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Autore: Shainareth    12/06/2016    4 recensioni
Semplice raccolta di flashfic e one-shot, senza pretese e di genere vario, incentrate soprattutto sui personaggi di B.B./Beast Boy e Corvina/Raven. Diversi cenni (e non solo) anche alla RobStar. Rating in aggiornamento.
01. Fuochi d'artificio
02. San Valentino 01
03. Pioggia
04. Tepore
05. Mostro
06. Complici
07. Pubertà
08. Incubi
09. Beghe amorose
10. San Valentino 02
11. Cambiamenti
12. Bluff
13. Body Killer
14. Prime volte
15. Waffles and Song
16. Rassicurazioni
17. Amore a prima vista
18. Verde
19. Obbligo o verità?
20. Romeo e Giulietta
21. Diritti
22. Vischio
23. Sogni
24. Predizione
25. Sbronza
26. Equivoci
27. Curriculum
28. Bacio
29. Silenzi
30. Magia
31. Gusti
32. Amuleto
33. Soli
34. Coniugi
35. Puppy eyes
36. Empatia
37. Orgoglio
38. San Valentino 03
39. Serie TV
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SBRONZA




Aprì gli occhi nel cuore della notte, come se fosse stata risvegliata di soprassalto dal suo sesto senso. Le capitava, a volte, che i suoi poteri inconsci volessero comunicarle qualcosa in questo modo, avvertendola di un pericolo prima che esso potesse manifestarsi. Altre volte, però, si svegliava senza una vera ragione apparente, come in questo caso, e ciò snervava la ragazza, che avrebbe invece voluto riposare serenamente senza doversi preoccupare d’altro.
   Attese qualche istante, fissando il soffitto buio, tuttavia nulla accadde. Si voltò allora su un fianco, pronta a chiudere di nuovo gli occhi nella speranza di potersi riappisolare, ma un improvviso, secco rumore alle sue spalle la fece sobbalzare. Trattenne a stento un’esclamazione e, col cuore che martellava in petto, scattò a sedere sul letto, volgendosi in direzione della finestra. Qualcuno o qualcosa doveva avervi battuto contro. Per svegliarla di proposito? Era un segnale? Un avvertimento? Un pericolo?
   Scendendo con fare guardingo dal letto, Raven camminò scalza fino alle pesanti tende scure e quando sentì di nuovo quello stesso rumore, le aprì di scatto, pronta a far ricorso alla magia se fosse stato necessario. Non lo fu, perché quando la visuale le fu chiara, non vide nulla di anomalo. Guardò attentamente dietro ai vetri, cercò di allertare i sensi, eppure non avvertì alcuna presenza estranea. Ciò nonostante, non era affatto convinta di essersi immaginata tutto, pertanto fu restia a fare marcia indietro per rimettersi a dormire.
   Stava ancora sbirciando fuori dalla finestra, quando qualcosa – una massa di media grandezza non meglio identificata – sbucò dal nulla e le piombò addosso, facendole erigere per riflesso una barriera magica. Inutilmente, poiché il vetro aveva fermato il presunto pericolo prima che potessero farlo i suoi poteri. Accadde tutto molto velocemente, per cui Raven si accorse solo in parte che a cozzare più volte contro la sua finestra era stato un uccello che, a quanto pareva, tentava disperatamente di entrare nella Torre.
   Quando lo vide precipitare giù, lo seguì con lo sguardo e prima ancora che potesse pensare di intervenire per salvarlo, quello riguadagnò quota, svolazzò in modo assai goffo e tornò alla carica, mancando per l’ennesima volta il bersaglio e sbattendo questa volta contro il muro che divideva la sua finestra da quella della camera di Beast Boy. Un sospetto la colse come un lampo e, spalancando il vetro, acchiappò l’animale con l’ausilio della magia prima che potesse farsi seriamente male.
   «Si può sapere che diamine ci fai in giro a quest’ora di notte?» volle sapere, quando, trascinandolo dentro, lo adagiò con cura sul proprio letto. Si accucciò accanto a lui, cercando di capire se fosse ferito per le botte ricevute o se piuttosto avesse affrontato qualche pericolo. «Torna normale e dimmi che è successo.»
   Beast Boy emise un verso strano e non fu tanto certo di aver capito cosa lei avesse detto, però mutò comunque forma, prendendo le proprie sembianze umane. Avvertì il tocco delicato di Raven sul braccio e poi sulla testa e comprese che lo stava curando per le contusioni che si era procurato contro il vetro della finestra. Steso sul letto, aprì finalmente gli occhi e tentò di mettere a fuoco la sua figura: illuminata solo dalla luce della luna e del cielo stellato, la maga appariva ancora più arcana di quanto già non fosse. Beast Boy si sorprese a trovarla bellissima.
   «Tu sei figlia della luna», le disse, fissandola negli occhi.
   La ragazza fece lo stesso e, rallentando i movimenti, rimase in silenzio per qualche istante, contemplando il viso del giovane. Quindi, domandò: «Hai bevuto?»
   «Sono stato ad una festa, sì», confermò lui con voce strascicata, facendola sbuffare e roteare gli occhi verso il soffitto. «O meglio, mi ci sono imbucato. Credo che fosse un ritrovo fra collegiali… o forse era un funerale?» Corrucciò la fronte, tentando invano di ricordare dettagli che continuavano a sfuggirgli. Nel mentre, afferrò con gentilezza una delle mani dell’amica, che s’immobilizzò all’istante. «In ogni caso c’era una gran cagnara, musica a tutto volume e… della root beer non proprio analcolica, a quanto pare…» Si alzò maldestramente a sedere e si tastò la fronte lì dove l’aveva battuta più volte contro l’edificio nel vano tentativo di tornare in camera sua senza svegliare nessuno.
   «Fammi vedere», sospirò Raven, spinta da uno spirito caritatevole che l’altro apprezzò non poco.
   Tornò difatti ad afferrarle la mano che lei aveva appena sottratto alla sua presa. «A saperlo, che avrei trovato una bambola qui, non ci sarei neanche andato, a quella festa…» La maga inorridì. Soprattutto quando lui le baciò il palmo.
   «Giù le zampe!» esclamò imbarazzata, allontanandolo da sé con forza. Lo sentì ridere e lo vide muoversi ancora, protendendosi nella sua direzione. Beast Boy aveva lo sguardo offuscato dai fumi dell’alcol, per cui sarebbe stato meglio non prendere seriamente nessuna delle sue azioni o delle parole che avrebbe pronunciato di lì a poco.
   «Rae…» iniziò lui, biascicando il suo nome come se non avesse pieno controllo della propria lingua. «Ho deciso che stanotte ti renderò felice», stabilì poi, annuendo con convinzione.
   La ragazza s’impietrì sul posto. Solo per poco, però, perché si riebbe subito e chiese, tanto per saperlo: «Facendo le valigie e andandotene dall’altra parte del pianeta? Prima che ti ci mandi io a calci nel sedere, intendo.»
   «Vuoi fare un viaggio? Sarebbe bellissimo!» affermò soddisfatto, circondandole le spalle con un braccio e facendola irrigidire più di prima. «Sarà come una luna di miele: tu, io e il nostro… uhm… amore?» domandò a se stesso, intuendo che c'era qualcosa di strambo in ciò che stava dicendo. «Ci amiamo, Rae?» Lo sguardo atterrito di lei gli fece vagamente dubitare della veridicità di quelle parole. «Siamo in crisi?» concluse da sé, senza apparente logica. L’abbracciò con trasporto e se Raven non si oppose fu soltanto perché avvertì tutto il sincero dolore della convinzione, sia pure erronea, che si era piantata nel cuore del giovane. «Non voglio! Deve esserci un modo per sistemare le cose!»
   «Un rimedio contro la sbronza non sarebbe male…» suggerì impacciatamente, portando le mani sulle spalle dell’amico nella speranza di fargli allentare la presa. «Potrebbe risolvere parecchi problemi ed evitare che io ti ammazzi prima del sorgere del sole.»
   «Potremmo vedere l’alba insieme», suggerì a quel punto Beast Boy, lasciandola andare solo per metà per fissarla negli occhi. «Non lo abbiamo mai fatto.»
   «In realtà sì, parecchie volte», lo smentì lei con voce piatta. «Ma mai romanticamente, su questo devo darti ragione.»
   «Urge rimediare», stabilì il mutaforma, protendendosi per baciarla.
   «Urge una sberla», chiarì la maga, piazzandogli una mano sul viso per tenerlo lontano da sé. «Hai l’alito che puzza come una distilleria.»
   «Sono perfettamente lucido.»
   «Sei perfettamente idiota.»
   Beast Boy rise di nuovo e Raven ne approfittò per liberarsi del tutto dalla sua presa e per afferrarlo per un braccio, sperando che lui si convincesse ad alzarsi e a tornare in camera sua. «Dove andiamo?» volle sapere il giovane, obbedendo docilmente e trascinandosi dietro di lei con passo malfermo. Prima ancora di ottenere risposta, però, un altro dubbio lo colse e subito tentò di rimediare. «Se sei arrabbiata perché sono andato alla festa per rimorchiare, puoi stare tranquilla, tesoro: ti sono stato fedelissimo.»
   «Non ne dubitavo», lo assecondò l’amica, convinta del fatto che fosse difficile che una studentessa del college – o una ragazza che aveva appena subito un lutto – potesse interessarsi ad un ragazzetto più giovane e per di più del tutto sbronzo. A meno che non fosse stata sbronza a sua volta, certo.
   Riuscì a guadagnare la porta e l’aprì, ma lui perse l’equilibrio e le crollò addosso. Raven resistette in piedi, sorreggendolo a malapena grazie all’ausilio dello stipite dietro di lei. «Non rendere le cose più difficili di quanto già non siano…» faticò a dire, cercando di rimetterlo dritto, senza troppo successo.
   «Disturbo?» s’interessò di sapere la voce di qualcuno che, nella penombra del corridoio, li colse in quell’imbarazzante situazione.
   Raven gelò sul posto, Beast Boy rise. «Cy!» esclamò contento, senza però curarsi di gravare meno sulla povera compagna. «Che sorpresa vederti qui!»
   «Potrei dire la stessa cosa», replicò l’altro, osservandoli con una certa perplessità.
   «Che diavolo ci fai qui?!» sbottò invece Raven, seccata sia per essere stata beccata in quelle condizioni, sia per la mancanza di acume di Cyborg, che non si degnava minimamente di aiutarla a scollarsi l’amico di dosso. «La tua camera è dall’altra parte della Torre!»
   «E il bagno è qui», concluse lui con fare ovvio. «Ma almeno adesso ho capito perché avete voluto condividere questo lato del corridoio. È lontano da occhi indiscreti», aggiunse poi, rimanendo del tutto impassibile.
   Gli occhi della maga si restrinsero in due fessure sinistre. «Qualcuno si farà molto male, stanotte.»
   «Oh, no, amor mio!» intervenne prontamente Beast Boy, tornando in equilibrio sui propri piedi per fissarla di nuovo negli occhi e prenderle per l’ennesima volta la mano con tenerezza. «Sarò delicato, vedrai.» Un ceffone lo fece tornare momentaneamente lucido. «Ahio!» gridò, tastandosi la parte lesa e avvertendo lacrime di dolore agli angoli degli occhi.
   «Ok, ok, che sta succedendo?» s’intromise infine Cyborg, tirando da parte l’amico per allontanarlo della ragazza. «Dio santo… Gar, sei completamente ciucco!» concluse un attimo dopo, quando gli arrivò l’odore di alcol alle narici.
   «Un succhiotto glielo avrei fatto volentieri, se non fosse che s’è messa di colpo a fare la ritrosa», si lagnò Beast Boy, serio.
   «S’è ridotto così non so dove», prese invece a spiegare Raven, intrecciando le braccia al petto e rivolgendogli un nuovo sguardo di rimprovero, «e l’ho salvato prima che potesse sfracellarsi contro le finestre della Torre, nel tentativo di rientrare.»
   «Che coglione», commentò divertito Cyborg, mentre l’altro faceva una smorfia.
   «Una vera rottura, considerando quanto è calda di solito», annuì insensatamente il mutaforma.
   «Stavo cercando di riportarlo in camera sua», concluse la ragazza, dandogli uno scappellotto.
   «No problem, ce lo porto io», la rassicurò Cyborg, caricandosi il compagno in spalla e avviandosi verso la stanza attigua. «Torna pure a dormire.»
   «Lo farò solo se mi assicuri che lo legherai al letto», impose Raven, seguendoli con lo sguardo, le mani sulle anche. «Perché, ti avverto, semmai un giorno dovessi cedere al lato oscuro sepolto dentro di me, sarà unicamente per colpa sua.»
   Cyborg strinse le labbra con aria preoccupata. «E allora, più che legarlo, mi sa che dovrò sopprimerlo, povera bestia.»
   «Te l’ho mai detto che sei una bella signorina?» biascicò Beast Boy, dandogli una pacca sulla schiena robusta, la sola parte di lui che riuscisse a vedere dall’angolazione in cui si trovava.
   «Sopprimerlo brutalmente», precisò l’altro fra i denti, appuntandoselo per bene in testa.












Prima o poi scriverò qualcosa di romantico, sul serio. Per lo meno, ci proverò, anche se con certi personaggi non è tanto semplice... mi invitano a nozze con le idiozie e non riesco a dire di no.
Ma lo sapete che alla DC Comics è in corso un gran cambiamento e molte testate verranno azzerate? Compreso quella dei Teen Titans, si intende, che negli ultimi anni (mi pare dal 2010) aveva visto stravolte un bel po' di cose (come un po' tutte le altre testate), compreso le origini di alcuni personaggi. È stato per questo che, dopo aver visto trionfare l'amore fra Garfield e Raven nella continuity classica, all'improvviso ci siamo ritrovati con un reboot del tutto inaspettato e, tra le altre cose, con un Beast Boy che fa coppia con Terra.
In realtà le cose sono un po' più complicate, ma se avrete la pazienza di leggere questo articolo (che linko per chi, come me, si affaccia solo ora al mondo dei comics), potrete capirne qualcosina di più: http://www.badcomics.it/2016/05/dc-universe-rebirth-1-recensione/112518/
Per quel che mi riguarda, non vedo l'ora che questo Rebirth arrivi anche in Italia, ché senz'altro non me lo farò scappare. Senza contare che sto cercando di recuperare il recuperabile dei vecchissimi comics. Almeno quelli degli esordi.
Detto ciò, mi eclisso fino a che tempo e ispirazione non andranno di nuovo a braccetto. Intanto, ringrazio come sempre tutti gli irriducibili lettori di questa raccolta e mando un bacio a chiunque recensisca e/o aggiunga la presente fra le storie preferite/ricordate/seguite.
Buona domenica! ♥
Shainareth





  
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