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Autore: Winry977    14/06/2016    1 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/The_Boy_and_the_Beast]
Tutti narravano del primo allievo di Kumatetsu. Eppure, non stava scritto nemmeno in un libro che egli avesse avuto un secondo discepolo degno del suo nome e all'altezza di Kyuuta.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di fatto, i primi giorni erano stati difficili per Sora. Kumatetsu non mostrava alcun segno di disponibilità nei suoi confronti, spesso era scortese o rozzo nei suoi modi di fare. Tuttavia, non si poteva dire che con Kyuuta fosse pure troppo gentile, nonostante fosse chiaro che per il ragazzo avesse un occhio di riguardo; perciò, alla fine della prima settimana, Sora si mise l’animo in pace, e cominciò quasi a rispondergli a tono. Di certo, non si sarebbe piegata così facilmente.

Kyuuta le aveva presentato gli “amici” (se tali si potevano definire, ma vista la frequenza delle loro visite, a quanto pare lo erano) di Kumatetsu: Hyakushuubou era il monaco che si era presentato proprio quando Sora aveva avanzato la proposta di essere ospitata da Kumatetsu; aveva un animo gentile e si preoccupava sempre di Kyuuta così come, ora, anche di lei. Tatara invece era il nome della scimmia che la prima volta che l’aveva vista la aveva denominata “questa”: i litigi con Tatara erano persino più frequenti di quelli con Kumatetsu: la scimmia passava il tempo a punzecchiarla e a lanciarle frecciatine. Certo, Kyuuta le aveva detto che aveva fatto la stessa cosa con lui nei primi periodi in cui aveva vissuto col suo maestro (spesso definiva così quell’orso burbero), anzi spesso aveva tentato di convincerlo a mollare. Eppure alla fine, persino Tatara aveva cominciato a rispettarlo.

-Devi solo dargli un po’ di tempo.- disse una sera con un mezzo sorriso. Si erano seduti sul bordo della terrazza superiore ad osservare la città illuminata.

Sora sospirò. -Non si può certo dire che quei due mi stiano rendendo la vita facile. E pensare che mi occupo io della casa, anche se tu, da quello che mi hai raccontato, hai praticamente fatto la maggior parte del lavoro. Quella casa era così sporca quando sei arrivato?

-“Sporca” è un eufemismo.- ridacchiò lui. -Dovevi vedere la faccia di Kumatetsu quando ci è rientrato la prima volta dopo che io l’avevo messa a nuovo.

Sora accennò ad un sorriso. Kyuuta, fino a quel momento, si era dimostrato l’unico con cui potesse parlare in tranquillità senza sentirsi attaccata o a disagio. Certo, Hyakushuubou era cortese e trasmetteva tranquillità anche solo quando gli si rivolgeva la parola per chiedergli di passargli il sale; però la ragazza sentiva di potersi aprire soltanto con il suo coetaneo.

Un venticello si insinuò tra di loro.

-Senti, perché non ti alleni con me e Kumatetsu?- disse Kyuuta per spezzare quel silenzio.

-Che?!

-Perché no? Sei agile e forte, secondo me, se gli dimostri che ci sai fare, potrebbe persino cambiare opinione su di te.

-Ma da che punto di vista, io sarei agile e forte?

Kyuuta la guardò con condiscendenza. -Devo davvero rimembrarti la prima volta che ti abbiamo trovata?

-Tu non c’eri.- mugugnò lei.

-Certo, ma mi è stato raccontato.- Kyuuta si curvò su se stesso, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e sporgendosi un po’ di più. Sotto non c’era nessuno, si vedeva solo la luce accesa della cucina, dalla quale provenivano le discussioni accese di Tatara e Kumatetsu. -Hyakushuubou mi ha raccontato di come sei praticamente saltata sul tetto, anzi- le rivolse un’occhiata di sbieco -di come ti ci sei arrampicata.- Sora sospirò. -E poi, ho avuto prova della tua forza e delle tue prestazioni quando abbiamo avuto il nostro primo incontro.- concluse con tono teatrale.

-A-ha, molto divertente.- gli diede una gomitata. Poi si fermò a riflettere. Fino a quel momento, la sua mente non le aveva concesso nemmeno una risposta a riguardo di chi fosse, cosa ci facesse lì o quale fosse il suo obiettivo. Per giorni non aveva saputo nulla della sua identità e nel timore di perdere quel poco che conosceva, non si era mai allontanata da casa. Forse, capendo quali fossero le sue vere abilità (ancora non si spiegava nemmeno quelle) avrebbe ottenuto qualche risposta.

Si girò a guardare il ragazzo, che era tornato a fissare la città. -Va bene, ci sto. Mi allenerò con voi.

 

 

Se l’apprendista aveva mostrato entusiasmo per la decisione di Sora, il maestro non si aveva mostrato troppa eccitazione. Anzi…

-E perché dovrei? Io ho già Kyuuta.- borbottò. Stavano facendo colazione, la solita ciotola di riso e uova crude; Sora si era abituata a quel pasto, semplice nell’apparenza, ma difficile da digerire, dopo un paio di giorni. Eppure, a lei, Kumatetsu non sembrava troppo convinto nel suo atteggiamento. Mal celava una sorta di interesse, come aveva fatto in quei giorni. Non notare la presenza di una ragazza in casa, prima di tutto, non era così semplice; e inoltre, Sora non nascondeva affatto le proprie abilità: si arrampicava sugli alberi persino con più agilità di Tatara, restava in equilibrio sulla punta dei piedi sullo schienale di una sedia quando si trattava di arrivare in posti alti.

“Per essere una ragazza, è piena di sorprese.” aveva sentito dire dal monaco una volta. Eppure lei non ci trovava nulla di tanto strano.

-Perché lo vedo che se curioso.- si sporse di più sul tavolo, guardandolo dritto negli occhi. -E secondo me, ancora non hai visto niente.- incrociò le braccia al petto, con aria di sfida.

-Seh, come no.- disse con sarcasmo la scimmia, seduta accanto a lei. Sora non lo degnò nemmeno di uno sguardo.

La situazione era un po’ tesa, i due non staccavano l’uno gli occhi dall’altra e viceversa.

-Sei in grado di combattere?

-A mani nude? Contro di te? Sarò brava, ma tu sei troppo massiccio per poter considerare un nostro combattimento alla pari.

-Quindi è un no?- poggiò la ciotola di riso vuota sul tavolo, spaparanzandosi sulla sedia. Sora ridusse gli occhi a due fessure, soppesando la situazione. Forse la sua statura non sarebbe stata un problema, era piccola, schivare i colpi non sarebbe stato un problema. Ma cosa sarebbe successo, qualora avesse dovuto incassare? Dopo tutto, le sue capacità le erano chiare a stento, anche se, in effetti, quando Kumatetsu le aveva proposto il combattimento, il suo corpo si era quasi rinvigorito tutto in una volta, come se volesse rispondere di sì al suo posto.

-E’ un sì.

  
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