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Autore: Hoshi Chan    12/06/2016    4 recensioni
Una ragazza, cresciuta con sua nonna tra storie e leggende. Un estate nella residenza estiva si trova a conoscere uno strano ragazzo mascherato taciturno. Ella scoprirà che il misterioso ragazzo fa parte di uno dei racconti della sua cara nonna e che non è solo fantasia.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rains with the Sun.

 
«Si stanno sposanso le volpi!»
Era una frase che ripetevo ogni qualvolta ci fosse una determinata condizione atmosferica: Pioveva con il sole. Non importava se fossi sola, in compagnia di amici o sconosciuti, la dicevo sempre, con gli occhi puntati in cielo, sempre meravigliata da questo fenomeno.
Tutto era iniziato durante gli ultimi anni delle elementari, ogni pomeriggio dopo aver concluso i compiti a casa di nonna, durante l'ora di merenda lei era solita raccontarmi una storia, che variava dalle leggende sentite durante i suoi numerosi viaggi, alle fiabe o favole, fino ai racconti di quello che faceva da giovane con un infinità di foto presi dagli album posti nell'armadio in legno in salone. Una volta ricordo che si mise a piovere nonostante la stanza fosse chiaramente illuminata dalla luce del sole, la cosa mi stupii talmente tanto da correre davanti all'enorme finestra che portava nel balcone pieno di piante di tutti i tipi, con gli occhi nocciola puntati al cielo a guardare le goccioline che si scontravano silenziosamente nel vetro, illuminate dai raggi solari creando tante piccole gemme luminose. La nonna che da poco aveva portato la merenda, mi si avvicino accarezzandomi il capo con la sua solita dolcezza e mi raccontò una leggenda che le narrarono uno dei suoi soliti viaggi in un posto che definiva magico magico: il Giappone. 
Questa leggenda giapponese diceva che:"Ogni volta che due volpi celebrano la loro eterna unione,  inizia a piovere nonostante il cielo sia ancora in alto nel cielo così che anche il cielo li possa benedire", mi spiegò in poche parole che ogni qualvolta piove mentre c'è ancora il sole, da qualche parte del mondo due volpi stanno celebrando il loro matrimonio, e non si lasceranno mai più essendo molto fedeli l'un l'altro, il tutto lontano dagli occhi degli uomini.
E da quel giorno in poi non feci altro che dirla. Fu così anche questa volta, ero nella residenza estiva dei miei genitori, erano passati ormai cinque anni senza mai dimenticarmi delle giornate trascorse a casa di mia nonna, vedendo la giornata splendida decisi di uscire con Bessie, un pastore maremmano molto vivace. Correndo e giocando arrivai senza accorgermene ai piedi di un bosco non molto lontano dalla villetta. Solo in quel momento notai che si era messo a piovere, allargai le braccia leggermente mentre guardai sopra di me, sorpresa, il vestito e i capelli si bagnarono leggermente prima di ripararmi con il mio cane sotto un abete, poco importava per i capelli leggermente umidi, erano corti non ci avrebbero messo molto ad asciugarsi, così estasiata da quella visione indicai il paesaggio dinnanzi a me, meravigliata, e urlai la fatidica frase, seguito da un "wof" di Bessie che aveva preso a scodinzolare allegra. Solo dopo, notai che non molto lontano da me, c'era una figura umana che si stava riparando dalla pioggia sotto un albero non molto lontano da me, sembrava una persona normale tranne che per una particolarità: si presentava come una persona abbastanza alta, dalla pelle chiara, quasi candida, spalle leggermente larghe, capelli castani, lisci, lunghi fino alle spalle e portati tutti all'indietro, in ordine, indossava abiti eleganti come se stesse andando ad un matrimonio, l'unica stranezza era la maschera da volpe che indossava, non mi sembrava che stessero organizzando feste in maschera nei paraggi. Lì per lì non ci feci caso ma poi mi sembrò come se stesse aspettando qualcuno, magari qualcuno che lo venisse a prendere per portarlo alla festa, ma era un posto al quanto curioso per un incontro. Inizialmente ero al quanto titubante nell'avvicinarmi ma poi feci un bel respiro e lo feci.
«Emh... ti sei perso per caso? »
Chiesi con cordialità e un pizzico di curiosità, aveva qualcosa che mi ricordava qualcosa, ma non mi veniva in mente in quel momento e così lasciai correre. Quello strano uomo mascherato abbassò il volto verso di me, e io cercai di aguzzare la vista per scorgere i suoi occhi, ma la maschera non lasciava intravedere nulla e mi arresi subito dopo, come se non bastasse non ricevetti nemmeno risposta e riprese a guardare fuori silenziosamente.
Ci rimasi un po' male, e in quel momento una leggera brezza rinfrescò l'ambiente, muovendo dolcemente i rami dell'albero creando un suono piacevole all'udito, uccelli in volo sembravano giocare tra le gocce luminose e le farfalle volavano tra un fiore all'alto, niente di quel paesaggio ,nessun particolare mi sfuggì alla vista.
Decisi di non arrendermi con lo straniero e provai con un'altra domanda, potevo creargli fastidio o meno, ma finché non mi dava segno di ciò avrei tentato.
« Come ti chiami? Io sono Iris »
Mi presentai sorridendo allegramente e incrociando le braccia dietro la schiena. Sta volta non si girò neppure, mi sembrava proprio un cane che aspettava il padrone vigile e fedele. Tentai un ultima volta di chiedergli una domanda, poi sarei andata via.

« Come mai non vuoi rispondermi signore? »
Aspettai un po', ma il mio volto mutò in tristezza, non rispose nemmeno a quella domanda, eppure non mi sembrava di essere stata così invasiva, con un sospiro mi girai dall'altro lato pronta ad andarmene quando egli rispose:
« Mi chiamo Soul»
Mi girai di scatto sorpresa del fatto che la voce che ne uscii era quello di un giovane che poteva avere si e no una ventina di anni, ma non riuscivo a capire bene per colpa della maschera che gli copriva la bocca. Il mio volto sorpreso tramutò in un sorriso e mi avvicinai velocemente al ragazzo. Ora volevo proprio conoscerlo.
« Stai andando da qualche parte? »
Chiesi ormai giunta proprio accanto a lui, ora il cagnolino sembravo proprio io, Bessie sembrò seguire il mio esempio iniziando a correre intorno a me e al ragazzo. Dopo una pausa che sembrava eterna rispose.
« Ad un matrimonio. »
Un matrimonio al quanto strano se si sposano mascherati, fu questo il mio primo pensiero subito dopo iniziai a sentire un senso di nostalgia, mi venne in mente mia nonna e anche la leggenda giapponese che mi raccontò.
« Al quanto curioso, sapevo di una leggenda che mia nonna mi raccontava quando ero piccola. In questo momento delle volpi si stanno sposando da qualche parte nel mondo. »
Il ragazzo sembrò tirare un sospiro quasi rassegnato mentre mugolò qualcosa che alle mie orecchie suonò come un "Già" soffocato, sembrava al quanto malinconico e vigile, come Bessie quando aspetta che torni dal liceo. 
« Chi stai aspettando? »
Mi sembrava di essere entrata nella fascia di domande da non fare. Infatti non rispose, mi morsi leggermente il labbro, era calato il silenzio, uno di quei silenzi imbarazzanti e freddi che fu interrotto dall'abbagliare del pastore maremmano che sembrò udire qualcosa da lontano, qualcosa di familiare dato il suo frenetico movimento della coda, sentii a quel punto una voce femminile, mia madre mi stava chiamando per dire che si era fatto tardi e dovevo tornare a casa.
« Da quanto sei qui? »
Fu silenzioso come all'inizio, e capii molto bene che Soul fosse qui da prima che arrivassi a giocare, sentii che la persona che tanto rigorosamente aspettava non sarebbe arrivata ma anche se glielo avessi detto non avrebbe detto né fatto niente, sarebbe rimasto lì, immobile nell'aspettare. A quel punto io non potetti più fare nulla.
« Io devo andare. Bye bye Soul »
E insieme all'enorme palla di pelo che correva ancora piena di energie tornai al mio residence.

***

Ora di cena era passata da un pezzo, ma la mia mente era vuota, non faceva che guardare fuori dal balcone della mia camera buia verso il bosco che sembrava più oscuro del solito, c'era solo la tenue luce lunare che illuminava tutto e delle stelle che, dopo la leggera pioggia di questo pomeriggio, sembravano brillare molto più del solito, in una insolita luce bianca e pura.
"Chissà se è ancora lì ad aspettare... Che ci fa se do un occhiata, se non c'è torno subito a casa, nessuno si accorgerà di nulla e io avrò la coscienza pulita. Iris non stai facendo nulla di male"
I miei genitori erano davanti all'enorme TV al plasma intenti nel guardarsi uno di quei film di avventura che tanto gli piacevano, io sgattaiolai fuori portandomi dietro quello che era rimasto dalla cena, in caso lo avrei visto e non si fosse mosso. Passo dopo passo mi avvicinavo ai piedi del bosco che sembrava tetro, si sentiva solo qualche gufo o qualche topo di montagna che rendeva tutto molto più pauroso, cercai di prendere coraggio e continuare ad avvicinarmi, con gli occhi puntati verso all'abete dove dovrebbe trovarsi il ragazzo, sperando fino all'ultimo che si fosse rassegnato e se ne fosse andato, per il suo bene. Ma a mio malincuore era ancora lì, seduto, vigile. Mi avvicinai prima con decisione, poi sempre più timidamente fino a fermarmi a pochi metri da lui, insicura come non mai e pronta a scappare sicura che non mi aveva ancora notata.
Egli si tolse per un attimo la maschera stropicciandosi gli occhi ormai consumati dalla stanchezza quasi contenta che sotto la maschera che gli copre interamente il volto ci fosse effettivamente un volto.
"Le volpi sono proprio esseri fedeli, è rimasto qui fino a tutto questo tempo"
Non so dove uscii quel pensiero, ma poi capii tutto e lo trovai così triste. Mi avvicinai velocemente porgendogli la cena: fette di pollo, ormai fredde, sperando che comunque le avesse mangiate, rossa in volto per via di quello che stavo facendo, mai avevo fatto qualcosa di così imbarazzante. Poco dopo ripresi il coraggio mancante e aprii bocca.
« Sei proprio una persona fedele, ma non so se la donna che amavi verrà mai...»
Gli feci capire che aveva capito che il matrimonio era proprio il suo, lui che prima di avvicinarmi si rimise la maschera, si girò verso di me e non rispose, per colpa di quella maledetta maschera non potevo vedere cosa provasse ma io dovevo aiutarlo e volevo provarci in tutti i modi.
« Stare qui non la riporterà qui, non la vedrai mai spuntare da lì Soul, lo dico per te! Davvero!»
Il ragazzo non rispose di nuovo ma notai che tremò leggermente,  presa dalla preoccupazione gli tolsi la maschera senza nemmeno chiedergli il permesso, notando il suo volto perfetto, occhi sottili di un grigio ghiaccio, il naso che ricordava quello dei volti delle sculture greche, perfetto, due labbra sottili, serrati per via del pianto silenzioso, le lacrime mi ricordarono tanto le gocce di pioggia luminose di questo pomeriggio, lo aveva capito molto bene che la sua lei non sarebbe venuta, fu come di impulso che lo strinsi a me più forte che potevo.
« Mi spiace che se ne sia andata, mi spiace che soffri, vedrai che andrà tutto bene. In fondo sei una volpe così fedele... »
Il ragazzo preso dallo sconforto mi strinse affondando nella mia spalla e sui sottili capelli, lisci quasi cercando disperatamente calore, mi accorsi che era freddo, ma con il mio contatto si riscaldò, come il mio cuore, ed era così strano avendolo conosciuto solo quel pomeriggio, non avevamo nemmeno parlato tanto, ma quei pochi momenti furono unici. Avrei voluto conoscerlo, diventare sua amica, vederlo sempre, ogni giorno e riscaldarlo come stavo facendo ora.
« Ora va, torna a casa, non stare più qui e vivi una nuova vita! »
Sapevo che quello era un addio, non doveva essere doloroso per via del tempo molto limitato in cui ci siamo conosciuti ma era veramente straziante allontanarmi da lui, mi aveva incuriosito così tanto fin dal primo sguardo e non vederlo più era quasi come una punizione.
« Grazie Iris... »
Mi strinse ancora un po' e mi scostò leggermente i capelli che mi cadevano in viso per darmi un bacio in fronte, era di una dolcezza unica che mi tolse il fiato, sembrava tutto un sogno, uno splendido sogno. Il leggero bacio sembrava eterno come i suoi silenzi o così volevo disperatamente che fosse, il distacco mi procurò gelo che mi fece rabbrividire nonostante la calda notte, ci guardammo negli occhi con dolcezza notando i suoi che erano talmente belli, presa dalla distrazione mi mise per scherzo la sua maschera in volto, odorava come di Calicanto un fiore dal profumo mielato, quando la tolsi lui era già sparito e sapevo che non l'avrei più rivisto, rimasi sola con la maschera, stringendola tra le mani tremanti, sorridendo dolcemente mentre una calda lacrima scese fino a cascare sulla maschera.
« Grazie Soul »


SAAAALVE!!! La storia è conclusa, scusate gli errori e tutto quanto ahaha spero vi sia piaciuta è stata pensata per un unico capitolo quindi non so se la continuerò, abbiate pietà con me (non molta però eh!) è la prima storia che scrivo e concludo e non so quante altre ne farò (spero tante) spero che qualcuno mi dica cosa debba migliorare o aggiustare, ditemi se l'idea vi sia piaciuta o meno! Bye!
  
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