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Autore: elfanika2    14/06/2016    1 recensioni
Merlino era pallido, sentiva di essere arrivato allo stremo delle sue forze, ma sapeva in cuor suo di dover continuare a lottare, anche se i nemici lo stavano accerchiando e la sua magia lo stava abbandonando, vinto dalla stanchezza. se solo fosse riuscito a farsi sentire da Artù forse avrebbe avuto una via di scampo...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Morgana, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Capitolo 3:....invasione

 

 

La sala era gremita di persone, ricchi, nobili, funzionari di corte, tutti seduti attorno a diverse tavole imbandite con i cibi più deliziosi che la cucina di Camelot potesse produrre, il che era tutto dire. Il profumo del cibo e delle spezie aleggiava nel salone, accompagnato dal brusio delle persone che affollavano l'ampia sala. Lo stomaco di Artù però insolitamente si chiuse, non aveva affatto appetito e si sentiva le orecchie ovattate, come se ci avesse infilato delle pezze di cotone coperte di cera. Non sentiva nulla, tranne il ritmo forsennato del suo cuore e un formicolio alla schiena, facilmente riconducibile allo sguardo puntato su di lui di Merlino. Avanzava verso il padre, scortato da due guardie, a testa alta, una mano sull'elsa della spada mentre la corona da principe gli scintillava tra i capelli ambrati. Sentiva lo sguardo di tutti ora puntato su di se, ma non si lasciava di certo distrarre, guardava solo il re con decisione, che lo scrutava a sua volta con espressione austera, ma nei suoi occhi leggeva una scintilla d'orgoglio, che sperava fosse data dal vedere suo figlio camminare così fieramente. Artù permise a quello sguardo di scaldarlo tanto quanto bastava perché la stretta sul suo stomaco, e sul suo cuore, si allentasse un po'.

Quando sentì l'ansia finalmente abbandonarlo del tutto, fece scorrere lo sguardo sul resto della sala e la vide. Era senza dubbio una delle fanciulle più belle che avesse mai visto, era alta e snella, slanciata ma con tutte le curve al loro posto , la pelle chiara, il viso perfetto come quello di un essere fatato, labbra rosse come melograni, gli occhi verde acqua, assolutamente magici e i capelli ricci, scuri come l'ebano raccolti da una raffinata spilla. Il vestito che la copriva fino ai piedi era di un blu scuro, vibrante e intenso. Tuttavia c'era qualcosa di strano in lei, qualcosa di profondamente sbagliato, come se non dovesse essere lì, come se non potesse essere davvero così bella. Spostò lo sguardo, a disagio e vide quello che doveva essere suo padre. Era un uomo normale, banale rispetto alla figlia che sembrava risplendere di luce propria come una stella e non solo lui si era accorto della giovane,tutta la corte la osservava a bocca aperta. Giunto davanti agli ospiti si inchinò, salutò tutti i presenti, poi si inginocchiò davanti alla giovane e le prese la mano, stringendola piano con una delle sue, avvolta negli spessi guanti di pelle e la baciò:

“ My lady, io sono Artù Pendragon, figlio del re e vostro futuro sposo”

Tutti avevano trattenuto il respiro, il momento era stato spezzato da Uther che aveva battuto le mani, si era alzato dal trono e mentre suo figlio lasciava la mano della ragazza, si era avvicinato e gli aveva battuto una mano sulla spalla.

“ Mio figlio è molto intelligente e intraprendente e sono felice che abbia fatto lui la prima mossa”.

La ragazza che fino a quel momento era rimasta in assoluto silenzio parlò, la sua voce era una dolce melodia che risuonava per tutta la stanza, mentre gli altri ammutolivano per ascoltarla parlare.

“ Il mio nome, principe Artù, è Anika di Sandren e sono molto onorata di fare la vostra conoscenza e spero che voi possiate vedermi presto come una parte della vostra famiglia”

Per quanto Artù ne fosse rapito, qualcosa nella sua testa si era ribellato dicendo che non era normale e poi, qualcosa di ancora più profondo, qualcosa che veniva dal profondo del suo cuore, gli aveva ricordato che lui non apparteneva a quella donna, per quanto bella potesse essere. Come un automa, aveva seguito il padre a tavola e si era seduto, alla sua destra, la giovane Anika, alla sinistra di Uther, il padre della giovane, come scoprì poco dopo, che si chiamava Antenor.

 

 

In disparte una sola persona non si era lasciata abbindolare dalle maniere educate della ragazza e dal suo aspetto etereo, forse perché Merlino la odiava troppo, era la donna che stava per portargli via il suo principe o forse perché sentiva che la magia vibrava nell'aria, attorno ad Anika e sapeva che c'era qualcosa di profondamente sbagliato. Sapeva anche che Artù aveva notato qualcosa, ma aveva sempre avuto un debole per le belle donne e di certo lei lo era, in più il principe non poteva percepire quell'aura magica attorno a lei e di certo questo non lo aiutava. Per tutta la sera, anche se l'atmosfera era calma e rilassata, Merlino si sentiva continuamente a disagio e girava per la sala, con la scusa di versare vino nei calici o di non far mai mancare nulla a questo o all'altro nobile.

 

Dal canto suo, Artù aveva notato il ronzare di Merlino attorno agli altri dignitari della corte e non potè non provare un certo fastidio nel notare il suo servo affaccendarsi attorno agli altri. Gli offriva una distrazione,anche se affatto piacevole. Sentiva un peso nel petto e un certo fastidio crescere ogni volta che si chinava su una giovane donna per versarle il vino, ma come notò con una certa rabbia, non si avvicinò mai a lui.

Non poteva permettere che il suo servitore servisse tutti tranne che il suo padrone, quindi lo chiamò con un cenno e quando non si avvicinò, per nome. Il suo tono era imperioso e secco, quindi Merlino dovette semplicemente obbedire mentre gli chiedeva del vino per lei e per la deliziosa lady Anika. Dal tono in cui parlava, il giovane mago sapeva che il principe era turbato o infastidito da qualcosa e stava scaricando quel fastidio su di lui. Non disse niente e tirò dritto, obbedendo diligentemente all'ordine. Poi qualcosa catturò nuovamente la sua attenzione. Vide delle guardie entrare e dal loro sguardo vacuo e perso, capì che qualcuno le stava soggiogando. Stava per fare qualcosa quando un altro drappello entrò dietro alle prime e vide Anika che, ignorata da tutti, stava mormorando una formula dopo l'altra, mentre muoveva una mano sotto il tavolo e i suoi occhi diventavano dorati.

 

Le guardie circondarono il tavolo e si diressero verso Uther, che disse loro di andarsene, ma invece che ascoltarlo, sfoderarono le spade e lui si alzò in fretta. Merlino si mosse veloce e si posizionò dietro ai due, re e principe, mentre il drappello si mettevano in posizione di attacco. Le guardie puntarono le lance... verso Artù.

 

   
 
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