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Autore: Bab1974    13/06/2016    1 recensioni
Serie di storie slash ispirate alle fiabe, partecipanti al contest di sango_79 '[Contest fiume] A mille ce n'è... di slash da narrar! (Originali e multifandom - Slash e yaoi)'
1- Il principe ranocchio Storia ispirata dalla favola Il principe ranocchio, ne stravolge il finale facendola diventare una favola slash. Il ranocchio Padon, dopo un anno di permanenza a palazzo, riesce a farsi baciare dalla principessa, ma non torna uomo. All'inizio sembra che non ci sia soluzione, ma ne trova una il fratello minore di lei.
2- Nome in codice: Cappuccetto Rosso (prossimamente)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'inganno



Osservò i fiori sul bancone poi il sguardo spaziò all'interno del locale. Non era ancora pronto per perdonarlo per ciò che aveva fatto, perciò quando lo vide osservarlo con il suo viso implorante, si voltò e tornò a dare attenzione al cocktail che lo attendeva e al barista che lo stava servendo. “Non so cosa sia successo, tra te e Sergio, ma lo vedo davvero abbattuto. Forse dovresti passarci sopra e ricominciare. In fondo è un bravo ragazzo.” commentò, vedendo come stava andando fra i due. “Sinceramente, Benny, penso dovresti impicciarti degli affari tuoi.” lo apostrofò l'altro, anche se non troppo duramente. Non era il primo e, temeva, non sarebbe stato l'ultimo che gli consigliava di tralasciare l'errore commesso da Tommaso, soprattutto chi veniva a conoscenza della faccenda per intero. Perfino i suoi genitori, che all'inizio lo detestavano cordialmente, avevano cominciato ad apprezzarlo e trovavano che la colpa non fosse imputabile a lui. Era stato tratto in inganno e aveva reagito di conseguenza. Si perse nel colore rosato del liquido del bicchiere, poi lo bevve tutto d'un fiato. Tanto prima di smontare aveva tutto il tempo per smaltire qualsiasi liquore. La loro storia era cominciata cinque anni prima, in maniera totalmente inaspettata per Tommaso. Non aveva mai avuto un vero rapporto con un ragazzo e riteneva che le fugaci toccatine sotto la doccia della palestra in cui si allenava a pallavolo, facessero parte della crescita e dell'adolescenza. O almeno così gli era stato fatto credere. Stava festeggiando il suo diciottesimo compleanno in compagnia di alcuni amici nell'unico bar decente del suo paesello. Non essendo una metropoli ce n'era solo uno che fungeva da tutto. Di mattina faceva le colazioni, a pranzo e a cena serviva i pasti e per il resto della giornata serviva come osteria per gli anziani. La notte, però, si trasformava e diventava un discopub in cui i giovani potevano divertirsi. Dopo aver cenato, lui e i suoi amici avevano proseguito la serata e si erano gettati a ballare nella discoteca e a bere cocktail al bancone. Dopo un paio di drink, Tommaso prese il coraggio di confessare a una ragazza, non la più bella della scuola, ma quella che riteneva più interessante, che gli piaceva molto. Leonora, che probabilmente non si aspettava una richiesta del genere, fu piuttosto brusca nel mandarlo a quel paese e lasciò il ragazzo di stucco e con un vago senso di nausea. Uscì a prendere una boccata d'aria e nel farlo passò davanti a un gruppo di ragazzi gay dichiarati, che non facevano male a nessuno e che schifavano certi posti squallidi in cui ci si incontrava solo per scopare. Nel farlo, si accorse che uno dei ragazzi che frequentavano la palestra, Jo, e che si era appartato con lui più di una volta, aveva fatto il gran salto e che si trovava tra di loro. Lo vide anche borbottare qualcosa ai suoi nuovi amichetti. Con la testa che gli girava, uscì. Lo schiaffo dell'aria fresca lo aiutò subito a risvegliarsi e cominciò a respirare a pieni polmoni. Forse era un troppo freddo senza giubbotto, ma si ripromise di rientrare prima di prendersi una polmonite. Cominciò a pensare che a farlo stare male non fosse stato il rifiuto, ma solo il fatto che avesse alzato troppo il gomito. Dopo qualche minuto stava per rientrare quando il suo naso cozzò contro il petto di qualcuno. Azò lo sguardo e mise il fuoco il tipo a cui Jo stava parlando poco prima. “Ehm, non mi sembravi così alto, stravaccato su quel divano.” sbottò Tommaso. “Mi hai notato quindi? Mi fa piacere. Stai bene piuttosto? Mi sembra che tu abbia bisogno di aiuto.” Il lumacone! Si voleva approfittare del fatto che fosse sbronzo per portarselo a letto. “Non ho bisogno di aiuto e, per inciso, se ti ho notato è perché stavi con quel deficiente di Jo. Spero che non ti abbia detto troppe cazzate sul mio conto.” No, non riusciva proprio a tenere a freno la lingua. Maledetto alcol! “Se per cazzate intendi che giochi meravigliosamente a pallavolo e che fai dai pompini da urlo, sì, me lo ha raccontato.” rise l'uomo “Mi chiamo Sergio e tu Tommaso a quanto pare.” Tommaso sbuffò e fece per rientrare, quando inciampò in qualcosa e sentì Sergio che lo prendeva al volo, impedendogli di sfracellarsi a terra. “Non devi essere molto abituato a bere.” “Lingua profonda non ti ha detto che ho compiuto diciotto anni oggi? In un paese in cui ti conoscono anche i sassi e loro conoscono tuo padre, non è facile sbronzarsi prima della maggiore età.” Sergio lo aiutò a rimettersi in piedi e lo appoggiò contro il muro. “Ti aiuto a rientrare, prima che ti accada qualche altro incidente.” lo invitò. “Baciami, piuttosto.” lo invitò improvvisamente Tommaso con lo sguardo lucido ed eccitato. Sergio, inizialmente ritroso, decise di accettare l'invito, e si scambiarono un lungo bacio, interrotto solo da uno starnuto del nuovo maggiorenne. Era cominciata così la loro storia, per merito del rifiuto di una ragazza. Peccato che fosse per colpa della stessa ragazza, che tutto era finito. Lorena, con il senno di poi, pensò che fosse colpa sua se Tommaso si era buttato fra le braccia di Sergio. L'uomo, che era un imprenditore noto in paese, non aveva mai nascosto le sue tendenze, ma non frequentava uomini che ne provenivano. Non di solito, almeno. Nella sua mente malata, non conoscendo le passate frequentazioni di Tommaso, decise che avrebbe fatto di tutto per rimediare al suo errore, l'averlo rifiutato in quella maniera brusca. In qualsiasi maniera. In qualsiasi momento avesse avuto l'occasione. L'occasione ci fu dopo cinque anni. Nel frattempo, rubando qualche ora agli studi e alla sua vita sentimentale, aveva studiato un piano particolareggiato e lo mise in atto appena i due amanti, che si erano trasferiti nella villa cittadina dell'imprenditore, tornarono in paese per il matrimonio della sorella maggiore di Sergio, Rossella. In una lettera anonima, Lorena finse di essere un ragazzo che aveva avuto una relazione con Tommaso l'ultima volta che era tornato da solo al paese, finse di voler ricattare il suo amante e finse che la missiva finisse nelle mani sbagliate, quelle di Sergio. Il resto lo fece lui. Non era un uomo geloso, ma era vendicativo. Decise di rendere a Tommaso pan per focaccia e si lasciò trovare nudo e avvinghiato a un uomo con cui aveva appena fatto l'amore. Ne era nata una lite furibonda in cui si erano accusati di tutto e di più. Alla fine era spuntata la lettera con le false accuse e Tommaso, capendo che si era fatto trovare così per dispetto e offeso da alcune parole che gli aveva detto (soprattutto quel mantenuto gli aveva fato male, quando era stato proprio lui a chiedergli di rinunciare al lavoro e all'università) se n'era andato su due piedi, non volendo saperne più nulla e tornando a casa dai genitori. Si era trovato un lavoro, nel pub dove tutto era cominciato e si era iscritto all'università. Ora era single e doveva lavorare ma era meglio che farsi rinfacciare di essere un fannullone. In realtà era accaduto solo quella volta, ma era stato sufficiente per lui. Sia alzò dal balcone, in cui stava facendo la pausa e tornò dietro a lavorare. Senza pensarci un attimo gettò il mazzo di fiori nell'umido, dopo averli sbustati. Era coscienzioso e faceva la raccolta differenziata. Per esempio vi vrebbe volentieri buttato anche lui. Vide il suo ex mettersi la testa fra le mani, disperato per quella situazione senza uscita. Il gesto diede un piacere sordo a Tommaso, che riteneva che la punizione divina fosse caduta su di lui. Ben gli stava per aver creduto al primo che gli aveva mentito, dicendo che lo aveva tradito. Anche all'inizio, prima che la verità venisse a galla, aveva tentato di riavvicinarlo, ma con l'atteggiamento di chi è certo di essere dalla parte della ragione. Si era vendicato di un torto subito, tutto lì. Poi la verità venne a galla. Fu un giorno davvero disgraziato per Sergio, ma esaltante per Tommaso che da tutti era visto come un fedifrago. Era una serata come tante e Lorena, che aveva alzato troppo il gomito, rivelò ad un amica come aveva riparato a un vecchio errore. Più di uno sentì, la voce fece il giro del locale e dopo dieci minuti tutti sapevano a verità. Sergio atterrito sbiancò in volto mentre Tommaso alzava un calice di spumante che doveva dare a un cliente e lo bevve tutto d'un sorso. Quello non si offese e attese che gli fosse dato un bicchiere pulito. Da allora, ogni sera, Sergio tentò un approccio più soft, cercando di riconquistarlo. Arrivò perfino a dire che non era stato davvero a letto con quello, che voleva solo che lui lo credesse, ma a Tommaso a quel punto non importava. Era rimasto molto deluso e nulla avrebbe potuto fare tornare le cose come prima. Ci volle quasi un anno per scalfire l'armatura che Tommaso si era creato come protezione. Alla fine, forse perché non voleva buttare alle ortiche i cinque anni stupendi che avevano passato assieme, Tommaso cedette e riconsiderò di tornare con lui, ma nulla fu più come prima. Non voleva che al prossimo litigio lo tacitasse ancora di essere un approfittatore e un mantenuto, perciò si rifiutò di tornare con lui alla villa, di lasciare il lavoro e l'università. L'errore in cui era stato indotto da altri, lo stava pagando lui, a caro prezzo. Almeno ora vedeva uno spiraglio, anche se dovevano fare i salti mortali per vedersi. Ma forse era meglio così: quell'anno lontani li aveva convinti che non potevano fare a meno l'uno dell'altro, nonostante tutto e le difficoltà possono solo solidificare un rapporto vero.
  
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