Prologo

-Ho fame-.

-Pazienta un altro po’-.

-Ma ti dico che ho fame!-.

-Smettila di fare il moccioso. Tra poco potremo mangiare quanto vorremo e ti sazierai-.

-Non è giusto… Sarò debole e stanco e non mi godrò il pranzo-.

-Guarda che non sei l’unico privo di forze, abbiamo tutti bisogno di nutrirci-.

Due snelle figure osservavano la vallata dal punto più alto del bosco di Uri.

Limitato dagli alberi e dalla spiaggia, il paese sottostante luccicava di minuscoli puntini rosseggianti per le poche luci ancora accese.

La luna era ridotta ad una sottilissima falce argentata, immersa in un cielo pullulante di stelle.

-La prossima luna è quella giusta, me lo sento. Quando sarà piena, ci nutriremo e faremo il miglior banchetto mai avuto finora-.

-Se lo dici tu…-.

All’orizzonte pennellate di rosa e arancio squarciavano il nero della notte, mentre il sole sorgeva timidamente sulle acque piatte della baia.

Il disco infuocato non era neanche del tutto spuntato quando i due scomparvero tra gli alberi.

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