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Autore: Laurie    14/06/2016    0 recensioni
Una raccolta di drabble ispirata alla serie Inuyasha. Personaggi, coppie e argomenti di ogni genere. Un modo per divertirsi ed esplorare nuovi temi.
{La chiamata}
In un distante futuro due nemici mortali si incontrano ancora, in circostanze a dir poco curiose...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La chiamata
 
Qualcuno lo stava guardando, dietro al vetro.
Diverso da qualsiasi creatura avesse mai incontrato, gli occhi scuri pesantemente ombreggiati dalle ciglia scure, sembrava uscito dal reame dei suoi sogni, gli strani sogni che lo visitavano tra le ombre ondeggianti delle alghe.
Era già arrivato da lui, in passato, non sapeva quando perché la luna e il sole erano lontani dall’acqua dove si trovava.
Come sempre si fermava davanti a lui, a lungo.
Con un colpo di coda ruotò, un gesto che causava agitazione nei visitatori, quando le scaglie catturavano nuove tonalità, cambiando ad ogni spinta della coda.
La creatura degli occhi scuri non batté ciglio.
Irritato, contro ogni sua previsione, si allontanò. Non riuscì a trattenersi, come se un pensiero improvviso fosse riaffiorato nella sua testa con la stessa chiarezza del raggio di luce che fendeva, talvolta, l’acqua della vasca-mare.
Lui sapeva chi era l’uomo.
Si voltò e vide che il visitatore muoveva le labbra.
 
***
 
L’impulso di cacciare era un vecchio ricordo.
Nella vasca-mare aveva cibo in quantità e anche se all’inizio i non-pesci con due gambe gli procuravano pesci che non gradiva, avevano imparato.
Lui, invece, aveva imparato che era meglio assecondare le bizzarrie dei non-pesci con due gambe.
A loro non piaceva chi uccideva.
Così quando nuotò lontano della sue zone preferite, dove sapeva che i branchi pascolavano, cauti per i predatori, si stupì della sua audacia.
Poi provò il brivido meraviglioso della caccia.
Lasciò che la luce lo oscurasse, mentre nuotava, la pelle che si mescolava al blu delle correnti profonde.
Aprì la bocca, e le onde sonore attraversarono l’acqua fino al branco che nuotava sotto di lui. Diversi pesci persero il ritmo, confusi. mentre il resto del branco si allontanava sempre di più.
Quando tornò nella foresta di alghe, un pesce tra ognuna delle sua mani palmate, provò una senso di delusione.
Per un attimo si era aspettato altro.
La carne era fresca, le scaglie croccanti sotto i suoi denti affilati.
Mentre masticava il pesce, sentiva in bocca il sapore del liquido rosso e dolce.
Vedeva il sangue uscire dalla bocca del visitatore dagli occhi scuri, mentre una fetta di carne pulsante, flaccida e viscida. pulsava tra le sue dita.
Si avvolse, allora, nella rete di capelli e di alghe, con i pensieri confusi e una inspiegabile voglia che gli solleticava le pinne anteriori.
 
***
 
Amava passeggiare spesso nei corridoi del Centro Acquatico, sempre più di frequenta nella zona della creatura.
Era un essere insolito, ricoperto da scaglie cangianti, che diventavano lisce e sfumavano nel blu sulla zona superiore. Il volto avrebbe potuto essere umano, se non fosse stato per i dettagli, come gli occhi dorati o i lunghi capelli argentei, che gli davano un aspetto alieno.
Molti non capivano se fosse un maschio o una femmina. Lo chiamavano la sirena. Secondo la sua assistente era bellissimo.
Come sua prima impressione aveva pensato a qualcosa di fragile, che aveva l’apparenza di spezzarsi sotto le sue dita.
Era una sensazione che aveva avuto vita breve.
Il Centro Acquatico era una grande laguna marina, dove erano stati scavati tunnel trasparenti per permettere ai visitatori di godersi in tutta sicurezza le specie marine. Il Centro era nato per celebrare la fine dell’esplorazione degli oceani. Nessun abisso marino era rimasto inesplorato, e ciò che gli scienziati avevano trovato nelle profondità, era raccolto nell’acqua sopra la sua testa.
L’uomo avrebbe voluto che rimanesse un centro di ricerche, ma i finanziatori avevano fatto pressioni per aprire la struttura al pubblico, così lui era costretto a percorrere i corridoi di notte, quando la struttura era chiusa e tutto era avvolto nella luce azzurrina delle lampade notturne.
La creatura era diventata una della attrazioni, anche se raramente si mostrava in pubblico.
Ogni notte, però, quando percorreva il corridoio che passava sotto la sua tana, lo vedeva nuotare davanti a lui.
Sentiva quell’alieno sguardo dorato su di sé. Una cosa fragile ed effimera… lo aveva pensato, in passato, ma non ora, in quei momenti rubati al sonno. Sentiva che era pericoloso.
Ogni notte, quando andava a dormire dopo la consueta visita al Centro, sognava di fuoco e di sangue, una fila sterminata di cadaveri, il più bel viso di donna che avesse mai visto. Il bianco di una mano affusolata, artigli come lame che uccidevano ancora e ancora. Il segno di un ragno.
Si svegliava nel suo letto, la mente come avviluppata dalle ragnatele che popolavano i suoi sogni.
La creatura lo stava seguendo, al di là del vetro, mentre procedeva nel corridoio.
Difficile resistere al richiamo.
L’uomo alzò la testa. La creatura sopra di lui aveva aperto la bocca. Qualsiasi verso o parola avesse emesso fu persa nell’acqua.
“Che cosa sei?” non poté fare a meno di chiedere l’uomo.
Alzò la mano e la appoggiò sul vetro. Dopo poco la pallida mano-pinna della creatura ombreggiò la sua. Durò solo un istante di chiarezza.
L’uomo camminò all’indietro, mentre l’essere galleggiava immobile, i lunghi capelli argentei che ondeggiavano come uno splendido anemone attorno a lui.
Aveva avuto l’impressione di un ricordo, di un nome, come un riconoscimento reciproco tra loro due. Poi l’esatta sensazione di voler ingannare, possedere, annichilire la creatura davanti a sé, per mostrare che lui era superiore, era meglio di un sangue puro.
L’uomo promise a se stesso che sarebbe sceso per l’ultima volta lì. Era più che mai sicuro che la creatura lo volesse uccidere, ma la sensazione sconcertante era che lui stesso voleva farlo. Il pensiero, invece che lasciargli una sensazione di disgusto, gli diede una soddisfazione senza nome.

Nota dell'autrice.
Questa storia è nata per caso, ispirata da una fan art molto bella che ho trovato su tumblr: la fanart era SessNara, la fanfiction uhm no ma se vi piace considerarla così, fate pure. E' un AU ambientata in un distante futuro in cui Sessh è diventato una specie di "sirena" mentre Naraku è un essere umano "normale". Perché io posso.
Ringrazio come sempre chi legge e commenta.
  
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