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Autore: Lost_Mind93    13/06/2016    0 recensioni
Juno si allena con le forze speciali del MECCA (Mediation&Containment of Creature) da anni.
Alcuni la definiscono come uno schivo topo di laboratorio, vagamente demofobico e con problemi di gestione della rabbia (nonché di autostima).
Una missione fuori porta ha condotto lei e il suo team di specialisti ad Hogwarts.
Una collaborazione con il dipartimento Auror e un'infinità di problemi di "interazioni sociali" saranno soltanto la punta dell'iceberg dei suoi problemi...
Ma chi vivrà, vedrà. Giusto?
(I personaggi della serie originale non sono "main" ma avranno ruoli relativamente importanti.)
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Harry Potter
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nuova generazione
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Sei Mesi Prima:

Il tenente Cechov aveva una personalità incredibilmente bonaria nonostante la fama che, dopo anni di servizio, si era guadagnato.
All’apparenza nerboruto e freddo, con una barba leggermente incolta che gli conferiva un aspetto trasandato, nascondeva dietro ai suoi occhi azzurri un carattere affabile e la curiosità tipica dei più piccoli.
Quel giorno aveva abbandonato la tranquillità della base di Bikin, sotto ordine diretto del ministro Volkov, in cerca di nuove promettenti reclute da dedicare alla causa…
Al suo fianco Thys, una figlia degli elfi che sin dal primo istante all’interno dell’organizzazione aveva dimostrato valore e devozione sul campo di battaglia, gli stava mostrando il quartier generale della squadra sperimentale a lei affidata: gli Andromeda Sigma.
- Ebbene Thys, tagliamo la testa al toro, sono curioso di verificare di persona se la nomea che accompagna i tuoi pargoli è un semplice frutto delle voci di corridoio o se ci sono basi solide su cui organizzare una collaborazione a lungo termine tra noi. – alle sue spalle si materializzò una penna auto scrivente ma ancora prima che la punta della piuma potesse sfiorare la pergamena, un turbine di capelli rossi quasi li travolse e una ragazzina minuta, sul metro e cinquanta, finì al suolo tra mille brontolii – Tutto bene signorina? –
- Non dovresti essere in sala due? – chiese Thys, senza badare troppo alla situazione, come fosse una routine per lei vedere qualcuno abbracciare il pavimento.
La ragazza in questione si sistemò gli occhiali sul naso e, dopo una rapida spolverata ai vestiti, li liquidò entrambi con un “Non ho tempo!” prima di sparire diretta chissà dove lungo il corridoio.
Cechov riservò uno sguardo stralunato alla collega che, con un sogghigno, gli disse: - Non farci caso. Seguimi… Voglio farti conoscere qualcuno. –
Qualche metro dopo, oltre una porta di massiccio legno di mogano, si trovava una sala d’osservazione: oltre un vetro di protezione c'era una stanza quasi totalmente immersa nel buio.
L’unico punto illuminato coincideva con la postazione occupata da una giovane che in quel momento si stava allenando con arco e frecce.
- Loreley Velasquez. Lei è stata reclutata sette anni fa insieme al suo gemello. La squadra che li ha trovati, raccontava di un Esiliato messo alle strette da due undicenni sprovvisti di bacchetta. –
Il tenente guardò la giovane arciera con ammirazione: aveva provato sulla propria pelle gli effetti diretti dell’attacco di un demone e sapere che due bambini fossero riusciti nell’impresa, l’aveva particolarmente colpito – Se posso chiedere, cosa ne pensano i genitori del loro inserimento all’interno del programma? Non deve essere facile accettare che il sangue del tuo sangue sta partendo per Dio solo sa dove… –
- Dopo averli portati alla base, i nostri supervisori hanno indagato sul loro conto: all’epoca erano residenti presso un orfanotrofio di San Paolo seppur dispersi da più di due settimane. – spiegò lei rivolgendo un’occhiata severa alla ragazza che, una volta riaccese le luci, aveva mostrato una certa soddisfazione nel notare che intorno a lei non era rimasto un solo bersaglio libero dalle sue frecce – Abilità speciali interessanti: Loreley è in grado di leggere i pensieri di chiunque si trovi nel raggio di cinquanta metri. Inoltre, come avrai notato, è particolarmente dotata nel tiro con l'arco. -

Uscendo dalla stanza Cechov notò nuovamente la ragazza dai capelli rossi che, nuovamente in corridoio, sembrava essere in difficoltà: un’alta pila di libri stava seriamente minando il suo equilibrio.
Nessuno dei tecnici presenti sembrava aver notato la situazione.
Si domandò per quale motivo la ragazza non avesse usato un incantesimo di levitazione. Che si trattasse di una Magonò?
Proprio in quel momento si accorse del fatto che, la sua bacchetta, fosse ben salda e incastrata in un’improvvisata acconciatura… Strano.
- Non dovremmo, ehm, aiutarla? –
Thys si guardò alle spalle e con uno sbuffo spazientito, notando la persona in questione, alzò gli occhi al cielo – Ti ho detto di lasciarla perdere, è un caso disperato e non ti darebbe retta. Fidati di me, sarebbe del tutto inutile. –
In un’altra stanza, notevolmente più luminosa della precedente, si trovava un ragazzo dai capelli castani i cui occhi brillavano come rubini.
L’Elfa spiegò cosa stava accadendo oltre l’ennesimo vetro di protezione - James Rush, diciassette anni, originario di Glasgow. Può sembrare che non stia facendo nulla ma ti garantisco che non è per niente così. È in grado di provocare la combustione spontanea dell’ottanta percento dei materiali conosciuti ma purtroppo, durante l’ultima missione, è rimasto gravemente ferito. Tra un paio di settimane, a riabilitazione ultimata, tornerà letteralmente a far scintille. –
James, quasi li avesse sentiti, si voltò in direzione della vetrata e chiarì di non avere altro tempo da dedicare a sciocchi esercizi con una palla.
Con un ultimo sguardo di sfida rivolto alla sua responsabile abbandonò la postazione e, non appena la porta si chiuse alle sue spalle, l’auto esplose sorprendendo non solo il tenente ma anche Thys stessa.

Raggiunsero l’ennesima postazione.
Thys indicò un punto distante dalla loro posizione e mostrò a Cechov un ragazzo dai capelli biondi che con una rapidità sorprendente stava parando gli attacchi di un demone Self.
In una mano brandiva uno scudo di ossidiana mentre nell’altra stringeva una spada di Soladìa incandescente, una potente arma termica, la sola in grado di neutralizzare il demone in maniera definitiva.
- Bisogna avere un enorme controllo per maneggiare armi di quel tipo… Vogliamo parlare della portata magica necessaria a mantenere costante il calore di quella spada? – Cechov parlò senza nemmeno rendersene conto, quel giovane poteva sicuramente vantare un afflusso magico invidiabile – Dimmi chi è. –
- Lui è Liam, il gemello di Loreley. – spiegò Thys uscendo dalla stanza - Oltre al controllo di armi di una certa levatura, nel tempo ha dimostrato una certa propensione per gli incantesimi elementari che riguardando la terra. –
Per l’ennesima volta, la ragazza dai capelli rossi fece la sua comparsa: stava digitando qualcosa su una tavoletta grafica e, alle sue spalle, quattro tecnici la seguivano borbottando tra loro di cose incomprensibili…
Thys afferrò per la collottola uno dei ragazzi che gli stavano passando accanto e gli domando: - Si può sapere cosa le prende oggi? Non la vedo così agitata da quando ha ritrovato quel vecchio reliquiario su Antartide. –
Il giovane, seppur apparentemente annoiato dall’interruzione, spiegò rapidamente la situazione - Sembra che sia riuscita a decifrare la chiave di Mérida… Siamo a tanto così da scoprire l’ubicazione della pietra di Syn e a risolvere l’enigma di Avres! –
L’Elfa non riuscì a chiedere altro perché, proprio in quel momento, la rossa richiamò il giovane tecnico che la raggiunse scusandosi per l’attesa.
- Quella piccola… - Thys prese un profondo respiro – Ok. Andiamo avanti. Prima ti presento Daniel e prima posso metterla in punizione. –
A Cechov scappò una risata divertita… In effetti non era ancora riuscito ad inquadrare quel piccolo terremoto.
Come avrebbe potuto?
Era fin troppo sfuggente.

I due supervisori si recarono, stavolta, in una palestra.
Un uomo di colore stava allenando un ragazzo dai lineamenti nordici nel combattimento "corpo a corpo".
- Ti presento Daniel Jhordan, uno degli ultimi acquisti della squadra… Tutti i miei ragazzi hanno, in un certo senso, delle abilità innate ma Daniel ha ottenuto i suoi “poteri” grazie al continuo allenamento. – Thys disse ai due di fare una pausa e, dopo un cenno al giovane, i due tenenti si diressero lungo l’ennesimo corridoio parlando del ragazzo - È in grado di usare la telecinesi ed ha ottenuto il giusto stato mentale per potersi guadagnare il titolo di Custode del Fulmine direttamente dal gran consiglio dei Druidi. –
Cechov disse alla collega che, se fosse stato al suo posto, sarebbe stato molto fiero della rosa che era andata a comporre la sua squadra nel corso degli anni.
Una volta fuori, i due, si ritrovarono faccia a faccia con l’intera formazione dell’Andromeda Sigma.
- Ebbene? - domandò Thys - Che ci fate tutti qui? -
Dopo qualche momento di esitazione James domandò - Possiamo venire anche noi? -
- E darle questa soddisfazione? Neanche per sogno. -
- Andiamo Thys, sono mesi che non la vediamo in azione. – Daniel, comparso dagli spogliatoi con ancora i capelli umidi e un asciugamano intorno al collo, sembrò pronto a dar man forte ai compagni - Questa storia della chiave di Mérida l’ha occupata fin troppo a lungo… Sai bene che non le fa bene passare troppo tempo in quel laboratorio. –
- Dovrei essere io l’adulto responsabile, qui. - Thys alzò gli occhi al cielo, cerano momenti in cui era davvero difficile mantenere un certo contegno stando ventiquattrore su ventiquattro in compagnia di un gruppo formato solo ed esclusivamente da teenager - Preparare la camera… Ma niente “beat ’em up” ok? Quelle cavolate mi annoiano. -
I ragazzi esultarono prima di smaterializzarsi.
- Ehm… Cosa mi sono perso? -
- Niente di particolare, forse non ti ho detto che la nostra punta di diamante è anche un irrequieto topo di laboratorio. – Thys tirò fuori da una delle tasche del suo giaccone un piccolo tablet, digitò qualcosa sullo schermo e qualche secondo dopo apparve un piccolo puntino rosso sulla planimetria del piano in cui erano - Se vuoi finire quella valutazione entro oggi, ci toccherà recuperarla direttamente in loco… Mars è un po’ particolare. -
- Mmm… Credo di aver sentito parlare di lei. – dopo pochi attimi il tenente sembrò illuminarsi - Non è la stessa persona che ha mediato con gli Shapeshifter e i Mannari nel 2009? –
- Proprio lei. Oh beh, per lo meno hai già un’idea del soggetto. -
 

 

Juno era presa da una conversazione con uno dei tecnici e non sembrò notare la loro presenza.
- … Ho sentito che stasera ti vedrai con Johan e Stephen per una partita Risiko. – replicò la rossa in questione, aprendo un nuovo pacco di guanti monouso, prima di soffiare all’interno del nuovo paio appena acquisito - Avreste dovuto invitarmi Mac! Sai che tentare di conquistare il mondo è il mio gioco preferito… E ricordati di controllare il botulino di Maggie! - esclamò alzando il pugno sinistro dopo aver fatto schioccare il guanto di lattice attorno al polso.
- Pazza furiosa! Stai attenta alle tue, di analisi! - il ragazzo la guardò trafficare fra becchi bunsen e spettrometri di massa - Se quella beuta ti cade, ci mandi in quarantena a tutti quanti! –
Cechov la vide prendere appunti disordinati su pezzetti di carta trovati per caso in laboratorio, non era esattamente delicata e per di più, i banconi da lavoro (che sarebbero dovuti essere liberi e sterili) erano ricoperti da libri di testo e avanzi di cibo.
Non aveva idea di cosa fosse contenuto nella beuta in questione eppure, la ragazza, stava trattando quella soluzione con la stessa cautela che avrebbe dimostrato nel lavare la macchina di qualcuno che le stava antipatico…
- Uomo diffidente! Ho mai cercato di ucciderti senza prima avvisarti? - replicò la rossa ridacchiando mentre, con un contagocce, posò un campione della soluzione su un vetrino.
- Questo non mi rassicura per niente! - fu l’esasperata risposta di “Mac” che, ormai allo stremo, le tolse dalle mani la beuta incriminata e la ripose con cura nel frigorifero – Voi due, cosa ci fate qui dentro? E perché nessuno legge mai i cartelli che appendo con cura alla porta del laboratorio?! -
Juno, ancora al microscopio, appuntò qualche frase su un foglio stropicciato lì vicino e rispose - Perché tutti sanno che sei un paranoico schizzoide… E che esageri sempre. -
- Taci tu, sto parlando con la tua responsabile! - Mac le tirò una librata sulla testa che le fece perdere leggermente l’equilibrio – Il giorno che salteremo tutti in aria per colpa tua vedremo chi sarà il paranoico schizzoide! Chiedo scusa per il rumore, purtroppo stando a contatto con certi elementi non c’è mai da sperare in un po’ di quiete… Suvvia, ditemi tutto!-
- Dottor McHavory, volevo presentarle il tenente Cechov, è stato incaricato di valutare la squadra in vista di una nuova missione… - spiegò lei indicando l'uomo al suo fianco - Avremmo bisogno della piccola Frankenstein per qualche minuto, è un problema? -
- Minuti? Non potreste tenervela per un paio di giorni? - replicò il tecnico senza distogliere lo sguardo dalla ragazza in questione che, di punto in bianco, lanciò i propri appunti per aria avvicinandosi al gruppetto e dimenticandosi del proprio lavoro.
- Ti ho sentito, sai? -
- Non avevo dubbi spiona! - la afferrò per il camice e la scortò fuori dal laboratorio - Vai a fare il tuo lavoro Mars… E non tornare prima di domani, piccola hooligan! -
- Gli altri ti stanno aspettando al dodicesimo. - spiegò Thys alla ragazza, senza però abbandonare la stanza dove McHavory stava sistemando il macello lasciato dalla rossa - Dì al resto della truppa che noi vi raggiungiamo tra poco. Ma non cominciare senza di noi, ok? -
- Valutazione dalla “A” allo zinco… Che rottura. - Juno si smaterializzò poco dopo, lasciandosi gli adulti alle spalle.
- È sempre così movimentato dalle vostre parti? – domandò Cechov con un sorriso divertito sul volto.
- Anche peggio quando la “furia” è presa bene… - spiegò McHavory, conducendoli in fondo al laboratorio dove c’era un piccolo cucinino - Che maleducato, posso offrirvi qualcosa? Un the, del caffè? -
- Caffè per me grazie… Andrò dritto al punto, anche perché non voglio assolutamente rubarle più tempo del dovuto con le mie domande. - spiegò Cechov, mettendosi due cucchiaini di zucchero nel caffè prima di continuare - Mi aspettavo qualcuno di più silenzioso e disciplinato quando mi hanno parlato di un topo di laboratorio. Come ci è finita Juno Mars qui dentro? -
- Ci siamo semplicemente accorti che quella pallottola impazzita ha un’affinità terrificante per i laboratori e tutto quello che è chimica o biologia. – spiegò il dottore - Quando non è sul campo, aiuta i miei ragazzi nei progetti dove sono più in difficoltà… Lo fa da un paio d’anni ormai. –
- Quindi non è un problema? Averla qui intendo. – domandò nuovamente il tenente, occhieggiando Thys e il dottore con diffidenza – Sentendovi parlare di lei, mi è sembrato di capire che sia più un peso che qualcosa di veramente utile all’interno degli Omega. –
- Ed è qui che sbagli, tenente. – ridacchiò l’Elfa che però venne interrotta proprio da McHavory.
- Cerchiamo di essere obbiettivi qui, poi potrà tranquillamente trarre le sue conclusioni vedendola prendere a pugni creature inquietanti… - l'uomo incrociò le gambe e bevve un sorso di caffè dalla propria tazza prima di rivolgere uno sguardo diretto all'uomo dinanzi a lui - La verità è che Juno è capace, ha una memoria prodigiosa e un’ottima manualità. Ha capacità organizzative degne di nota e non ha mai sottovalutato un singolo lavoro che le ho affidato. - fece una piccola pausa in cui si passò stancamente una mano sulle tempie ma riprese ben presto il suo discorso - È una testa calda? Certo ma so che quando pretendo serietà da lei, questo sarà esattamente ciò che otterrò. –
- Mi basta. Grazie dottore, è stato un piacere conoscerla. –
I due uomini si strinsero la mano prima di congedarsi; il dottore, mentre tornava ai suoi strumenti, pose un’ultima richiesta all’Elfa - Potresti stancarmela un po’? Tutto questo tempo in “stasi” me la sta mandando troppo su di giri. –
- Farò il possibile. -

 

La porta si spalancò su un’enorme camera: una decina di persone erano sedute davanti ad enormi pannelli di controllo ed alcuni tecnici attraversavano freneticamente la stanza portando pile di fogli con le impostazioni per le varie macchine.
- Stiamo a vedere cosa succede… -
I due supervisori si accomodarono su delle comode poltrone che si affacciavano su un’enorme vetrata che, come suggeriva la scritta sulla porta d’ingresso, dava nientemeno che sulla “Camera dello Sfiancamento”.
Juno era perfettamente immobile al centro della stanza: indossava una maglietta a mezze maniche bianca, dei pantaloni mimetici e un paio di anfibi ai piedi; in un orecchio portava un auricolare che la collegava direttamente alla sala di controllo dove i tecnici che stavano sistemando gli ultimi dettagli.
- Rendiamo la cosa più interessante: ossigeno al 75% e alzate la temperatura, voglio vederla sudare lì dentro. - disse Thys, un ghigno divertito sulle labbra e un bicchiere d’acqua tra le mani.
I tecnici si scambiarono occhiate confuse prima di eseguire gli ordini.
La rossa sembrò percepire immediatamente il cambiamento perché si voltò verso la vetrata e fece un gesto osceno in direzione dell’Elfa.
Ai lati della stanza, delle porte meccaniche si aprirono e due demoni fecero la loro comparsa.
Cechov notò che la ragazza aveva gli occhi chiusi…
- Che sta facendo? -
La risposta arrivò da Loreley che, comparsa apparentemente dal nulla, si accomodò accanto al tenente: - Si isola mentalmente. Così facendo sarà in grado di identificare e neutralizzare le caratteristiche più rischiose dei suoi avversari in breve tempo. -
Le creature, all’inizio, sembrarono indecise sul da farsi.
La rossa alzò una mano e, dal nulla, un piccolo globo azzurro si materializzò… Fu in quell’istante che i demoni si fecero più guardinghi.
Dapprima tentarono una ritirata ma, capendo d’essere in trappola, decisero di attaccare.
Con un singolo schiocco di dita, il globo si estese intorno al corpo di Juno, formando un’impenetrabile barriera cristallina.
- Il fatto che ci sia meno ossigeno lì dentro è un vantaggio … - James si presentò armato di patatine e coca cola, un ghigno divertito sulle labbra mentre si appoggiava alla vetrata - Non è un po’ un imbroglio? –
Loreley scoppiò a ridere - Vuoi andarci tu? -
- Neanche per sogno. Sono in convalescenza, io! - ridacchiò il moro. Qualche secondo dopo, un allarme iniziò a suonare – Ma dai... Fate sul serio?! -
Dai lati della camera emersero quattro persone, bacchetta alla mano e trappole pronte. I demoni furono nuovamente imprigionati e la giovane fu scortata verso l'uscita.
- Andate a prepararvi voi altri. Con James in panchina non potete concedervi neanche un secondo di ritardo. - Thys aveva già tra le mani un tablet e davanti ai suoi occhi, sotto al codice missione, un breve rapporto iniziale spiegava cosa avesse fatto scattare l'allarme - Mi dispiace dirtelo Cechov ma ne avranno per un po'. Niente fuochi d'artificio per il gran finale. -
- Non preoccuparti... Ciò che ho visto è stato all'altezza di ogni aspettativa. -

   
 
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