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Autore: ChrisAndreini    13/06/2016    3 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa fareste se foste davvero nel videogioco Undertale? Io, durante una conversazione strana con una mia amica si, e questo è il demenziale risultato:
Dal prologo:
"E' facile giocare ad Undertale e scegliere la pacifist.
…Cioè, facile se si è esperti con i tasti e dalla pazienza infinita.
Cosa che io, stranamente, sono riuscita ad essere, anche se di solito non lo sono mai stata.
Però, se noi, e dico noi nel senso di noi noi, esseri umani nerd abituati ad essere sempre davanti ad un computer, fossimo davvero lì, non credo che ci metteremmo ad affrontare i mostri agendo o combattendo.
Io personalmente prenderei la situazione con un po’ più di panico."
Quindi se vi piacciono le storie dove il protagonista non è quel gran figo che affronta la situazione con impassibilità ma con un terrore puro e una bella dose di realismo, questa è la fanfiction che fa per voi ;)
Genere: Avventura, Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chara, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Il fuoco non mi convince a rimanere, mamma capra

 

 

Però non avevo la più pallida idea di dove dormire, perciò cercai Toriel, che era seduta su una poltrona in salotto.

-Oh, hai fatto presto. Mi dispiace che tu abbia dovuto aspettare. Non avrei mai dovuto lasciarti sola- abbassò la testa, affranta, ed io mi sentii maggiormente in colpa.

-No, Toriel, non è vero, è colpa mia. Dovevo rimanere nella stanza e tutto sarebbe andato bene. E sono una tipa diligente di solito, solo che tutto questo è molto strano- cercai di rassicurarla, avvicinandomi.

Toriel mi sorrise, materna.

-Lo capisco, una volta avevo…- iniziò a dire.

“Non dovevi chiederle della stanza da letto?!” Chara sembrava restia a farmi scoprire cosa Toriel stesse per dire, ma prima che potessi dirle che era davvero maleducata mi scappò uno sbadiglio, e Toriel si interruppe comunque.

-Oh, ma vedo che sei stanca- si alzò dalla poltrona e posò il libro.

-Su, vieni, ti mostro la tua stanza, e quando ti sveglierai mangeremo insieme una fetta di torta che…- si interruppe di scatto, come cadendo dalle nuvole.

-Cioè… ma ormai non credo di potertelo tenere nascosto ancora a lungo. Mi sono assentata per prepararti una torta alla cannella e alla caramella al burro. Ci ho messo un po’. Sai, per festeggiare il tuo arrivo- mi confessò, ritornando al corridoio dove c’era il bagno.

A me, lo ammetto, mi vennero le lacrime agli occhi.

-Grazie, Toriel- dissi con un sorriso, cercando di non tradire l’emozione.

-Tutto bene, piccola mia?- mi chiese lei, preoccupata.

-Si, si, è che mia sorella mi fa sempre questo genere di sorprese. Lei adora cucinare e non vuole che io sappia cosa sta facendo, e devo sempre stare nell’altra stanza e…- pensare a mia sorella mi faceva male. Già mi mancava la mia famiglia, così decisi di cambiare subito argomento -… questa è la mia stanza? Che bella! Allora io vado a dormire, ci vediamo domani, Toriel- la abbracciai ed entrai.

“Ti rendi conto di aver detto ‘Che bella’ prima ancora di averla vista?!”

Zitta, ero emozionata!

Comunque era davvero molto bella e accogliente.

C’erano giocattoli, vestiti, tante paia di scarpe.

Ed il letto…

Oh, Mimma il letto...

Mi ci buttai subito senza neanche avere la decenza di togliere le scarpe, ed era più comodo di quello dell’Hilton hotel dove avevo alloggiato una volta per pura botta di…

“..cu*o!”

…fortuna.

E quel letto era comodo, fidatevi.

Ma forse il letto della casa di Toriel era anche più comodo perché ero davvero distrutta, quindi mi addormentai subito, facendo in tempo solo a mettermi sotto le coperte perché sennò mi prendevano i mostri.

Cosa che lì era davvero plausibile.

Quando mi svegliai qualcuno mi aveva rimboccato le coperte, tolto le scarpe e anche svuotato le tasche, cosicché tutti i miei averi non si erano distrutti nel mio sonno.

Il formaggio non c’era, e nemmeno il coltello, ma per fortuna l’orologio era lì, e vidi che avevo dormito davvero tantissimo, oppure pochissimo.

Perché o erano passate tre ore oppure quindici.

Vista la mia stanchezza precedente ed il mio stare riposata optai per la seconda ipotesi, e mi stiracchiai contenta.

“E’ stata una noia, lo sai?”

Zitta tu, almeno mi sono riposata e… e… la mia attenzione venne presa da una fetta di torta posata sul comodino.

Oh, mimma!! 

La presi subito e feci per mangiarla, ma poi pensai che sarebbe stato poco educato da parte mia e decisi di andare a cercare Toriel nei lunghi corridoi della casa.

La trovai seduta sulla sua poltrona, che leggeva un libro.

-Buon…- mi interruppi. Era giorno, notte. Non si poteva capire, nel sottosuolo -Ciao Toriel- la salutai in modo molto più generico, con un grande sorriso.

-Buongiorno bambina mia, dormito bene?- mi chiese lei, con un gran sorriso.

Aveva messo gli occhiali, e con quelli addosso mi fece un sacco pensare a mia nonna.

Cioè, non fraintendete, non intendo dire che mia nonna assomiglia ad una capra, né che Toriel mi sembrava anziana, ma…

“Hai insultato due persone in una botta sola, tu si che dai soddisfazioni”

Zitta, intendevo dire che mia nonna ha i capelli dello stesso colore della lana di Toriel, e anche morbidi, e anche lunghi come le orecchie della mamma capra, quindi in un certo qual modo si somigliavano, un pochino, viste con gli occhi della nostalgia.

-Ho dormito benissimo, come una bambina- risposi, con un sorriso.

-Non hai mangiato la torta. Non ti piace?- mi chiese lei, un po’ triste.

-Cosa? No, volevo mangiarla con te, e non volevo sporcare in camera- la rassicurai io, e lei sorrise, intenerita.

-Oh, quanto sei dolce, piccola mia, ma sarai davvero affamata, ed io ho già mangiato un avanzo di torta di lumache. Dovresti assaggiarla anche tu, è molto buona- 

Eccola qua, tale e quale a mia nonna.

Anche lei cerca di farmi mangiare frutta e verdura come non mai.

Strinsi la bocca come se avessi mangiato un limone, sperando di andarmene prima che lei mi offrisse quella fantomatica torta, e lasciai cadere l’argomento, anche perché avevo davvero fame.

-Beh, si, magari un giorno- era la stessa risposta che usavo con mia nonna, e anche con mia mamma, mio padre… ogni singola persona che incontravo che mi dicesse di mangiare cose che non volevo assaggiare, per farla breve.

Pensare a loro mi fece venire un nodo allo stomaco.

-Vado a mangiare in cucina- dissi, anche per dare un’occhiata in giro e prendere qualche scorta da portare con me per il viaggio, anche se pensavo che Toriel mi avrebbe preparato un pacchetto pranzo che neanche le madri del sud. 

E non è un insulto, per carità, io lo so bene, ho un sacco di parenti in Puglia, e non fanno altro che darci… 

Pensare alla mia famiglia aumenta il mio nodo allo stomaco, e dato che ho anche fame non posso permettermi di avere lo stomaco aggrovigliato.

“Tu pensi che Toriel ti lascerà andare?”

Aprii il frigo.

Ovvio che lo farà, Toriel è senz’altro… 

“Cosa c’è?”

“Che succede?!”

“CHRIS!!!”

… cioccolata?

“Cioccolata?!”

CIOCCOLATA!!! Nel frigo c’era una tavoletta enorme di cioccolata.

“Buona la cioccolata!”

No, tu non capisci, la cioccolata è la cosa migliore che esista al mondo.

E’ tipo il nettare degli dei, l’ambrosia… e altre cose che ora non mi vengono in mente messe insieme.

Inutile dire che tornai determinata nel giro di un secondo, e presi la cioccolata, che misi con cura in tasca.

Nel frigo non c’erano altre cose interessanti, tranne il mio formaggio, che recuperai.

“Beh, c’è la torta di lumache”

Sottolineo interessanti.

C’era anche il resto della torta a raffreddare, ed era davvero enorme.

Forse un po’ troppo enorme, mi intimidiva abbastanza.

“Sul serio, Chris?!”

Decisi di non prenderla, e dopo un’attenta osservazione notai che in cucina non c’era nessun tavolo e nessuna sedia dove sedersi a mangiare.

Perciò tornai in salotto, e mi sedetti sul tavolo.

-Hai trovato qualcosa di interessante?- mi chiese Toriel.

Avrei voluto vantarmi della mia scoperta cioccolatosa, ma poi decisi di astenermi dal darle quella informazione.

Probabilmente non avrebbe fatto nulla, ma non volevo rischiare che mi prendesse il cioccolato.

Chissà, magari era una fanatica anche lei, e non me lo avrebbe lasciato.

“Non ti facevo così egoista”

Sono la distributrice ufficiale di fazzoletti della classe, in quanto l’unica a portarli, do le penne e i fogli al mondo, e non mi ritornano mai indietro, ma non osate toccarmi la cioccolata!!

“Mmmm, interessante, se ti togliesse la cioccolata la uccideresti? Perché sono convinta che se sapesse che l’hai presa te la toglierebbe di sicuro”

Ci hai provato, ma ovviamente io non glielo dirò per controllare, quindi non avrò scuse per ucciderla

“Cioè, la uccideresti davvero per la cioccolata?!”

La cioccolata è sacra.

-E’ una cucina molto pulita- dissi in risposta alla sua domanda, con un sorriso, ed iniziando a mangiare la torta.

Io sono un’amante di torte, e come ho già detto mia madre e mia sorella ne fanno molte.

E non mi piace la cannella.

Ma cavolo se la torta di Toriel era buona!!

Era morbida ed all’interno aveva la caramella al burro fusa e calda.

La cannella non si sentiva molto, e nell’insieme ci stava una meraviglia.

Mi finii l’enorme fetta in tre morsi famelici, e Toriel mi fece uno sguardo sgomento, per poi sorridere, soddisfatta.

-Ti è piaciuta?- mi chiese, orgogliosa.

-Non sai quanto! Devi darmi la ricetta, mia sorella non la farebbe mai così ma… anzi, no, scusa, lo so che le cuoche di alto calibro non rivelano i loro segreti. Però è davvero una meraviglia. Posso prendere almeno cinque fette per il viaggio, e una da portare a mia mamma? Anzi due, così la assaggia anche mia sorella. A mio padre nulla che mi fa la morale. E’ fissato con il cibo e…- mi interruppi, osservando l’espressione a disagio di Toriel.

Il mio sorriso si spense.

-Non devi darmeli per forza, dicevo così, per dire, e per complimentare la tua cucina. Inoltre non saprei dove metterla, non posso portarla in tasca come le caramelle e la cio… ehm… il formaggio- cercai di rimediare, ma Toriel sembrava sempre più tesa.

-Puoi prendere tutta la torta che vuoi, l’ho fatta per te- disse, giocherellando con il libro -Vuoi sapere il libro che sto leggendo? Si chiama “72 usi per le lumache”- cambiò argomento.

-Non voglio prenderla tutta, non temere, anche se effettivamente è così buona che me la mangerei in un solo boccone. Comunque, interessante libro. Tu con lumache intendi quelle con il guscio o quelle senza, perché le prime mi piacciono, le altre, ehm, un po’ meno- dissi, senza capire bene il nervosismo di Toriel.

-Vuoi sapere un fatto interessante sulle lumache? Lo sai che le lumache… parlano… mooolto… lentamente…- disse, con lentezza.

Io rimasi zitta, senza capire dove volesse andare a parare.

-Oh, certo, lo immagino- dissi dopo un po’.

“Le lumache non parlano”

In un mondo di mostri è ovvio che parlino!

-Scherzo. Le lumache non parlano- ridacchiò Toriel, facendomi restare delusa, e facendo sbellicare Chara nella mia testa.

-Ah, bene. Comunque, come si esce dalle rovine? C’è tipo una strada che poi porta alla superficie? Perché io dovrei tornare a casa. Mia madre sarà preoccupatissima- non mi andava di essere sgarbata, ma ormai ero in giro da un bel po’, e non volevo far preoccupare la mia famiglia.

-Che ne dici di provare quella torta di lumache…- Toriel iniziò a darmi l’impressione che cercasse in tutti i modi di cambiare argomento.

“Solo ora?”

E l’allusione alla torta di lumache aumentò la mia voglia di tagliare la corda.

“Che insensibile che sei”

-Toriel, come torno a casa?- chiesi, in tono fermo.

La mamma capra sembrò sul punto di piangere, chiuse il libro di scatto e si alzò.

-Devo fare una cosa. Perdonami, piccola mia- e si diresse per le scale nell’area dell’entrata che non avevo proprio notato.

Non ci voleva un genio per capire che aveva a che fare con la mia richiesta, e che quindi se volevo andarmene dovevo seguirla alla svelta.

Decisi di tornarmene in cucina e mangiare un’altra fetta di torta.

“Brutta idiota! Seguila, prima che ti impedisca di tornare a casa!!”

Ma non voglio ferirla!

“Bene, fa come vuoi, non rivedrai mai più tua madre, tua sorella e tutti i tuoi cari!”

Rimasi immobile per qualche secondo, pensando alla questione.

Cavolo! Per una volta Chara aveva ragione!

“Io ho sempre ragione!”

Corsi dietro a Toriel, e la trovai subito sotto le scale, come se mi aspettasse.

-Qui in fondo c’è l’uscita dalle rovine, io adesso andrò a distruggerla.  Ti prego, piccola mia, permettermi di proteggerti e va di sopra- disse, prima di procedere.

Se l’avesse distrutta sarebbe stato più semplice attraversarla, no? 

“Credo che intenda farla crollare così da non permetterti mai di uscire”

COSA?! 

Le corsi dietro.

-Ti prego, Toriel. Devo tornare a casa! Mamma sarà preoccupatissima, non è da me sparire!- provai ad obiettare.

-Così tanti umani sono usciti da quella porta, e non sono mai tornati- continuò a Toriel, come se stesse facendo un monologo.

-Sono usciti dal Sottosuolo?- provai ad indovinare, con un sorriso speranzoso.

Toriel continuava a camminare.

-L’ho visto accadere tante volte. Vengono, escono da qui, e muoiono- disse, in tono truce.

-Ah- commentai, rallentando il passo.

-Se esci di qui, lui, Asgore, ti ucciderà- 

-Ahhhh- mi fermai del tutto, mentre Toriel raggiungeva la porta che portava all’uscita delle rovine.

-Ti prego, va di sopra- mi supplicò.

“Affrontala!”

-Io…- iniziai a preoccuparmi. E’ vero che ero già morta tante volte, ma chissà, magari avevo un numero di vite limitato. Questo era solo l’inizio, forse dovevo darmi una calmata.

Forse dovevo restare con Toriel.

Ma non potevo farlo, lo sapevo.

Mia sorella non poteva credere di essere padrona della camera.

Il mio gatto non si sarebbe fregato il mio letto.

Mia mamma non avrebbe cucinato di meno.

E mio padre doveva ancora dirmi un sacco di cose su quanto la dieta paleo fosse migliore di quella al cioccolato.

Per la prima volta dall’inizio di tutta l’avventura sentii una determinazione diversa scorrermi nelle vene.

Dovevo rivedere la mia famiglia!

E quella mamma capra, sebbene adorabile e dalle migliori intenzioni, non me l’avrebbe impedito!

Feci un passo avanti.

-Ti prego, piccola mia…- provò a dire lei.

-No, ora sentimi! Io devo tornare a casa, e non puoi tenermi qui per sempre! Inoltre non posso morire, quindi non devi preoccuparti di questo!- incrociai le braccia, decisa, ed avanzai ulteriormente, per ritrovarmi a pochi centimetri da lei.

Toriel abbassò lo sguardo.

-C’è solo un modo per provarmi che ce la potrai fare. Dimostrami che sei abbastanza forte da sopravvivere- dalle sue mani comparvero due palle di fuoco, che mi colpirono senza che neanche avessi il tempo di prepararmi psicologicamente.

I miei capelli presero fuoco, ed io mi rotolai a terra con una bella dose di panico.

-Toriel, stai scherzando?!- chiesi, fuori di me, una volta controllate le condizioni disastrose della mia chioma.

-Va bene che volevo tagliarli, ma così mi sembra esagerato- provai a buttarla sul ridere, ma altre palle di fuoco cercarono di colpirmi.

-Toriel, finirai per uccidermi così- dissi, evitandole per un pelo rotolando di lato ma beccandomi un capocciata sul muro.

-Ahia!- commentai, con le lacrime agli occhi.

“Che aspetti. Uccidila!!”

Ma con cosa?! Anche se avessi voluto, e non volevo affatto, non avevo nulla con me, ad eccezione del piatto sopra cui avevo mangiato la torta.

Lo presi e glielo gettai contro, ma la mia mira faceva parecchio schifo, ed il piatto si ruppe a terra, spargendo i suoi cocci contro di me e contro Toriel, che si ferì alla guancia.

-Mimma! Toriel, mi dispiace!!- urlai, correndo verso di lei per vedere se stesse bene.

Non credo di biasimarla per la palla di fuoco che venne dopo e che mi uccise, ma diciamo che poteva anche risparmiarsela.

Mi ritrovai davanti a lei, che stava in procinto di distruggere la porta.

Rimasi ferma ed in silenzio.

-Ti prego, piccola mia, va di sopra- mi incoraggiò lei.

-Toriel…- provai a dire, poi i miei occhi si riempirono di lacrime, e corsi via, lasciandole fare il suo lavoro.

“Che cavolo fai?! Affrontala, uccidila!! Non deve farla franca per averti tolto la vita!”

Ma non mi andava di ascoltare nessuno, volevo solo riflettere un attimo sul modo migliore per passare.

Volevo tornare a casa, ma non avevo la minima intenzione di uccidere qualcuno per adempiere al mio scopo.

E di certo non Toriel, anche se era senz’altro una pazza solitaria.

Quando raggiunsi la cima delle scale, decisi di esplorare un altro po’.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Ho dovuto dividerlo in due parti, sennò diventava troppo lungo.

Ma il prossimo arriverà presto, non temete.

“Tsk, credeteci!”

Ok, forse no, ma ci proverò con le massime forze, promesso! 

Ultimamente sto scrivendo molto, anche per vari contest, quindi perdonatemi.

Questo capitolo sarebbe dovuto arrivare ieri, ma anche oggi va bene.

Cercherò di pubblicarne un’altro domenica.

Come potete anche vedere, anche se è principalmente una storia comica e demenziale non ho potuto non metterci dei pezzi più seri, perché è anche una storia “realistica”, e la mia determinazione non può venire solo da cioccolata ed orologi.

Spero che il capitolo vi piaccia, è il più lungo che ho scritto fino ad ora, visto che arriva a nove pagine di TextEdit.

Nel prossimo capitolo, oltre alle solite risate (che spero ci siano) aspettatevi anche un po’ di feels. E’ difficile dire addio a Mamma Capra <3

“Ma anche no!”

Ti ho visto meno attiva, oggi, Chara

“Mi disgustavi e basta!”

Già, già, sempre carina.

Un bacione e alla prossima :-*

Wow, non ha commentato, strano.

Ma piacevole :D

“VA**ANC**O!!!”

Ah, lo sapevo.

   
 
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