lui quella mattina quando aveva visto la luce cadere davanti ai suoi occhi, puro e sentito terrore di non poter vedere più quel sorriso che tanto odorava e lo contagiava nel sorridere, nel guardare sempre avanti con testa alta e non arrendersi mai nelle difficoltà.
“Questa mattina quando ti ho sentito gemere di dolore il mio cuore si era fermato… non riuscivo a spiegarmi il motivo, sentivo solo di venirti ad aiutare il prima possibile” incominciò a dire Akaashi ricordando quella fatidica mattina.
“Sentivo che se non venivo subito, saresti stato in recuperabile, lasciandomi solo come dici tu a combattere le battaglie, anche se alla fine non è andata male, solo una slogatura… ma il mio cuore non riusciva a fermarsi per lo spavento e la felicità di vederti splendere nonostante l’incidente.
Da un po’ tengo una sensazione strana in me, pensavo fosse stima, rispetto, ma oggi mi sono reso conto che non è così… c’era bisogno di questo atto per farmi comprendere ciò che mi era ignoto, mi dispiace molto Bokuto” finì facendo un inchino di scuse Akaashi, lasciando il compagno senza parole, non capendo dove volesse arrivare, ma sorpreso per il suo discorso.
“Akaashi stai discendo che ti piaccio?” domandò dunque.
Sentendo domandare             quella domandò in modo così serio, si rimise dritto e rosso in volto annuì.
Ci volle qualche attimo di silenzio per capire cosa stava succedendo e per assimilare quel scambiarsi di opinioni: un fiore aveva trovato il calore splendente  dei raggi del sole.
 
Bokuto poi si avvicinò di più ad Akkashi tanto da prendergli il viso tra le mani e baciarlo delicatamente, come se avesse paura di rompere un bellissimo specchio di sentimenti.
Dopo un primo momento di smarrimento di Akaashi il bacio poi divenne più profondo e caldo con sapore di lacrime non cacciate e gioia non mostrata facendo nascere un bellissimo arcobaleno in cielo.
Dopo un po’ si staccarono e si guardarono intensamente sorridendosi poi a vicenda mentre Bokuto iniziava ad accarezzare la testa del compagno.
“Devo dire che la pallavolo è davvero l’unica cosa che pensi, riesci a fare solo quella” sputò poi Akaashi.
“Dici? Forse si, ma da oggi una nuova cosa io penserò ed riuscirò a far bene!” disse sicuro di se Bokuto.
“Ovvero?”
“Amarti” detto ciò sorrise  ancora di più, lasciando poi Akaashi spostarlo e andare via senza dire niente, altrettanto fece lui seguendolo, consapevole di aver imbarazzato il suo fidanzato notando quelle bellissime orecchie rosse spuntare dai suoi capelli.
 
In tanto negli spogliatoi.
“ABBASSATE IL VOLUME RAGAZZACCI!” urlò un professore entrando dentro all’edificio, per reclamare un po’ di silenzio da quella musica infernale e altra, facendo fermare Komi e Konoha dal loro ballo scatenato e facendoli scappare dalla finestra con lo stereo ancora in funzione in mano.
“DOVE ANDATE! FERMIIII!!!”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
Angolo autrice!
Salve ragazzi!
Rieccomi qui con una storia BokuAka dedicata alla dolcissima e super “g i r e i”! <3
All’inizio non sapevo se pubblicarla, ma mi sembrava divertente abbastanza da farla sorridere e farvi sorridere, quindi perché no? Ed eccola qua dunque!
Spero ti piaccia >///<
Spero di aver rappresentato bene loro due, è la prima storia che dedico soltanto a questa coppia!
Cosa ne pensate? Fatelo sapere! ^w^
Alla prossima!!
By animedoro
  
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