Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: coriandolo    12/06/2016    7 recensioni
Brittany: sogna di diventare ballerina, e di entrare nella Julliard. Ma la sua condizione particolare le creerà qualche problema. In più è irrimediabilmente cotta della sua cantante preferita.
Santana: leader di una band emergente, ribelle e aggressiva. Non sa cosa è l'amore e non vuole saperlo.
Queste due ragazze si cambieranno la vita a vicenda senza saperlo, attraversando dolori e gioie, iniziando un viaggio che non avrà mai fine.
(Brittana con accenni Faberry)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

POV Brittany





-Wow.

-Già.

-Ricordami di farti ingelosire più spesso se i risultati sono questi. - mi risponde con il respiro ancora affaticato.

-Tu prova a fare un altro commento su quanto ti faresti un giro con Jennifer Aniston e non mi toccherai mai più. - le rispondo.

-Andiamo Britt, scherzavo! - esclama avvolgendo la braccia attorno al mio corpo e lasciandomi un bacio sulla spalla – Lo sai che non voglio nessun altra a parte te… - sussurra lasciandomi una serie di baci lungo il collo.

-Promettilo. Promettimi che non mi lascerai mai e che mi amerai per sempre. - lo so che la sto supplicando, ma è più forte di me. Ho bisogno di rassicurazioni continue.

La paura di svegliarmi e scoprire che è stato tutto un sogno è sempre lì in agguato.

-Non c'è neanche bisogno di chiederlo. Non credo di sapere come si fa a smettere di amarti. - mi risponde lasciandomi un bacio sulla punta del naso – E poi dopo aver scoperto che dea del sesso sei non credo di poterti lasciare. - ride.

-Saaaannn… - brontolo nascondendo la faccia sotto le lenzuola mentre le guance mi vanno a fuoco.

-Cosa? - chiede ridendo – E' la verità! Anzi, inizio a pensare che la 'Brittany pudica' fosse solo una facciata…

-E smettilaaaa…

-Aww… Sembri un piccolo pulcino morbidoso quando ti avvolgi nelle coperte così!

-Secondo me assomiglio più ad un burrito… - brontolo.

-Ancora meglio! Io adoro i burritos, ed un burrito al sapore di Brittany è il top!

-Ma quanto sei idiota? - rido.

-E' colpa tua, mi stai rovinando la reputazione da stronza Pierce.

-Ma cosa dici? Tu sei sempre stata un grande orsacchiotto da stritolare e coccolare, solo che non vuoi ammetterlo. - dico abbracciandola stretta.

-Mmh… Questa è una delle cose che non mi stancherò ma di fare nella vita. - sospira dopo un po'.

-Cosa?

-Stare sdraiata con te, senza dovermi preoccupare di altro.

-Aww SannyBear! Anche a me piace!- esclamo sapendo quanto non le piaccia essere chiamata così.

-Briiitt! Avevamo detto che non mi avresti più chiamato così! - piagnucola.

-Lo so lo so. - rido – Volevo solo metterti un po' in imbarazzo.

-Perfida.

-Sei tu che mi stai contagiando. - dico lasciandole un bacio sulla guancia prima di accoccolarmi nuovamente sulla sua spalla.

Restiamo così, in silenzio, beandoci entrambe della tranquillità che regna nella stanza.

Fino a quando, non sento il bisogno impellente di farle una domanda che mi sta assillando da un po'.

-San?

-Mh?

-Perché non parli mai di tuo padre?

Improvvisamente il lento andare su e giù della sua mano sulla mia spalla cessa.

E ormai, conoscendola, posso dire che la domanda l'ha colta di sorpresa.

-E' okay… Se non vuoi parlarmene va bene… - dico rassicurandola.

-Tu non sai nulla vero?

-Di cosa?

-I tuoi non hanno mai accennato alla storia che tutti conoscono a Lima?

-N-non… Non hanno mai detto nulla.

-Ah.- afferma con tono sorpreso – Be', se vuoi posso raccontartela.

-Non devi farlo. Se ti mette a disagio non voglio sentirla allora.

-No Britt… Prima o poi dovrai saperlo…

Passa qualche attimo di silenzio, la sua mano ricomincia il suo lento su e giù lungo il mio braccio e poi, dopo un profondo respiro, ha inizio il racconto.

- Hai mai sentito parlare dei 'Love till death'?

-Quel gruppo che esordì verso la fine degli anni Ottanta?

-Esattamente. Il leader del gruppo era Antonio Lopez. Mio padre.

-Oh.

-Anche lui e il suo gruppo, come me e i ragazzi, avevano iniziato a suonare nei piccoli locali di di Lima e dintorni… Erano bravi, davvero. Non passò neanche un anno da quando iniziarono ad esibirsi che subito vennero notati da un produttore di una casa discografica appena fondata. Le cose andavano bene, riscossero subito molto successo. Fu proprio durante uno dei loro concerti che conobbe mia madre… La fece salire sul palco per cantare una canzone con loro…

-Aww che cosa tenera!

-Sì… Comunque… Si sono sposati un anno dopo e quello successivo sono nata io…

-Non hanno perso tempo eh?

-Già.

-Com'era tuo padre? - chiedo curiosa sistemandomi meglio tra le sue braccia.

-Mio padre era… Umh… Mio padre era un uomo totalmente innamorato del suo lavoro e della sua famiglia. - afferma – Pensa che la mia prima chitarra me l'ha regalata lui quando avevo tre anni.

-E sapevi suonarla?

-Be' no. A tre anni a malapena sapevo cos'era una chitarra! - ride – Però ricordo che ogni pomeriggio, ci sedevamo sul portico di casa e lui mi insegnava ogni giorno un accordo diverso… Così poi durante le feste potevamo tenere un concerto in salotto per mia madre e mia nonna.

-Immagino che bei concerti siano stati!

-Oh sì! Alla fine come regalo mia nonna mi permetteva di mangiare un biscotto.

-Cosa? Solo uno? - chiedo stupita.

-Sì. Avevo una specie di dipendenza dai suoi biscotti. E ogni volta che mi beccava mentre prendevo il barattolo mi dava uno schiaffetto sul sedere dicendomi 'Non vorrai mica diventare una pallina di burro, Santanita!'

-Che infanzia triste dev'essere stata la tua.

-Ehi! La mia infanzia è stata normalissima! - mi risponde fintamente offesa – Solo con qualche biscotto in meno…

-Ripeto. Che infanzia triste dev'essere stata. - rido lasciandole un bacio sulla guancia.

-Sìsìsì. Posso andare avanti con la storia ora?

-Oh sì, scusa.

-Dunque… Dicevo… Siamo stati una famiglia normale. Tranne per il fatto che viaggiavamo spesso seguendo mio padre in giro per il paese durante i suoi concerti. Poi… Quando avevo all'incirca otto anni le cose hanno iniziato ad andar male. - sospira – L'ultimo album del gruppo non aveva riscosso tanto successo e mio padre iniziò ad uscire spesso la sera e tornare a casa ubriaco… Mia madre mi diceva che era solo un momento passeggero, che tutto sarebbe tornato come prima… Ma non fu così.

-San non c'è bisogno che continui… - provo a fermarla non appena percepisco la sua difficoltà nel parlarne.

-No. No ho bisogno di parlarne, Britt.

Annuisco contro il suo petto accarezzandole il fianco sperando, almeno in parte, di aiutarla.

-Le cose peggiorarono sempre di più. Anche il successivo album fu un fallimento. Mio padre divenne irriconoscibile. Trascorreva le sue giornate al bar a bere e quando tornava a casa era sempre silenzioso, assente. Non si riprese neanche quando seppe che mia madre era incinta. L'ultimo ricordo che ho di lui prima che… Mi ha accarezzato una guancia e poi è uscito. Il giorno dopo l'hanno trovato morto in un vicolo non lontano dal bar che frequentava. E' morto per overdose.

-Io… Io non… Mi dispiace tanto Santana. - è una frase fatta, ma è l'unica cosa che posso dire in questo istante.

-Quando la polizia è venuta a casa a darci la notizia sono corsa a chiudermi in camera. Piangevo e fissavo la sua chitarra con rabbia. Non riuscivo a credere che se ne fosse andato… Così! Senza una parola! Continuavo a chiedermi perché l'avesse fatto, perché aveva lasciato me, la mamma e il bambino che doveva ancora nascere…

La sua voce trema leggermente e quando le poggio una mano sulla guancia, la trovo umida delle sue lacrime.

-Da quel giorno in poi la mia abuela si è presa cura di noi. Non l'ho mai odiato sul serio, mio padre… Però ho odiato il suo non saper mettere da parte un sogno ormai svanito e darsi da fare per la sua famiglia. Mi ci è voluto un po' per riprendere in mano una chitarra, ma quando l'ho fatto ho sentito che è questo quello per cui sono nata. Fara musica, divertire ed emozionare la gente.

Continuo ad ascoltarla in silenzio, senza interromperla, felice che abbia scelto me per aprirsi.

-Però… Ho sempre avuto e continuo ad avere questa… Paura. Ho paura di diventare come mio padre nei suoi ultimi anni di vita… Ho paura di non saper reggere il peso dell'insuccesso e di trovare rifugio in qualcosa che potrebbe uccidermi…

-Santana…

-Ma sei arrivata tu Brittany. E questa paura diminuisce ogni giorno sempre di più. Perché tu… Dios, questa è la cosa più scontata che possa dirti… Ma tu mi rendi una persona migliore, Britt. Sul serio. E se in futuro questa mia carriera dovesse incontrare un punto d'arresto, mi rimboccherò le maniche e andrò avanti. Non lascerò che possa influenzare me e la nostra relazione. Perché ti amo. E voglio lavorare sodo per meritare ogni giorno il tuo amore.

-Tu lo sai che sei una delle persone più dolci che io abbia mai conosciuto, vero? - sorrido lasciandole un bacio sul petto, all'altezza del cuore.

-Sì, ma non dirlo troppo in giro! - ride lasciandomi un bacio sulla testa.



Non so quanto tempo sia passato, so solo che ad un certo punto devo essermi addormentata perché un suono insistente mi costringe a svegliarmi.

E' il cellulare di Santana.

-Saaaan… Spegnilooo… - brontolo stringendomi di più a lei.

Nulla.

Il silenzio assoluto da parte sua.

-San! - riprovo pizzicandola leggermente sul fianco.

-AHI! - esclama con voce roca sobbalzando leggermente sul letto – Britt perché l'hai fatto?

-Spegni il cellulare, non riesco a dormire così.

-Oh già il cellul- OH MIO DIO! E' TARDISSIMO!

-Santana ma che…?

-Non posso perdere tempo Britt! Sarò di ritorno tra un paio d'ore!- è tutto quello che mi dice prima di sparire.

E io rimango qui. Seduta sul letto. In preda alla confusione più totale.











POV Santana





'Io continuo a pensare che questa sia una pessima idea.' Oh taci tu! E' un'idea geniale e poi ho bisogno di sapere. 'Sì, ma avresti comunque dovuto parlarne con Brittany. Questa cosa riguarda lei in prima persona.' Gliene parlerò… Quando avrò delle risposte soddisfacenti. Non voglio illuderla inutilmente. 'Certe volte far parte della tua stessa testa è veramente difficile.' Allora puoi anche andartene in pensione, cara. 'Tsè. Ti piacerebbe!'


-Lopez. Santana Lopez.

-Sono io. - rispondo alzandomi.

-Il dottor Miller la sta aspettando. - mi risponde sorridendo la segretaria e indicandomi l'ufficio del medico.

Ringrazio con un sorriso prima di entrare e chiudere la porta.

-Buongiorno…

-Oh signorina Lopez che piacere vederla! - mi sorride porgendomi la mano un uomo sulla cinquantina dai capelli brizzolati e occhi verdi – Sa mia figlia è una sua grande fan! Le dispiacerebbe farle un autografo quando finiamo?

-Certo, nessun problema. - annuisco stringendogli la mano e prendendo posto sulla sedia davanti alla sua scrivania – Mi scusi per il ritardo...

-Non si preoccupi. Allora, cosa la porta nel mio studio?

-Dunque, so che lei è uno dei medici migliori in tutta l'America per quanto riguarda la vista…

-Sì. È corretto. Ha riscontrato qualche problema?

-No. No io non ho nessun problema. – scuoto immediatamente la testa – Ma c'è una persona a me cara…

-Si riferisce alla sua ragazza?

-Uh… Mi scusi ma come fa a saperlo? - chiedo confusa.

-Ho visto una vostra foto su un giornale, eravate in un locale notturno e la sua ragazza indossava degli occhiali particolari… Chiunque può scambiarli per occhiali da sole, ma non io. - mi spiega subito.

-Oh.

-Allora, qual è il problema?

-Io non lo so di preciso. Non mi ha ancora raccontato cosa le è successo. Tutto quello che so è che all'età di cinque anni ha perso la vista. - sospiro.

-Mi dispiace signorin-

-Santana. Mi chiami Santana.

-Santana non posso aiutarti se non so di preciso con cosa ho a che fare. - mi dice con tono serio.

-Lo so, lo so… - annuisco giocando nervosamente con una anello che ho alla mano destra – Volevo solo sapere se c'è una possibilità di recuperare la vista. E' tutto quello che voglio sapere oggi.

-Mmh… Bè, senza ombra di dubbio la scienza ha fatto passi da gigante in campo ottico. - afferma poggiando i gomiti sulla scrivania e intrecciando le mani – Come sempre, dipende dal caso che si prende in considerazione. Ci sono casi in cui il recupero avviene al 100%, se il danno subito dal paziente non è stato grave e la situazione è rimasta stabile e monitorata regolarmente. E ci sono casi in cui il recupero non avviene, ma ovviamente stiamo parlando di casi particolarmente gravi. - spiega con semplici parole – Ma come ho già detto, se non visito la paziente e ho a disposizione tutta la sua documentazione medica non posso aiutarla. Senza considerare poi il lato economico della cosa. Le terapie sono abbastanza costose e-

-I soldi non sono assolutamente un problema. - affermo – Ho intenzione di recuperare tutta la documentazione richiesta il prima possibile e poi di fissare una visita di controllo. Quando potrebbe eventualmente riceverci?

-Mi faccia dare un occhiata… - mi risponde sfogliando un'agenda – Uhm… Dunque, il 3 marzo le va bene?

-Tra due settimane? Sì, sì va benissimo.

-Perfetto. - annuisce segnando il tutto – Allora ci rivediamo tra due settimane.

-Certo. - annuisco – Ora se ha un foglio a disposizione per l'autografo di sua figlia…

-Oh sì!







-Ehi Britt-Britt! Sono tornata! - la chiamo non appena apro la porta.

-Sono in salotto!



'Ora sono proprio curiosa di vedere come te la cavi.' Sta' zitta due secondi! 'Chissà come reagirà quando le dirai di aver già fissato l'appuntamento dal medico!' Okay. Basta. Ti blocco totalmente ora. 'Cara non puoi ignorarmi…' Oh sì che posso. E inizierò ora. 'No!' La,la,la non ti sentooo!



-Ehi… - sorrido prendendo posto sul divano e lasciandole un bacio sulla guancia.

-Mi sei mancata… - mormora lei poggiando la testa sulla mia spalla.

-Ma se sono stata fuori non più di due ore! - rido stringendola a me.

-Troppo tempo. - brontola – Piuttosto, dove sei stata? Non che voglia invadere la tua privacy, ma sei scattata fuori dal letto come un fulmine prima…

-Oh… Quello… - rido nervosamente – Avevo un appuntamento ed ero in un ritardo pazzesco…

-Appuntamento? Devo mica preoccuparmi? - mi chiede con un pizzico di gelosia.

-Ma no!

-E allora puoi dirmi dove sei stata?

-Io… Umh…

-Santana?

-Ero da un medico. - sospiro.

-Da un medico? Cos'è successo? Non stai bene?

-No, no. - la fermo subito – Ero… Ero lì per te… - mormoro debolmente.

-Per me?- mi chiede confusa – Ma io sto benis- Oh. - realizza.

-Mi dispiace Britt, ho agito d'impulso e solo ora mi rendo conto che avrei dovuto parlartene prima.

-Sì. Sì avresti dovuto.

-Sei arrabbiata con me vero?

-No. - scuote la testa allontanandosi da me – Non sono arrabbiata. Però… Perché? Dimmi solo il perché.

-Perché io so quanto questa situazione ti faccia soffrire… - rispondo prendendole una mano – E se c'è anche una singola possibilità che tu possa riacquistare la vista, allora voglio fare di tutto per aiutarti. Però è okay se non vuoi… Insomma… Non mi hai ancora raccontato cosa è successo, quindi...

Annuisce alle mie parole, aumentando leggermente la presa sulla mia mano.

-Voglio raccontartelo.

-Britt non devi farlo solo perché adesso ti senti obbligata. - le dico accarezzandole una guancia – Posso annullare l'appuntamento, non c'è problema.

-No San. Voglio raccontarti tutto. Tu hai condiviso con me una cosa importante e io voglio fare lo stesso.

-Okay… - annuisco non del tutto convinta.

-Uhm… Dunque… Avevo cinque anni. Stavo giocando fuori in giardino con una palla… Ricordo che era una bella giornata, il sole splendeva, nell'aria c'era il profumo di erba appena tagliata… - divaga per un attimo – Comunque. Ad un certo punto ho lanciato la palla leggermente più forte facendola di conseguenza finire dall'altro lato della strada. Sapevo di non dover attraversare senza un adulto vicino a me, però ero convinta di essere una 'bambina grande', quindi… Ho controllato attentamente entrambi i lati della strada e dopo essermi accertata che non stesse arrivando nessuna macchina ho cercato di raggiungere velocemente l'altro lato della strada. Ricordo solo il rumore del motore della macchina che mi ha investito. Nient'altro. Mi sono svegliata due settimane dopo in ospedale con tre costole rotte, una gamba ingessata e non riuscivo a vedere nulla.

-Oh Dios Britt… E' terribile.

-E' stata la vicina a chiamare l'ambulanza… Chi mi ha investito non si è fermato…

-Che cosa?! - esclamo con rabbia – Hijo de puta! Non fermarsi dopo aver investito una bambina?! In che cazzo di mondo viviamo?! Oh ma se mi capita di scoprire chi è non esiterò a metterg-

-San, calmati. - cerca di frenare la mia rabbia Brittany – E' successo tanto tempo fa e poi… L'hanno preso. Era talmente ubriaco da essere andato a finire contro un palo della luce poco lontano da casa mia subito dopo avermi investita…

-Meglio così. Perché se fosse stato ancora a piede libero gli avrei fatto vedere come risolviamo le cose noi di Lima Heights Adjacent!

-Santana… - ride lei – Esiste solo Lima Heights, lo sanno tutti! Ormai non funziona più questa storia…

-Britt ho bisogno di sfogarmi, okay? Evita di ridere. - le dico seriamente.

-Ascolta… Io ho superato tutto ormai. Certo all'inizio è stata dura doversi abituare a leggere il braille, non poter muovermi più liberamente ma essere continuamente assistita… Ma questa è la mia vita ormai.- scrolla le spalle con fare rassegnato.

-Ma tu non meritavi niente di tutto questo Britt. - mormoro abbracciandola.

-Nessuno meriterebbe una cosa simile. Ma ormai è successo. - conclude con fare rassegnato.

Trascorriamo qualche istante in silenzio.

Ognuna persa nei propri pensieri.

Fino a quando…

-Cosa ti ha detto il medico?

-Be' non ha potuto dirmi molto… Non avevo nessuna documentazione medica con me e tu non eri lì…

-Mmh.

-Però ha detto che una volta fatta l'apposita diagnosi, potrebbe dirci se effettivamente hai qualche possibilità di recuperare la vista. Ora… Io ho fissato un appuntamento tra due settimane, ma se non vuoi va bene. Non ho nessuna intenzione di obbligarti. - le dico accarezzandole i capelli.

-Io… Io vorrei tanto poterti vedere Santana.- mormora con voce incrinata mentre nasconde il viso nell'incavo del mio collo.

-Che ne dici se invitiamo i tuoi genitori qui a New York e ne parliamo anche con loro? In più, avrò finalmente l'occasione di conoscerli… - le suggerisco.

-Okay… - annuisce contro il mio collo dopo averci pensato qualche minuto – Lo sai che ti amo, vero?

-Lo so Britt. - le rispondo sorridendo e lasciandole un bacio sui capelli – Ti amo anch'io.






















Angolinoinoino dell'autrice: Ed ecco un piccolo e nuovo aggiornamento per questa storia che ho trascurato tantissimo.

So già che non mi scuserò mai abbastanza con tutti voi che l'avete seguita fin dall'inizio.

Il capitolo è piccolo, minuscolo. Questo perché… Ho bisogno di riprendere un po' la mano con il carattere di questa storia.

Ora… Lascio scegliere a voi, come ho già detto in precedenza, il suo destino.

Volete che la concluda (preparerò un due o tre capitoli) o che continui ad aggiornarla?

Fatemi sapere!

Come sempre ringrazio tutti quanti voi: lettori silenziosi, recensori e chi aggiunge la storia alle seguite/preferite! :)

-coriandolo

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: coriandolo