Videogiochi > Undertale
Segui la storia  |       
Autore: ChrisAndreini    13/06/2016    2 recensioni
(Female Frisk. SansXFrisk)
"Ti odio e ti amo. Forse ti chiederai come questo sia possibile. Io non lo so, ma mi tormento" Catullo
*Tutti gli umani la guardavano come se fosse inferiore, ma lei aveva un potere enorme, un potere che nessuno poteva utilizzare, umano o mostro che fosse, oltre a lei.
*Cosa, cosa avevano fatto di sbagliato?!
Sans era sicuro che il sé della linea temporale precedente avesse fatto tutto il possibile, ma probabilmente quell’assassina non era altro che un’anima irrecuperabile.
*Che idiota!
Frisk non riusciva a credere quanto fosse risposto a rischiare pur di non vederla resettare.
Voleva dimostrare di poter cambiare il destino? Sans non poteva farlo! Era Frisk che aveva questo potere.
*Perché continuava a farlo?!
Sans non lo capiva, non ricordava i reset, e ogni volta cercava di trovare la verità, che però gli sfuggiva sempre di più, mano a mano che le linee temporali si susseguivano una dopo l’altra.
*Frisk aveva già la mano sul pulsante.
-Te lo prometto, Sans, è l’ultima volta!- disse, gettando il coltello a terra per asciugarsi gli occhi, mentre il mondo si scomponeva davanti a lei.
*Sperava solo che quello sarebbe stato l’ultimo reset, finalmente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Flowey, Frisk, Sans
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2° Genocide

Forse non avrebbe dovuto farlo, non era obbligata, in fondo. Poteva sempre vendicarsi di Sans in altri modi, ma non riusciva a pensare ad altro che al dolore provocato dallo scheletro che aveva amato e che l’aveva solo usata.

-Frisk!!- le urlò contro Flowey, non appena lei gli comparve davanti.

-Avevamo un accordo, ricordi?! Se ti veniva da resettare, ne parlavi prima con me!!- esclamò lui, furente.

Lei lo guardò senza emozioni. Quel fiorellino la infastidiva e basta.

Sentì la presenza di Chara vicino a lei.

-Ero in ospedale ed avevo perso l’uso delle gambe. Scusami se non ti ho avvertito, quando mi è venuto in mente di resettare. Tanto non mi avresti fatto cambiare idea- gli disse seccata. Lui sobbalzò.

-Ok, ma non mi avresti fatto venire un colpo, almeno. Quelle firme dell’ONU fanno perdere più di quando valgano- commentò, stizzito.

-Tranquillo, non credo ci saranno, almeno non in questa linea temporale- commentò Frisk, facendo entrare Chara nella sua mente e superando Flowey, che però le comparve di nuovo davanti.

-Come, scusa?- chiese, spaventato.

-Mi hai sentito. Non ci saranno. Ci vediamo, credo, a casa di Asgore, oppure direttamente alla fine, o no. Non so, fa come vuoi, io voglio solo arrivare alla Sala del giudizio ed uccidere Sans- disse, stringendo forte il bastoncino che aveva sempre ogni volta che ricominciava.

Flowey spalancò gli occhi.

-Ah, capisco- commentò, prima di sparire.

“Finalmente sei tornata in te” commentò Chara nella sua mente, divertita.

-Non prenderti libertà. Sono io che comando- mise subito le cose in chiaro Frisk, raggiungendo Toriel, che la accolse sorpresa e felice, come sempre.

Frisk si sentiva già male per quello che le avrebbe fatto, ma se Sans aveva usato certi mezzucci per evitare che resettasse, significava che la considerava davvero cattiva, e lei… lei sarebbe diventata esattamente quello che lui voleva.

Nel peggior dei casi, se si fosse pentita, avrebbe resettato di nuovo.

 

-Vedo che sei troppo furba per cadere nello scherzo del cuscino pernacchione nella mano. A quanto pare non tutti riescono ad apprezzarlo- commentò Sans, mettendo le mani in tasca, quando l’umano si rifiutò di stringergliele.

-Ciao Sans- lo salutò lei, con un tono che fece venire i brividi allo scheletro, che però decise di non perdere la calma. Forse era una bambina un po’ strana, con parecchi anni sulle spalle e decisamente un grande desiderio di vendetta, ma non poteva aver perso tutti quegli anni che le si leggevano in faccia in genocide, e Sans sentiva che era salvabile, sentiva che, che… non sapeva bene cosa, ma era qualcosa di grande che gli premeva nel petto.

Avrebbe capito cosa stava spingendo la bambina a fare quello che stava facendo, che avrebbe fatto e che forse avrebbe pure deciso di rifare, e le avrebbe fatto cambiare idea.

Lei sorrise, come se gli leggesse nel pensiero.

-Sappi solo che tutto quello che è accaduto e che accadrà è colpa tua- gli disse, prima di superare il ponte. Sans la seguì, proprio mentre arrivava anche Papyrus.

E l’espressione che la bambina lanciò al fratello, che non sembrò neanche accorgersi di lei mentre si lamentava con Sans, terrorizzò lo scheletro oltre ogni dire.

Cosa aveva fatto in un precedente reset?

Doveva essere qualcosa di davvero orribile, se quella bambina sembrava odiarlo tanto.

-Senti, eh eh, non credo che ci sia bisogno di giungere a conclusioni drastiche. Se c’è qualcosa che ho fatto di cui vuoi parlare potremmo sempre discuterne da Grillby, oppure…- cercò in qualche modo di risollevare la situazione. Pensare di vedere il fratello morire a causa di quell’umana. Morire perché lui l’aveva fatta arrabbiare… era davvero troppo.

Lei lo guardò, sorridendo crudelmente divertita, ed avvicinandosi a lui, fino a trovarsi a pochi centimetri di distanza dal suo viso.

Lui era come congelato, senza sapere bene cosa stesse succedendo.

Doveva davvero aver fatto qualcosa di orribile all’ennesima potenza per meritare quello sguardo e quell’odio.

Ma cosa? Perché lei non glielo diceva e basta?

E perché il cuore, che effettivamente non aveva, gli batteva così forte tra le costole?

-No, non mi va, potrei sempre decidere di darti ascolto e perdermi di nuovo tra le tue bugie, tra le tue finte. Solo… mi dispiace un po’ dover uccidere Papyrus, è un amico così dolce. Ma ho ucciso mia madre, probabilmente ci riuscirò. A dopo scheletruccio- gli diede un buffetto sull’apertura del naso, e procedette.

Bugie? Finte? 

Sul serio, che diavolo aveva fatto in un precedente reset?!

 

-Ti prego, ragazzina, dimmi che ho fatto di male? Posso rimediare! Puoi resettare, e fingeremo che tutto questo non sia mai accaduto. Sento che dentro di te c’è una buona persona che vuole uscire. Ti supplico, non continuare con questa, con questa farsa. Non lo dico solo per me, ma anche per te- era l’ultimo attacco di Sans prima di quello finale, e nonostante Frisk fosse morta una ventina di volte, ricordava abbastanza quel combattimento, ed era certa di riuscire a sopravvivere a quell’ultimo attacco, e poi la sua vendetta si sarebbe compiuta.

Ma a quale scopo? Che avrebbe fatto poi? 

Certo, avrebbe potuto finire la genocide, uccidere Asgore ed uscire, ma voleva davvero farlo? Non è che nel mondo umano fosse felice, prima di scendere nel sottosuolo.

Però non voleva ritornare alla falsità e finzione, anche perché i sentimenti che provava per lo scheletro davanti a lei che stava per uccidere erano ancora forti, e premevano sul suo petto.

Sperava di essersi distanziata, ma non era abbastanza.

Attaccò senza dire una parola, e Sans schivò, come sempre.

Ed arrivò l’ultimo attacco, e lei riuscì a sopravvivere.

E lui poi rimase fermo.

-Bell’attacco speciale- commentò lei, rimanendo in piedi a fissarlo.

Il pulsante di reset le comparve davanti, ma lei non aveva intenzione di premerlo.

Si mise a braccia incrociate ed aspettò.

-Sai che ti ucciderò, come l’ultima volta, quindi perché tirarla tanto per le lunghe?- chiese. Certo, lei aveva sempre amato osservarlo, lo avrebbe fatto anche per ore intere, quando cercava anche di capire bene come la magia funzionasse sul suo corpo scheletrico, ma in quel momento, mentre cercava di odiarlo con tutte le sue forze, voleva solo ucciderlo, per vedere se fosse abbastanza per farla stare meglio.

Certo, avrebbe potuto farlo anche senza ammazzare il resto del sottosuolo, ma sapeva che non c’era niente di più doloroso per Sans che vedere che ai suoi amici veniva fatto del male a causa sua.

Fino allo scorso reset lei stessa aveva seriamente creduto di essere tra quelle persone che Sans voleva in tutti i modi proteggere, ma si sbagliava di grosso.

-Ti ho fatto del male? Ti ho… non lo so, fatto una violenza di qualche tipo? Ho ucciso qualcuno a cui tenevi davvero tanto?- iniziò a chiedere Sans, con sguardo basso.

-Mi hai usata- commentò solo Frisk, alzando le spalle. Perché Sans doveva curarsi di quello che era successo, dato che stava per morire?

-In che modo?- chiese lui, guardandola con espressione talmente ferita che Frisk dovette distogliere lo sguardo.

Era stanco, provato, distrutto dagli eventi e dal combattimento, ma allora perché non si addormentava.

Frisk iniziò a canticchiare una canzoncina sottovoce, ma abbastanza forte perché lui la sentisse.

-Questa è…- cominciò a dire lo scheletro, ma le parole gli morirono in bocca.

-Si, la ninna nanna che canti sempre a Papyrus. Era il primo reset dopo la mia prima genocide, ed eravamo tutti in una piccolissima casa che Toriel aveva rimediato, prima che iniziassimo a farci accettare dagli umani. Lei dormiva nell’unica camera da letto insieme a me, e tu e Papyrus vi eravate sistemati sul divano. Io avevo avuto un incubo, ed ero corsa in cucina perché non volevo che Toriel si svegliasse. E tu eri lì, stranamente sveglio, non ho idea del perché. Mi hai preso in braccio, mi hai consolata, e mi hai cantato questa canzoncina. Non mi sono mai sentita più al sicuro in vita mia- raccontò, con voce malinconica e spenta, ricordando quel momento di sicurezza con nostalgia.

Sans non sembrava capire, ed effettivamente Frisk non voleva che lo facesse.

-Cosa significa?- chiese, confuso, con le lacrime agli occhi.

Anche Frisk dovette asciugarsi un luccicone, e ricominciò a cantare, sempre senza guardarlo se non con la coda dell’occhio.

-Ti prego, prima di uccidermi, almeno dimmelo- la supplicò, con un singhiozzo, ma i suoi occhi si stavano chiudendo, senza che potesse evitarlo.

Frisk conosceva gli strani poteri soporiferi di quella bellissima canzone, avendoli sperimentati in prima persona. Certo, Sans non aveva una voce angelica, ma era stato così dolce, al tempo.

“Si è addormentato, uccidilo!” la incoraggiò Chara, con trepidazione.

Frisk sapeva che avrebbe dovuto spingersi fino al pulsante, ma usò il coltello per aprirsi direttamente un varco, ed uscire dal box di combattimento.

Si avviò poi tranquillamente verso la sua destinazione.

Che non era quella che Chara si aspettava.

“Che fai?! Hai superato il pulsante! E’ da quella parte!”

Frisk non le rispose, e si ritrovò faccia a faccia con Sans, che dormiva beatamente, a bocca semiaperta.

I loro volti distavano pochi centimetri l’uno dall’altro, Frisk sentiva il respiro regolare dello scheletro che le sfiorava il viso.

Perché si era dovuta innamorare di lui così profondamente? Così profondamente che ucciderlo si stava rivelando difficile anche dopo tutto quello che stava facendo per farlo soffrire quanto lui aveva fatto soffrire lei, anche se, nel suo caso, probabilmente era stato involontario.

Già, lui non voleva che lei scoprisse il complotto che aveva architettato alle sue spalle.

L’espressione, pur se addormentata, sembrava disturbata, come se si aspettasse di morire da un momento all’altro.

Cosa che, effettivamente, sarebbe accaduta presto.

Ma Frisk voleva prendersi qualche altro secondo per osservarlo.

Lacrime le rigarono le guance senza che potesse trattenerle, e si diede mentalmente della stupida per essere così debole.

Forse era Chara a parlare, ma comunque credette fosse vero.

Ma con Sans così vicino a lei e due reset di astinenza, non ce la fece a resistere.

La sua bocca era lì, invitante, a pochi centimetri dalla propria. Il pulsante di lotta facilmente raggiungibile allungando il braccio.

Si preparò a premerlo con la sinistra, e con l’altra mano prese il volto dello scheletro e annullò le distanze tra loro.

Sans si svegliò di scatto, e se dapprima rimase immobile, quasi ricambiando quel gesto inaspettato, gli ci vollero pochi secondi per riprendersi ed allontanarla.

Lei premette in tutta fretta il pulsante di Lotta, mantenendo la mano su di esso.

Come da copione, Sans schivò il primo attacco, ed alzò una mano come a prenderla in una morsa telecinetica, o far comparire un Gaster Blaster.

Invece la mano tremò, come se al suo posto stesse vedendo qualcun altro, e nulla comparve.

Chiuse gli occhi, aspettandosi il colpo successivo, e si lasciò prendere in pieno.

Chara esultò, felice come una pasqua, mentre Frisk osservò semplicemente lo scheletro guardare oltre di lei, mentre si disintegrava.

-Mi dispiace, Papyrus- disse, con l’ultimo fiato.

Con le lacrime che uscivano senza ritegno, la ragazza si maledisse per essere ancora così debole.

Il suo cuore sembrava distrutto nel petto, e non aveva la più pallida idea di cosa avrebbe fatto. Non si era affatto distanziata, almeno non come avrebbe voluto.

Il pulsante di reset le comparve nuovamente davanti.

“Non ci pensare nemmeno! Siamo quasi alla fine, andiamo a sconfiggere Asgore!” esclamò Chara.

-No, devo distanziarmi, forse rifacendolo ce la farò a non provare più nulla per lui!- cercò di convincere se stessa, premendo il pulsante.

“NO!” esclamò Chara furiosa, ma era troppo tardi.

Reset

E inoltre, non servì a nulla, se non a rafforzare il suo dolore, la sua rabbia, la sua voglia di farla finita.

La determinazione, ad ogni genocide che fece, le venne sempre meno.

Continuò a lungo a resettare e ad uccidere, senza mai superare la morte di Sans.

Fino ad una particolare genocide.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Quello di prima era il capitolo che segna metà storia, mi sono dimenticata di dirlo.

E… beh, Frisk sarà anche mentalmente una cinquantenne, ma sotto sotto è ancora una bambina.

E siccome so che questo capitolo lascia molto con l’amaro in bocca e non è molto corposo, domani aggiornerò un po’ prima, verso le sette invece che verso le otto. Anche perché è uno dei capitoli che preferisco.

E volevo solo precisare, così, per sfizio, che i paragrafi si alternano in modo che ogni capitolo ne abbia tre, ad eccezione del prologo e dell’epilogo e che i POV di Frisk e Sans si susseguano uno dopo l’altro.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Undertale / Vai alla pagina dell'autore: ChrisAndreini