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Autore: elfanika2    14/06/2016    0 recensioni
Merlino era pallido, sentiva di essere arrivato allo stremo delle sue forze, ma sapeva in cuor suo di dover continuare a lottare, anche se i nemici lo stavano accerchiando e la sua magia lo stava abbandonando, vinto dalla stanchezza. se solo fosse riuscito a farsi sentire da Artù forse avrebbe avuto una via di scampo...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Morgana, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Capitolo 1:La preparazione al banchetto 
 

Merlino stava cercando di stare dietro a tutti gli ordini che Artù gli dava. Fa questo Merlino, prendimi questo, pulisci qui, fa attenzione....

Fu distolto dai suoi pensieri dal suddetto principe, che lo chiamò dall'altra stanza con voce adirata: “Merlino, idiota, dove sei?” a volte non riusciva a sopportare quel regale babbeo. Artù sembrava completamente insensibile alle proteste del servitore che cercava di affaccendarsi il più in fretta possibile. Corse nella stanza del suo padrone e si ritrovò faccia a faccia con una regale testa di fagiolo infuriata: “ Merlino! Finalmente pensavo ti fossi perso di nuovo! Cosa ti avevo detto di fare per primo?”
“ Sire?” merlino tratteneva a stento la rabbia e l'indignazione, mal celata sotto un finto sorriso.

“I miei abiti per la festa di stasera sono ancora sporchi! E poi hai visto in che stato verte la mia armatura? Devo presentarmi al re e ai nostri ospiti entro un'ora e tu non hai fatto nulla”

“ Se voi la smetteste di urlare ordini a destra e a manca, riuscirei a stare dietro alle cose importanti invece che curarmi dei cavalli nella stalla.” ribatté il giovane dai capelli corvini, con un tono blando,che non ingannava affatto il principe.

“ Se sapessi fare il tuo lavoro, Merlino, a quest'ora non saremmo in questa situazione.” Rispose acido Artù. Sapeva che il suo servo si sarebbe infuriato e non aveva tutti i torti, ma la cena in questione era un'occasione importante per il principe, che temeva, sentendo un brivido scendergli lungo la schiena al solo pensiero, che il padre, Uther, avesse trovato un'altra giovane avvenente principessa e fosse convinto che era assolutamente indispensabile per Artù sposarla.

Lo sguardo pensieroso di Artù non passò inosservato, e Merlino si incrociò lo sguardo con quello di Artù, con quegli occhi azzurri così simili ai propri da fargli venire i brividi.

Ogni volta che Merlino guardava Artù con quello sguardo indagatore, dei brividi scendevano lungo la schiena del giovane principe che però li ignorava con insistenza, concentrandosi sui suoi pensieri più che sulle sue emozioni. Da quando era arrivato, quel giovane dai capelli scuri non aveva fatto altro che contraddirlo, prenderlo in giro, scherzare con lui ed essere una frana totale in quasi tutto quello che faceva, ma Artù presto si era accorto di qualche qualità, che si celavano in quell'idiota. Infatti Merlino era sempre con lui al momento giusto, anche se la maggior parte del tempo la passava dicendo una sciocchezza dopo l'altra, Artù aveva notato che quando ne aveva davvero bisogno, sapeva dire la cosa giusta. Ma la cosa che lo stupiva di più era l'innegabile coraggio del suo servo.

Era risaputo che un anno prima Merlino era stato assegnato ad Artù per avergli salvato la vita e quest'ultimo aveva inizialmente pensato soltanto ad un caso fortuito, ma più il tempo passava, più notava che il giovane si metteva sempre tra lui e il pericolo, quando diventava troppo per Artù, si metteva in gioco e anche se non sapeva nemmeno come usare una spada, difendeva il suo principe con ogni stilla di energia. Era una cosa strana, per Uther poteva sembrare ovvia, ma la verità era che nessun altro uomo si sarebbe mai preso un tale rischio, un simile fardello. Ovviamente Merlino lo faceva, perché quello era il suo destino, gli era stato ripetuto mille volte, ma c'era qualcosa oltre il senso del dovere e l'amicizia che lo legava ad Artù. Due facce della stessa medaglia.... Merlino non osava dare un nome ai sentimenti che aveva rinchiuso in un recesso del suo cuore e che combattevano per venire a galla ogni volta che si avvicinava a quell'idiota reale.

Il contatto tra i loro sguardi durò meno di un secondo, ma diede la certezza a Merlino che c'era qualcosa che non andava. Si sedette in un angolo, mentre il principe se ne stava seduto sul bordo del suo sontuoso letto a baldacchino, guardando un po' perso fuori dalla finestra. Merlino puliva diligentemente la casacca rossa di cotone lavorato finemente, i pantaloni scuri e solo  gli stivali giacevano a terra inutilizzati, li aveva già lucidati con cura. Fu proprio lui a rompere il silenzio: “ Artù, c'è qualcosa che non va?”

Al principio il giovane dai capelli biondi rispose con un leggero grugnito, cosa che indicava che non aveva molta voglia di parlare, ma sapeva per esperienza che il servitore non avrebbe lasciato perdere tanto facilmente. Infatti poco dopo lo chiamò di nuovo.

Artù?” un nuovo brivido, mentre quello sguardo che conosceva così bene, venato dalla preoccupazione lo squadrava. Sembrava vedere nei recessi più nascosti della sua anima, del suo cuore come se guardasse attraverso una lastra di cristallo.

“ Non è niente Merlino, non hai nulla da fare?” la risposta era arrivata secca e tagliente, il senso di colpa si insinuò nel cuore del principe non appena vide per un istante lo sguardo ferito del servitore che si alzò e chinò la testa.

“Avete ragione, sire” e si avviò spedito verso la porta.

“Merlino è per la cena di stasera” la sua voce fu l'unica cosa che trattenne il giovane mago dal correre fuori della stanza, tuttavia rimase con le spalle girate verso Artù, in attesa. Sospirando, il giovane coi capelli color miele riprese a parlare: “ Temo che mio padre abbia scelto per me la donna che devo sposare e so già che chiunque egli abbia scelto, non avrà mai un posto nel mio cuore. Sono già innamorato di un altra persona”

la risposta scioccò Merlino che però rimase impassibile e rispose, trattenendosi dallo scappare via per non sapere altro: “ Sire, andrò a chiedere ai servitori addetti agli ospiti e verrò a sapere se è questo quello che vuole il re.”

“ Grazie Merlino”

Senza aspettare oltre il servitore aprì la porta e uscì, trattenendosi a stento dal mettersi a correre all'impazzata. 

   
 
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