Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Ricorda la storia  |       
Autore: dramy96123    14/06/2016    3 recensioni
SOULMATES!AU -
“Cosa dice il tuo tatuaggio?” chiede poi. Non dovrebbe chiederlo lui. E’ il primo a nasconderlo, e lo sa. Per questo, affronta lo sguardo di Yoongi con un’espressione completamente vuota, assente.
Il ragazzo rimane a guardarlo, per un po’, gli occhi socchiusi. Poi distoglie lo sguardo
“Non lo guardo da così tanto che me ne sono scordato. L’ho fasciato anche io.”
Ma tutti sanno che mente. Nessuno si scorda delle ultime parole della tua anima gemella.
Oltre che sulla tua pelle, sono impresse nella mente.
Ti amavo. Ti meritavi molto di più. Per questo…
Tae torna ad appoggiarsi a Jungkook, afferrandogli la mano senza pensarci.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nessuno si scorda delle ultime parole della tua anima gemella.
Oltre che sulla pelle, sono impresse nella mente.
 
Erano felici.
Davvero. Quei segni neri sulle loro braccia erano ignorati, la maggior parte del tempo, perché erano giovani, e felici, e avevano un’intera vita davanti da passare insieme senza dover pensare a quelle ultime parole.
Taehyung non aveva mai voluto mostrargliele. Sul suo polso c’era sempre una fascetta di cuoio, stretta. Una sua fissazione, a Jungkook sembrava andar bene, da quando avevano deciso di uscire la prima volta. La maggior parte delle persone ci rideva sopra, si mostravano il tatuaggio l’un l’altro, con un sorriso divertito, per non pensare troppo al fatto che sarebbero state le sue ultime parole, le ultime parole che ascolterò  dalla mia anima gemella, poi tutto finito, poi sarà tutto-
 
Taehyung rideva spesso. Aveva un sorriso aperto e contagioso, e anche lui scherzava con questa cosa delle gemelle. E quando lo faceva si tirava Jeon Jungkook vicino, si accoccolava a lui, abbracciandolo e annusando i suoi capelli.
Amava sinceramente Jungkook. Lui non aveva fatto mistero delle sue parole. “Avrei voluto saperlo” era scritto in modo chiaro sul polso, ma erano parole così strane che non ci aveva pensato troppo. Tae ci scherzava sopra. “Probabilmente non riuscirò a vedermi l’ultima puntata di Descendants of the Sun, e ci sarò rimasto male per quello” e rideva di nuovo.  E Jungkook rispondeva al sorriso, scuotendo la testa e dicendo che non doveva scherzare, che non doveva neanche pensarci, che erano giovani e perché preoccuparsi. E allora Tae annuiva, sorridendo, e si sporgeva per stampargli un bacio sulla guancia.
Però, quando Jungkook non c’era, Tae non sorrideva. Si toglieva la fascia di cuoio, e passava lentamente le dita sulle sue parole, con un senso di angoscia. Non voleva che Jungkook morisse. Non voleva sentire quelle parole dalla sua bocca. Voleva morire prima di lui.
Ti amavo. Ti meritavi molto di più. Per questo…
Rimaneva a guardarle. Allora, pensando al sorriso di Jungkookie si diceva che non meritava di più. Era felice. Stavano insieme. Non voleva che Jungkook guardasse quelle parole. E allora si metteva di nuovo la fascia e cercava di non pensarci.
. . .
La cena del venerdì sera è un evento speciale. Si riuniscono tutti a casa di Taehyung, anche se è quella con la cucina più piccola, e quella più disordinata. Ma non importa, perché la cena del venerdì si è sempre fatta lì e a nessuno è mai passato per la mente di cambiare  posto.
Il primo a presentarsi è sempre Yoongi. Abita al piano di sopra, quindi potrebbe prendersela comoda, ma alle sette spaccate Tae apre la porta, con il solito sorriso entusiasta, e lui è lì, che lo saluta a voce bassa e strascicata, due volte su tre con un nuovo colore di capelli. E’ sempre un momento divertente, per Taehyung. Ride sulla porta, gli chiede il perché del cambiamento, e Yoongi scrolla le spalle, accennando un sorriso. Lui porta i dolci. Quella sera ha portato la torta al cioccolato, e il sorriso di Taehyung diventa inquietante. Mai troppo inquietante per Yoongi, però, che lo fulmina con lo sguardo e mette il dolce fuori dalla portata del ragazzo.
Sono diventati amici dopo diversi mesi. Si sono conosciuti in quanto vicini di casa, e Taehyung, sempre stato bravo a fare amicizia, si era trovato una bella sfida davanti. Min Yoongi semplicemente aveva deciso di ignorarlo. Di fingere che lui non esistesse. Ci erano voluti centinaia di saluti urlati a squarciagola e suoni al campanello (Ho finito il sale, lo zucchero, l’ammorbidente, i miei pantaloni... no, scherzavo, SCHERZAVO, YOONGI HYUNG, SONO FIDANZATO IO) prima che il ragazzo lo risalutasse di rimando. E dopo un po’ era riuscito a incastrarlo a quelle cene del venerdì. Erano diventati tradizione, e Tae aveva capito che a Suga piaceva avere una routine.
Questa sera Taehyung osserva con il solito brio Yoongi Hyung, che sta scegliendo che musica mettere dalla collezione di CD. I capelli sono menta, questa volta. Vorrebbe tingerseli anche lui così, potrebbe essere divertente.
 
Quando suonano al campanello, Taehyung sa già chi è. Hoseok Hyung e Jungkookie sono alla porta, con sorrisi aperti e i borsoni da palestra. Sono di ritorno dal corso di ballo, che è dove si sono conosciuti, e sembrano non finire l’energia neanche dopo tre ore di allenamento, perché saltellano fino al salotto. Hoseok, capelli neri e voce squillante, si butta sul divano accanto al più grande, che lo saluta con un cenno. I due vanno stranamente d’accordo, per essere il completo opposto l’uno dell’altro. Sembrano trovarsi a loro agio, e senza farsi troppe domande vivono la loro amicizia così. Hoseok comincia a raccontare entusiasta la lezione di quel giorno, mentre Yoongi annuisce distrattamente.
Jungkook invece si avvicina a Tae e gli scompiglia i capelli affettuosamente, trattenendo la mano più del solito.
Taehyung e Jungkook si conoscono dal college. Dopo letteralmente secoli di scambi di bigliettini e sguardi furtivi al parco, Taehyung aveva deciso che non era sostenibile una situazione del genere, e quindi davanti a tutti gli studenti si era alzato e aveva chiesto urlando a Kookie se voleva uscire con lui.
Jungkook era scappato, ovviamente.
Era capitolato due giorni dopo, comunque, capendo che Taehyung avrebbe continuato a dichiararsi di fronte al mondo se lui non avesse accettato al più presto. Escono insieme da due anni, ormai.
 
Il tempo di posare le borse, e il campanello suona di nuovo. E’ Jungkook che apre la porta, e il sorriso di Namjoon si apre immediatamente alla vista del ragazzo. Dietro di lui compare Seokjin, con l’immancabile cappellino rosa calcato in testa e un sorriso mozzafiato. I due si tengono per mano, le dita intrecciate.
Sono sempre l’esempio da seguire, per Jungkook. La coppia perfetta.
Namjoon riesce ad inciampare sul tappeto mentre entra, e lo accoglie quindi uno scoppio di risate da parte di Hoseok  e Tae.
Jin, Namjoon e Jungkook si conoscono da anni. Sono i suoi Hyung dal liceo, e sono sempre stati insieme da quegli anni, romanticamente. Anche loro, come Tae, hanno i polsi coperti. E’ stata una decisione presa di comune accordo, per “non rovinarsi la sorpresa”, come dice scherzosamente Namjoon. Dopo quella frase Jin ride sempre. “Probabilmente dirò per l’ultima volta che sono bellissimo, cosa peraltro vera.” Esclama, buttando la testa all’indietro.
Taehyung li guarda sempre ammirato e sorridente. Sono meravigliosi, insieme.
Lo sguardo corre per un secondo ai loro polsi coperti-
Ti amavo. Ti meritavi molto di più. Per questo…
Scuote per un attimo la testa, e torna a sorridere, trascinando una sedia dalla cucina al salotto, per far sedere Jin Hyung. Non entrano tutti sul divano, col tempo sono diventati troppi.
L’ultimo ad arrivare è sempre Jiminie. Arriva sempre con l’aria di una persona che ha corso i chilometri, i capelli arancioni scompigliati sul viso e un sorriso esausto. Casa sua è dall’altra parte della città, quindi se perde l’autobus – cosa che succede piuttosto spesso, in realtà – deve correre per prendere la coincidenza.
Jiminie è il migliore amico di Tae. Sono fratelli di culla, si conoscono da sempre, e Jimin è l’unico che abbia mai letto le parole su Taehyung. Si sono scambiati le loro parole un giorno, a dodici anni, mentre tornavano a casa da scuola. Jimin prende posto accanto a Jungkook, e Hoseok è veloce a saltargli addosso facendogli il solletico. Il ragazzo ha davvero un’ossessione per il suo amico, pensa Taehyung con una risata. Non perde mai momento per infastidirlo o giocare con le sue guance, è uno spettacolo divertente a cui assistere.
Jimin, ovviamente, non perde occasione per gridargli ogni volta che è un “vile traditore”, ma Tae continua a ridere battendo le mani.
“Almeno questo venerdì” comincia Jin, guardando Taehyung con un sopracciglio inarcato “Hai provato a cucinare qualcosa?”
Tae sorride e alza la cornetta del telefono, strizzandogli l’occhio “Pizza?”
Un’ondata di lamenti si alza dal divano. La cena del venerdì dovrebbe chiamarsi la pizza del venerdì, dannato Taehyung e la sua incapacità di avvicinarsi ai fornelli. Jungkook sogghigna, scuotendo la testa, e guarda affettuosamente il ragazzo. Gli altri si limitano a guardarlo, male, poi si arrendono e lasciano il telefono a Namjoon, che ormai sa a memoria l’ordine.
Trenta minuti dopo stanno attaccando ognuno la propria pizza, circondati da lattine di coca cola e birra, che parlano l’uno sopra l’altro. Solitamente l’argomento principale è la musica. O il cibo, dipende dal mood.
Quella sera, però, il discorso cade sui tatuaggi.
Jimin non fa mistero del proprio, e neanche Jungkook e Hoseok. Jimin ha il proprio nome inciso sulla pelle, Hoseok una pick-up line francamente orrenda, e il ragazzo non manca di scuotere la testa ogni volta che gli chiedono della sua anima gemella. “Insomma, questa persona sta cercando di rimorchiarmi mentre sta morendo, io credo di essere innamorato.”
Taehyung, Jin e Namjoon non si esprimono, ma Tae tocca involontariamente la propria fascia, così stretta che gli riga la pelle.
“Non è così che funziona, lo sapete vero?” chiede Jimin dolcemente, accarezzando la testa di Taehyung. “se è un tatuaggio è perché va visto.”
“Non credo.” Interviene Yoongi, e tutti si voltano verso di lui. Ha una felpa, è a maniche lunghe. Quasi tutti hanno abbassato lo sguardo sul polso del ragazzo, come d’abitudine quando si parla della questione. “E’ solo una questione di consapevolezza, non di esibizione.” Dice soltanto. Poi si riempie la bocca di pizza.
E’ la prima volta che Taehyung esita. E’ seduto a terra, accanto a Jimin, e la testa è appoggiata alle gambe di Kookie, ma si stacca per un attimo, drizzando la schiena. E esita, perché questa delle gemelle è un argomento strano.
“Cosa dice il tuo tatuaggio?” chiede poi. Non dovrebbe chiederlo lui. E’ il primo a nasconderlo, e lo sa. Per questo, affronta lo sguardo di Yoongi con un’espressione completamente vuota, assente.
Il ragazzo rimane a guardarlo, per un po’, gli occhi socchiusi. Poi distoglie lo sguardo
“Non lo guardo da così tanto che me ne sono scordato. L’ho fasciato anche io.”
Ma tutti sanno che mente. Nessuno si scorda delle ultime parole della tua anima gemella.
Oltre che sulla tua pelle, sono impresse nella mente.
Ti amavo. Ti meritavi molto di più. Per questo…
Tae torna ad appoggiarsi a Jungkook, afferrandogli la mano senza pensarci.
 
Il primo ad andarsene quella sera è Hoseok, stranamente. La lezione lo ha distrutto, non ha neanche infastidito troppo Jimin, il che è una novità. Saluta tutti con un sorriso assonnato e poi chiude la porta dietro di sé.
Seguono Namjoon e Jin, sempre sorridenti, le spalle che si sfiorano. Namjoon batte il pugno con Jungkook, Jin scompiglia i capelli di Taehyung, entrambi salutano Yoongi e Jimin, ancora sul divano, e poi lasciano anche loro casa di Tae.
Jimin si ritira solo dopo altre due ore. Lui e l’altro ragazzo sono evidentemente presi dalla conversazione, che sembra vergere sulla nuova canzone a cui Yoongi sta lavorando. Quando se ne va è l’una del mattino, e Jungkook si offre di accompagnarlo alla fermata dell’autobus. Saluta Tae con un bacio, quindi sorride all’altro. Lui ricambia immediatamente.
Jimin e Jungkook vanno d’accordo in una maniera che gli altri non hanno ben compreso. Sono così competitivi che possono non parlarsi per giorni, dopo aver giocato a Mario Kart, e di contro sono quelli con i gusti più simili. Mangiano spesso vicini, perché i condimenti che scelgono sono sempre gli stessi. Parlano di musica con la stessa passione, e ballano con la stessa passione. Si trovano simpatici a vicenda, e a Tae semplicemente piace vederli chiacchierare. Per questo non si stupisce quando i due si sorridono, uscendo di casa.
Taehyung ne è felice. E’ felice che il suo Jungkook sia amato da tutti. Lo merita.
 
Rimangono loro due a casa, e Taehyung vuole davvero, davvero chiedergli del tatuaggio.
Vuole che lui gliene parli, vuole che Yoongi Hyung lo consideri un amico, e vuole che Yoongi Hyung stia bene. Quindi prende coraggio, e si gira verso di lui.
“Yoongi Hyung?”
“Sì?” risponde lui distrattamente. Gioca con aria assente con i capelli color menta. E guarda Taehyung, impassibile. Taehyung risponde allo sguardo, rimanendo in piedi davanti a lui.
“Tu te le ricordi le parole del tuo tatuaggio, vero?” chiede poi, a bassa voce.
Te le ricordi, vero, Yoongi?
“Perché vuoi parlare del mio tatuaggio?” la voce è tesa, ma non è arrabbiato né triste. Guarda solo la sua felpa nera a maniche lunghe.
“Perché non so perché hai mentito.”
Yoongi alza finalmente lo sguardo. E’ mortalmente serio quando parla.
“A me questa cosa delle gemelle fa schifo. Odio che il mio destino sia già scritto sul mio stupido polso. Non me ne frega niente di chi siano le parole di questa persona, ma sono parole sue, e io non le dirò in giro.”
Tae sbarra gli occhi. Yoongi sta continuando a mentire, ma perché? Non è vero che a lui non importa, se sta proteggendo la sua anima gemella… e Tae si blocca. Che razza di cose tremende dirà l’anima gemella di Yoongi, per fargli fare quello sguardo?
Non lo sta facendo anche lui, forse?
Sta proteggendo il suo Jungkookie dalle sue ultime parole, come può fare la predica a Yoongi Hyung?
 
“Hyung, io…” è pronto a dire, ma Yoongi alza la mano, insofferente.
“Lascia stare, comunque non capiresti. Tu la tua anima gemella l’hai trovata. Io non voglio neanche parlare alla mia. Mai. Non voglio incontrarla. Non se…” Non se deve dire queste parole, capisce Taehyung, anche se Yoongi non finisce la frase. “Tolgo il disturbo. Non riesco a reggere la tua presenza per più di tot ore al giorno.” Dice invece, alzandosi e stiracchiandosi. Taehyung è una persona che si distrae facilmente, e quindi eccolo, che arriccia le labbra, indispettito.
“Hyung!” esclama con tono piccato, e Yoongi si lascia sfuggire un sorriso. E poi raggiunge la porta, e senza guardarsi indietro la chiude dietro di sé. Una volta chiusa la porta Yoongi sospira e si appoggia al muro. Esita, quindi arrotola la manica sinistra fino a metà avambraccio.  Le legge, le rilegge, chiude gli occhi, poi copre di nuovo la pelle pallida, scuotendo la testa.
 
 
Sono passati quaranta minuti, e Jungkook ancora non è tornato. La fermata è a cinque minuti da casa di Taehyung, Kookie gli aveva promesso che sarebbe tornato, invece di andare dritto a casa, ma allora perché? E’ rimasto a chiacchierare con Jiminie?
E’ preoccupato, certo che è preoccupato, sono le due del mattino e Jungkook non è vicino a lui.
Tae continua a sbloccare il cellulare ogni trenta secondi, ma il quadro delle notifiche rimane vuoto.
Cinquantasette minuti dopo che Jungkook ha lasciato casa sua, squilla il telefono. Taehyung risponde così velocemente che quasi gli cade il cellulare di mano.
“Jungkookie! Lo so, lo capisco che Jiminie è incredibilmente bello, ma dato il mio fascino non credevo dovessi preoccuparmi che ti circuisse! Oh, ma Jiminie mi sente quando lo vedo! Ti sta ancora molestando? Tranquillo, Kookie, l’audace cavaliere verrà a…”
“Taehyung…”
E Tae si zittisce. Perché quella non è la voce di Jungkook a cui è abituato. E’ rotta, è spezzata. Jungkook sta facendo di tutto per non piangere. Tae sente l’angoscia in gola, come quando legge le sue parole.
“Dove sei?” la voce già bassa del ragazzo diventa ancora più profonda.
“Sotto… casa.”
E Taehyung lascia il telefono lì, e corre giù per le scale, incespicando ogni due gradini, e apre il cancelletto, con una forza tale da farlo sbattere due volte. E poi corre in mezzo alla strada, e in mezzo alla strada c’è il suo Jungkook.
Il telefono è accanto a lui, a pochi centimetri dalle sue dita. Dita sporche di sangue.
Un secondo prima Taehyung lo guarda a un paio di metri di distanza, orripilato, un secondo dopo ha sollevato la testa di Jungkook, mentre lo sguardo febbrile esamina il corpo del suo ragazzo
Tutto quel sangue…
“Erano ubriachi, ed erano quattro.”
“Jungkookie…”
E Jungkook sorride. Quel sorriso che a Taehyung piace tanto, quello arrogante, malizioso- così rovinato-Jungkook preme una mano sullo stomaco, mentre guarda Tae.
“Dovresti vedere come stanno messi gli altri” dice, e ridacchia. E anche ridere gli fa male. E Taehyung non può fare altro che stringerlo fra le braccia, e urlare, e chiede che qualcuno chiami un’ambulanza, la polizia, dio, anche i pompieri andrebbero bene, se possono far vivere il suo Jungkook.
I capelli del ragazzo sono appiccicati al viso, bagnati di sudore e sangue. Tae ci affonda il viso, incapace di dire una qualunque cosa. Non riesce a parlare, la gola gli brucia, gli occhi gli bruciano, è questo l’inferno?
“Scusami, ti avevo detto che c’era tempo, che eravamo giovani, che non… non avremmo avuto preoccupazioni…”
“Stupido Jeon Jungkook, stupido, stupido Jeon Jungkook…” mormora Tae, e sente ancora il profumo del suo shampoo, sotto l’odore metallico del sangue, e gli occhi gli bruciano ancora di più.
L’ha vista, la ferita. Non ci vuole un medico per capirlo, che è già un miracolo se Jungkook si è trascinato fino a lì. Jungkook ha fatto quel miracolo solo per vederlo un’ultima volta, davvero?
Dietro di lui sente il cancelletto aprirsi, una voce – E’ Yoongi Hyung? – chiedere qualcosa, ma lui non può rispondere. Sta stringendo il suo Jungkook.
“Avrei voluto mantenerla, quella promessa… mi perdonerai?” chiede Jungkook, ed è più che un sussurro. E Taehyung risponde No, mai, prima di abbracciare il corpo inerte del ragazzo.
E poi, lentamente, mentre abbraccia il suo Jungkook senza vita, ripensa al suo polso.
Sul polso di Jungkook non c’è scritto “No, mai”
Sul proprio polso non c’è scritto “Mi perdonerai”
“E’ impossibile.” Sussurra, gli occhi che fissano il vuoto. “Non è… ma lui lo è- lo è sempre stato… lui è la mia…”
“ATTENTO!”
Tae sta guardando il vuoto davanti a se’. Tae ha il suo ragazzo morto e pieno di sangue stretto al petto, e le parole del suo ragazzo morto non sono quelle della sua anima gemella. Quindi quando quella macchina imbocca la strada lui non se ne accorge. No, che gli importa? Può morire a questo punto.
E invece no, perché viene spinto via con una forza brutale – è Yoongi Hyung? – e rotola di lato.
E lo sente comunque l’impatto.
Il suono sordo che fa il corpo di Min Yoongi quando viene preso in pieno dalla macchina è troppo da sentire da sopportare. Taehyung si volta, e – sì, è Yoongi Hyung. – no, non perde che tre secondi, prima di alzarsi e toglierlo da sotto la macchina. Non esce nessuno dall’auto. L’uomo al volante è svenuto, ed è ricaduto di lato.
La voce si è sbloccata. Certo, si è sbloccata, ma lui non se n’è accorto, se ne accorge adesso, quando continua a chiedergli senza sosta perché, perché, perché, perché l’hai fatto, non dovevi, non dovevo vivere, il mio Jungkook è morto, il mio Jungkook non è mai stato mio, e Yoongi non risponde.
Lo guarda soltanto.
E poi gli occhi gli si riempiono di lacrime, e Taehyung non lo ha mai visto piangere. E anche quella volta non sta davvero piangendo. Ha gli occhi lucidi e il viso rosso, e il respiro spezzato e l’espressione rassegnata, e Taehyung vorrebbe solo scuoterlo e chiedergli perché PERCHE’ L’HA FATTO COME SI E’ PERMESSO-
E ancora, Yoongi non risponde, ma ora sorride.
“No. Ti prego. Ti prego. Non abbandonarmi anche tu. Non lasciarmi solo…” sussurra Taehyung, e stringe l’orlo della maglietta del suo Hyung. Con Jungkook era stato delicato, lo aveva abbracciato, e lui era morto.
Forse, adesso, se l’avesse scosso, forse…
E Yoongi sorride ancora. Ma ora è diverso.
“Ti amavo” dice la sua voce strascicata.
No.
“Ti meritavi molto di più.”
No.
“Per questo…”
…ti ho lasciato al tuo Jungkookie, che lo merita. Che ti merita.
No, non finisce la frase, perché Taehyung la sa già.
Per questo ti faceva così schifo la storia dell’anima gemella? Perché sapevi che la tua non era Taehyung, e allora si fotta tutto se non è lui, invece, guarda il caso, Tehyung è la tua anima gemella, e tu l’hai scoperto quando è tardi, troppo, troppo tardi anche solo per asciugargli le lacrime, guarda, Yoongi, lo hai fatto piangere…
L’unica cosa che fa è stringergli per un secondo la mano. Poi il corpo perde tutta la tensione, la testa ricade all’indietro, e i capelli menta di Yoongi toccano l’asfalto.
Taeyung abbassa lo sguardo. La pelle di Yoongi è bianca come lo zucchero, e le parole sul suo polso spiccano, scivolano sotto gli occhi di Tae a velocità disarmante.
No. Ti prego. Ti prego. Non abbandonarmi anche tu. Non lasciarmi solo.
E poi Taehyung urla. 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: dramy96123