Arrivata a casa pensò a lungo a quanto era successo, piena di confusione. Perché Sylvie si era comportata in quel modo? Cosa voleva dirle? E perché l’aveva fatto davanti a tutti? Dentro di sé aveva la risposta ad ognuna di queste domande, ma non poteva accettarlo, perché questo, lo sapeva bene, avrebbe comportato il venir meno al suo proposito di non rivelare mai più il suo segreto, e l’idea la terrorizzava. Non voleva dover arrivare ancora al punto dell’altra volta! Rifletté a lungo, ed era ormai notte inoltrata quando prese una decisione: sarebbe andata da Marta e le avrebbe detto che non sapeva perché Sylvie si era comportata in quel modo. Loro erano amiche e lei voleva continuare così, se Marta gliel’avesse permesso.
La donna ascoltò attentamente le parole di Eileen, ma non replicò. Non nominò neppure Thomas, era ovvio che quella era solo una scusa inventata sul momento, e non c’era ragione di ritirarla fuori a complicare ulteriormente le cose.
“Ti ringrazio cara, per me è molto importante che tu voglia continuare ad essere amica di Sylvie, non immagini quanto bene tu le abbia fatto, sai? Lo vedo ogni giorno, anche se lei cerca di nascondermelo.” Eileen sentì una puntura dentro di sé. Sapeva che in quel momento era davvero ipocrita e bugiarda, come le era stato detto da una persona che ormai voleva solo dimenticare, ma non poteva parlare, non poteva…
“Io… non credo di essere così buona come dici…”
“Io invece credo che tu lo sia, contrariamente a quanto credi. Solo che devi ancora scoprirlo! Devi imparare a fidarti di te stessa, solo così vedrai quanto c’è in te.” La ragazza non rispose, chinando il capo. Marta le diede un buffetto d’incoraggiamento e le sorrise. “Ora vai, sono certa che la mia piccola ti sta aspettando di sopra!” A quelle parole Eileen si sentì tremare, ma annuì. Non poteva tornare indietro, ed in effetti… non voleva neppure. Teneva troppo a Sylvie e a quel rapporto così speciale che avevano creato col tempo.
Salì le scale, e dopo aver fatto un profondo respiro bussò alla porta. Quando si accorse che nessuno le avrebbe aperto però decise di aprirla da sola, ed entrò piano nella camera. Sylvie era seduta sul letto a leggere, ma non la guardò né diede segno d’averla sentita. Eileen allora la salutò con falsa allegria per cercare di mascherare l’imbarazzo che l’aveva presa, poi si sedette ai suoi piedi com’era solita fare, ma ancora Sylvie non la degnò d’uno sguardo.
Non sapendo cosa fare la ragazza rimase ferma dov’era e la osservò per tutto il tempo, mentre mille pensieri le attraversavano la mente. Al ritmo delle pagine del libro che venivano pian piano girate Eileen si perdeva nei ricordi di ogni attimo incantato trascorso in quella camera. Avrebbe giurato di saper ricordare ogni singolo rito che avevano svolto, malgrado seguissero tutti la stessa procedura. Rammentava perfettamente le parole, gli sguardi mentre guardavano il bosco dalla finestra. Poteva rievocare il numero accelerato dei battiti del suo cuore quando si sedeva sul letto accanto a lei, così vicine che i loro visi avrebbero potuto sfiorarsi da un momento all’altro, così vicine da farle venire strani pensieri. Ma ancora aveva bisogno di tempo per ammettere a sé stessa quella realtà che ormai da tempo albergava nel suo cuore, profonda ed indelebile.
Quando venne l’ora di andare a casa si rialzò, rendendosi conto di quanto indolenzite fossero le sue gambe per il lungo tempo passato immobile, la salutò piano e se ne andò.
Per molti giorni i loro incontri si svolsero in quel modo. Eileen arrivava, si sedeva, la guardava e non si muoveva mentre Sylvie continuava a leggere. Mai una volta questa alzò gli occhi donandole il suo sguardo tanto bello, e mai una volta Eileen glielo chiese, limitandosi a pensare e pensare a lungo. Ogni giorno, inconsciamente, attendeva quel momento che non poteva più evitare.
Fino a che un giorno si decise. Ormai mancava poco al momento in cui avrebbe dovuto tornare a casa, quando all’improvviso un pensiero che a lungo si era sforzata di tenere distante le apparve chiaro e semplice, una verità assoluta e impossibile da rinnegare. La amava.
Si sentì invadere dalla paura nel ricordare gli avvenimenti che avevano seguito la sua ultima dichiarazione, e fu tentata di scappare, ma non lo fece. Sapeva di dover andare fino in fondo, non poteva più tornare indietro. Così si alzò, piano, si avvicinò al letto e prese le mani di Sylvie. Questa stupita cercò di divincolarsi dalla presa, con un mugolio trattenuto che rifletteva il suo dolore interiore, ma Eileen la tenne stretta costringendola ad alzare il viso.
“Tempo fa tu mi hai confidato il tuo segreto. Anch’io ne ho uno, e non posso più tenertelo nascosto…” Non avrebbe dovuto forzarla in quel modo, ma ormai non poteva più fermarsi. Mentre Sylvie tentava di divincolarsi la attirò a sé e la baciò, delicata come lo era stata lei quella sera durante la cena.