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Autore: Kevan Reed    14/06/2016    1 recensioni
Cornelia è una ragazza come tante. sognatrice, studiosa e determinata a raggiungere i suoi obiettivi. Da brutto anatroccolo si è trasformata in un bellissimo cigno e tra passioni, amori, amicizie, intrighi e tradimenti cercherà di farsi strada per raggiungere i suoi sogni.
**Ogni settimana un nuovo capitolo del mio primo racconto, sperando vi possa piacere**
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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20.

CHRIS.
 
La guardo mentre corre via, mentre fugge da me come se fossi un mostro che le ha appena spezzato il cuore, distrutto definitivamente. Il mio cuore in questo momento si sta deteriorando lentamente e dolorosamente. L’angoscia che mi pervade fa scendere sulle mie guance qualche lacrima. Gli uomini non sono forti come tutti dicono...ma sono anch’essi fragili e quando qualcuno di caro fugge da te, ti senti triste...come se stessi sprofondando in un baratro senza fondo. Lei fugge sempre di più finché, da un puntino all’orizzonte, non rimane niente e scompare. Non so che fare, non so se seguirla, non so se lasciarla sola per il momento ma io voglio spiegarle, voglio raccontarle cosa è successo veramente. Non voglio perderla.
- Chris!! - Vanessa è rimasta nella stanza tutto questo tempo e chiamando la mia attenzione scende piano piano i gradini della scala, quella stessa scala che ho posizionato per la mia ragazza e non per lei. Si avvicina a me e con le sue mani insidiose tra i miei capelli mi massaggia la testa.
- Senti. Tutto questo è stato uno sbaglio. Non ti rivoglio nella mia vita, né ora né mai. Io voglio stare con Cornelia. Lasciami perdere!! - Nell’istante in cui allontano questa donna da me, corro, istintivamente corro per raggiungere l’unica persona che è capace di farmi battere il cuore velocemente e lentamente allo stesso tempo. La ragazza di cui sono perdutamente innamorato.
Corro verso la piazza. E’ in quella direzione che si è diretta. Magari è lì, lo spero. Mentre proseguo, vado più veloce che posso e nella mente rivivo i ricordi di quest’estate passata con lei; le risate, gli scherzi, gli sguardi e i nostri baci, oh sì i nostri baci, quelli di cui non possiamo farne a meno e non riesco a pensare che quelli di ieri potrebbero essere gli ultimi.
Arrivato in piazza, c’è tanta gente e mi è difficile riconoscere tutte le facce. Mi giro intorno; a destra, a sinistra, in avanti e indietro. Non la vedo, non riesco a vederla. Cerco di riconoscere qualche viso familiare ma la mia mente è troppo offuscata in questo momento, la vista è quasi annebbiata e non riesco a mantenere la lucidità.
- Chris!! - una voce maschile mi chiama, mi volto ed è Rick che viene verso di me.
- Rick. Sto cercando Cornelia, l’hai vista? - chiedo agitato, nervoso, angosciato e con gli occhi gonfi.
- No, no, no non l’ho vista. Va tutto bene amico? - chiede lui stranito.
- Si ehm…voglio dire, no non va tutto bene. Ho fatto casino e devo assolutamente parlare con lei!! - rispondo continuando a guardarmi in giro.
- Se la trovo te lo faccio sapere. - dice Rick appoggiando una mano sopra la mia spalla - Chris, andrà tutto bene, vedrai. - conclude con tono incoraggiante.
- Grazie amico. - finito di pronunciare queste esatte parole continuo la mia corsa, verso le piscine stavolta.
Corro guardando con attenzione tutti i visi che mi si presentano davanti. In pochi istanti arrivo alla piscina Alpha. Non la vedo, mi giro intorno e lei non c’è! Dov’è? Dove sei? Continuo a domandarmi nella mia testa sperando in un segno del destino.
 

*************************
 
La mia corsa è proseguita per tutta la sera alla piscina Beta, ai campi da tennis, al teatro, ai campi da golf e nel nostro meraviglioso prato che era il posto con più probabilità di incontrarla, rispetto agli altri, ma lei non era neanche lì. Sembra quasi sparita, come se non volesse più farsi vedere da me e non posso sopportarlo se così fosse.
Sono seduto su un marciapiede adesso e con la testa sulle ginocchia, le lacrime scendono prepotentemente sulle mie guance. Non so cosa fare, dove andare e come comportarmi. Ho bisogno di aiuto...ma chi può darmene? Non posso andare dai suoi genitori, mi ucciderebbero e non posso andare neanche dai miei perché farebbero anche di peggio. Ma dove posso andare, dove poss...Aspetta!!! Una lampadina si è appena accesa, posso andare da Brianna, forse Cornelia ci è già andata, magari la trovo lì. Magari…
C’è un golf kart vicino a me, lo prendo, lo uso per andare da Bri. Lo accendo e in un istante con il piede forte sul pedale corro, continuo la mia corsa senza sosta verso l’unica persona dove Cornelia potrebbe andare in caso di bisogno. Come ho fatto a non pensarci prima!?
In pochi minuti raggiungo la sua casa e molto velocemente raggiungo la porta. Suono e l’ansia si è talmente impossessata di me che quasi non respiro. La porta si apre ed è Bri alla porta.
- Ciao. Devo parlarti, per favore! - chiedo subito con decisione
- Certo, mettiamoci fuori... - risponde lei chiudendo la porta.
- H-ho fatto un casino con Cornelia e sono a pezzi. - dico subito con voce tremolante.
- Lo so. Mi ha chiamata in lacrime. Ma perché? Mi fidavo di te e pensavo che finalmente con te poteva avere la storia dei suoi sogni, una storia d’amore come quella dei suoi libri preferiti. - risponde lei con tono amareggiato.
- Non è come pensi. Ero in camera mia e Vanessa è venuta in lacrime perché era depressa, pensava al bambino e io l’ho voluta consolare. Si, insomma l’ho abbracciata ma nell’istante in cui Cornelia è arrivata lei mi ha baciato alla sprovvista, non ho nemmeno risposto e non sono riuscito a spiegarglielo perché è corsa via da me e adesso non la trovo da nessuna parte. Io la amo Bri, la amo profondamente...in un modo che neanche io capisco e mai mi sarei potuto immaginare. Ho bisogno di lei. Sai dove posso trovarla? Ho bisogno di parlarle. - dico di getto, agitato e nuovamente con le lacrime agli occhi.
- No io non so dov’è. Volevo raggiungerla ma non mi ha detto dove fosse. Se è andata veramente così devi trovarla e farti dare la possibilità di spiegarle tutto. In fretta… - dice con sguardo preoccupato.
- Si lo so…il prima possibile. - rispondo con gli occhi rivolti verso la strada.
- No, Chris. Tu non lo sai. - dice lei con tono diverso stavolta più ansioso.
- Che vuoi dire? - chiedo stranito.
- Vuole andare nel Vermont dai suoi nonni. Fino all’inizio della scuola. - dice con amarezza nella voce.
- Cosa? No, non può, non deve. Io d-devo trovarla. - dico sempre più agitato.
- E allora vai. Corri. Io proverò a chiamarla. - risponde, e nello stesso istante mi rimetto a correre, non so verso dove ma ovunque.
 
 
Cornelia.
 
Questo continuo girovagare senza meta mi ha portata ovunque; al prato, alla piazza, ai campi da tennis e al teatro. Ogni luogo mi ha ricordato lui, il ragazzo di cui sono perdutamente innamorata ma che è anche il ragazzo che mi ha spezzato il cuore. Gli occhi sono gonfi, rossi con ancora tante lacrime al suo interno ma non ancora scese. Cammino, dirigendomi verso la piscina ed inizio a pensare alle mille possibilità che hanno portato lui a tradirmi. Cosa ho fatto di sbagliato? Non sono troppo per lui? Sono stata invadente o possessiva? L’ho oppresso? Cosa? Sono tante le domande che mi pongo, a cui non so dare una risposta e oltre alla tristezza che mi sta accompagnando da qualche ora a questa parte, adesso credo anche di impazzire. Ho chiamato Brianna prima e le ho raccontato tutto. Non sapevo con chi parlarne e lei mi è sempre stata d’aiuto. Sarei potuta andarci ma la mia condizione mentale e fisica mi porta a non voler vedere nessuno al momento. Lei ha cercato di analizzare la situazione dicendo di indagare a fondo, che magari ci potrebbe essere una spiegazione a quello che ho visto, strano visto che lei qualche ora fa pensava di aver visto Rick a fare chissà cosa con quella ragazza, in realtà sua cugina, ma è sempre così; siamo bravi a dispensare consigli che poi noi stessi non seguiremmo mai.  Ma penso: quale spiegazione ci può essere alla scena riprovevole a cui ho assistito!? La scena dove il mio ragazzo sta baciando qualcun’altra. Le sue labbra premute contro quelle di qualcun altra e non una persona qualsiasi...ma la sua ex ragazza. Le ho detto che me ne sarei andata da qui, che non avrei passato neanche un giorno di più accanto a quella casa, che sarei andata dai miei nonni per trascorrere le ultime settimane di quest’estate lontano da qui e infatti, non appena sarò pronta a tornare al bungalow, comunicherò la mia decisione ai miei genitori. Mi dirigo verso la piscina con passo molto lento e le braccia conserte per cercare di ripararmi da questo apparente freddo che in realtà è solo frutto di tanto sconforto, di delusione. Brividi d'angoscia che attraversano la mia pelle.
Ed eccomi qua. In piscina dove ogni famiglia è felice; ridono...scherzano e i bambini giocano. Un posto perfetto per trascorrere le serate tranquille estive. Tutti felici tranne me che in un angolo isolato da tutti, mi siedo sul bordo della piscina mettendo i piedi dentro l’acqua, contemplando e rimuginando. - Ehi ciao... - una voce maschile mi saluta improvvisamente, proviene da dietro le mie spalle e girandomi trovo Owen.
- Ciao. - rispondo con voce malinconica e triste.
- Tutto bene? - chiede sedendosi accanto a me.
- No, non va tutto bene. La vita fa schifo. L’intera adolescenza è una mera illusione e io sono stufa di tutto questo. - rispondo con tono più aggressivo e amaro.
- Mmm…sono indeciso tra problemi di cuore o problemi con i genitori, ed essendo i tuoi genitori fantastici, credo proprio che a questo punto siano problemi di cuore, giusto? - chiede ancora una volta.
- Quando penso di aver trovato finalmente la felicità ecco che prontamente qualcuno pensa bene di rovinare tutto quanto. E’ il destino? O semplicemente la sfiga che mi perseguita? Non lo so. - Non ho ancora rivolto lo sguardo verso di lui perché non ci riesco, penso che potrei scoppiare in lacrime e ho pianto anche troppo oggi.
- Beh, io non sarò esperto in problemi di cuore ma ti posso dire che le cose finiscono sempre per sistemarsi. Sempre, ed è una verità sacrosanta questa. - risponde dandomi un colpettino appena, appena sulla spalla per incoraggiarmi.
- Fa così male. E io non posso sopportarlo. Voglio dire, non ci riesco. - Dico scoppiando in lacrime e appoggiando la mia testa sulla sua spalla. Lui mette il braccio intorno al mio collo e mi dà un bacio in fronte per consolarmi.
- Ehi, va tutto bene, tutto bene. Non ti preoccupare. Posso fare qualcosa per te? Qualunque cosa. - chiede gentilmente.
- Ingaggiare un sicario, per esempio? - chiedo.
- Beh, non ne conosco uno ma concedimi un po’ di tempo e forse potrei trovare qualcuno! - risponde facendo partire una risatina - Hai visto? Scommetto che questa era la tua prima battuta dopo ore. - continua stringendomi più forte a sé.
- Non so cosa fare adesso. - dico amareggiata.
- Beh intanto vai a casa e ti asciughi questi tuoi occhietti tristi. Si vede che hai pianto per tutto il giorno, hai il viso rosso e gonfio. Dopodiché lotta per il tuo amore. - dice a sua volta con tono deciso.
- Io? Non sono io quella che deve salvare il nostro amore. - rispondo lanciandogli un’occhiataccia.
- Cornelia, in amore l’orgoglio non esiste, devi mettere da parte questo e soprattutto imparare a perdonare. - dice saggiamente.
- Non lo so. Adesso sarà meglio che vada. Sono stata praticamente tutto il giorno fuori casa e non ho mangiato completamente. - concludo alzandoci da terra contemporaneamente. Lui mi abbraccia per confortarmi.
- Owen, grazie. - lo ringrazio e baciandolo sulla guancia lo saluto girandomi dall’altra parte e andando verso casa.
Se Owen avesse saputo del tradimento non avrebbe detto quelle cose. Io non sono obbligata a fare nulla. Non posso perdonarlo, non dopo quello che ha fatto. Lo amo ma devo lasciarlo.
Dopo aver camminato per qualche chilometro verso casa, eccola spuntare accanto a quella di Chris. Lungo il tragitto ho pensato a tutta la faccenda della partenza e a quanto sono fermamente decisa a farlo.
Salgo gli scalini sperando che lui non si accorga che io sto rientrando in casa. Entro e la luce della cucina è accesa, vado lì e trovo mia madre e mio padre seduti a chiacchierare.
- Ehi!! Che fine hai fatto? Non ci siamo visti per tutto il giorno. - chiede mia madre con un sorriso appena accentuato sulle sue labbra ma che guardando il mio viso lentamente scompare. - Tesoro, va tutto bene? - chiede ancora una volta.
- Io ehm…voglio andare dai nonni. - dico con occhi gonfi, pieni di lacrime ancora non scese e con tono tremolante ma deciso...i miei genitori che guardandosi l’un l’altro e poi rivolgendo lo sguardo a me, sospirano. Li vedo preoccupati.
 












 
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